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Casa studio Fernando Melani – Comune di Pistoia

Sede e contatti
Corso Gramsci, 159, 51100 Pistoia
Telefono: 0573.371296
0573.371279
E-mail:  al.giachini@comune.pistoia.it
Sito web:
http://musei.comune.pistoia.it/rete-museale/casa-studio-fernando-melani/
https://www.comune.pistoia.it/5024/Casa-Studio-Fernando-Melani/
Orari di apertura: La casa-studio è aperta solo su prenotazione.
Ingresso gratuito.

Organi direttivi
Servizio Educazione e Cultura, Unità Operativa Musei e Beni Culturali.

Breve storia e finalità
La casa-studio di Fernando Melani (1907-1985) è un esempio unico di spazio dove in perfetta sintonia si inseriscono le numerose opere dell’autore, frutto di una ricerca che sfiora e in molti casi anticipa i principali movimenti artistici della seconda meta del XX secolo: dall’Arte Povera, all’Arte Concettuale, alla Minimal Art. Nei diversi ambienti, una gran quantità di “esperienze” occupa i soffitti, le pareti, i pavimenti, secondo la disposizione data da Melani stesso. La visita fra cumuli di materiali sedimentati, sperimentazione sui metalli, lamiere e fili di ferro che pendono dai travicelli del soffitto, è un percorso intenso e ricco di suggestione nel mondo poetico di questo straordinario protagonista dell’arte contemporanea.

Acquistata dal Comune di Pistoia nel 1987 insieme alle  oltre  2800 opere ivi contenute, è aperta al pubblico dal 1998, dopo un lungo restauro realizzato con il contributo della Regione Toscana., e si visita su prenotazione.

La collezione civica è stata arricchita nel 2005 dal lascito testamentario di Donatella Giuntoli, costituito da 148 opere di Melani, in parte donatele dall’amico artista, in parte acquistate da Donatella con competenza e lungimiranza, al preciso scopo di integrare il patrimonio conservato nella casa-studio. A lei si devono gli studi più completi sull’artista, dal CD-Rom del 1998 sulla casa-studio al libro pubblicato postumo (Gli Ori, 2010)  Fernando Melani. Un’esperienza bio-artistica.

Patrimonio
Con l’acquisizione della casa-studio dell’artista pistoiese Fernando Melani, nel 1987, sono state annesse al patrimonio comunale tutte le opere, i lavori  e le diverse esperienze artistiche di vario tipo, conservate nell’edificio. La catalogazione, sulla base precisa degli inventari redatti dall’artista stesso delle sue elaborazioni, ha portato all’individuazione di un numero elevato di opere suddivisibili per categorie di materiali e tecniche in: pittura; metalli; sculture; grafica; altre esperienze; per un totale complessivo di 2.840 opere.

Devono inoltre essere considerati fra i beni comunali anche le seguenti categorie presenti nella casa-studio di Fernando Melani,  ancora non catalogate: circa 500 libri della biblioteca dell’artista, circa 3.000 fogli di scritti teorici, circa 300 fotografie eseguite dall’artista; n. 148 opere e scritti vari derivanti dalla donazione D. Giuntoli (2005).




Museo del Novecento e del Contemporaneo di Palazzo Fabroni – Pistoia

Sede e contatti
Palazzo Fabroni, via Sant’Andrea 18, Pistoia
Telefono: 0573.371817
E-mail: fabroni.artivisive@comune.pistoia.it
Sito web: http://musei.comune.pistoia.it/rete-museale/museo-di-palazzo-fabroni/
Orari di apertura: dal martedì al giovedì 10-14; dal venerdì alla domenica e festivi 10-18; Natale e Capodanno 16-19
Ingresso: intero € 3,50; ridotto € 2

Organi direttivi
Servizio Educazione e Cultura
Direzione dei Musei Civici: Elena Testaferrata (e.testaferrata@comune.pistoia.it)

Breve storia e finalità
Nel centro storico di Pistoia, a pochi passi da piazza del Duomo, Palazzo Fabroni si attesta su via Sant’Andrea dirimpetto alla pieve romanica con il pulpito di Giovanni Pisano. Il nucleo più antico, appartenuto intorno alla metà del Trecento alla nobile famiglia pistoiese dei Dondori, era costituito da una tipica casa-torre, il cui orto confinava sul retro con le mura della seconda cerchia della città.

All’inizio del XVII secolo i Fabroni, già proprietari di altre casa nella zona, acquistarono la dimora dei Dondori e alla metà del secolo successivo (1748-1769), per volere di Atto Fabroni, tutti i nuclei abitativi ancora separati furono riuniti in una ristrutturazione complessiva che conferì al palazzo l’aspetto attuale, con la nuova facciata elegante e scenografica, caratteristica per il suo andamento curvilineo. I Fabroni, proprietari anche della villa e della fattoria di Celle, sede attualmente della prestigiosa collezione di arte ambientale, mantennero la dimora cittadina, fornita di una ricca galleria di quadri e di una notevole biblioteca, fino al 1842.

Divenuto proprietà della Comunità civica di Pistoia nel 1861, il palazzo, destinato nel corso degli anni ad usi incongrui, fu variamente ristrutturato e trasformato nella distribuzione interna degli spazi. Sede prima della Sottoprefettura e dal 1928 al 1945 della Federazione del Partito fascista, venne poi usato come scuola media statale. Successivamente il lungo restauro, a cura dell’ufficio tecnico comunale, liberò la struttura architettonica dalle modifiche e superfetazioni otto-novecentesche e riportò in luce elementi preesistenti delle case-torri trecentesche, delle quali alcune parti sono visibili nel salone del piano nobile.

Al termine degli interventi di recupero, la storia recente del palazzo inizia negli anni 1990-1993 con la scelta da parte dell’Amministrazione Comunale di destinare il primo e secondo piano allo svolgimento di attività espositive, permanenti e non, relative alle arti visive moderne e contemporanee.

Lo storico palazzo vanta attualmente circa 2000 mq. di superficie espositiva distribuita su due piani, con accesso da via Sant’Andrea 18.

Insieme al Museo Civico in Palazzo Comunale e alla casa-studio di Fernando Melani, Palazzo Fabroni è un’istituzione pubblica, permanente e senza fini di lucro, che opera nell’ambito dei principi stabiliti dallo Statuto del Comune di Pistoia.

Al primo piano la collezione permanente consente un itinerario attraverso il panorama artistico dell’arte contemporanea dal dopoguerra ai giorni nostri. Intorno al grande salone centrale a doppio volume, individuato come luogo privilegiato per la riflessione sull’arte anche grazie all’imponente Scultura d’ombra di Claudio Parmiggiani sulle pareti, il percorso inizia con le sale monografiche che ospitano le opere di Mario Nigro, Gualtiero Nativi e Agenore Fabbri. Pistoiesi di nascita, si tratta di artisti che hanno svolto la maggior parte della loro attività fuor di Toscana percorrendo, a livello nazionale, la strada dell’Astrattismo e dell’Informale. Interamente dedicata al pistoiese Fernando Melani è la sala in cui sono collocate opere di dimensioni maggiori e particolari ‘progetti’ non ubicati nella casa-studio di Corso Gramsci. Un particolare approfondimento documentario è riservato proprio all’abitazione dove Melani ha vissuto e operato a partire dal secondo dopoguerra occupandone progressivamente tutti gli ambienti, in un’azione di totale interazione con lo spazio e le opere in esso contenute. Il percorso museale prosegue con le sale collettive che ospitano le opere donate al Comune di Pistoia da molti degli artisti intervenuti dal 1990 a Palazzo Fabroni con mostre personali o tematiche. I nuovi linguaggi dell’arte contemporanea – dall’Arte Povera al Concettuale, dalla Minimal Art alla Poesia visiva – vi si trovano testimoniati con opere di tutto rilievo di Roberto Barni, Bizhan Bassiri, Umberto Buscioni, Enrico Castellani, Giuseppe Chiari, Diego Esposito, Luciano Fabro, Alberto Garutti, Jannis Kounellis, Daniele Lombardi, Vittorio Messina, Nunzio, Claudio Parmiggiani, Alfredo Pirri, Renato Ranaldi, Gianni Ruffi, Daniel Spoerri, Marco Tirelli. Nell’autunno del 2011 la collezione si è arricchita di undici ritratti fotografici di artisti donati da Aurelio Amendola al Comune di Pistoia.

Patrimonio
Fondi civici originari, acquisizioni e donazioni.




Museo Casa Rodolfo Siviero

Sede e contatti
Lungarno Serristori 1-3, 50125 Firenze
Telefono: 055.2345219 / 055.4382652
E-mail: casasiviero@regione.toscana.it
Sito web: http://www.museocasasiviero.it/
Orari di apertura: sabato 10-18; domenica e lunedì 10-13.
Ingresso: gratuito.

Organi direttivi
Settore Musei della Regione Toscana

Breve storia e finalità
La casa e i suoi arredi sono stati lasciati in eredità alla Regione Toscana nel 1983 da Rodolfo Siviero, il cosiddetto “agente 007 dell’arte”, cui si deve il recupero di gran parte del patrimonio culturale trafugato dall’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. É un villino ottocentesco, acquistato da Siviero nel 1944. La casa-museo è aperta al pubblico dal 1991 ed è gestita direttamente dalla Regione Toscana, che ne cura la conservazione e la fruizione pubblica. L’ingresso è gratuito con orario il sabato dalle ore 10.00 alle 18.00; la domenica e il lunedì dalle 10.00 alle 13.00.

La casa-museo conserva ed espone la raccolta di Rodolfo Siviero, documenta il suo impegno nella difesa del patrimonio artistico pubblico, sostiene attività studi e progetti per approfondire la conoscenza del suo operato. Promuove iniziative di studio e di informazioni sui rischi di distruzione e dispersione del patrimonio culturale nel corso di conflitti armati. La Regione vi organizza mostre, conferenze, spettacoli, attività educative sempre in qualche modo legate alla figura di Siviero, alle opere della sua raccolta, alla sua attività di salvaguardia del patrimonio culturale, al periodo storico in cui si trovò ad operare.

Patrimonio
Le opere conservate nella casa museo non sono quelle recuperate da Siviero nel suo lavoro di capo della Delegazione per le Restituzioni istituita dal governo italiano nel 1946 e da lui diretta fino alla morte nel 1983; sono invece quelle che Siviero acquistò per il suo piacere di uomo di cultura che amava arredare la sua abitazione con opere d’arte sull’esempio dei grandi collezionisti di fine ottocento-inizio novecento come Horne, Bardini ecc… Ma la passione di Siviero nel raccogliere opere d’arte e la sua volontà di lasciarle in eredità come museo pubblico alla città di Firenze sono idealmente collegate al suo forte impegno e ai suoi straordinari successi nel ritrovare e riportare in Italia i capolavori che i nazisti avevano portato via durante la guerra e le opere che nel dopoguerra, per motivi commerciali o in seguito a furti, erano state illegalmente portate all’estero.

La raccolta è costituita da opere d’arte, mobili e suppellettili di varia natura, epoca e valore artistico ed è allestita con il criterio dell’arredo di una casa. Spazia da mobili, per lo piu’ di alta epoca, a raffinati oggetti d’uso ecclesiastici e domestici; reperti archeologici come ceramiche etrusche e sculture romane; opere d’arte medievali e rinascimentali: tavole fondo oro, dipinti su tela, sculture in marmo, bronzo legno e terracotta per arrivare fino a un rilevante nucleo di opere di artisti del Novecento con i quali Siviero intrattene rapporti di amicizia e collaborazione culturale. Nel gruppo novecentesco della raccolta si segnalano una ventina di opere di Giorgio De Chirico, artista che negli anni Venti soggiornò e lavorò a lungo in questa casa, per l’amicizia con lo storico dell’arte Giorgio Castelfranco, che allora vi abitava con la sua famiglia. Vi sono inoltre disegni e medaglie di Giacomo Manzù; dipinti di Ardengo Soffici e Pietro Annigoni; sculture di Antonio Berti; disegni di Bruno Becchi, il giovane artista fiorentino che collaborò con Siviero durante la Resistenza e morì nell’agosto 1944 colpito da un cecchino durante la battaglia per la liberazione di Firenze.

Di notevole interesse per la storia del Novecento anche il fondo fotografico con una ricca documentazione sulle mostre delle opere recuperate; alcuni documenti d’archivio e la biblioteca con libri di importanti personaggi della cultura del Novecento che furono amici di Siviero.

 




Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana

Sede e contatti
Via di Cantagallo 250, 59100 Prato (Loc. Figline)
Telefono: 0574.470728
0574.461655
Sito web: http://deportazione.po-net.prato.it/
Orari di apertura: Museo – da lunedì a venerdì 9.30-12.30; lunedì e giovedì, sabato e domenica 15-18. Centro di documentazione – lunedì e giovedì 15-18.

Organi direttivi
Soci fondatori: Comune di Cantagallo, Comune di Carmignano, Comune di Montemurlo, Comune di Poggio a Caiano, Comune di Prato, Comune di Vaiano, Comune di Vernio, ANED – Associazione Nazionale ex Deportati sez. Prato ANPI – Associazione Nazionale Partigiani sez. di Prato Comunità Ebraica di Firenze.
Presidente: Aurora Castellani
Direttore: Camilla Brunelli

Breve storia e finalità
Il Museo della Deportazione è stato inaugurato il 10 aprile 2002, alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, grazie all’instancabile lavoro dell’ANED e dell’allora suo Presidente Roberto Castellani, e al Comune di Prato che decide di realizzarlo. È una delle poche strutture museali in Italia a essere dedicata alla conservazione della memoria della deportazione. Nel 2008 il Museo è diventato Fondazione con il nome di Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana, nel 2012 è stato accreditato come museo di rilevanza regionale. La Fondazione ha tra le proprie finalità quella di avvicinare i visitatori, soprattutto le nuove generazioni, alle vicende storiche che hanno caratterizzato la prima metà del Novecento. Ogni anno sono migliaia gli studenti in visita provenienti perlopiù dalle Province di Firenze, Prato e Pistoia ma anche da altre località italiane ed estere. Attraverso la sua costante attività culturale, didattica, di documentazione e di ricerca la struttura permette, in particolare, di approfondire le tematiche legate alle persecuzioni e deportazioni nei campi di concentramento e di sterminio nazisti, ai movimenti di resistenza e di opposizione al fascismo e al nazismo.

Presso il Museo vengono organizzate visite guidate, proiezioni di film/documentari, laboratori di indagine sulle fonti storiche. Sono inoltre promosse iniziative e corsi di aggiornamento per insegnanti sui temi legati prevalentemente al periodo della Seconda guerra Mondiale e sono ospitati convegni, conferenze, presentazioni di libri e film, spettacoli teatrali e musicali, mostre temporanee, anche in collaborazione con i maggiori studiosi di storia contemporanea italiani e stranieri. La Fondazione cura iniziative dedicate alla memoria per conto dei fondatori, della Regione Toscana e di altri enti pubblici.

La Fondazione si occupa della progettazione di viaggi studio e di attività legate al “Giorno della Memoria”, istituito con la Legge dello Stato n. 211 del 20 luglio 2000, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. La struttura è stata inoltre incaricata per le edizioni 2009, 2011 e 2013 del coordinamento e dell’organizzazione del progetto “Treno della Memoria” della Regione Toscana, delle edizioni 2012 e 2014 del Meeting al Nelson Mandela Forum che ha coinvolto ogni anno oltre 8.000 studenti della Toscana e della realizzazione di altri eventi correlati come la mostra “Il processo. Adolf Eichmann a giudizio” in collaborazione con la Fondazione Topografia del Terrore di Berlino. Il Museo è un luogo vivo, di confronto, che lavora per la conservazione della memoria storica e per la sensibilizzazione dei giovani sui temi della Pace e dei diritti universali dell’uomo.

Patrimonio
Il percorso nel museo della Deportazione è concepito come un viaggio simbolico in un campo di concentramento e di sterminio nazista, quel percorso di sofferenza e di morte compiuto da milioni di donne e di uomini, arrestati per motivi razziali, politici o di “igiene sociale”, vittime del progetto nazista attuato durante il secondo conflitto mondiale.

In una prima sala sono esposti pannelli di carattere storico con schede, documenti e cartine sul sistema concentrazionario nazista, sull’organizzazione interna del lager, sulla deportazione dall’Italia, sulla persecuzione degli ebrei in Toscana, sulla vicenda regionale della deportazione politica e altri con testi, foto e cartine dedicate al campo di Ebensee. Tra gli autori di queste schede ci sono storici importanti come Enzo Collotti.

Nella seconda sala del Museo, con un suggestivo allestimento scuro di forte impatto realizzato dall’architetto Alessandro Pagliai, si introduce il visitatore al contatto con la realtà e i simboli del campo di concentramento (KZ). I vari oggetti esposti posseggono un indubbio valore di testimonianza e sono illustrati da didascalie con citazioni tratte dalla memorialistica, da interviste di superstiti prevalentemente toscani e anche dai libri di Primo Levi.

Nel settembre 2010 è stato inaugurato un nuovo e moderno percorso museale audiovisivo “CON I MIEI OCCHI – voci e volti di superstiti dei campi di concentramento e sterminio nazisti”, realizzato grazie al contributo dell’Unione Europea. Il percorso è composto da sette postazioni video, con trasmissione diretta nelle cuffie distribuite ai visitatori,  nelle quali  appaiono testimoni, ebrei sopravvissuti al genocidio e deportati politici prevalentemente  toscani, ma anche sinti e rom, omosessuali e testimoni di Geova che raccontano le loro esperienze secondo un percorso suddiviso a tappe tematiche in cui vengono narrati vari aspetti della deportazione come l’arrivo, la vita e la morte nel campo, le selezioni e lo sterminio.




Museo di arte contemporanea e del Novecento

Sede e contatti
Villa Renatico Martini, via di Gragnano 349, 51015 Monsummano Terme (Pistoia)
Telefono: 0572.952140
E-mail: museoarte@comune.monsummano-terme.pt.it
Sito web: http://www.macn.it/
Orari di apertura: lunedì, giovedì, venerdì 15.30 – 18.30 (ora solare); 16 – 19 (ora legale); mercoledì 9.30 – 12.30; sabato e domenica 9.30 – 12.30 e 15.30 – 18.30 (ora solare) o 16 – 19 (ora legale)

Organi direttivi:
Direttore: Marco Giori
Responsabile scientifico: Paola Cassinelli

Breve storia e finalità
Il Museo di arte contemporanea e del Novecento di Monsummano Terme è ospitato all’interno della Villa Renatico Martini, fatta costruire da Ferdinando Martini dal 1885 al 1886.
La Villa Renatico Martini dal 1988, anno di inaugurazione quale spazio di rappresentanza del Comune di Monsummano Terme, ha ospitato esposizioni culturali di vario genere organizzate dall’amministrazione comunale, in collaborazione con importanti istituti culturali. Dal 2000 la Villa è divenuta sede del Museo di arte contemporanea e del Novecento e luogo espositivo per mostre d’arte contemporanea, conferenze e seminari di studi, concerti di musica da camera, cinema e teatro all’aperto durante la stagione estiva. Il museo ha riaperto nel 2005, dopo un adeguamento agli standard museali richiesti dalla Regione Toscana. I lavori hanno permesso la riorganizzazione degli spazi interni, adattandoli alle esigenze del museo con la realizzazione degli impianti di climatizzazione, antincendio e di allarme.
Il museo ha ha ottenuto dalla Regione Toscana la qualifica di “Museo di rilevanza regionale” ai sensi della Legge regionale n. 21 del 25 febbraio 2010.

Patrimonio
Dipinti, sculture, grafica con opere dalla seconda metà del Novecento ad oggi (oltre 170 pezzi). Il museo ospita un nucleo permanente di opere di pittura, grafica e scultura di artisti di ambito locale (Collezione Civica “Il Renatico”) ed organizza periodicamente esposizioni temporanee ed eventi. Tra le opere presenti nel Museo quelle di Pietro Annigoni, Vinicio Berti, Ferdinando Chevrier, Lamberto Pignotti, Eugenio Miccini, Ketty La Rocca.
Il museo dispone di un Fondo bibliotecario (Fondo Mac,n) composto da 1201 volumi a carattere prettamente storico-artistico con particolare e importante riferimento all’arte contemporanea del XX e XXI secolo (con testi relativi alle diverse correnti artistiche della contemporaneità, cfr informale, performance artistiche, etc) a cui si aggiungono numerosi cataloghi di esposizioni fatte a Villa Renatico Martini o in altri luoghi, molti dei quali relativi ad artisti di spicco del XX e XXI secolo.

Tra il materiale catalogato compare un ricco fondo di testi sull’arte del secolo XIX e in generale sulle diverse correnti artistiche a cui si associano specifiche riviste di ambito artistico e di carattere locale. La biblioteca del Mac,n è in continuo aggiornamento e si pone come un vero e proprio fiore all’occhiello nel campo dell’arte contemporanea.
La catalogazione, promossa dal Comune di Monsummano Terme e dalla Biblioteca Comunale “Giuseppe Giusti” con il contributo anche della Rete Provinciale delle biblioteche, va ad arricchire il già cospicuo patrimonio presente nell’Opac di rete, fornendo in questo caso uno specifico ambito destinato ad un’utenza di studenti, studiosi e cultori della materia.

 




Museo Archivio della Memoria (MAMB)

Sede e contatti
Sezione documentale:

Piazza Marconi, 7, Bagnone (Massa-Carrara)
Telefono: 0187427828
0187427833
E-mail: biblioteca@comune.bagnone.ms.it; affarigenerali@comune.bagnone.ms.it
Sito web: http://www.museoarchiviodellamemoria.it/index.php
Orari di apertura: dal lunedì al giovedì 8.30-13; venerdì 15-18
Sezione didattica-multimediale dedicata al Novecento:
Piazza Roma, Sala del Consiglio
Telefono: 01871953195
Orari di apertura: lunedì, giovedì e venerdì 15-18; sabato 9-12

Organi direttivi
Direttore: Francesca Guastalli

Breve storia e finalità
Nel corso della sua attività, iniziata nel 2004 con la partecipazione al Progetto regionale La Toscana e Le Americhe, il MAMB ha operato per la costituzione di un archivio della memoria scritta ed orale, seguendo direttive di ricerca storica e di multimedialità, in collaborazione con le politiche di Porto Franco della Regione Toscana e dell’Università di Firenze attraverso la direzione scientifica della prof.ssa Adriana Dadà, con laboratori di formazione storica indirizzati agli alunni delle scuole di base e superiori, facendo del rapporto di genere il fulcro di una ricerca sul mondo sociale Lunigianese, con particolare attenzione a quello femminile attraverso i temi del lavoro, dei diritti, dei movimenti e della politica, dal dopoguerra ad oggi (Progetto Donne di Lunigiana Parte I e II; Le Barsane; progetto didattico Vite oltre confine; progetto di ricerca-azione laboratorio storico-teatrale (scrittura e realizzazione) con scuole medie superiori Valigie di cartone).

La ricerca-azione è partita dai delicati problemi sociali che la seconda guerra mondiale e la Resistenza hanno evidenziato nelle popolazioni locali (progetto La memoria ritrovata. Donne, uomini e bambini tra guerra e dopoguerra) ed è giunta ad analizzare, attraverso le dinamiche dello specchio, i nuovi percorsi migratori e l’interculturalità della società attuale (progetto Migranti ieri e oggi con realizzazione del video Da Bagnone a Casablanca: da Bruno a Omar).

L’ attività del MAMB si proietta al suo esterno per mezzo di una serie di iniziative e servizi che cercano di mantenere vitale il legame con il territorio, la sua gente e la sua cultura. Pubblicazioni, presentazioni, conferenze e seminari di studio, mostre temporanee offrono costanti occasioni per interagire con un pubblico ampio e diversificato.

Il Museo si propone come luogo privilegiato nel quale preservare la memoria e sollecitare la curiosità nei confronti degli eventi del passato. Itinerari didattici e specifici progetti di ricerca contribuiscono a realizzare questa funzione. Il Museo intende promuovere la conoscenza degli strumenti critici utili alla migliore comprensione dei processi storici relativi all’ età moderna e contemporanea, con particolare riferimento al territorio montano della Lunigiana. La valorizzazione del proprio patrimonio storico-artistico e storico-documentario, nonché la promozione della formazione e dello studio in campo storico, costituiscono gli strumenti principali per il raggiungimento di obiettivi che si ispirino ai valori del dialogo democratico, dello scambio interculturale, della tolleranza religiosa, dell’ uguaglianza fra i sessi e del rispetto dei diritti umani, così come espressamente enunciati nelle carte costitutive dei principali organismi sovranazionali. Il Museo auspica di contribuire al rafforzamento di questi valori nella coscienza civile di ogni cittadino.

La sede è nel Palazzo della Cultura, Piazza Marconi 7 (direzione e amministrazione, laboratorio di formazione, videoteca, ricercatori; la biblioteca e gli archivi). Hanno sede presso tale Palazzo la sezione didattica documentaria , ubicata in continuità logistica e operante in stretta sinergia didattica e culturale con l’Archivio Comunale (servizi di Archiweb). Apposita sezione dedicata alla memoria orale e al Novecento è stata istituita in modalità multimediale in Piazza Roma presso il Palazzo del Consiglio (sale didattiche multimediali). Il Museo è il centro delle azioni di conoscenza del Parco culturale e naturale della Valle del Bagnone.

 




Casa Museo Ugo Guidi (MUG)

Sede e contatti
Via M. Civitali 33, 55042 Forte dei Marmi (Lucca)
Telefono: 0585.348510 / 348.3020538
E-mail: museougoguidi@gmail.com
Sito web: http://www.ugoguidi.it/
Orari di apertura: Il Museo è aperto tutto l’anno ed è visitabile gratuitamente su prenotazione.

Organi direttivi
Curatore: Vittorio Guidi
Il museo è promosso dalla associazione Amici del Museo Ugo Guidi Onlus  con presidente Claudio Cresti.

Breve storia e finalità
La casa-museo è l’ultima e unica testimonianza della feconda stagione culturale del secondo ‘900 presente a Forte dei Marmi, dove Ugo Guidi (1912-77) ha vissuto e realizzato tutte le sue sculture. In essa si possono ammirare oltre 500 opere, tra sculture, disegni e tempere, che vanno dagli anni ’40 al ‘77 e che mostrano lo sviluppo del maestro dal classico fino all’astratto.  Oggi è MUSEO UGO GUIDI – MUG – luogo di cultura in cui vengono allestite mostre di artisti scomparsi, di artisti affermati, di giovani promettenti, di studenti di Accademie e Istituti superiori spinti a dialogare con opere, video, performance, installazioni suscitate dalle emozioni nate dal rapporto instaurato con le opere di Ugo Guidi. Si progettano partecipazioni con musei, fondazioni e gallerie d’arte in collaborazione con il Ministero dei Beni Artistici e Culturali, la Regione Toscana e ICOM.

L’Ass. “Amici del Museo Ugo Guidi onlus” e Museo Ugo Guidi organizzano dal 2009 la mostra “Il Maestro presenta l’Allievo”, selezione dei migliori studenti delle Accademie d’Italia segnalati dai loro docenti con l’adesione delle 20 Accademie di BB.AA. italiane, con riconoscimento testimoniato dalle medaglie del Presidente della Repubblica, del Presidente del Senato e della Camera.

Nel museo si presentano libri e si leggono poesie, nel giardino vengono allestite piccole rappresentazioni teatrali e concerti, viene inoltre proposta un’attività didattica per bambini e studenti che crei stimoli creativi nella cartapesta e in altri materiali in collaborazione con privati ed associazioni.

La casa-museo è stata inserita nelle Case della Memoria della Toscana ed è stata aperta per le Giornate di Primavera del FAI (Fondo Ambiente Italiano) e segnalata da Italia Nostra tra le piccole realtà museali d’eccellenza in Italia. E’ inoltre inserita nelle guide del Touring Club Italiano e della Lonely Planet Toscana.

La Soprintendenza di Lucca/Massa Carrara ha catalogato le sculture.

Mostre e iniziative culturali in tutta Italia e all’estero fanno richiesta del patrocinio del Museo.

Il Museo Ugo Guidi – MUG – è luogo d’arte e cultura  ed è stato inserito nel prestigioso sito delle Case Museo Italia www.casemuseoitalia.it ed è presente su Tripadvisor, inoltre fa parte dal 2013 del “Circuito museale degli itinerari versiliesi della pietra e del marmo” che comprende sei musei della Versilia. Dal 2007 ad oggi sono state allestite oltre 80 mostre d’arte contemporanea.

Patrimonio
Il Museo contiene oltre 500 sculture di Ugo Guidi e molti suoi disegni e dipinti.