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Museo Storico della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Colletti 22, Sant’Anna di Stazzema (Lucca)
Telefono e Fax: 0584 772025
E-mail: santannamuseo@comune.stazzema.lu.it
Sito web: http://www.santannadistazzema.org/
Orari di apertura: dal Martedì al Giovedì 9-14, Venerdì e Sabato 9-17.30, Domenica 14.30-18 (da settembre a febbraio); Martedì e Mercoledì 9-14, dal Giovedì al Sabato 9-18, (da marzo ad agosto), Domenica 10.30-18

Breve storia e finalità
Ricavato dalla vecchia struttura delle scuole elementari del paese, l’istituto è stato inaugurato nell’autunno del 1982 dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il 19 settembre 1991, grazie alla Legge Regionale n.39/91, l’ente è stato trasformato nell’attuale Museo Storico della Resistenza.
La disposizione dello spazio museale è immaginata come articolazione di un percorso aperto, con luoghi di relazione e punti di visuale che evidenziano il rapporto spaziale tra le esposizioni interne e il territorio circostante, dove parte degli eventi descritti si verificarono, creando un serie di corrispondenze stabili con la storia, l’identità e la morfologia del territorio circostante.
Sulla facciata esterna, al fianco della lapide che riporta l’ode di Calamandrei a Kesselring, è posta una riproduzione scultorea di un particolare dell’opera pittorica “Guernica”, realizzata da Pablo Picasso.
Nel 2007 è stato inaugurato il nuovo allestimento dell’intera area museale.

Con la legge 381/2000, Sant’Anna è stato dichiarato Parco Nazionale della Pace, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria storica dei tragici eventi dell’estate del 1944 ed educare le nuove generazioni ai valori di pace, giustizia, collaborazione e rispetto fra i popoli e gli individui. Il Parco si estende sul territorio collinare circostante il paese, concentrandosi nell’area sacrale che, dalla piazza della chiesa e dal Museo Storico, attraverso la Via Crucis e il bosco circostante, giunge al Col di Cava, dove è posto il Monumento Ossario, che raccoglie i resti delle 560 vittime dell’eccidio del 12 agosto 1944.

Patrimonio:
Attraverso documenti originali, pannelli didascalici, manifesti, avvisi e quotidiani dell’epoca, materiale fotografico, audiovisivo e multimediale, oggetti e testimonianze autentiche, il museo offre ai visitatori una panoramica essenziale, ma allo stesso tempo esauriente e rigorosamente storica, delle vicende svoltesi nel periodo 1943-1945 in Italia, con uno sguardo particolare rivolto alla Toscana e alla Versilia.
Il percorso espositivo è suddiviso nelle seguenti sezioni tematiche:
L’occupazione nazista;
La Resistenza: gli aspetti, gli episodi ed i personaggi più significativi della lotta di liberazione;
Le stragi: ampio spazio è dedicato alle stragi compiute dai nazifascisti nel settore tirrenico della Linea Gotica e, più in generale, in Toscana nel periodo 1943-1945;
L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema: la storia, le vittime, le testimonianze dei superstiti, le fasi cruciali della ricerca storica della verità, fino agli atti del processo a carico degli imputati della strage conclusosi il 22 giugno 2005 presso il Tribunale Militare di La Spezia.
Il Museo comprende anche una raccolta di significative testimonianze pittoriche e scultoree. Sono presenti opere di Ernesto Treccani, di Pietro Annigoni e di altri artisti contemporanei. La sala Padre Ernesto Balducci, al piano terra, dotata di strumentazione audio-video, è adibita ad attività didattica, conferenze e incontri. Nella sala attigua è possibile consultare una consistente bibliografia relativa al periodo storico ’40-’45, con particolare riguardo agli eventi bellici in Versilia, nonché una raccolta stampa nazionale ed internazionale, con riferimento specifico alla ricerca della giustizia e della verità.




Archivio della Fondazione Giovanni Pascoli a Castelvecchio

Sede e contatti
Fondazione Giovanni Pascoli
Località Caprona, 6
55051 Castelvecchio Pascoli, Barga (LU)
Tel. 0583 766503
Fax: 0583 765207
E-mail: casapascoli@sistemamusealebarga.it
info@fondazionepascoli.it
Sito web: http://www.fondazionepascoli.it/
http://pascoli.archivi.beniculturali.it/index.php

Breve storia e finalità
Maria Pascoli, sopravvissuta a Giovanni per oltre un quarantennio, ne conservò amorosamente le carte, che riteneva non a torto preziose per la valorizzazione della personalità e dell’opera poetica del fratello, sovente intervenendo sul loro ordinamento ed integrandole tra l’altro con alcuni suoi documenti giovanili (carte Schinetti) e con le lettere da lui inviate all’altra sorella Ida. Alla sua morte (5 dicembre 1953) lasciò per testamento al Comune di Barga “La casa, la cappella, i libri, i manoscritti di Giovannino, i premi da lui ottenuti, i ricordi di famiglia e quant’altro nella casa è contenuto, con l’obbligo di provvedere alle spese della manutenzione”
Tra il 12 novembre e il 3 dicembre 1955 fu redatto un primo sommario elenco dei documenti per poi procedere ad in lavoro di inventariazione analitica, condotto a Firenze a cura della Soprintendenza bibliografica, diretta all’epoca da Giovanni Semerano, ed affidata ad un suo collaboratore, Mario Donadoni, studioso di Pascoli.
La documentazione, arrivata a Firenze in pacchi casualmente combinati, secondo quanto poi testimoniò Donadoni, venne stata esaminata e schedata foglio per foglio e suddivisa in base alla tipologia documentaria; l’inventariazione delle carte di Giovanni venne fatta in modo alquanto analitico, quella delle carte di Maria in maniera sommaria.
Terminato il lavoro, nel 1957 le carte tornarono a Barga; data la temporanea inagibilità della casa Pascoli di Castelvecchio, furono conservate presso il Comune fino al 1958, quando furono riportate nell’abitazione del poeta, finalmente restaurata.
Nella prima metà degli anni Settanta fu realizzata presso l’Archivio di Stato di Lucca una dettagliata microfilmatura di tutte le carte di Giovanni Pascoli. Negli anni seguenti vi furono nuove acquisizioni documentarie: furono acquistate 23 lettere di Pascoli a Pilade Mascelli, datate tra il 1887 e il 1895. Negli anni Novanta furono portati avanti alcuni interventi di restauro dei documenti più danneggiati e di revisione di una parte dell’inventario. Essendo però evidente l’opportunità di procedere ad un nuovo e più analitico lavoro di inventariazione analitica, che approfondisse e rivedesse il lavoro di Donadoni, pur lasciandone intatta la struttura organizzativa, fu richiesto ed alla fine ottenuto un consistente finanziamento alla Presidenza del Consiglio dei ministri sul capitolo otto per mille, che ha permesso di portare avanti il lavoro di inventariazione e digitalizzazione delle carte.

Patrimonio
L’Archivio Pascoli conservato a Castelvecchio conserva:
– Le carte di Giovanni Pascoli (circa 36.000 documenti), contenenti tutti gli autografi della produzione poetica e letteraria del poeta, i carteggi con i familiari e gli amici e con i più importanti intellettuali e letterati del suo tempo;
– Le carte della sorella Maria (circa 24.000 documenti), di grande rilevanza per la ricostruzione della fortuna critica e della biografia del Poeta. Sia durante la vita di Giovanni, che dopo la sua morte, Maria ha infatti avuto un ruolo determinante nella conservazione e nell’ordinamento della documentazione, della quale ben comprendeva l’importanza e che costituì anche la fonte dell’opera biografica da lei intrapresa, “Lungo la vita di Giovanni Pascoli”;
– Circa 1600 fotografie molte delle quali scattate dallo stesso Pascoli;
– Una raccolta di circa 6.000 giornali, contenenti articoli di Pascoli o a lui dedicati, spesso con commenti e sottolineature autografe di Pascoli e, soprattutto, della sorella Maria, che continuo la raccolta durante tutta la sua vita.




Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana

Sede e contatti
Palazzo Ducale
Cortile Carrara, 1 – 55100 Lucca
Tel. 0583 417483/4; Fax. 0583 417770
E-mail: info@fondazionepaolocresci.it
Sito web: http://www.fondazionepaolocresci.it/
Orari: 1 ott. – 30 apr.: 9.30-12.30; 14.30-17.30
1 mag. – 30 set.: 10.00-12.30; 15.00-18.30
Chiuso il lunedì
Accesso all’archivio e alla biblioteca su appuntamento

Organi direttivi
Direttore: Arch. Pietro Luigi Biagioni
Responsabile scientifico: Dott.ssa Maria Rosaria Ostuni
Ricercatrice: Dott.ssa Marinella Mazzanti

Breve storia e finalità
L’Archivio della Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana, dal nome dello studioso fiorentino che ne ha curato la raccolta, comprende una miscellanea di materiale documentario relativo all’emigrazione italiana tra Ottocento e Novecento.
Nel 1998, l’archivio è stato acquisito dalla Provincia di Lucca nel 1998 ed è stato inaugurato il 31 marzo 2001 nella Cappella di Santa Maria della Rotonda, all’interno di Palazzo Ducale.
Nel maggio 2002 è stata costituita la Fondazione che si propone la realizzazione di varie iniziative volte ad allargare e approfondire le ricerche sulla storia dell’emigrazione italiana e degli emigranti e la conservazione e arricchimento del proprio patrimonio. Annarita Rossi e Marinella Mazzanti curano la catalogazione informatica degli innumerevoli documenti (siamo nell’ordine di alcune decine di migliaia di pezzi). Le schede, realizzate con un database, contengono informazioni sulla tipologia e cronologia del documento, dati anagrafici dell’emigrante, luogo di partenza, di arrivo e lavoro svolto. Ogni scheda segue una numerazione progressiva secondo i criteri adottati da Paolo Cresci nella prima catalogazione, interrotta dalla sua prematura scomparsa.
La collezione di documenti, riviste, oggetti e quant’altro è possibile vedere oggi, sono il frutto di un paziente e meticoloso lavoro di ricerca e d’accumulo di Paolo Cresci, iniziato a partire dalle vicende dei parenti della moglie Silvana, nativa di Fosciandora (Lucca).
Paolo Cresci stabilì successivamente rapporti con antiquari, frequentando mercatini dell’usato, librerie antiche, case abbandonate, amministrazioni comunali della Garfagnana, nonché gli stessi emigranti rientrati in patria o i loro parenti. Gran parte del materiale riguarda, infatti, le zone garfagnine e lucchesi, ma non mancano i documenti provenienti da altre regioni. La raccolta si caratterizza pertanto per l’eterogeneità, essendo composta da epistolari, cartoline, fotografie originali e non, riviste, quotidiani, libri e vari oggetti personali, testimonianza di una molteplicità di persone che tra il XIX e XX secolo abbandonarono l’Italia in cerca di fortuna.
L’obiettivo prioritario della Fondazione Paolo Cresci è rivolto alla valorizzazione sistematica della raccolta, in modo da rendere il materiale dell’archivio fruibile a tutti, tecnici e non, con un occhio di riguardo specialmente verso i non addetti ai lavori; questo per consentire, a quanti lo visiteranno, una comprensione immediata e completa, rendendoli partecipi di una storia che, probabilmente, è anche quella dei loro avi e, di rimando, la propria. Qualsiasi intervento relativo all’archivio presupponeva una catalogazione sistematica del materiale documentario; infatti é ormai completato il lavoro di riordino della raccolta, realizzato su supporto informatico.
Paolo Cresci aveva intrapreso una catalogazione di massima, usando però criteri rispondenti più a esigenze personali che a principi universalmente condivisi di sistematicità e scientificità. D’altronde questo è comprensibile, per chi, come lui, è stato combattuto, da una parte, da un’ardente passione che lo ha spinto ad accumulare, talvolta in modo quasi maniacale, una varietà smisurata di materiale disomogeneo, e dall’altra, ha però anche avvertito la necessità di una sistemazione organica, di difficile attuazione proprio in ragione della mole dei pezzi raccolti.
Al fine di preservare l’impronta data da Cresci alla raccolta, si è pensato di seguire l’ordine da lui stesso adottato, utilizzando però principi uniformi e analitici rispetto alle nuove esigenze venutesi a creare riguardo alla divulgazione e all’immediatezza della fruibilità dell’intera raccolta. Il lavoro di schedatura non ha la pretesa di essere esaustivo e definitivo, ma vuole solo fornire una mappa del reale valore qualitativo e quantitativo della collezione.
A tal fine è stato approntato un database, dove ogni singolo pezzo è stato schedato in base a precise categorie e può essere continuamente richiamato e visualizzato tramite particolari funzioni del programma.




Archivio storico diocesano di Lucca

Sede e contatti
Via Arcivescovato, 45 – 55100, Lucca
Tel. 0583 430954
Fax 0583 430944
E-mail: archivio@diocesilucca.it
Sito web: http://archivio.diocesilucca.it/
Orario: Lunedì 9:30 – 13:30 14:30 – 17:00 (su appuntamento) Martedì e Mercoledì 9:30 – 13.30

Organi direttivi
Direttore amministrativo: don Marcello Brunini
Direttore scientifico: mons. Sergio Pagano, Prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano
Vice direttore scientifico: dott. Pierantonio Piatti, Pontificio Comitato di Scienze Storiche
Personale addetto all’Ufficio: dott. Valentina Cappellini, dott. Tommaso Maria Rossi, dott. Gaia Elisabetta Unfer Verre
Personale addetto alla Sezione Didattica: Laura Macchi, dott. Lorenzo Maffei

Breve storia e patrimonio
L’Archivio Storico Diocesano riunisce al suo interno gli archivi arcivescovile e capitolare, a cui nel tempo si sono aggregati altri fondi documentari di parrocchie e di privati. Nel 1932 il Capitolo della Cattedrale ha chiesto all’Arcivescovo di trasferire il proprio archivio e la propria biblioteca nelle sale che già ospitavano l’archivio arcivescovile.
L’Archivio Storico Diocesano, istituito nel 2007, conserva ben cinque raccolte diplomatiche, per un totale di oltre 13.000 pergamene a partire dall’anno 685. Si tratta di documentazione unica al mondo, per antichità e consistenza: sono conservati a Lucca oltre 1.800 documenti anteriori all’anno Mille, quasi tutti in originale, e soprattutto 156 pergamene di epoca longobarda, la metà del patrimonio esistente al mondo per questo periodo storico.
Oltre alle pergamene, l’archivio accoglie a oggi sessantacinque fondi documentari: Cancelleria vescovile, Tribunale ecclesiastico nelle sue due sezioni civile e criminale (1.100 unità, XIV-XIX secolo), Mensa arcivescovile (1.600 unità XIV-XIX secolo), Capitolo della Cattedrale di Lucca (2.200 unità, XII-XVIII), Università dei Beneficiati e Mansionari della Cattedrale di Lucca (600 unità XIII-XIX secolo), Decanato e Seminario di San Michele in Foro (250 unità secoli XIV-XIX), Enti religiosi soppressi in epoca napoleonica (oltre 4.000 unità provenienti da conventi, monasteri e altre istituti cittadini e diocesani, XII-XVIII secolo), Demanio e Commissione ecclesiastica del periodo della Restaurazione (350 unità del XIX secolo), Opera e Fabbriceria di Santa Croce della Cattedrale di Lucca (680 unità XV-XIX secolo), Operaro Maggiore, ecc.
Si conservano anche gli archivi di parrocchie soppresse della città e della diocesi, unitamente a fondi di associazioni e fondazioni e archivi di privati (Fondazione Artigianelli, collezione Giuseppe Martini, fondo Raffaello Baralli). L’Archivio custodisce anche alcuni preziosi nuclei librari, tra cui la Biblioteca Capitolare Feliniana e quella Arcivescovile.




Archivio Storico Comunale di Lucca

Sede e contatti
Piazzale S. Donato, 55100 Lucca
Tel. e fax: 0583 53132
E-mail: uffstorico@comune.lucca.it
Sito web: http://www.comune.lucca.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/149
Orario: martedì e giovedì dalle ore 9.00 alle 13.00; lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00

Breve storia
L’istituzione dell’Archivio Storico fu decisa dall’amministrazione comunale nel 1979, riunendo la documentazione preunitaria dislocata in locali diversi, successivamente l’archivio storico ha acquisito anche la documentazione postunitaria.
Dopo la caduta della Repubblica Lucchese decretata nel 1799, l’amministrazione dello Stato fu caratterizzata per il periodo 1799-1805 da complicate vicende politiche che causarono un’alternanza di governi di ispirazione francese e governi di ispirazione austriaca.
Il primo tentativo di organizzare l’archivio risale al 1820, quando la sede comunale è ubicata “in S. Matteo”; il gonfaloniere Giovanni Battista Fatinelli riferisce che l’archivio, dislocato in due stanze, è “in grande confusione”, sottolinea la necessità di tenere divise le carte di Lucca da quelle delle comunità riunite; e propone di ordinare “l’archivio classando i libri, fascicoli, i documenti alla maniera più atta per servirsene all’uopo”. Il protocollista Cesare Merli incaricato del riordino, nella relazione che accompagna “L’indice Alfabetico dei documenti esistenti nell’Archivio della Comunità” afferma molta documentazione apparteneva “alle comunità riunite a quella di Lucca” e che l’archivio è stato finalmente riordinato con stabilità, chiarezza e precisione.
A distanza di cinque anni, 1825, sollecitato da una circolare statale, il segretario comunale avvocato Stefano Mariani, procede ad un nuovo riordino dell’archivio, che dal 1823 è ubicato nella nuova sede comunale in Piazza S. Giusto. A fine del lavoro il Mariani redige una dettagliata relazione, in cui rende conto del suo operato: ha rintracciato e riunito tutta la documentazione relativa alle sezioni del comune dividendola per sezione; la stessa operazione è stata eseguita per le cessate comunità inglobate da Lucca; infine ha preso in esame la documentazione appartenente a questa amministrazione comunale, dove afferma testualmente “non riscontrarsi che un vero disordine e la più grande confusione”.
Un indice generale molto schematico, compilato per materia, (per esempio Atti Civili, Contabilità, Decreti e Statuti) testimonia l’avvenuta sistemazione dell’archivio e permette di quantificarne la consistenza in 351 pezzi, nell’indice sono citate soltanto le comunità di Massa Pisana e Pescaglia. Con la riforma del 1823 Pescaglia fu declassata a sezione e inserita nella comunità di Lucca che ne acquisì anche l’archivio, soltanto nel 1837 viene ripristinata la Vicaria e comunità di Pescaglia.
Nel 1853, a distanza di 28 anni dal suo primo intervento, il Segretario Mariani propose un progetto per il riordino e la sistemazione della documentazione che si trovava dispersa in diversi locali. L’archivio trovò la sua collocazione il secondo piano del palazzo. Il Collegio dei Priori nell’approvare il progetto fornì precise indicazioni sugli strumenti che dovevano essere prodotti; e chiese una particolare attenzione per gli archivi delle soppresse comunità; doveva essere formata una specifica serie di questi atti così da venire a cessare l’indicazione di “miscellanea”.
Il Mariani si preoccupò di raccogliere tutta la documentazione estrapolata dall’archivio, a fini amministrativi, e giacente nei vari uffici, sollecitò l’acquisizione degli archivi di uffici soppressi quali della Grascia; della commissione incaricata della costruzione dell’Acquedotto della commissione della Nuova Piazza del Mercato ( attuale piazza Anfiteatro).
Nel 1871, sempre nell’ottica generale di una nuova riorganizzazione degli uffici, a seguito dell’Unità d’Italia l’archivio “morto” venne trasferito al mezzanino. E’ la prima volta che si parla di archivio morto, con riferimento a documentazione relativa ad affari esauriti; documentazione che viene divisa dall’archivio corrente e di deposito, che è trasferito al primo piano del palazzo. In questa occasione il Segretario generale Campetti invitò i capisezione a redigere un inventario delle carte che devono essere conservate per fini amministrativi nei loro uffici, nel contempo ordinò di restituire all’archivio la documentazione non più necessaria al disbrigo degli affari in corso.
L’intervento di riordino più incisivo è stato quello di Cesare Sardi il cui inventario fu pubblicato nel 1913.
Le aumentate competenze del comune e la mancanza di spazio portarono alla creazione di alcuni archivi di settore; quello della ragioneria vale da esempio: nel 1934 il Ragioniere Capo del Comune intervenne sulla tenuta dei registri della ragioneria, depositati in archivio (bilanci, conti consuntivi, mandati pagamento) osservando che non venivano conservati ordinatamente e chiede un locale attrezzato per la custodia dell’archivio della ragioneria.
Nel 1938 l’archivio fu oggetto di un ulteriore trasferimento; fu sistemato in due stanze al piano terra di palazzo Santini, secondo l’ordine indicato nell’inventario del Sardi, e con gli arredi opportuni. Qui restò il nucleo centrale dell’archivio del Comune di Lucca, fino all’inizio delle operazioni di recupero e riordino del 1979.
L’Archivio Storico, dopo varie vicende relative alla sua organizzazione, è stato collocato nel 2001 nella sede in piazzale san Donato, in un edificio idoneo per la conservazione e specificatamente attrezzato per la consultazione.

Patrimonio
La Sezione preunitaria documenta con continuità l’evoluzione istituzionale ed amministrativa del municipio di Lucca, dalla sua istituzione, avvenuta nel 1806 sino al 1865, quando lo Stato Italiano emanò la prima legge sull’unificazione amministrativa, che convenzionalmente segna la cesura tra periodo preunitario ed epoca postunitaria.
La Sezione postunitaria comprende gli atti del Comune dal 1866 al 1960. Si segnalano per la completezza delle serie e della ricchezza informativa i registri delle Deliberazioni del Consiglio comunale e della Giunta municipale, il Protocollo generale, i Censimenti della popolazione. Recentemente la sezione si è arricchita dell’archivio del settore Finanze e quello dell’Ufficio Tecnico.
La Sezione archivi aggregati raccoglie la carte prodotte da istituzioni ed enti diversi dal Comune, che hanno cessato la loro attività.




Archivio di Stato di Lucca

Sede e contatti
E-mail: as-lu@beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviodistatoinlucca.beniculturali.it/

Sede principale
Palazzo Guidiccioni, Piazza Guidiccioni, 8 – Lucca
Tel. 0583 491465 – 469396
Fax. 0583 469396
Orario: Lun. 8:00-13:00 – 14:00-16:45; Mart. 8.00-16.45; Merc. Giov. Ven. e Sab.: 8:00-13:00

Sede sussidiaria
Via dei Pubblici Macelli, 155 – 55100, Lucca
Tel. 0583 955909
Orario: Ven. 8:00-13:00 su prenotazione e numero limitato a 10 persone (telefonare al 0583/491465-469396)

Struttura organizzativa
Direttore: dr. Simone Sartini
Vice Direttore: dr. Sergio Nelli
Sala di studio: dr. Sergio Nelli, responsabile della sala di studio della sede di Piazza Guidiccioni
Consulenza: dr.ssa Veronica Bagnai Losacco, dr.ssa Jaleh Bahrabadi, dr. Giuseppe Dell’Immagine, dr. Sergio Nelli, dr. Daniele Pesciatini
Accoglienza e sorveglianza: sig. Fabio Bacci, sig.ra Silvia Giannini, sig. Giovanni Rasa, sig.ra Valentina Simonetti
Prelevamento e ricollocamento delle unità archivistiche: sig. Fabio Bacci, sig.ra Silvia Giannini, sig. Giovanni Rasa, sig.ra Valentina Simonetti
Biblioteca d’Istituto responsabile: dr. Giuseppe Dell’Immagine
Attività didattica responsabile-coordinatore: dr. Simone Sartini
Visite guidate: dr. Sergio Nelli, responsabile; sig. Fabio Bacci, collaboratore
SNC/SNU: dr. Sergio Nelli (OLP); dr. Giuseppe Dell’Immagine (vice OLP) alternanza scuola-lavoro: dr.ssa Veronica Bagnai Losacco, responsabile
Tutela degli archivi in formazione responsabile: dr. Simone Sartini, collaboratrice: sig.ra Luciana Pasquini
Rappresentanti dell’Istituto, su delega del direttore, nelle Commissioni di sorveglianza e scarto: dr.ssa Veronica Bagnai Losacco, dr.ssa Jaleh Bahrabadi, dr. Sergio Nelli, dr. Daniele Pesciatini
Manifestazioni culturali, valorizzazione e comunicazione responsabile: dr. Daniele Pesciatini
Ufficio relazioni con il pubblico collaboratrici: dr.ssa Antonella Giuntoli
Laboratorio di fotoriproduzione responsabile: dr. Daniele Pesciatini collaboratrice: sig.ra Luciana Pasquini
Laboratorio di legatoria e restauro tecnici addetti al laboratorio: sig. Luciano Barsetti, sig. Giuseppe Fiorentini

Breve storia e patrimonio
Caduta la longeva Repubblica di Lucca (1799) seguirono alcuni anni con rapide successioni di governi, durante i quali fu decretata l’istituzione di un Archivio dello Stato (27 agosto 1804) che fu affidato a Girolamo Tommasi, insigne storico lucchese.
Da tale Archivio restavano separate le carte della Camera de’ libri e delle Scritture, ovvero del più antico archivio pubblico del Comune di Lucca di cui si ha la prima menzione documentaria nello Statuto del 1308 con le scritture giudiziarie e notarili. A partire dal 1389 fu decretato il confluire in tale Camera anche delle carte dei notari che andarono quindi ad aggiungersi a quelle degli uffici giudiziari e fiscali, insieme a tutta la documentazione anteriore al 1369, cioè all’anno del recupero della Libertà dal dominio pisano.
A partire da quello storico avvenimento, infatti, si erano creati due diversi archivi: uno appellato Archivio di Palazzo per le carte politiche e di governo (fisicamente poi a loro volta distinte tra carte pubbliche -conservate nelle Cancellerie- e carte segrete -custodite nella Tarpea-) e l’altro; quello della “Camera librorum” che, dopo varie peregrinazioni di sede e sostanziosi accrescimenti di carte notarili, assunse la nuova denominazione di Archivio Pubblico o de’ Notari.
La loro unione fu progettata dai Baciocchi che al tempo del Principato (1805-1814) ne avviarono il concentramento nel Generale Archivio Diplomatico, benché poi esso non sia stato realizzato per l’incalzare degli eventi.
Costituitosi il Ducato venne acquistato il palazzo dei Guidiccioni (1822) col preciso intento di farne la sede dell’Archivio Generale, ma altre emergenze costrinsero a farne la sede della sola Camera de’ Notari.
Al tempo del Granducato di Toscana (1847-1860) si approdò infine alla tanto auspicata riunione documentaria: con il 1860, il cinquecentesco palazzo Guidiccioni aprì al pubblico le porte dell’Archivio di Stato in Lucca.
Attualmente il patrimonio archivistico conservato si estende per oltre 16.500 metri lineari e consiste in 22.439 pergamene (di cui 698 fragmenta codicum recuperati da coperte di volumi), 165.999 pezzi cartacei, 1.317 mappe, 116 monete, medaglie e distintivi, 309 sigilli e timbri, 253 coni e punzoni, 1207 clichés.
Al nucleo originario, magistralmente descritto nei primi quattro volumi di Inventario (editi con Salvatore Bongi alla direzione dell’Archivio di Stato in Lucca), sono seguiti soprattutto gli accrescimenti dei fondi: Catasto italiano, Archivi fascisti e Comitati di liberazione nazionale, Prefettura, Preture, Questura, Ospedali; e di importanti archivi privati tra cui quelli descritti nei successivi volumi (VI, VIII) degli inventari a stampa: Arnolfini, Bottini, Buonvisi, Guinigi, Mansi, Sardini, Cenami, Sardi ed altri in corso di ordinamento e di pubblicazione, come Bongi, Raffaelli, Spada, Tucci.
Ormai a grandi passi si avvicina il tempo per il versamento dei saturi archivi degli uffici della Repubblica italiana e si stanno approntando spazi, strutture e strumenti adeguati a conservarli e renderli fruibili al nuovo pubblico.
Dal libero Comune alle conquiste di Castruccio Castracani (1314-1328), dalle dominazioni straniere al ricomporsi del pacifico et populare Stato retto dalle magistrature della Repubblica Lucense fino alla signoria di Paolo Guinigi (1400-1430); ed ancora la Repubblica, ma sempre più oligarchica, per approdare al Principato con l’intermezzo dei governi provvisori fino al chiudersi della plurisecolare indipendenza col Ducato Borbonico; infine il breve confluire sotto il Granducato di Toscana e quindi l’adesione al Regno d’Italia incanalandosi nel comune destino dell’Unità italiana: queste le principali tappe nella storia di Lucca, nota come città-stato retta con garbata medietas dai suoi governanti.
Vicende istituzionali, politiche ed amministrative con ricadute consequenziali nell’ambito territoriale per i mutevoli rapporti con gli Stati confinanti: da qui la ricerca della documentazione complementare negli Archivi di Firenze, Pisa, Modena e poi anche Massa, Parma e Pistoia; ma da qui anche la particolare attenzione alle più calde terre di confine: la Garfagnana, Barga e Pietrasanta.




Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Lucca (ISREC)

Sede e contatti
Piazza Napoleone 32/12, 55100 Lucca
Tel: 0583.55540
E-mail: isreclucca@gmail.com
Sito web: http://www.isreclucca.it
Orario d’apertura: Lunedì e mercoledì dalle 9 alle 16; giovedì dalle 9 alle 12:30
Nel periodo estivo, a partire dal 16 luglio,  l’Istituto seguirà il calendario ridotto:
16 luglio: ore 10-16
23 luglio: ore 10-16
1-26 agosto: periodo di chiusura estiva.

Organi direttivi
Presidente: Mario Regoli
Direttore: Emmanuel Pesi
Tesoriere: Carlo Giuntoli
Segretario:
Revisori dei Conti: Carlo Lazzarini, Alessandro Nieri, Elisabetta Viani
Consiglio Direttivo: Carla Andreozzi, Francesco Nicola Barbato, Stefano Bucciarelli, Enrico Cecchetti, Carlo Giuntoli, Maria Teresa Leone, Chiara Nencioni, Maurizio Perna, Emmanuel Pesi, Mario Regoli, Andrea Ventura.
Comitato scientifico: Luca Baldissara, Stefano Bucciarelli, Paolo Buchignani, Federico Creatini, Caterina Di Pasquale, Pietro Finelli, Gian Luca Fruci, Gianluca Fulvetti, Filippo Gattai Tacchi, Mariamargherita Scotti, Andrea Ventura (coordinatore)

Breve storia e finalità
Nel 1963 si costituisce a Lucca una Delegazione provinciale dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana, che confluisce poi nella sede fiorentina, fino al 31 ottobre 1977, quando si giunge alla creazione dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Lucca.

L’Istituto si propone la conservazione e la valorizzazione del patrimonio documentale e memorialistico della Resistenza, lo sviluppo della ricerca, dell’attività didattica, dell’iniziativa culturale e della riflessione pubblica sulle vicende e sui temi della lotta di Liberazione e su ambiti diversi della storia contemporanea, rivolgendo particolare attenzione a fatti, processi e problemi che hanno riguardato il territorio della provincia di Lucca.

L’Isrec promuove ricerche, studi, manifestazioni, convegni, iniziative scientifiche e divulgative, esposizioni e pubblicazioni anche periodiche. Inoltre l’Istituto segue la progettazione, la promozione e la gestione di luoghi di memoria, musei e spazi culturali in collaborazione con Enti ed Istituzioni del territorio e con le Amministrazioni Pubbliche nell’ambito delle diverse ricorrenze e celebrazioni di pertinenza storica.

Patrimonio
La biblioteca dell’Istituto, intitolata a Renzo Papini, consta di 6000 volumi, alcuni dei quali aggregati nei Fondi Pacini, Mancini, Mandoli, Vanni, Pietrandolfo. Attualmente è in corso la catalogazione del patrimonio librario, inventariato nella Rete delle biblioteche e degli archivi della provincia di Lucca. I volumi che progressivamente vengono schedati sono reperibili sul sito http://bibliolucca.it/SebinaOpacLUA/Opac.

L’archivio conserva carte relative alla Resistenza, all’antifascismo, al periodo bellico e a quello repubblicano. Si segnalano i fondi “Resistenza” e “XI Zona”, il fondo “Fascismo e Rsi”; il “Fondo Processi”, che contiene i fascicoli del Tribunale penale di Lucca dal 1919 al 1947, compresi quelli della Corte d’assise straordinaria di Lucca. Si conserva poi il “Fondo Carità” contenente documenti del processo della Corte d’assise di Firenze a Mario Carità e altri fascisti repubblicani. Recentemente sono inoltre state acquisite le carte del processo a Idreno Utimpergher e altri militi della brigata nera “Mussolini” e il “Fondo stragi naziste”, con documenti provenienti dal National Archives di Washington e Londra, dall’Archivio della United Nation War Crime Commission presso l’Onu, dagli archivi militari tedeschi, dal’Archivio centrale dello Stato di Roma, dagli archivi di Stato provinciali, e da quelli comunali, raccolti dal gruppo di lavoro dell’Università di Pisa nel corso del progetto di ricerca di interesse nazionale coordinato dal prof. Paolo Pezzino, a partire dal 1999.

Sul periodo repubblicano, l’archivio conserva il fondo “Pci – Federazione di Lucca”, e una parte delle carte personali di Arturo Pacini, ex-senatore e Sindaco di Lucca. L’archivio conserva poi una serie di testimonianze orali e periodici e riviste.

 

 



Archivio e Centro Documentario Storico del Comune di Viareggio “Francesco Bergamini”

Sede e contatti
Palazzo delle Muse, Piazza Giuseppe Mazzini, 12, Viareggio
Telefono: 0584.945467
E-mail: centrostorico@comune.viareggio.lu.it
Sito web: http://www.comune.viareggio.lu.it/index.php?option=com_content&view=category&id=70&Itemid=32
Orario di apertura al pubblico:
Dal lunedì al venerdì ore 8.30-13.00
Lunedì e mercoledì ore 15.00 – 17.00

Organi direttivi
Dirigente: Dott. Alberto Bartalucci

Breve storia e finalità
Il Centro Documentario Storico è stato istituito nel 1963, allo scopo di “raccogliere, conservare e valorizzare il patrimonio archivistico della Città e di fornire a tutti i cittadini, che ne vogliono fare uso, i mezzi di formazione e di informazione sulla storia di Viareggio e della Versilia”. Nel 2005, l’istituto è stato intitolato al suo fondatore, Francesco Bergamini, ed ha assunto la denominazione ufficiale di Archivio e Centro Documentario Storico Francesco Bergamini. Il Servizio ha la finalità di ricomporre e costituire le fonti documentarie necessarie per la ricostruzione della vicende storiche, economiche e sociali della Città tramite la raccolta e la conservazione in un’unica sede della grande mole di documentazione varia prodotta dalle magistrature che, a partire dal XVII secolo, hanno avuto competenza amministrativa sul territorio dell’attuale Comune di Viareggio.

Patrimonio
Archivio storico comunale. Suddiviso in una sezione preunitaria, con inventario a stampa, costituita da 619 unità archivistiche (registri, mastri, filze) ordinate secondo le magistrature che nel tempo produssero i documenti; in una sezione che va dal 1870 al 1936, raccolta e suddivisa secondo il prontuario Astengo, non sempre applicato correttamente, e disposta cronologicamente per raggruppamenti di anni, formata dal carteggio e da altro materiale prodotto dalle varie articolazioni dell’organizzazione comunale (priva di inventario); in una sezione successiva al 1936 e anche pertinente all’archivio di deposito, non completa, parzialmente ordinata e priva di inventario, di materiale analogo a quello della sezione precedente.

Sono conservate, inoltre, le serie complete delle deliberazioni del Consiglio Comunale (fino al 1973 inventariate con il software Archimista, e, per quelle pertinenti all’archivio di deposito, fino al 1989, ordinate cronologicamente); della deliberazioni della Giunta Municipale (fino al 1973 inventariate con il software Archimista, e, per quelle pertinenti all’archivio di deposito, fino al 2003, ordinate cronologicamente); delle licenze edilizie fino al 1971, ordinate cronologicamente.

Sono conservate, altresì, carte sciolte e 20 grandi buste recanti la denominazione “Materiale da riordinare”. E’ presente, infine, documentazione ricevuta da alcuni archivi di privati (Fondi Viani-Santini, Fondo Krimer, Fondo del PCI, Fondo del PSIUP, ed altri); di questi il Fondo Viani-Santini, con inventario a stampa, costituisce una sezione dedicata alla vita e all’opera di Lorenzo Viani (conserva pubblicazioni, articoli di giornale, oltre 1100, fotografie, cataloghi di mostre, riproduzioni di opere, lettere autografe di varie personalità della cultura e della politica indirizzate a Viani, manoscritti e dattiloscritti originali).

Centro Documentario Storico. Accanto al materiale propriamente archivistico il Servizio, nella sua articolazione di centro documentario, raccoglie varie documentazioni suddivise in sezioni quali:
biblioteca (raccoglie pubblicazioni che interessano Viareggio sotto il profilo storico, economico, politico e culturale, con riferimenti anche al territorio della Versilia), con catalogo a schede;
emeroteca (raccoglie – seppur non completamente – giornali, riviste e numeri unici pubblicati a Viareggio dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri; in questa raccolta sono conservate anche le pagine di cronaca locale dei quotidiani La Nazione e Il Tirreno (prima Il Telegrafo) dal 1969 ad oggi, e la raccolta completa del quotidiano Il Corriere della Versilia, successivamente Il Nuovo Corriere, dal 2002 al 2011), con catalogo a schede;
fototeca (costituita da circa 6000 fotografie e cartoline illustrate riproducenti vedute di ambienti, personaggi e momenti di vita di Viareggio, dalla fine dell’Ottocento fino ai giorni nostri), parzialmente ordinata;
mappe e carte (sono conservate planimetrie e mappe storiche che illustrano le variazioni territoriali e toponomastiche di Viareggio dal 1172 fino ad oggi), parzialmente ordinate;
carnevale (questa sezione presenta la più ampia documentazione sulla storia del Carnevale di Viareggio; fanno parte di questa raccolta pubblicazioni, articoli di giornale, fotografie dei carri e dei corsi mascherati ed altro materiale vario), con catalogo a schede;
tesi di laurea (oltre 90 titoli di tesi discusse presso varie facoltà, in particolare lettere, architettura, economia ed urbanistica, di diverse università italiane riguardanti Viareggio e/o la Versilia), con catalogo a schede.