1

Museo dei Mezzi di Comunicazione del Comune di Arezzo

Sedi e contatti
Indirizzo: Palazzo Comunale, Via Ricasoli 22, Arezzo
Telefono: 0575377662, 3498932046
E-mail: museocomunicazione@comune.arezzo.it
Sito web: http://www.comune.arezzo.it/museo-comunicazione/museo-comunicazione
Orari di apertura: Martedì, Giovedì, Sabato e ogni prima Domenica del mese 9.30-17.30
Biglietto d’ingresso: intero 3 €; ridotto 2 € (gruppi, studenti, over 65, espositori della Fiera Antiquaria, soci A.I.R.E. Associazione Italiana per la Radio d’Epoca); gratuito: insegnanti, giornalisti, accompagnatori autorizzati, portatori di handicap.

Organi direttivi
Direttore Scientifico: Prof. Fausto Casi

Breve storia e finalità
Il Museo dei Mezzi di Comunicazione è stato inaugurato il 17 Dicembre 2005 grazie alla concessione dei locali di Palazzo Sabatini da parte del Comune di Arezzo.
L’idea di far nascere il museo, che occupa oggi una superficie di oltre 500 mq, si fa risalire a circa 20 anni fa, quando il Comune di Arezzo realizzò in collaborazione con il Museo di Storia della Scienza di Firenze (oggi: Museo Galileo) una mostra sulla radio d’epoca dal titolo “Il Mondo in Casa – i primi 40 anni di storia della radio” che ebbe vasta risonanza. Per la mostra fu indispensabile la collaborazione del concittadino Fausto Casi che mise a disposizione la sua ricca collezione. Oggi la collezione si è allargata ad altri temi storici che completano la tematica sulla storia delle comunicazioni.
Particolarmente curato è l’aspetto della didattica con tavoli per esperienze dirette. Inoltre, presso l’auditorium interno al Museo (100 posti), è possibile assistere alla proiezione di un filmato “olografico, tridimensionale”, con tecnologia avanzata ad immersione, unica in Italia, sul personaggio di Galileo Galilei e sulle sue scoperte scientifiche. Su richiesta, sono disponibili anche altri filmati su DVD di carattere storico-scientifico.

Patrimonio
L’aretino Fausto Casi colleziona da circa 40 anni materiali, strumenti e macchine relative alla storia della scienza ed all’archeologia industriale. Nel museo sono conservati più di 1700 oggetti, di cui circa 1000 esposti. La collezione è suddivisa nelle seguenti sezioni:
– Il precinema (sottosezioni: i giochi ottici, gli inganni ottici, la visione ottica, la proiezione dell’immagine, l’immagine in movimento)
– Il cinema (sottosezioni: le macchine da ripresa e da proiezione con la pellicola 35 mm, le macchine da cinema a passo ridotto)
– La riproduzione dei suoni (sottosezioni: il megafono, il fonografo, il grammofono, il registratore)
– Le prime telecomunicazioni (sottosezioni: la telegrafia con i fili, la telefonia con i fili, la radiotelegrafia, la radiotelefonia)
– La scrittura (sottosezioni: scrittura manuale, scrittura meccanica, scrittura elettronica)
– Il calcolo (sottosezioni: calcolo manuale, calcolo meccanico, calcolo elettronico)
– Le telecomunicazioni moderne (sottosezioni: la radio, la televisione, il cellulare, il computer)




Museo Soffici

Sede e contatti
Via Lorenzo Il Magnifico 9, presso ex Scuderie Medicee, Poggio a Caiano (Prato)
Telefono: 055.8701287/0/1
E-mail: info@museoardengosoffici.it
Sito web: http://www.museoardengosoffici.it/index.php
Orari di apertura: 1 aprile-30 settembre: dal giovedì alla domenica 10-13 e 14.30-19; 1 ottobre-31 marzo: sabato, domenica e festivi 10-13 e 14.30-17.30
Biglietto d’ingresso: adulti 3,00 euro.

Organi direttivi
Ufficio Cultura: Luigi Corsetti (l.corsetti@comune.poggio@caiano.po.it)

Breve storia e finalità
Inaugurato il 16 maggio 2009 a Poggio a Caiano, al primo piano delle restaurate Scuderie Medicee, adiacenti alla Villa di Lorenzo Il Magnifico, il Museo Ardengo Soffici possiede una mostra permanente delle opere dell’artista e un Centro studi dedicato alla conoscenza di questo grande protagonista della cultura del Novecento.
Il Museo Soffici è un omaggio del Comune di Poggio a Caiano a quest’intellettuale che scelse di vivere in questi luoghi e immortalarne la campagna in tante sue opere; dal 2012, il museo ha assunto la dicitura di “Museo Ardengo Soffici e del ‘900 italiano”, con la volontà di  rappresentare, attraverso l’artista e i suoi numerosissimi contatti nel panorama culturale italiano, uno spaccato dell’arte del Novecento.

Ardengo Soffici (1879-1964), pittore, scrittore e critico d’arte, è stato uno dei personaggi più importanti del secolo scorso. Nacque a Rignano sull’Arno nel 1879, ma trascorse tutta la vita a Poggio a Caiano, cittadina scelta al suo ritorno da Parigi, nel 1907, dopo un soggiorno settennale in cui aveva conosciuto i maggiori protagonisti dell’avanguardia francese, da Picasso, ad Apollinaire, Max Jacobs, Braque. Rientrato in Italia con un bagaglio culturale aggiornato sulle correnti d’Oltralpe, fu il primo a scrivere di Cezanne, Rimbaud, Medardo Rosso, dei cubisti Picasso e Braque, oltre ad organizzare a Firenze, nel 1910, la prima mostra degli impressionisti in Italia. Successivamente fondò la rivista Lacerba con Papini, abbracciò il Futurismo, poi tornò ad un naturalismo più oggettivo, che lui definiva “realismo sintetico”.

Escluse le interruzioni per la guerra 1915-1918, per il lavoro giornalistico a Roma, 1923-1924, e per le vicissitudini politiche del 1944-1946, Poggio a Caiano è stato per Soffici il suo quartier generale, da cui l’artista è riuscito a tenersi in contatto con la cultura del suo tempo. Aprirsi al mondo da un paese di Toscana non era certo agevole in un tempo preinformatico: le sue risorse stavano nella fecondità del lavoro, nel prestigio che si era meritato.

Per l’opera di Ardengo Soffici scrittore e pittore possiamo dire che Poggio a Caiano sia il suo museo a cielo aperto: gli ha prestato le forme del panorama naturale e umano, e ne ha ricevuto la forma lirica e plastica, fino all’identificazione del paese con l’interprete.

Patrimonio
I 50 dipinti di Soffici, custoditi in diverse raccolte pubbliche e private, sono presentati in questo Museo in rassegna estesa, dal 1904 agli anni Sessanta: è così possibile ricostruire l’iter pittorico e seguire il contributo stilistico, ormai storicizzato, di questo artista dal carattere europeo, ancor più significativo per aver mantenuto un profilo ben radicato in una terra.

Il percorso espositivo, suddiviso in piccole sezioni dedicate alle principali tappe della sua carriera artistica (artista europeo, cubismo e futurismo, la famiglia, il dopoguerra, il paesaggio, la pittura murale), termina nella saletta video, in cui è possibile vedere, per concessione Rai, un’intervista a Soffici, realizzata a Poggio a Caiano nel 1957.

Dal Museo si può accedere ad una Biblioteca specializzata con le prime edizioni delle opere a stampa dell’artista toscano, una raccolta della bibliografia critica, la collana completa delle riviste da lui dirette o alle quali collaborò (in particolare Leonardo, La Voce, Lacerba, Rete Mediterranea, Galleria) e un archivio d’immagini e documenti a lui riconducibili.




Gotica Toscana onlus

Sede e contatti
Località Ponzalla  47 – 50038 Scarperia (FI)
Tel. 0558430923; 3288261785
Fax 1782267395
E-mail: info@goticatoscana.eu
angatti@tiscali.it
Sito web: www.goticatoscana.eu (it, org)
www.museogotica.it

Organi dirigenti

Presidente: Andrea Gatti
Segretario: Filippo Spadi
Direttivo: Stefano Giannini, Luca Bambagiotti, Michele Vernieri, Roberto Cincetti

Breve storia e finalità

L’associazione è stata costituita il 28 febbraio 2006. Le sue finalità statutarie sono:

  • Conservazione della Memoria Storica inerente agli eventi dell’ultimo conflitto mondiale ma non necessariamente limitato ad esso, nel Mondo, in Italia ed in particolar modo in Toscana ed Emilia Romagna Attività di ricerca, tutela, promozione e valorizzazione dei siti e dei manufatti d’interesse artistico e storico presenti sul territorio risalenti al periodo di interesse, nonché, ove possibile, poterne fruire mediante restauro, conservazione ed utilizzo didattico, turistico e culturale.
  • Attività di ricerca storico-documentaristica attraverso testi, documenti, mappe, fotografie, manoscritti ed più in generale di documentazione inerente al periodo di interesse. Raccolta di testimonianze attraverso interviste, video e quanto possa essere di supporto alla raccolta stessa.

L’associazione non svolge attività commerciale.

Principali attività svolte dall’Associazione

  • Gestione del Centro di Documentazione e Ricerche Storiche sito nel Comune di Scarperia e dell’associato spazio museale.
  • Organizzazione, preparazione e supporto di mostre ed esposizioni tematiche anche trasversali all’argomento con finalità museale permanente.
  • Organizzazione, preparazione e supporto di eventi di ricostruzione e rievocazione storica sia statici sia dinamici, itineranti e fissi riguardanti in generale il periodo storico di riferimento.
  • Raccolta di testimonianze e ricerche d’Archivio relative ai documenti ufficiali dei vari eserciti e formazioni coinvolte sul territorio nazionale e nei paesi di provenienza.
  • Interventi di recupero di siti, manufatti ed oggetti risalenti al periodo.

Collaborazioni con altri Enti privati e/o pubblici

  • Comuni di Scarperia, Firenze, Felonica, Sermide, Castiglion F.no, Greve in Chianti, Barberino di M.llo; Unione Montana dei Comuni del Mugello;
  • Museo della 2^ Guerra Mondiale del fiume Po – MN, Museo Memoriale della Libertà BO, Museo The Winter Line BO; SIGGMI Società Italiana di Geografia e Geologia Militare; World War II Airborne Demonstration Team Foundation (USA), Military Vehicle Preservation Association (USA), Club Veicoli Militari Storici Como, International Military Vehicle Collectors Club Sez. Italiana – TO; Linea Gotica della Lucchesia – LU, Associazione Gotica Romagna – FC, Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, ANPI Oltrarno – FI, Club Highway Six Roma, Associazione Giuseppe e Margherita Coletta SR, Croce Rossa Italiana, Stato Maggiore Difesa, Esercito Italiano.

Convenzioni e Protocolli di Intesa

  • Nel 2009 abbiamo siglato una Convenzione con la L’Unione Montana dei Comuni del Mugello (ex Comunità Montana del Mugello) per il recupero e la conservazione dei manufatti della Linea Gotica presenti sul territorio.
  • Del 2011 sono il Protocollo D’intesa fra Gotica Toscana onlus e  la Società Italiana di Geografia e Geologia Militare (SIGGMI) per il Progetto El Alamein e la Convenzione con il Comune di Scarperia per la gestione dell’immobile che è diventato il “Centro di Documentazione e Ricerche Storiche” di Gotica Toscana onlus. Nel 2012 abbiamo siglato un Accordo con la “Military Vehicle Preservation Association (USA), una delle maggiori associazioni di conservazione dei veicoli militari, diventando il loro centro di riferimento per l’Italia e l’Europa.

Relazione sulle attività dell’Associazione Gotica Toscana Onlus

É oramai indubbio l’interesse sempre maggiore della collettività e delle Amministrazioni verso il periodo della Seconda Guerra Mondiale e delle conseguenze che ne conseguirono.

Alle normali richieste e contatti che giungono dall’estero, si sono sommati nuovi utenti italiani i quali, organizzati in associazioni, gruppi di lavoro o privati, raggiungono in numero sempre maggiore le nostre informazioni presenti sul nostro sito web.

Le nostre manifestazioni pubbliche, a cominciare da quelle dedicate ai mezzi militari storici come il “Raduno dei 2 Gigli” del 2006 che ha interessato Scarperia e Firenze, “La Strada del Cuore – Chianti 1944” nel 2007 con Greve in Chianti e Siena e,  dal 2008 con “La Colonna della Libertà”che ha toccato Roma, Viterbo, Firenze, Verona, Mantova, hanno reso Gotica Toscana un punto di riferimento per la capacità organizzativa e l’innovazione del linguaggio. “La Colonna della Libertà, in tutte le edizioni effettuate dal 2008 ad oggi, ha avuto l’appoggio dello Stato Maggiore della Difesa ed il Riconoscimento del Presidente della Repubblica.

Manifestazione completamente diversa è rappresentata dal museo a cielo aperto “Un Tuffo nella Storia”, evento statico dedicato agli appassionati di ricostruzione storica realizzato in collaborazione con l’Unione dei Comuni Montani del Mugello ed il Comune di Scarperia. Il “Tuffo” è una visita ricostruita ad un campo di battaglia della 2ª Guerra Mondiale con veicoli, carri, equipaggiamenti, tende, curiosità  e soldati in movimento.

Pastrimonio

Il Centro di Documentazione e Ricerche Storiche, operativo dal 24 settembre 2011 in virtù della convenzione siglata il Comune di Scarperia, è nato per salvaguardare la memoria del passaggio della Seconda Guerra Mondiale in Toscana. Una particolare attenzione  è rivolta agli eventi che nel Settembre 1944 videro protagonisti gli Appennini a Nord di Firenze. Proprio il settore compreso tra il Passo della Futa e il Passo del Giogo, infatti, fu teatro in quei giorni dei furiosi attacchi sferrati contro la Linea Gotica, l’ultima linea fortificata dell’Asse in Italia.

ll Centro mette a disposizione di visitatori, studiosi e scolaresche numerosi testi, documenti e testimonianze scritte e filmate inerenti il periodo d’interesse, organizzando su richiesta anche escursioni sul campo di battaglia per una spiegazione dettagliata degli accadimenti e una visita alle postazioni originali. Infine, gli allestimenti permanenti e le mostre tematiche temporanee presenti all’interno dei locali, frutto dei rinvenimenti sul terreno e del materiale collezionato negli anni dai soci o donato dalle popolazioni locali, permettono agli interessati di familiarizzare con gli uomini, le uniformi e i materiali che furono protagonisti di quell’ultima, spesso dimenticata, parte della Campagna d’Italia.

Le mostre tematiche temporanee allestite nei locali del centro ad oggi sono state:

  1. “L’Artiglieria sulla Linea Gotica – 24/09/2011-27/05/2012”
  2. “El Alamein ed i suoi ragazzi” Mostra tematica nel 70° anniversario – Giugno 2012-Aprile 2013”.
  3. “La Lunga Marcia” – Mostra tematica nell’anno del 70° anniversario della Campagna di Russia Ottobre 2013 – Settembre 2014
  4. “Agosto 1944 – Firenze Libera!” Mostra tematica nell’anno del 70° anniversario della Liberazione di Firenze Reperti, uniformi e fotografie a 70 anni dalla Liberazione dal 20 Settembre 2014Il Centro è inserito nella Rete Culturale della Regione Toscana – Sistema Museale territoriale del Mugello e fa parte del “North Apennines Po Valley Park – NAPV”, parco tematico sulla Seconda Guerra Mondiale dedicato alla conservazione della memoria dell’ultima fase della Campagna d’Italia. Per molti la Campagna d’Italia termina con la Liberazione di Roma quasi concomitante con lo Sbarco in Normandia facendone un periodo storico molto spesso dimenticato. Il NAPV è nato grazie alla collaborazione tra Gotica Toscana Onlus, il Museo della Seconda Guerra Mondiale del Fiume Po di Felonica (MN), il Museo Memoriale della Libertà di San Lazzaro di Savena (BO) e il Museo Winter Line di Livergnano (BO). Mutua il nome da quello che gli Alleati diedero alle zone di operazioni che, da fine 1944, caratterizzarono l’ultima parte della guerra tra la Linea Gotica e la Pianura Padana: “North Apennines” e “Po Valley” appunto.Tutte queste attività si inseriscono perfettamente nel contesto turistico-culturale della zona con visite di famiglie di veterani stranieri, associazioni d’Arma e turismo didattico che uniscono la visita storica alle tradizionali bellezze paesaggistiche ed architettoniche del Mugello e della Toscana in genere. Buoni i rapporti con le strutture recettive e le associazioni di volontariato che dai nostri eventi ed attività traggono vantaggio economico. La buona gestione delle attività, oculata nelle risorse e misurata nelle scelte delicate visto il tema trattato, e l’ottima accoglienza della proposta culturale è confermata dal riscontro avuto sui media nazionali e sulle riviste internazionali specializzate come l’americana “Army Motors” e l’Inglese “Windscreen” .
    La costituzione del NAPV ha dato vita a una rete nazionale di istituzioni museali e di ricerca storica dedicata allo sviluppo di percorsi assistiti di turismo storico-culturale rivolti ad un pubblico nazionale e internazionale. Ogni punto espositivo offre a studiosi, ricercatori, appassionati, visitatori, gruppi e scolaresche la possibilità di approfondire la conoscenza degli eventi che caratterizzarono quei giorni lontani attraverso la consultazione di libri, documenti e testimonianze filmate. Numerose ambientazioni e cimeli, infine, consentono di familiarizzare con gli uomini e i materiali che scrissero quella parte di Storia.

Missione del Centro è dare a tutti l’opportunità di ricordare i mesi che precedettero la Liberazione del nostro Paese, precursori dell’arrivo della Democrazia e del ritorno della Libertà in Italia. La spettacolarità dei materiali in esibizione, infatti, non vuole in nessun modo esaltare la grandiosità della guerra moderna quanto, piuttosto, avvicinare il maggior numero possibile di persone alla riflessione e alla consapevolezza che ricordare oggi quei tempi lontani, e soprattutto cercare di comprenderli storicamente, è il primo passo da compiere per non doverne rivivere le tragedie, le distruzioni e la disperazione.




Il piccolo museo del Diario

Sede e contatti
Piazza Plinio Pellegrini 1, Pieve Santo Stefano (Arezzo)
Telefono: 0575.797730/0575.797734
E-mail: piccolomuseo@archiviodiari.it
Sito web: https://www.piccolomuseodeldiario.it/it/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 9.30-12.30 e 15-18; sabato, domenica e festivi 15-18.

Biglietti
– Intero: 3 euro.
– Ridotto: 2 euro (studenti con meno di 25 anni, over 65,  possessori del Valtiberina Musei e Parchi Pass).
– Gratuito: bambini fino a 10 anni, guide turistiche, disabili, accompagnatori disabili, residenti di Pieve Santo Stefano, possessori di alcune carte    amici dell’Archivio secondo quanto specificato in attivalamemoria.it.
– L’ingresso è gratuito per tutti durante le giornate del Premio Pieve Saverio Tutino.
– Le visite di gruppo vanno sempre concordate telefonando allo 0575797730 o allo 0575797734, oppure scrivendo a: piccolomuseo@archiviodiari.it.

Organi direttivi
Albano Bragagni, Camillo Brezzi, Giacomo Benedetti, Lisa Marri.
Direttore: Camillo Brezzi
Conservatore/curatore: Natalia Cangi

Breve storia e finalità
Il piccolo museo del diario è un percorso museale nato per raccontare l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e le testimonianze autobiografiche che esso contiene, in una maniera innovativa e coinvolgente. L’Archivio è una casa della memoria: una sede pubblica che conserva scritti di memorie private. Ideato e fondato da Saverio Tutino, serve non solo a custodire, come un museo, brani di scrittura popolare: vuole far fruttare in vario modo la ricchezza che in esso viene depositata. Per cominciare abbiamo avuto l’idea di incentivare l’afflusso con un concorso, il Premio Pieve. Abbiamo pubblicato su alcuni giornali un piccolo avviso e in poche settimane sono arrivati più di cento testi e raccolte di lettere. Adesso nella sua sede l’Archivio ne conserva quasi 7000.

Patrimonio
Molte di queste memorie sono e saranno esposte al Piccolo museo, che si configura come una forma di condivisione molto originale di questi materiali, che oggi si articola attraverso quattro sale: all’interno delle prime due, accessibili dalla sala consiliare del cinquecentesco Palazzo Pretorio, è stata collocata un’installazione artistica multiutente che permetterà ai visitatori di ascoltare, vedere e sfiorare alcune tra le storie più affascinanti scelte tra gli oltre settemila diari, memorie ed epistolari conservati in Archivio.
Basterà avvicinarsi ad uno dei venti cassetti incastonati in una bellissima parete di legno artigianale che simboleggia gli “infiniti” scaffali dell’Archivio, estrarlo e contemplarne il contenuto: ci si ritroverà di fronte a quindici schermi digitali e cinque diari originali, che permetteranno di leggere i contenuti delle storie che verranno contestualmente raccontate da una delle voci narranti dell’Archivio (Andrea Biagiotti, Grazia Cappelletti, Mario Perrotta, Paola Roscioli). A completare l’impatto emozionale visivo e uditivo, il bisbiglìo di sottofondo dal quale si stagliano le parole dei protagonisti: è quel “fruscìo degli altri” che il fondatore dell’Archivio Saverio Tutino, al quale il museo è dedicato, udiva levarsi dagli scaffali che andavano riempiendosi di diari, con il passare degli anni e con l’incrementarsi del patrimonio autobiografico della fondazione.

I diari, e le vite in essi racchiusi che oggi popolano i cassetti del Piccolo museo del diario appartengono a: 
Vincenzo Rabito, Maria Pia Farneti, Paolino Ferrari, Saverio Tutino, Antonio Sbirziola, Ettore Finzi e Adelina Foà, Emilia, Luigi Re, Massimo Bartoletti Stella, Orlando Tonelli, Raul Rossetti, Luisa T., Antonio Rossi, Sisto Monti Buzzetti, Tommaso Bordonaro, Liberale Medici, Maria Anichini, Francesco Stefanile, Orlando Orlandi Posti, Leo Ferlan.
Le storie attualmente inserite nei cassetti possono essere sostituite in ogni momento, offrendo la possibilità di costruire percorsi museali e tematici sempre nuovi e di valorizzare ricorrenze o celebrazioni.

dotdotdot sono i progettisti del percorso museale del Piccolo museo del diario, gli artefici di un’architettura che armonizza tutte le tecnologie necessarie al funzionamento dell’installazione: impianto audio e video, sensori, microcontroller, luci e computer. Si sono ispirati al racconto che Mario Perrotta, testimonial dell’Archivio dei diari, ha scritto ne “Il paese dei diari” (Terre di mezzo, 2009). 
La terza sala del Piccolo museo del diario ospita il Lenzuolo di Clelia Marchi, emblema dell’autobiografia e dell’attività di raccolta dell’Archivio: è il “diario” scritto da una contadina di Poggio Rusco direttamente su un lenzuolo del proprio corredo, largo più di due metri. Oltre a osservare l’originale posto all’interno di una teca conservativa, ai visitatori sarà possibile navigare le righe scritte da Clelia con la tecnologia touchscreen, che offre anche significative panoramiche su altre e preziosi opere autobiografiche conservate a Pieve Santo Stefano. La quarta sala racconta invece l’epica di Vincenzo Rabito, cantoniere ragusano che ha raccontato la propria straordinaria vita, articolata attraverso gli eventi principali del Novecento, in 1027 “pacene” scritte caparbiamente e istrionicamente da un uomo analfabeta.
Il Piccolo museo del diario è la naturale evoluzione del progetto Impronte digitali ma è anche una delle tappe più significative del Memory Route, un innovativo progetto di turismo esperienziale che ha tra i suoi promotori l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano.




Museo Amedeo Bassi

Sede e contatti
Piazza Machiavelli 13, Montespertoli (Firenze)
Telefono: 0571.600 255
E-mail: touristofficemontespertoli@gmail.com
montespertoli@promocultura.it

Sito web: http://www.toscananelcuore.it/museo-amedeo-bassi/
http://www.comune.montespertoli.fi.it/index.php/musei/3311-musei
Orari di apertura:
Dal 1 Aprile al 31 Ottobre: tutti i giorni: 10-12.30 e 16.30-19
Dal 1 Novembre al 31 Marzo: da martedì a giovedì 9.30-12.30; venerdì, 10-12 e 16-18; sabato e domenica: 10-12 e 15-18

Breve storia e finalità
Il museo vuole rendere omaggio a Amedeo Bassi, uomo di eccezionale talento la cui memoria il tempo aveva offuscato, e vuole essere occasione per far conoscere ad un ampio pubblico la sua figura artistica ed umana, avvicinare i giovani al teatro lirico, rafforzare l’identità locale ed essere luogo d’elezione per la diffusione della cultura musicale. A testimonianza dell’eredità che Amedeo Bassi ha lasciato a Montespertoli sono a lui intitolati la Filarmonica e il Festival musicale estivo, arrivato alla quinta edizione.

Il Tenore, nativo di Montespertoli e di umili origini, da ragazzo fu sentito cantare mentre lavorava in fornace. Incoraggiato a studiare canto, prese lezioni dal marchese Corrado Pavesi Negri e debuttò a Castelfiorentino nel 1897 con l’opera Ruy Blas. Da qui ebbe inizio la sua brillante carriera che lo portò già nel 1902 a Buenos Aires e in tutto il sud America, e poi a New York, Philadelphia, Chicago, Londra, Parigi con esibizioni nei più grandi teatri internazioni ed italiani. Da sottolineare il repertorio vastissimo da Verdi a Puccini, da Giordano a Leoncavallo, da Mascagni a Wagner, solo per citare i più grandi, in oltre settanta ruoli diversi. Esponente del Verismo, la sua voce venne descritta di estrema dolcezza e potenza, il fraseggio chiarissimo, ottima la presenza scenica e la recitazione.

Patrimonio
Il museo, che si articola in tre sale, ripercorre la vita e il radioso successo di un personaggio famosissimo al suo tempo, un vero e proprio Divo. I cimeli, i filmati che ricostruiscono la storia del tenore e gli apparati museali accompagnano il visitatore alla riscoperta della grande tradizione musicale italiana che artisti come Amedeo Bassi hanno con orgoglio fatto conoscere al mondo intero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Museo dell’oro “Unoaerre”

Sede e contatti
Via Fiorentina 550 – 52100 Arezzo
Telefono:
0575 925953
0575 925862
E-mail: centrodi@unoaerre.it
Sito web: http://www.unoaerre.it/it/museo
Orari di apertura: per visitare il museo è gradita la prenotazione.

Organi direttivi
Direttore e Conservatore del Museo: Giuliano Centrodi (giulianocentrodi@gmail.comcentrodi@unoaerre.it)

Breve storia e finalità
L’industria orafa Uno A Erre, leader mondiale nel settore dell’oreficeria, il 7 marzo 1998 ha inaugurato il primo museo aziendale aretino, primo museo italiano di oreficeria, legato al più prezioso dei metalli e alla più prestigiosa delle produzioni per non disperdere la memoria storica della sua laboriosa attività ed offrire un percorso espositivo dall’archeologia industriale alle ultime creazioni di Giò Pomodoro.

L’archeologia industriale presenterà vecchi macchinari e utensili a documentare i primi sussidi tecnologici applicati all’industria orafa: le macchine per la fabbricazione delle catene storiche degli anni ’30 – ’40 – ’50, per l’incisione meccanica (il guilloché), per la costruzione delle palline e gli utensili per sbalzare, cesellare , incidere e incastonare le pietre preziose.

I disegni e i progetti creativi partono dal 1946, i materiali cartacei furono distrutti durante i bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale; restano notevoli i progetti acquisiti a Parigi negli anni Cinquanta che influenzeranno la produzione italiana e saranno di insegnamento per l’affermarzione dell’Italian Style; da segnalare anche presenze di creativi tedeschi e naturalmente italiani.

La collezione storica con oltre cinquecento gioielli e oreficerie d’oro e d’argento, alcuni anche esemplari unici che dagli anni’20,  raccoglie gli ultimi bagliori della Belle Epoque e dello stile ghirlanda per giungere agli stilemi geometrici dell’Art Déco e ai gioielli autarchici di argento. Il dopoguerra è rappresentato dai bracciali “tank” e hollywoodiani, dai pendenti a “mina”, dalle spilline “animalier” tratte anche dai personaggi della Walt Disney.

Gli anni ’60 si caratterizzano per i gioielli ricchi di colore; si recuperano le antiche lavorazioni degli smalti traslucidi e l’affermazione della microfusione cambia il volto al gioiello, da bassorilievo a tuttotondo. Gli scultori e anche i pittori fanno le loro “incursioni” nell’oreficeria e influenzeranno le produzioni successive (Cappello, Galoppi, Bini), così nei primi anni ’70 vedremo i gioielli optical e pop. Gli anni ’80 si arricchiranno delle collaborazioni degli stilisti francesi e americani (Luois Fèraud e Oscar de la Renta) per giungere alle creazioni degli artisti orafi-gioiellieri (Forlivesi, Fallaci) e designer (Buti)..

Sono presenti anche alcuni pezzi unici realizzati dal grande scultore, Giò Pomodoro che nel 1995-99 realizzò queste opere nei laboratori Uno A Erre alla presenza dei giovani studenti dell’Università degli Studi di Siena e di Venezia svelando i suoi sistemi di progettazione, di fusione nell’osso di seppia, nella pietra friabile di Vicenza e nei mattoncini di carbone di cerro. Queste pregiate realizzazioni hanno fatto il giro del mondo nelle più importanti rassegne dell’oreficeria d’artista (New York, Tokyo, Vienna e Venezia nel circuito della Biennale del 1985).

 Il medagliere raccoglie numerose medaglie e placchette di grandi artisti e famosi incisori delle zecche più importanti di Europa (B.Bini, Canuti, P.Cascella, Dalì, Fiume, Galoppi, C.Giampaoli, Giannone, Greco, Manzù, Messina, Moschi, O.P.Orlandini, G.Pomodoro, Romagnoli, Rousseau, Scatragli, Sikora, Tot, Venturi e Veroi).

 Il Museo della Gori&Zucchi rispecchia l’immagine della più grande industria orafa, la sua notorietà e la sua storia, l’autorevole affermazione nel mondo creativo ed economico produttivo sulla scia dei saldi valori culturali, sociali, artistici della grande civiltà della laboriosa terra aretina.

Patrimonio
In fase di schedatura, non ancora quantificato




Museo Piaggio

Sede e contatti
Viale Rinaldo Piaggio 7, 56025 Pontedera (PI)
Telefono: 0587.27171
E-mail: museo@museopiaggio.it
Sito web: www.museopiaggio.it
Orari di apertura: dal martedì al sabato: 10-18; domenica(seconda e quarta domenica del mese) 10– 18. Chiuso il lunedì.
Nei mesi di luglio e agosto il Museo sarà aperto tutte le domeniche 10.00 – 18.00Ingresso gratuito.

Organi direttivi
Presidente Fondazione Piaggio: Riccardo Costagliola
Responsabile generale: Sabrina Caredda
Relazione Esterne: Annalisa Rossi
Responsabile del coordinamento tecnico: Sergio Galli
Curatore allestimenti museali: Nicolino di Carlo
Progetti didattici: Romina Giannotti
Archivio Storico: Mariamargherita Scotti

Breve storia e finalità
Il Museo Piaggio è stato inaugurato nel 2000 nei 3000 m² dell’ex Attrezzeria, attiva fino al 1996: uno dei capannoni più antichi dello stabilimento, la cui ristrutturazione rappresenta un armonico esempio di trasformazione di un’area industriale da polo produttivo a centro di promozione artistica e culturale. Il Museo rappresenta un importante polo di attrazione per il territorio, grazie alle numerose attività che la Fondazione Piaggio promuove in collaborazione con le amministrazioni pubbliche e la rete associativa locale.

Patrimonio
Il Museo ripercorre la storia dell’azienda Piaggio e dei suoi marchi attraverso l’esposizione dei suoi prodotti più celebri. La collezione Vespa è costituita da una ricca selezione di Vespa di serie prodotte dal 1946 ad oggi, ed è arricchita dalla presenza del primo prototipo MP6 disegnato da Corradino d’Ascanio nel 1945. La collezione Gilera è composta da alcune moto della casa di Arcore, acquisita da Piaggio nel 1969.




Museo Comunale del Figurino Storico di Calenzano

roccahomeSede e contatti
Castello di Calenzano, via del Castello 7 – 50041 Calenzano (Firenze)
Telefono e fax: 055.0500234
E-mail: segreteria@atccalenzano.it
museofigurinostorico@atccalenzano.it
Sito web: http://www.museofigurinostorico.it/
Orari di apertura: giovedì 9-13; venerdì 14:30-18:30; sabato e domenica 9-13 e 14:30-18:30.

Organi dirigenti
Il Comune di Calenzano e l’Associazione Turistica Calenzano si occupano della  gestione delle strutture, coadiuvati da molti volontari e associazioni locali e  nazionali.
Direttore scientifico Museo: Cristina Cisternino

Breve storia e finalità
Il castello di Calenzano rappresenta una preziosa testimonianza storica e archeologica. Sorto nel XII secolo, è stato protagonista della vita toscana in tutto il Medioevo. Nel corso dei secoli è stato ampliato e ricostruito, assumendo la veste attuale di borgo fortificato che presenta ancora elementi risalenti al XIII e al XIV secolo.
Dopo un lungo e accurato restauro, nel 2004 una parte del castello è stata aperta al pubblico, allo scopo di offrire ai cittadini e ai visitatori numerose iniziative legate alla cultura e alla storia. Si è iniziato il 27 giugno con l’inaugurazione del Museo Comunale del Figurino Storico, dedicato a tutte le forme di modellismo statico e il cui allestimento è stato curato da numerose associazioni.
Negli anni successivi nel castello sono stati aperti il centro di documentazione storica e archeologica – in collaborazione con le Università di Firenze e di Siena e la Soprintendenza della Toscana –, la biblioteca tematica, il giardino, un laboratorio di restauro modellistico, una sala per conferenze e proiezioni, la cafeteria, un piccolo bookshop. Per il futuro sono previsti altri servizi e attività, anche via internet. I locali sono anche affittabili per incontri, cerimonie, corsi e seminari.
Nel complesso monumentale del castello di Calenzano ogni anno si tengono manifestazioni di vario genere, quali cerimonie in ricordo di personaggi o avvenimenti, rievocazioni storiche con figuranti e veicoli, mostre e concorsi modellistici, proiezioni di film, conferenze, nonché il celebre carnevale medioevale e la ricostruzione dell’incursione del condottiero Castruccio Castracani del 1325.

Patrimonio
Il museo comprende oltre tremila realizzazioni in scala, giocattoli d’epoca, reperti, documenti, manichini e pannelli esplicativi; in alcune vetrine vengono esposte a rotazione mostre modellistiche personali oppure a soggetto.
Il percorso museale prevede una sezione didattica (cos’è e come è nato il modellismo, cosa è possibile realizzare con esso, le tipologie, le implicazioni tecniche e storiche, come lavorano i produttori) e un percorso cronologico, che parte dall’Evo Antico, passa al Medioevo e poi all’Età Moderna e a quella Contemporanea, con particolare spazio dedicato all’Epoca Napoleonica, al Risorgimento italiano, alla Prima Guerra Mondiale.
Un’intera stanza è occupata dai pezzi – figurini, mezzi terrestri, navali e aerei, scenette e diorami – riferiti alla Seconda Guerra Mondiale, partendo dal periodo subito precedente e terminando con la guerra di Liberazione e la fine del conflitto sui vari fronti.