1

Archivio Storico della Camera di Commercio (CCIAA) di Livorno

Sede e contatti
Piazza del Municipio, 48, 57123 Livorno
Telefono: 0586.231247; 0586.231254
E-mail: bibliotecaarchivio@lg.camcom.it; segreteria.generale@lg.camcom.it
Sito web: http://www.lg.camcom.gov.it/pagina2079_biblioteca-e-archivio-storico.html
Orario di apertura:
Lunedì:  09:00-13:00; martedì: 09.00-13:00; 15:00-17:00; giovedì: 09:00-13:00
Orario estivo:
Dal 2 luglio al 14 settembre 2018 gli uffici resteranno chiusi il giovedì pomeriggio. Rimangono invariati gli altri orari.

Breve storia e finalità
La Camera di Commercio di Livorno è tra le più antiche d’Italia: fu istituita il 17 dicembre 1801 con decreto di Ludovico di Borbone, all’epoca in cui il Granducato di Toscana divenne Regno di Etruria; già dal XVII secolo, tuttavia, si erano succedute forme di organizzazione dei mercanti (Deputazioni, Consigli del Commercio).

La sua storia è intrecciata con quella degli artigiani, dei commercianti, dei mercanti e dei banchieri di tutte le nazioni, che qua si riunivano per contrattare la compravendita delle mercanzie e per cambiare moneta: le leggi livornine emanate dai Medici nel Cinquecento e l’istituzione del porto franco avevano aperto infatti la città a persone di ogni lingua, razza o religione e fatto proliferare gli scambi commerciali, trasformando Livorno in una piazza mercantile cosmopolita.

L’ Archivio storico della Camera di Commercio è un centro di documentazione permanente sulla storia sociale ed economica del territorio livornese: esso, infatti, conserva i documenti che raccontano lo sviluppo della città e della sua provincia dagli ultimi anni del 1700.

Attraverso marchi di fabbrica, carte intestate, depliant ed opuscoli pubblicitari, ad esempio, è possibile ripercorrere la vita delle imprese prima e dopo l’Unità d’Italia, scoprire le loro caratteristiche produttive ed organizzative, osservarne la straordinaria varietà presente all’epoca: dalle fabbriche di pasta e di canditi alle distillerie di alcool, dalla produzione di candele e saponi alla cantieristica e alle officine meccaniche, dalla lavorazione di vetro, stracci e corallo alle tipografie…

L’archivio conserva inoltre numerosi documenti relativi al porto e ai suoi traffici mercantili, le statistiche dei trasporti marittimi, i depliant di compagnie di navigazione che transitavano da Livorno, oltre a manifesti e opuscoli della Prima Guerra Mondiale e ad una sezione di oltre 5000 fotografie dagli anni cinquanta ad oggi, in cui sono illustrate le vicende del porto, lo sviluppo urbanistico della città, fiere agricole e mostre artigiane, convegni e visite istituzionali.

Patrimonio
I documenti sono raccolti in circa 16.000 unità archivistiche, articolate in due parti: Sezione pre-unitaria (1796-1862); Sezione post-unitaria (1862-1970). Le due sezioni sono suddivise in Fondi, che seguono l’evolversi dell’ente camerale dalla nascita della Deputazione del Commercio in poi, e che a loro volta ripartiti in Serie: affari generali, agricoltura, albi e ruoli, artigianato, commercio, controversie del mercato, convegni e seminari, deliberazioni, industria, mostre e fiere, personale, porto, statistica, trasporti e comunicazioni.
Alle due Sezioni precedentemente descritte vanno ad aggiungersi:
– le deliberazioni dell’organo di governo camerale fin dal 1799;
– il Fondo “Antiche ditte livornesi”: oltre 3000 fascicoli relativi a denunce di inizio attività, modifiche e cessazioni di ditte che si segnalarono alla Camera ben prima che la legge istituisse l’obbligo dell’anagrafe commerciale (che risale al 1910);
– il Fondo lasciato dal Tribunale di Livorno dopo che la legge di riforma ha istituito il Registro delle Imprese, attribuendo alla Camera di Commercio le funzioni fino ad allora esercitate dalla Sezione commerciale del Tribunale;
– i Fondi statali dell’Ufficio Metrico e dell’ex Ufficio provinciale Industria Commercio Artigianato (UPICA), che l’archivio storico ha in consegna.

Si segnalano anche i registri contabili per la gestione delle proprietà agrarie della nobile famiglia fiorentina dei Tolomei, ed in particolare della fattoria “Il Palagio” di Scarperia (Fi), nel periodo compreso tra il 1557 ed il 1879.

 




Biblioteca dell’Archivio di Stato di Livorno

Sede e contatti
Palazzo del Governo, Via Fiume, 40, 57123 Livorno
Telefono: 0586.897776
E-mail: as-li@beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviodistatolivorno.beniculturali.it/index.php?it/99/biblioteca
Orari di apertura: lunedì, mercoledì e venerdì 8.30-13.30; martedì e giovedì 8.30-17
Prestito esterno: non consentito per regolamento nazionale delle biblioteche di Archivi di Stato.

La biblioteca è collegata dal 1995 al Servizio Bibliotecario Nazionale e ai servizi di rete del Polo SBN che fa capo alla Biblioteca Labronica “F.D.Guerrazzi”di Livorno. Le notizie bibliografiche delle opere possedute sono quindi accessibili in internet agli indirizzi: http://sdp.comune.livorno.it/opachttp://opac.sbn.it

Organi direttivi
Responsabile: Anna Rocchi

Breve storia e finalità
La Biblioteca d’Istituto offre il sussidio bibliografico alle ricerche archivistiche degli studiosi e dei funzionari e allo stesso tempo rappresenta un punto di riferimento specialistico, anche per quanto attiene alla storia locale, al servizio dell’utenza non necessariamente collegata all’Archivio.

Nata con l’istituzione della Sezione di Archivio di Stato, la biblioteca è particolarmente fornita di opere di storia e discipline ausiliarie quali archivistica, paleografia e diplomatica, di storia dell’arte e architettura, di storia del diritto, di urbanistica e cartografia. Particolarmente curati gli aggiornamenti di storia marittima e commerciale, naturalmente con prevalenza riguardante il porto cittadino e quelli dei paesi con i quali esso ha avuto relazione e della storia riguardante le varie comunità, ebraica, armena, olandese, inglese ed altre che hanno contribuito allo sviluppo socio economico e politico della città di Livorno. Sono seguite con analoga attenzione le edizioni del patrimonio documentario del territorio pisano di cui Livorno ha costituito parte integrante fino all’inizio del XV secolo.

Patrimonio
Oltre alle raccolte legislative, tra le quali si segnalano la Legislazione toscana raccolta e illustrata da Lorenzo Cantini (Firenze, 1800-1808, 32 voll.) per gli anni 1532-1775, i Bandi e ordini del Granducato di Toscana (Firenze, 1737-1860), le Leggi del Granducato della Toscana (Firenze, 1814-1840, 27 voll.), il Bulletin des lois, decrets impériaux et arretés de la Junte de Toscane publiés dans les Départements de l’Arno, de l’Ombrone etr de la Méditerranée in 18 voll. (Firenze, 1808-1809). Fra le opere più rappresentative della storia locale, i volumi di Annali di Livorno dalla sua origine all’anno di Gesù Cristo 1840, di Giuseppe Vivoli (Firenze, 1842).

Sono consultabili opere generali di tipo enciclopedico e repertoriale moderne e ottocentesche, quali ad esempio il Repertorio del diritto patrio toscano vigente ossia spoglio alfabetico e letterale delle più interessanti disposizioni legislative veglianti nel Granducato (Firenze, 1836-1861, 22 voll.) e pubblicazioni di vario genere di interesse storico locale, acquisite per dono o acquisto diretto o ricevute per diritto dagli autori che hanno utilizzato la documentazione archivistica dell’Istituto.

Particolare interesse per la storia del Novecento rivestono i fondi bibliografici che si sono formati con i versamenti dei materiali archivistici: si segnalano il fondo Salvatore Orlando (19 voll., 206 opusc.) che fornisce un’utile documentazione riguardante la storia della marina mercantile e dell’economia cittadina, nonché l’attività parlamentare del suo illustre rappresentante dalla fine dell’800 alla prima guerra mondiale e, acquisita con il fondo Whitehead-Motofides, la biblioteca dello stabilimento Wass (Whitehead Alenia Sistemi Subacquei) di Livorno, costruttore di siluri e sistemi sonar per le marine militari di tutto il mondo.




Fondazione Giorgio La Pira

Sede e contatti
Via G. La Pira 5, 50121 Firenze
Telefono: 055.284542
E-mail: fondazionelapira@gmail.com
Sito web: http://www.fondazionelapira.org/it
http://www.giorgiolapira.org/it
Orari di apertura:
Segreteria
: lunedì, martedì, giovedì e venerdì 10-12 e 15-17
Archivio: la consultazione è consentita soltanto presso la Fondazione, previo appuntamento con l’archivista Beatrice Armandi, di regola il martedì e il giovedì tra le 9 e le 18.

Organi direttivi
Presidente: Mario Primicerio
Vicepresidente: Giulio Conticelli e Gabriele Pecchioli

Breve storia e finalità
Nel gennaio 1978 (due mesi dalla morte di La Pira 5 novembre 1977) nasce l’Associazione Fondazione Giorgio La Pira, presso i locali di San Marco (la sua Segreteria è stata, fino dai primi anni cinquanta, sita in via Lamarmora 5, ora via La Pira, e tuttora mantiene la stessa sede); nel maggio 1995 avviene il riconoscimento in Fondazione Giorgio La Pira; infine eretta in Ente Morale con D. M. del 28/03/1996.
Finalità: dall’art. 2 dello Statuto: “Lo scopo della Fondazione, senza fini di lucro, è la promozione di iniziative culturali e sociali nel nome del Prof. La Pira per tramandarne il pensiero e l’azione a livello nazionale ed internazionale e per conservare ed utilizzare a fini scientifici e culturali l’Archivio e la Biblioteca del Prof. La Pira”.

Patrimonio
Il patrimonio della Fondazione è costituito dall’Archivio La Pira (Epistolario, lettere, appunti, discorsi), composto da oltre 40.000 documenti (interamente digitalizzato); Biblioteca La Pira: composta da 3.500 circa volumi appartenuti al Prof. La Pira insieme ad altri 2.500 circa volumi della Biblioteca della Fondazione (le due Biblioteche sono catalogate con SDIAF-WINISIS); Archivio fotografico e Archivio video; i vari Archivi e Biblioteca sono consultabili previa richiesta e successiva autorizzazione del Consiglio.

 

 




Fondazione Valore Lavoro onlus – Pistoia

Sede e contatti
Via Puccini 104, 51100 Pistoia
Telefono: 0573.378525
E-mail: archiviostorico@pistoia.tosc.cgil.it
Sito web: https://fvl.cgilpistoia.it/

Organi direttivi
Presidente: Sergio Frosini;
Coordinamento attività scientifiche e curatore: Stefano Bartolini

Breve storia e finalità
La Fondazione Valore Lavoro nasce nel 2011 come evoluzione del “Progetto archivio” inaugurato tra il 2008 e il 2009 dalla Camera del Lavoro di Pistoia, acquisendo la proprietà dell’archivio storico (dichiarato di “interesse storico particolarmente importante” con Decreto N° 657/2010 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali), della biblioteca e dell’emeroteca. Allo stesso periodo risale la sua partecipazione a pieno titolo alle attività della sezione della Fondazione Di Vittorio denominata “Rete degli archivi, delle biblioteche e dei centri di documentazione della CGIL” (vedi il sito).
La FVL promuove lo studio e la conoscenza della storia sociale, politica, economica e culturale dell’Italia contemporanea e della comunità locale, con particolare riferimento alle vicende del lavoro, del movimento sindacale e delle lotte politiche e sociali. La Fondazione ispira la propria attività ai valori e agli ideali di democrazia, libertà e pluralismo espressi dalla lotta di Liberazione e contenuti nella Costituzione Repubblicana.

Tra i suoi scopi:
– Promuovere la conoscenza, la divulgazione e l’approfondimento della storia della CGIL e del movimento sindacale locale, italiano ed europeo;
– Curare la tutela, la conservazione, la catalogazione e l’arricchimento dell’archivio storico della Camera del Lavoro di Pistoia;
– Valorizzare ed incrementare l’archivio storico, la biblioteca e l’emeroteca della Camera del Lavoro di Pistoia;
– Mettere a disposizione del pubblico il patrimonio bibliotecario e archivistico della Camera del Lavoro di Pistoia;
– Promuovere lo studio della ricerca economica, sociale ed istituzionale, il confronto tra i modelli di integrazione economica e sociale europea e i grandi temi della politica internazionale;
– Attivare rapporti di collaborazione scientifica e culturale con omologhe istituzioni italiane o straniere;
– Cooperare con omologhe istituzioni italiane o straniere rispetto alle problematiche della ricerca scientifica, della sostenibilità e dei saperi;
– Pubblicare in proprio o avvalendosi di editori: studi, informazioni sullo stato delle ricerche e delle nuove acquisizioni, analisi delle articolazioni delle forme espressive della cultura;
– Promuovere la diffusione della cultura democratica e dei suoi corollari di giustizia sociale e pluralismo per l’affermazione di libertà paritarie e la valorizzazione delle differenze;

La FVL promuove ed organizza ricerche, corsi, convegni, manifestazioni culturali e pubblicazioni. Progetta organizza e gestisce attività formative o seminariali e le attività di conservazione, catalogazione, implementazione ed apertura al pubblico dell’archivio storico e della biblioteca.

Patrimonio
L’archivio storico della CGIL di Pistoia conserva i documenti prodotti dalla Camera del Lavoro, dalle Federazioni di categoria e dagli uffici del centro servizi. L’archivio è andato formandosi fin dalla fine della seconda guerra mondiale, durante il periodo del sindacato unitario, e raccoglie documenti a partire dal 1944 fino ad oggi. Progressivamente stiamo rendendo disponibili alla consultazione ed ai ricercatori tutti i nostri materiali, in un ottica che vede l’archivio come un luogo aperto e da valorizzare. L’archivio contiene anche materiali iconografici, quali fotografie, manifesti, volantini. É presente anche una Memoteca dove vengono raccolte le registrazioni di testimonianze orali.

Annesse all’archivio storico sono la biblioteca e l’emeroteca, altre due importanti luoghi di conservazione e di accesso alle fonti e al sapere, le cui risorse sono consultabili sia sul catalogo Opac della Redop (vedi il sito) sia sul catalogo di rete Biblioteche del Lavoro, progetto sperimentale che vede lavorare insieme strutture analoghe della Toscana, dell’Emilia Romagna e del Lazio (vedi qui).




Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana

Sede e contatti
Via di Cantagallo 250, 59100 Prato (Loc. Figline)
Telefono: 0574.470728
0574.461655
Sito web: http://deportazione.po-net.prato.it/
Orari di apertura: Museo – da lunedì a venerdì 9.30-12.30; lunedì e giovedì, sabato e domenica 15-18. Centro di documentazione – lunedì e giovedì 15-18.

Organi direttivi
Soci fondatori: Comune di Cantagallo, Comune di Carmignano, Comune di Montemurlo, Comune di Poggio a Caiano, Comune di Prato, Comune di Vaiano, Comune di Vernio, ANED – Associazione Nazionale ex Deportati sez. Prato ANPI – Associazione Nazionale Partigiani sez. di Prato Comunità Ebraica di Firenze.
Presidente: Aurora Castellani
Direttore: Camilla Brunelli

Breve storia e finalità
Il Museo della Deportazione è stato inaugurato il 10 aprile 2002, alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, grazie all’instancabile lavoro dell’ANED e dell’allora suo Presidente Roberto Castellani, e al Comune di Prato che decide di realizzarlo. È una delle poche strutture museali in Italia a essere dedicata alla conservazione della memoria della deportazione. Nel 2008 il Museo è diventato Fondazione con il nome di Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana, nel 2012 è stato accreditato come museo di rilevanza regionale. La Fondazione ha tra le proprie finalità quella di avvicinare i visitatori, soprattutto le nuove generazioni, alle vicende storiche che hanno caratterizzato la prima metà del Novecento. Ogni anno sono migliaia gli studenti in visita provenienti perlopiù dalle Province di Firenze, Prato e Pistoia ma anche da altre località italiane ed estere. Attraverso la sua costante attività culturale, didattica, di documentazione e di ricerca la struttura permette, in particolare, di approfondire le tematiche legate alle persecuzioni e deportazioni nei campi di concentramento e di sterminio nazisti, ai movimenti di resistenza e di opposizione al fascismo e al nazismo.

Presso il Museo vengono organizzate visite guidate, proiezioni di film/documentari, laboratori di indagine sulle fonti storiche. Sono inoltre promosse iniziative e corsi di aggiornamento per insegnanti sui temi legati prevalentemente al periodo della Seconda guerra Mondiale e sono ospitati convegni, conferenze, presentazioni di libri e film, spettacoli teatrali e musicali, mostre temporanee, anche in collaborazione con i maggiori studiosi di storia contemporanea italiani e stranieri. La Fondazione cura iniziative dedicate alla memoria per conto dei fondatori, della Regione Toscana e di altri enti pubblici.

La Fondazione si occupa della progettazione di viaggi studio e di attività legate al “Giorno della Memoria”, istituito con la Legge dello Stato n. 211 del 20 luglio 2000, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. La struttura è stata inoltre incaricata per le edizioni 2009, 2011 e 2013 del coordinamento e dell’organizzazione del progetto “Treno della Memoria” della Regione Toscana, delle edizioni 2012 e 2014 del Meeting al Nelson Mandela Forum che ha coinvolto ogni anno oltre 8.000 studenti della Toscana e della realizzazione di altri eventi correlati come la mostra “Il processo. Adolf Eichmann a giudizio” in collaborazione con la Fondazione Topografia del Terrore di Berlino. Il Museo è un luogo vivo, di confronto, che lavora per la conservazione della memoria storica e per la sensibilizzazione dei giovani sui temi della Pace e dei diritti universali dell’uomo.

Patrimonio
Il percorso nel museo della Deportazione è concepito come un viaggio simbolico in un campo di concentramento e di sterminio nazista, quel percorso di sofferenza e di morte compiuto da milioni di donne e di uomini, arrestati per motivi razziali, politici o di “igiene sociale”, vittime del progetto nazista attuato durante il secondo conflitto mondiale.

In una prima sala sono esposti pannelli di carattere storico con schede, documenti e cartine sul sistema concentrazionario nazista, sull’organizzazione interna del lager, sulla deportazione dall’Italia, sulla persecuzione degli ebrei in Toscana, sulla vicenda regionale della deportazione politica e altri con testi, foto e cartine dedicate al campo di Ebensee. Tra gli autori di queste schede ci sono storici importanti come Enzo Collotti.

Nella seconda sala del Museo, con un suggestivo allestimento scuro di forte impatto realizzato dall’architetto Alessandro Pagliai, si introduce il visitatore al contatto con la realtà e i simboli del campo di concentramento (KZ). I vari oggetti esposti posseggono un indubbio valore di testimonianza e sono illustrati da didascalie con citazioni tratte dalla memorialistica, da interviste di superstiti prevalentemente toscani e anche dai libri di Primo Levi.

Nel settembre 2010 è stato inaugurato un nuovo e moderno percorso museale audiovisivo “CON I MIEI OCCHI – voci e volti di superstiti dei campi di concentramento e sterminio nazisti”, realizzato grazie al contributo dell’Unione Europea. Il percorso è composto da sette postazioni video, con trasmissione diretta nelle cuffie distribuite ai visitatori,  nelle quali  appaiono testimoni, ebrei sopravvissuti al genocidio e deportati politici prevalentemente  toscani, ma anche sinti e rom, omosessuali e testimoni di Geova che raccontano le loro esperienze secondo un percorso suddiviso a tappe tematiche in cui vengono narrati vari aspetti della deportazione come l’arrivo, la vita e la morte nel campo, le selezioni e lo sterminio.




Museo di arte contemporanea e del Novecento

Sede e contatti
Villa Renatico Martini, via di Gragnano 349, 51015 Monsummano Terme (Pistoia)
Telefono: 0572.952140
E-mail: museoarte@comune.monsummano-terme.pt.it
Sito web: http://www.macn.it/
Orari di apertura: lunedì, giovedì, venerdì 15.30 – 18.30 (ora solare); 16 – 19 (ora legale); mercoledì 9.30 – 12.30; sabato e domenica 9.30 – 12.30 e 15.30 – 18.30 (ora solare) o 16 – 19 (ora legale)

Organi direttivi:
Direttore: Marco Giori
Responsabile scientifico: Paola Cassinelli

Breve storia e finalità
Il Museo di arte contemporanea e del Novecento di Monsummano Terme è ospitato all’interno della Villa Renatico Martini, fatta costruire da Ferdinando Martini dal 1885 al 1886.
La Villa Renatico Martini dal 1988, anno di inaugurazione quale spazio di rappresentanza del Comune di Monsummano Terme, ha ospitato esposizioni culturali di vario genere organizzate dall’amministrazione comunale, in collaborazione con importanti istituti culturali. Dal 2000 la Villa è divenuta sede del Museo di arte contemporanea e del Novecento e luogo espositivo per mostre d’arte contemporanea, conferenze e seminari di studi, concerti di musica da camera, cinema e teatro all’aperto durante la stagione estiva. Il museo ha riaperto nel 2005, dopo un adeguamento agli standard museali richiesti dalla Regione Toscana. I lavori hanno permesso la riorganizzazione degli spazi interni, adattandoli alle esigenze del museo con la realizzazione degli impianti di climatizzazione, antincendio e di allarme.
Il museo ha ha ottenuto dalla Regione Toscana la qualifica di “Museo di rilevanza regionale” ai sensi della Legge regionale n. 21 del 25 febbraio 2010.

Patrimonio
Dipinti, sculture, grafica con opere dalla seconda metà del Novecento ad oggi (oltre 170 pezzi). Il museo ospita un nucleo permanente di opere di pittura, grafica e scultura di artisti di ambito locale (Collezione Civica “Il Renatico”) ed organizza periodicamente esposizioni temporanee ed eventi. Tra le opere presenti nel Museo quelle di Pietro Annigoni, Vinicio Berti, Ferdinando Chevrier, Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini, Ketty La Rocca.
Il museo dispone di un Fondo bibliotecario (Fondo Mac,n) composto da 1201 volumi a carattere prettamente storico-artistico con particolare e importante riferimento all’arte contemporanea del XX e XXI secolo (con testi relativi alle diverse correnti artistiche della contemporaneità, cfr informale, performance artistiche, etc) a cui si aggiungono numerosi cataloghi di esposizioni fatte a Villa Renatico Martini o in altri luoghi, molti dei quali relativi ad artisti di spicco del XX e XXI secolo.

Tra il materiale catalogato compare un ricco fondo di testi sull’arte del secolo XIX e in generale sulle diverse correnti artistiche a cui si associano specifiche riviste di ambito artistico e di carattere locale. La biblioteca del Mac,n è in continuo aggiornamento e si pone come un vero e proprio fiore all’occhiello nel campo dell’arte contemporanea.
La catalogazione, promossa dal Comune di Monsummano Terme e dalla Biblioteca Comunale “Giuseppe Giusti” con il contributo anche della Rete Provinciale delle biblioteche, va ad arricchire il già cospicuo patrimonio presente nell’Opac di rete, fornendo in questo caso uno specifico ambito destinato ad un’utenza di studenti, studiosi e cultori della materia.

 




Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux

Sedi e contatti
Biblioteca, Centro Romantico, Archivio storico
Palazzo Strozzi, Piazza Strozzi, 50123 Firenze
Telefono: 055.288342 (biblioteca); 055.290131 (archivio storico)
E-mail: biblioteca@vieusseux.it; archiviostorico@vieussuex.itcentroromantico@vieusseux.it
Sito web: https://www.vieusseux.it/
Archivio Contemporaneo “A. Bonsanti”
Palazzo Corsini Suarez, via Maggio 42, Firenze
Telefono: 055 290131
E-mail: archivio@vieusseux.it

Organi direttivi
Presidente: Alba Franceschini
Direttore: Gloria Manghetti
Responsabile biblioteca: Laura Desideri
Responsabile archivio contemporaneo: Gloria Manghetti

Breve storia, finalità, patrimonio
Fondato nel 1819 da Giovan Pietro Vieusseux come gabinetto di lettura di riviste e gazzette provenienti da tutta Europa, il Gabinetto Vieusseux diventa con gli anni una grande “biblioteca circolante”, destinata al prestito a domicilio, aggiornata delle novità italiane e straniere. Le collezioni sono caratterizzate da una vasta presenza di edizioni in lingua originale (in particolare francese e inglese) di ambito storico letterario dell’Otto–Novecento, su alcuni filoni specifici: narrativa, viaggi, memorie, biografie. Le ricche collezioni di libri stranieri, frutto del cosmopolitismo del Gabinetto originario, documentano il carattere europeo di questa biblioteca, unica nel suo genere non solo a Firenze, ma anche in tutto il territorio nazionale.

Oggi il patrimonio librario ammonta a circa 450.000 volumi, distribuiti tra Palazzo Strozzi, il Magazzino di Novoli, e Palazzo Corsini–Suarez. Circa 1/3 del patrimonio generale è costituito oggi di fondi speciali, in prevalenza Biblioteche d’Autore, di personalità del mondo artistico letterario del ‘900, giunte all’Istituto in donazione o in comodato. I periodici italiani e stranieri (che costituiscono una parte cospicua del patrimonio) ammontano complessivamente a 2700 testate, di cui 600 ottocentesche; i correnti sono 270. Dal 2002 l’Emeroteca (quotidiani e settimanali correnti) è stata trasferita al Palagio di Parte Guelfa, pur conservando le annate pregresse di alcune testate straniere non presenti nelle altre biblioteche della città.

Nel corso del Novecento l’istituto si è arricchito di alcuni settori specializzati:

il Centro Romantico, che dal 1973 promuove, a partire dalla documentazione conservata presso l’Istituto, ricerche e iniziative sulla civiltà europea dell’Ottocento, in particolare per quanto riguarda l’acquisizione e la diffusione di conoscenze e il confronto fra le diverse esperienze e culture, che caratterizzarono il gabinetto di Giovan Pietro Vieusseux;

l’Archivio Contemporaneo, costituito nel 1975 per iniziativa dell’allora Direttore Alessandro Bonsanti, di cui oggi porta il nome, con lo scopo principale di raccogliere materiale vario relativo a personalità del mondo contemporaneo, rappresentative di discipline diverse: dalla letteratura creativa (es. Giorgio Caproni, Pier Paolo Pasolini, Vasco Pratolini, Mario Tobino, Federigo Tozzi, Giuseppe Ungaretti) alla critica letteraria (es. Luigi Baldacci, Emilio Cecchi, Giacomo Debenedetti, Giuseppe De Robertis, Pietro Pancrazi) dalla musica (es. Luigi Dallapiccola, Carlo Prosperi) al teatro (es. Edward Gordon Craig, Eduardo De Filippo, Rossella Falk, Anna Prolemer), dall’architettura (es. Ugo Giovannozzi, Ferdinando Poggi) alla pittura (es. Giovanni Colacicchi, Ottone Rosai, Alberto Savinio, Nino Tirinnanzi, Gianni Vagnetti), dalla fotografia (es. Fosco Maraini, Mario Nunes Vais, Giacomo Pozzi Bellini) alla critica artistica (es. Silvio Branzi, Piero Santi, Tommaso Paloscia), ad oggi l’Archivio Contemporaneo conta oltre 150 fondi archivistici;

l’Archivio Storico raccoglie la documentazione prodotta dall’Istituto, dalla fondazione ai nostri giorni, conserva inoltre alcuni nuclei archivistici aggregati e carte private ottocentesche: la corrispondenza fra G.P. Vieusseux e l’Istituto di corrispondenza archeologica di Roma e le lettere di G.P. Vieusseux a Carlo Martelli e Carlo Nota ed inoltre le carte e la corrispondenza dello scultore Hiram Powers.

 




Istituto Ernesto de Martino (IEdM)

Sede e contatti
Villa San Lorenzo al Prato, via Scardassieri, 47, 50019 Sesto Fiorentino, Firenze
Telefono: 055.4211901
E-mail: iedm@iedm.it
Sito web: https://www.iedm.it/

Organi direttivi
Presidente e rappresentante legale: Stefano Arrighetti
Giunta Esecutiva: Stefano Arrighetti, Filippo Colombara, Antonio Fanelli, Alessandro Grassi
Comitato Scientifico: Rudi Assuntino, Gianfranco Azzali, Dante Bellamio, Cesare Bermani, Luigi Chiriatti, Filippo Colombara; Antonella De Palma, Antonio Fanelli, Andrea Matucci, Alessandro Portelli, Annamaria Rivera
Collegio dei revisori dei conti: Maria Luisa Betri, Clara Longhini, Riccardo Schwamenthal

Breve storia e finalità
Nel gennaio 1966, a Milano, Gianni Bosio, storico e ricercatore del movimento operaio che nel 1953 diede nuova vita alle Edizioni Avanti!, fondò con Alberto Mario Cirese l’Istituto Ernesto de Martino «per la conoscenza critica e la presenza alternativa del mondo popolare e proletario». Il primo luglio 1966 l’Istituto divenne operativo e Gianni Bosio affidò a Franco Coggiola l’incarico di curatore dell’Istituto stesso. Dopo la morte di Bosio (21 agosto 1971), nel 1972 l’Istituto Ernesto de Martino divenne l’Associazione Istituto Ernesto de Martino, presieduta da Clara Longhini fino al 1980. Nel 1981 Franco Coggiola fu eletto Presidente e Rappresentante Legale dell’Associazione, carica che mantenne fino alla sua morte (7 maggio 1996). Dal 19 maggio 1996, Presidente e Rappresentante Legale dell’Istituto fu Ivan Della Mea, morto il 14 giugno 2009. Con l’assemblea del 5 aprile 2009 assume l’incarico di Presidente e Responsabile Legale Stefano Arrighetti.

Dallo Statuto dell’Istituto:
Art. 2) – L’Associazione IEdM ha lo scopo di:

  1. promuovere e condurre con ogni mezzo la ricerca delle varie forme dell’espressività popolare e proletaria;
  2. ordinare il materiale raccolto in un apposito archivio specializzato, descriverlo ed elaborarlo;
  3. svolgere e promuovere con ogni mezzo ogni iniziativa collegata alla conoscenza critica e alla presenza alternativa del mondo popolare e proletario.

Per il raggiungimento dei propri scopi l’Associazione IEdM promuoverà e svolgerà, in proprio o avvalendosi di risorse esterne, attività di ricerca, di studio, di elaborazione, catalogazione e diffusione di materiali, prodotti e servizi, in qualsiasi forma: tra cui, a titolo puramente esemplificativo ma non esclusivo, promuovere organizzare ed effettuare ricerche, convegni, corsi, seminari, spettacoli; produrre, editare, pubblicare rappresentare e diffondere anche per via commerciale, materiali scritti, sonori, iconografici e audiovisivi su supporto cartaceo, ottico, elettronico e magnetico e comunque realizzati con ogni altro mezzo attualmente conosciuto o che possa essere scoperto in futuro.

Promuoverà inoltre, nelle forme ritenute più opportune, contatti, intese, accordi anche operativi, sia a livello nazionale che internazionale con enti, associazioni, gruppi locali o persone singole che perseguano, in tutto o in parte, fini analoghi o complementari a quelli dell’Associazione IEdM. Promuoverà anche la nascita di gruppi e associazioni affiliate all’Associazione IEdM.
analisi delle culture orali e del vecchio e nuovo canto sociale.

Patrimonio
La nastroteca dell’Istituto Ernesto de Martino è la più rilevante raccolta di fonti sonore per la storia orale, l’antropologia culturale, l’etnomusicologia e la storia del movimento operaio e sindacale conservata in Italia da un’istituzione privata, nonché una delle più importanti in Europa. Raccoglie 6000 e più nastri magnetici – in parte frutto di ricerche promosse, finanziate ed effettuate dall’Istituto stesso, in parte versati o depositati da privati, in parte dai ricercatori e dai gruppi di ricerca che si riconoscono nell’attività dell’Istituto – contenenti documenti sonori registrati “sul campo”, dal vivo, per un totale complessivo di circa 15000 ore di registrazione, di cui quasi la metà attinenti l’espressività musicale del mondo contadino (canti popolari tradizionali in lingua e in dialetto, canti sociali, canti di lavoro, canti religiosi e canti della protesta sociale e politica; rappresentazioni popolari, danze, riti, autobiografie, testimonianze e ricordi sui momenti più significativi della storia del movimento operaio italiano, manifestazioni sindacali e politiche, ecc.). Le registrazioni sono state effettuate in tutte le regioni italiane, in particolare in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzi, Puglie, Calabria, Sicilia, Sardegna.

L’archivio storico cartaceo dell’IEdM comprende il Fondo Gianni Bosio, il Fondo Edizioni Avanti! –Edizioni del Gallo (inventariato e consultabile), il Fondo Nuovo Canzoniere Italiano e il Fondo IEdM, in corso di riordino e di caatalogazione. L’IEdM possiede inoltre materiali fotografici, su carta, e audiovisivi non ordinati.

L’archivio sonoro è affiancato da una videoteca, una discoteca, una raccolta di manifesti e  una biblioteca specializzata composta da oltre tremila tra volumi e opuscoli e da circa duecento periodici, con catalogo on line nello SDIAF (Sistema documentario integrato dell’Area Fiorentina).