1

Centro di studi politici e sociali e Archivio storico Il Sessantotto

Sede e contatti
Via G. Orsini 44, 50126 Firenze
Tel. 055 685593
Fax 055 685593
E-mail: archivio68@inventati.org
Sito web: http://archivioilsessantotto.blogspot.com/
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=cons&Chiave=14653

Organi
Presidente: Maurizio Lampronti
Vice-presidente: Adriana Dadà
Segretario: Fulvio D’Eri
Tesoriere: Giancarlo Benvenuti

Breve storia
L’ Archivio storico il Sessantotto nasce nel 1984 dall’iniziativa di un gruppo di dodici ex militanti provenienti da esperienze politiche diverse, nel tentativo di preservare la memoria collettiva di questo particolare momento storico attraverso un ampio lavoro di ricerca e raccolta, per ricostruire e comprendere il clima sociale del tempo nella sua complessità.
Il cuore dell’archivio è costituito tuttora dal materiale originario raccolto ed archiviato dai soci fondatori, creando così un corpus eterogeneo proveniente dalle diverse aree della sinistra rivoluzionaria: al suo interno, infatti, erano presenti anarchici; membri di Avanguardia operaia, Democrazia proletaria e Lotta continua; esponenti di matrice internazionalista e trozkista. L’attività di raccolta e documentazione è continuata sino ai primi anni novanta, sia da singoli militanti di sinistra sia da organizzazioni politiche in fase di scioglimento.
L’archivio è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica della Toscana con provvedimento n. 798 del 6 febbraio 2004

Patrimonio
I fondi archivistici conservati sono:
Bencini Luigi
Biblioteca anarchica Luigi Fabbri
Cannarozzo Calogero
Damiani Luca
Fornaciari Paolo Edoardo
Giornali politici organi di partito
Montagni Andrea
Opuscoli
Riviste
Serafini Aldo
Spagna Piero
Volantini e ciclostilati




Archivi della Resistenza – Circolo Edoardo Bassignani

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Aurelia 56, Fosdinovo (MS); sede operativa: ANPI Carrara (Comitato Provinciale) – Via Loris Giorgi 1, Carrara (MS)
E-mail: info@archividellaresistenza.it
Sito web: http://www.archividellaresistenza.it
Orari di apertura: per informazioni inviare una mail all’istituto

Organi direttivi
Gestito dall’ANPI di Carrara e da un collettivo di volontari.

Breve storia e finalità
Archivi della Resistenza – Circolo Edoardo Bassignani dal 2004 lavora nell’ambito della ricostruzione delle pagine più significative della Lotta di Liberazione nelle province di Massa Carrara e La Spezia, in quella zona che durante il periodo bellico veniva identificata come Linea Gotica Occidentale. Le modalità di lavoro dell’associazione prevedono, partendo dalla ricerca scientifica sul materiale documentario, la raccolta e la valorizzazione, in varie forme, del patrimonio orale locale, attraverso la registrazione su supporto audiovisivo delle testimonianze dei protagonisti della Resistenza. Intervistando partigiani, staffette ma anche semplici testimoni (come coloro che al tempo erano bambini), ci proponiamo di documentare, al di là di quelli che sono i ricordi della cosiddetta “Resistenza istituzionalizzata”, l’esperienza dei tanti che negli anni successivi non hanno avuto voce. L’intento è appunto quello di togliere dal silenzio tutti e, soprattutto, tutte coloro che con il loro prezioso contributo hanno reso la Lotta di Liberazione un movimento di ampia partecipazione popolare. Attraverso l’intervista possiamo ascoltare le loro microstorie che sono tessere imprescindibili per la comprensione dell’ampio mosaico della storia sociale e politica del nostro paese. Questa prospettiva di una storia dal basso ha evidenti implicazioni politiche e intende ribadire la spiccata connotazione popolare e non egemone del fenomeno resistenziale. La ricerca sul campo, che si è articolata in varie campagne di interviste, ha prodotto un archivio audiovisivo (in continuo aggiornamento) che, ad oggi, vanta centinaia di ore di registrazione di interviste ai testimoni della Lotta di Liberazione.

Archivi della Resistenza è un collettivo formato da giovani intellettuali che operano nei vari rami delle scienze umanistiche (con particolare attenzione per la ricerca storica, critico-letteraria e storico-artistica) e di cui fanno parte anche operatori video, documentaristi, esperti di fotografia digitale, archivisti e altri soci interessati alla tematica resistenziale. Questa pluralità di competenze e interessi ha reso possibile, contemporaneamente al progetto di creazione degli archivi, la promozione di un’azione di valorizzazione del materiale raccolto e di sensibilizzazione verso la memoria della Resistenza, attraverso la realizzazione di film-intervista, trasmissioni radiofoniche, pubblicazioni, ecc.
L’esperienza in campo didattico di alcuni soci ha fatto sì che venisse dato particolare riguardo alla circolazione in ambito scolastico: la proiezione dei filmati spesso è accompagnata da dibattiti volti a mettere in contatto le giovani generazioni con i testimoni diretti di quei tragici eventi. Tali momenti di divulgazione e approfondimento vengono organizzati anche in altri contesti culturali con l’obiettivo di raggiungere una porzione sempre più ampia di pubblico. Sono stati organizzati incontri e laboratori nei circoli e in varie associazioni culturali, nelle Università, nelle piazze in occasione di particolari ricorrenze e nell’ambito di rassegne culturali e cinematografiche dedicate alla Resistenza.
Archivi della Resistenza, con un progetto dal titolo omonimo, nel 2005 ha vinto il concorso “Percorsi di innovazione 2004”, bandito dal CESVOT (Centro Servizi Volontariato Toscana) e grazie al quale la sede operativa dell’ANPI Carrara è stata dotata di moderne attrezzature tecnologiche (telecamera, computer, software, lettori audio video, proiettore, ecc.) che ne hanno fatto un moderno centro di produzione audiovisiva all’interno del quale vengono realizzati laboratori e corsi di formazione sulle tecniche di video-documentazione sociale.

Nell’aprile 2005 Archivi della Resistenza ha inaugurato il festival della cultura “Fino al cuore della rivolta. Artisti per la Resistenza” che prevede due sessioni: la prima in primavera (dal 21 al 25 aprile), nel borgo medievale di Fosdinovo, con l’allestimento di una mostra d’arte e un concerto dedicato all’anniversario della Liberazione; la seconda in agosto al Museo audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo, nel suggestivo scenario costituito da un bosco di castagni secolari, dove per alcuni giorni vengono proposti spettacoli teatrali, dibattiti e concerti.




Centro di Documentazione sulla Linea Gotica di Montignoso

Sedi e contatti
Indirizzo: Villa Schiff Giorgini – Via Fondaccio snc, Montignoso (MS)
Telefono: 0585 8271204 (Ufficio Cultura del Comune di Montignoso)
E-mail: ernesta.rappelli@comune.montignoso.ms.it, alfio.raffaelli@comune.montignoso.ms.it
Sito web: http://www.comune.montignoso.ms.it/c045011/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/544
Orari di apertura: dal Martedì al Giovedì e Sabato 10-12
Biglietto d’ingresso: ingresso gratuito

Organi direttivi
Responsabile della parte scientifica: Giovanni Cipollini
Direttore operativo: Domenico Gabrielli
Collaborazione nell’allestimento e gestione del Centro: Anpi di Montignoso

Breve storia e finalità
Il Centro di Documentazione sulla Linea Gotica è nato nel 2011 ed è ospitato nei locali al piano terra della villa settecentesca Schiff Giorgini di Montignoso, paese particolarmente colpito dalle stragi nazifasciste. L’istituto raccoglie immagini, documenti e oggetti legati alla Resistenza e ai principali avvenimenti del territorio apuo-versiliese durante la Seconda Guerra Mondiale.
Si compone di cinque sale attrezzate con illustrazioni a muro dei vari passaggi storici del periodo, un plastico interattivo (che evidenzia il percorso della Linea Gotica, le sedi delle postazioni alleate e nazifasciste, i paesi in cui si verificarono le stragi e gli episodi salienti della lotta partigiana), una sala multimediale dove è possibile vedere e ascoltare i protagonisti della Guerra, oggi novantenni, che raccontano i fatti di quei mesi; infine, una nuova sala contenente materiali bellici di vario tipo (munizioni, elmetti, attrezzature dei soldati, ecc.) donati da Pietro Maghelli e Vincenzo Germelli (conosciuto come “Beretta”).
Nel Centro sono presenti anche un archivio storico, composto da centinaia di documenti iconografici (manifesti e fotografie) e da una raccolta di manifesti originali della RSI, e una biblioteca tematica relativa alla Resistenza e all’Antifascismo.




Museo Storico della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema

Sedi e contatti
Indirizzo: Via Colletti 22, Sant’Anna di Stazzema (Lucca)
Telefono e Fax: 0584 772025
E-mail: santannamuseo@comune.stazzema.lu.it
Sito web: http://www.santannadistazzema.org/
Orari di apertura: dal Martedì al Giovedì 9-14, Venerdì e Sabato 9-17.30, Domenica 14.30-18 (da settembre a febbraio); Martedì e Mercoledì 9-14, dal Giovedì al Sabato 9-18, (da marzo ad agosto), Domenica 10.30-18

Breve storia e finalità
Ricavato dalla vecchia struttura delle scuole elementari del paese, l’istituto è stato inaugurato nell’autunno del 1982 dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Il 19 settembre 1991, grazie alla Legge Regionale n.39/91, l’ente è stato trasformato nell’attuale Museo Storico della Resistenza.
La disposizione dello spazio museale è immaginata come articolazione di un percorso aperto, con luoghi di relazione e punti di visuale che evidenziano il rapporto spaziale tra le esposizioni interne e il territorio circostante, dove parte degli eventi descritti si verificarono, creando un serie di corrispondenze stabili con la storia, l’identità e la morfologia del territorio circostante.
Sulla facciata esterna, al fianco della lapide che riporta l’ode di Calamandrei a Kesselring, è posta una riproduzione scultorea di un particolare dell’opera pittorica “Guernica”, realizzata da Pablo Picasso.
Nel 2007 è stato inaugurato il nuovo allestimento dell’intera area museale.

Con la legge 381/2000, Sant’Anna è stato dichiarato Parco Nazionale della Pace, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria storica dei tragici eventi dell’estate del 1944 ed educare le nuove generazioni ai valori di pace, giustizia, collaborazione e rispetto fra i popoli e gli individui. Il Parco si estende sul territorio collinare circostante il paese, concentrandosi nell’area sacrale che, dalla piazza della chiesa e dal Museo Storico, attraverso la Via Crucis e il bosco circostante, giunge al Col di Cava, dove è posto il Monumento Ossario, che raccoglie i resti delle 560 vittime dell’eccidio del 12 agosto 1944.

Patrimonio:
Attraverso documenti originali, pannelli didascalici, manifesti, avvisi e quotidiani dell’epoca, materiale fotografico, audiovisivo e multimediale, oggetti e testimonianze autentiche, il museo offre ai visitatori una panoramica essenziale, ma allo stesso tempo esauriente e rigorosamente storica, delle vicende svoltesi nel periodo 1943-1945 in Italia, con uno sguardo particolare rivolto alla Toscana e alla Versilia.
Il percorso espositivo è suddiviso nelle seguenti sezioni tematiche:
L’occupazione nazista;
La Resistenza: gli aspetti, gli episodi ed i personaggi più significativi della lotta di liberazione;
Le stragi: ampio spazio è dedicato alle stragi compiute dai nazifascisti nel settore tirrenico della Linea Gotica e, più in generale, in Toscana nel periodo 1943-1945;
L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema: la storia, le vittime, le testimonianze dei superstiti, le fasi cruciali della ricerca storica della verità, fino agli atti del processo a carico degli imputati della strage conclusosi il 22 giugno 2005 presso il Tribunale Militare di La Spezia.
Il Museo comprende anche una raccolta di significative testimonianze pittoriche e scultoree. Sono presenti opere di Ernesto Treccani, di Pietro Annigoni e di altri artisti contemporanei. La sala Padre Ernesto Balducci, al piano terra, dotata di strumentazione audio-video, è adibita ad attività didattica, conferenze e incontri. Nella sala attigua è possibile consultare una consistente bibliografia relativa al periodo storico ’40-’45, con particolare riguardo agli eventi bellici in Versilia, nonché una raccolta stampa nazionale ed internazionale, con riferimento specifico alla ricerca della giustizia e della verità.




Centro documentazione di Pistoia

Sede e contatti
Complesso bibliotecario San Giorgio area ex Breda, via Pertini – 51100, Pistoia
Tel: 0573 371785
Fax: 0573 371780
E-mail: giorlima@tin.it – cdp@comune.pistoia.it
Sito web: www.centrodocpistoia.it

Breve storia e finalità
Il Centro nasce negli anni sessanta per creare un punto di riferimento per il dibattito e l’analisi di quel periodo storico e della corrispondente realtà sociale e politica.
Fin dall’inizio lavora all’analisi dei movimenti e delle nuove realtà che si stanno sviluppando in quegli anni: dal movimento studentesco a quello operaio, dalle lotte del popolo vietnamita e in generale del Terzo Mondo, all’esperienza della Cina, da quella dei cattolici che veniva maturando dopo il Concilio Vaticano II ai primi momenti di contestazione delle istituzioni totali (ospedale psichiatrico, carcere, ecc.).
In quei primi anni, il lavoro si svolge su più piani: dalla raccolta dei materiali, avviando la costituzione di quella che sarà l’emeroteca biblioteca del Centro, alla diffusione di libri, giornali, bollettini prodotti da altri, alla organizzazione di incontri e dibattiti.
Base dell’esperienza del Centro è la continua verifica con la realtà concreta. La sua caratteristica originale, che rimarrà tale nel tempo, è quella di essere uno strumento di servizio nel campo della informazione e della controinformazione, rifiutando di creare preclusioni e steccati ideologici e pratici, nella convinzione dell’utilità dei confronti e delle contaminazioni tra ambiti e culture diverse.
Dopo aver iniziato nel 1970 a pubblicare un notiziario che vuole essere uno strumento di divulgazione delle attività del Centro e di quei materiali che vengono ritenuti importanti per il dibattito e le lotte in corso, il Centro avvia la produzione di altri periodici: Fogli di Informazione (dal 1972), Scuola Documenti, la rivista di satira politica Ca Balà, Riprendiamoci la natura, Lotta di Classe e Integrazione Europea, Carcere informazione, Per il Sessant8, che si occupa di ricerche, memorie, bibliografie, critiche e documentazione su avvenimenti, culture, pratiche alternative ed ideologie attorno al 1968; nel 2001 esce la rivista Razzismo & Modernità.
Vengono realizzate anche alcune collane editoriali: Rompete le righe , quaderni per il rinnovamento di contenuti e metodi nella scuola dell’obbligo, Idac-Documenti , collegati all’istituto omonimo diretto da Paulo Freire, una collana di testi di satira politica collegata a Ca Balà; Collane Fogli di informazione, Sentieri naturalistici, Altrascienza.

Patrimonio
Il patrimonio della biblioteca emeroteca Centro di Documentazione è stato donato al Comune di Pistoia alla fine degli anni settanta dall’associazione culturale Centro di Documentazione di Pistoia che lo ha raccolto nel corso della sua attività di studi e ricerche. Il fondo donato fino ad oggi è costituito da 4.000 periodici di cui 800 correnti; 34.000 opuscoli e volantini, 20.000 volumi.
Esiste un catalogo stampato in volume e a schede consultabili all’ingresso della biblioteca, relativo a tutte le riviste presenti aggiornato al 1997.




Archivio storico del Comune di Cecina

Sede e contatti
Via Corsini, 7 – 57023 Cecina (Livorno)
Locali del Polo della Magona
Tel. 0586680145
Orario: martedì e giovedì 8.30-13.00; lunedì, mercoledì e venerdì 16.00-19.00
Sito web: https://www.comune.cecina.li.it/categorie/cultura/archivio-storico-comunale

Breve storia
Cecina, già amministrativamente legata a Bibbona, nella cui circoscrizione venne compresa fin dalle riforme leopoldine, ancora denominata Fitto di Cecina, divenne capoluogo comunale (R.D. 1479 del 23 giugno 1873) nell’ambito dello stato unitario. Nel 1881 venne autorizzato il cambiamento di denominazione del comune in quella attuale ed infine, nel 1906, Cecina costituì un comune autonomo che, inserito nella provincia di Pisa, ne venne distaccato nel 1925 per essere aggregato a quella di Livorno. L’archivio storico, conservato presso la Biblioteca Comunale, è in corso di riordino e inventariazione. L’archivio di deposito si conserva presso la sede comunale.

Patrimonio
L’archivio storico di Cecina consta di un patrimonio documentario relativo al periodo post-unitario di circa 4000 unità catalogate, sono consultabili i documenti che testimoniano come in pochi anni Cecina sia diventata il centro amministrativo e commerciale più sviluppato della zona.
Complessi archivistici: Comune di Cecina, Confraternita della Misericordia di Cecina, Stato civile del Comune di Cecina, Ufficio di conciliazione di Cecina.




Archivio storico dell’Università di Siena

Sede e contatti
Palazzo del Rettorato, Banchi di Sotto, 55, 53100 Siena SI
Tel.: 0577-232382 (int. 2382)
E-mail: alessandro.leoncini@unisi.it
Sito web: https://www.unisi.it/direzione-amministrativa/archivio-storico
https://www.unisi.it/biblioteche/archivio-storico-delluniversità

Organi direttivi
Responsabile: Leoncini Alessandro

Breve storia e patrimonio
Le vicende dell’Archivio dell’Università di Siena non differiscono molto da quelle degli archivi di altre antiche istituzioni senesi: dopo essere stati conservati, più o meno bene, per alcuni secoli, negli ultimi decenni del Settecento furono sottoposti ad una brutale operazione di scarto da parte di funzionari incautamente incaricati di riordinarli. Nel caso dell’archivio universitario, il compito di riordinatori delle pergamene e delle carte prodotte dallo Studio sin dal medioevo venne assunto nel 1790 dal cancelliere, dal bilanciere e dal computista dell’Ateneo. Questi improvvisati archivisti, intimoriti dalla grande quantità dei documenti che avrebbero dovuto ricollocare, non esitarono a facilitarsi il lavoro inviandone una cospicua parte alle cartiere colligiane perché venisse riciclata.
La parte dell’Archivio universitario sopravvissuta allo spurgo settecentesco rimase presso la sede universitaria, che nel 1816 fu trasferita dall’antica Casa della Misericordia, dove si trova ancora oggi.
Nel 1860, due anni dopo l’istituzione dell’Archivio di Stato di Siena, gran parte dell’archivio universitario – per la precisione 306 pezzi e oltre 1300 pergamene – furono depositati dall’Ateneo presso l’Archivio di Stato, mentre un’altra significativa serie archivistica, formata dai bastardelli degli atti di laurea dal 1484 al 1804, rimase presso l’Archivio arcivescovile di Siena.
Nell’Archivio dell’Università rimase solo una piccola parte dei documenti ma, ciò nonostante, questa frazione d’archivio è di fondamentale importanza per la memoria storica dell’Ateneo senese, in particolare per l’esistenza della serie intitolata “Ruolo de’ Dottori et altro sopra lo Studio”, indispensabile per lo svolgimento di ricerche relative alla storia di questa istituzione negli anni compresi fra il 1560 e il 1740.
Nonostante la limitata quantità delle carte da riordinare, l’archivio universitario era però destinato a rimanere ancora a lungo in disordine. La sua sistemazione venne auspicata fin dal primo Novecento da Temistocle Mozzani, funzionario dell’Ateneo e autore del volume L’Università di Siena dall’anno 1839-40 al 1900-901, pubblicato a cura dell’Università nel 1902.
Le speranze del Mozzani erano però destinate a rimanere a lungo prive di risposta, tanto che Giovanni Cecchini e Giulio Prunai – autori del Chartularium Studii Senensis (1240-1357), stampato ancora per iniziativa dell’Università nel 1942 – negli anni precedenti alla seconda guerra mondiale non riuscirono a consultare il fondo archivistico universitario.
In seguito Danilo Marrara, impegnato a redigere il volume Lo Studio di Siena nelle riforme del Granduca Ferdinando I (1589 e 1591), uscito nel 1970 per l’editore Giuffrè, riuscì finalmente a consultare l’archivio conservato presso il rettorato.
Negli anni seguenti, soprattutto per l’interesse del professor Carlo Ricci, ordinario di biochimica e appassionato studioso dell’opera dell’anatomista settecentesco Paolo Mascagni, il riordino dell’archivio auspicato al nascere del secolo da Temistocle Mozzani iniziò a realizzarsi: nel 1987, il rettore Luigi Berlinguer promosse la costituzione di una commissione incaricata di procedere alla sistemazione sia dell’archivio storico che di quello di deposito. Per costituire la sezione separata dell’archivio, alle carte rimaste presso la sede dell’Università fu aggiunta anche la documentazione prodotta dai vari uffici fino al 1955.
La sistemazione dell’Archivio storico si concluse nel 1990, in coincidenza del 750 anniversario dello Studio senese, con la pubblicazione dell’inventario della sezione separata, redatto da Giuliano Catoni insieme con Francesca Vannozzi e Alessandro Leoncini ed edito dalla Nuova Italia.
Dal 2003 l’Archivio storico ha sede in alcuni locali ubicati al piano terra del palazzo del Rettorato ed è inserito in un percorso storico costituito da oggetti, cimeli e documenti, allestito dal Laboratorio Museotecnico Goppion.




Sezione di Archivio di Stato di Pontremoli

Sede e contatti
Via Nazionale, ex Convento SS. Annunziata, 54027, Pontremoli (MS)
Tel. 0187/831559
Fax: 0187/831559
Sito web: http://www.archiviodistatomassa.beniculturali.it/index.php?it/165/sezione-di-pontremoli
Orari: lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8,15 alle 13,15; martedì e giovedì dalle 8,15 alle 17,15

Organi direttivi
Direttore: dott. Maurizio Munda
Responsabile sala di studio: Graziella Matteoni

Breve storia
Nel 1949 la Giunta Comunale di Pontremoli dichiarò la volontà di istituire una Sottosezione d’Archivio di Stato ai sensi dell’art. 11 della Circolare n. 2006; in realtà sin dal 1941 ne era già stata chiesta l’istituzione con delibera commissariale. La Sottosezione d’Archivio di Stato di Pontremoli fu poi istituita con decreto del 12.04.1954 dal Ministero dell’Interno grazie all’intervento del Comune, soprattutto nella persona del Sindaco, che dava sicure garanzie per le spese necessarie per i locali destinati ad accogliere il materiale documentario, unitamente alle scaffalature, per il personale e per il funzionamento previo parere del Prefetto di Massa e del Sovrintendente Archivistico della Liguria. Tale Sottosezione era destinata ad accogliere gli Atti Notarili anteriori al 1853, provenienti dall’Archivio mandamentale di Pontremoli e dall’Archivio Storico del Comune, alla luce dell’art. 11 della Legge 22.12.1939 n. 2006, che prevedeva il riordinamento degli archivi del Regno e la loro conservazione presso gli Archivi di Stato e le Sezioni.

Patrimonio
Le vicende storiche indicate sono testimoniate da una documentazione nutrita di circa 15.000 unità tra registri, buste, filze e mappe; citeremo per primo l’Archivio del Comune di Pontremoli con n. 4.608 unità che vanno dal XV sec. al 1951. Seguono le carte del Commissario poi Vicario (1695-1794).
Di notevole rilievo è l’Archivio Notarile costituito da n. 2.768 unità (1417-1900) e corredato, per la parte più antica, da un inventario settecentesco.
Il periodo napoleonico è documentato dalle carte del fondo della Sottoprefettura Francese (1796-1814). Il periodo della Restaurazione è documentato dalle carte del Commissario Regio (1814-1849), al quale subentrò durante il periodo Borbonico la Prefettura della Lunigiana Parmense (Gennaio-Marzo 1848 e Maggio 1849-1859) e dalle carte dell’Ufficio di Acque e Strade di Lunigiana (1835-1860).
Il periodo postunitario è rappresentato invece dai seguenti archivi: Sottoprefettura (1859-1925), Ufficio Distrettuale delle Imposte Dirette (1800-1970), Corpo Reale del Genio Civile (1860-1865), Ufficio di Conciliazione (1866-1930), Tribunale di Pontremoli (1862-1925), Pretura di Pontremoli (1837-1969), Preture di Bagnone e Mulazzo (soppresse nel 1925), Ospedale S.Antonio Abate di Pontremoli.
Archivi aggregati: Archivio Asilo Razzetti, Archivio Colonia Ceppellini, Archivio fam. Maraffi-Giuliani (1616-1940).