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Archivio Storico della Città di Piombino “Ivan Tognarini”

Sede e contatti

Casa delle Bifore, via Ferruccio n. 18, 57025 Piombino (LI)

Tel. 0565.63361

E-mail: archiviostorico@comune.piombino.li.it

Sito Web: https://www.comune.piombino.li.it/pagina18171_archivio-storico.html

Pagina FB: https://www.facebook.com/archiviostoricoPiombino/?fref=ts

 

ORARI

lunedì, martedì, giovedì 9.00 – 13.00

mercoledì e venerdì 9.00 – 13.00 e 14.30 alle 17.30

sabato chiuso

Durante il periodo estivo o in occasione di festività l’orario può subire cambiamenti

Per accedere alle sale si consiglia di prenotare

Accesso ai disabili solo al piano terra

 

Direzione e Coordinamento

Gabriella Fabbri  0565/63296

gfabbri@comune.piombino.li.it

Informazioni e consultazione materiale documentario:

Veronica Muoio

 

Breve storia e finalità

L’Archivio Storico della Città di Piombino inizia la propria attività nel 1990, alla fine del decennio che ha conosciuto la ripresa di un forte interesse per la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale esistente sul territorio.
L’amministrazione comunale individuò la sede della sezione separata dell’archivio nella Casa delle Bifore, abitazione civile del XIII secolo nei pressi del Palazzo Comunale nel centro storico della città. La Casa delle Bifore, unica testimonianza rimasta del nucleo abitativo più antico, è stata acquistata negli anni ’80 del Novecento dal Comune di Piombino ed era stata sottoposta ad un accurato restauro ad opera dall’architetto Italo Insolera.
Nella sezione separata d’archivio istituita presso la Casa delle Bifore fu trasferito nel 1990 il fondo comunale; nel 1994 si aggiunse la documentazione relativa al periodo in cui Piombino era uno Stato autonomo, 162 unità che coprono un arco temporale che corre dal 1441 al 1815. Questa documentazione era stata depositata nel 1912 a titolo cautelativo presso l’archivio di stato di Pisa.
Fin dalla sua nascita, l’archivio storico affianca alle tradizionali funzioni di conservazione, tutela, acquisizione dei fondi documentari di valore storico un intenso programma di attività promozionali e di valorizzazione (esposizioni, pubblicazioni, attività didattiche e formative), con l’obiettivo di realizzare un servizio aperto all’interazione con le associazioni, le scuole e i vari soggetti che operano per la promozione e valorizzazione culturale del territorio.
Il notevole incremento del patrimonio, avvenuto tra la fine del 1900 e i primi anni 2000 attraverso donazioni e depositi, ha permesso di raccogliere un patrimonio ampio e articolato tipologicamente, in grado di fare luce sulle vicende di un territorio ricco di storia: dall’antico stato autonomo degli Appiani prima e dei Ludovisi Boncompagni poi, al principato di Elisa Bonaparte Baciocchi, fino alle recenti vicende che hanno visto la nascita e lo sviluppo di uno dei più grandi poli siderurgici nazionali.
Il 27 febbraio 2019 il Consiglio Comunale con delibera n. 28 ha intitolato l’archivio storico della Città di Piombino al prof. Ivan Tognarini (scomparso il 15 marzo 2014) come riconoscimento del grande impegno nello studio e valorizzazione della storia del territorio e nella difesa del patrimonio industriale e culturale della città.

Le attività dell’archivio
• conservare e restaurare la documentazione
• riordinare ed inventariare i fondi creando strumenti adatti alla ricerca
• offrire assistenza alla ricerca e alla consultazione dei documenti
• valorizzare il patrimonio anche mediante attività didattiche, formative e di orientamento
• cooperare con gli istituti del Sistema documentario del territorio livornese (SDTL) nella definizione di progetti e programmi comuni.

Patrimonio documentario
L’Archivio storico del Comune di Piombino conserva un ricco e vasto patrimonio documentario relativo alla storia di Piombino e del suo territorio a partire dal 1441.
Il nucleo principale è costituito dal fondo comunale, l’insieme dei documenti prodotti e ricevuti dal Comune di Piombino nel corso della sua storia e nello svolgimento dell’attività istituzionale: tra questi è conservato il fondo dell’Opera di S. Antimo e della Fattoria di Vignale.
Nel fondo comunale è compreso anche un fondo iconografico contenente mappe, piante di progetti, prospetti, catasti e stampe e un ricco fondo fotografico che documenta eventi, luoghi e fatti storici della città e del territorio.
Nel tempo sono confluiti nell’archivio storico anche gli archivi di enti le cui funzioni sono state trasferite al Comune, quali l’archivio dell’Ente Comunale di Assistenza (ECA) e dell’Ente nazionale assistenza orfani lavoratori italiani (Enaoli), e gli archivi di enti soppressi, come l’archivio dell’Ospedale di Piombino, che conserva una documentazione interessante per ricostruire la storia demografica e sociale del territorio.

In seguito a versamenti, donazioni e lasciti di privati, l’archivio nel corso degli anni si è arricchito di fondi documentari di grande rilievo storico e culturale:
archivi di enti: Camera del lavoro di Piombino e sezione locale del Partito Comunista Italiano
archivi di famiglia: famiglia Bartalini – Zannellini – Gaggero
archivi di persona: Romualdo Cardarelli, Amulio e Ivan Tognarini, Michele Lungonelli, Mauro Carrara
fondi iconografici e fotografici: collezione di fotografie di Luigi Magnani, collezione di cartoline di Valerio Guerrieri, collezione di fotografie di Pino Bertelli, fondo fotografico del PCI, fondo fotografico della CGIL.
Archivi di impresa: fondo documentario e fotografico delle Acciaierie di Piombino
Oltre alla documentazione archivistica, fotografica, iconografica, sono annessi al patrimonio archivistico alcuni fondi bibliografici:
• Biblioteca Romualdo Cardarelli: circa 4000 volumi, contiene testi rari e antichi tra cui cinquecentine, volumi seicenteschi decorati con stampe e incisioni, periodici e libri moderni ricchi di annotazioni e glosse dello studioso
• Biblioteca Bartalini – Zannellini – Gaggero: circa 500 volumi, si compone di saggi politici, sociologici, pedagogici, testi di storia risorgimentale, opuscoli e riviste. Libri moderni databili a partire dalla fine dell’Ottocento
• Biblioteca dell’Ospedale civile e della sezione locale del Partito Comunista Italiano: testi specialistici, riviste e opuscoli

Qui è possibile leggere maggiori informazioni e scaricare la guida dell’archivio
https://www.comune.piombino.li.it/pagina19025_patrimonio-documentario.html
Qui è consultabile il fondo bibliografico
https://opacsol.comune.livorno.it/SebinaOpac

Patrimonio documentario
Archivio del Comune di Piombino
Preunitario, 1441-1865 (800 unità tra registri e filze)
Postunitario, 1865-1923 (anche protocolli delle deliberazioni fino al 1960) (1200 unità)
Archivio dell’Ente Comunale di Assistenza, 1937-1977 (370 unità)
Archivio dell’Ospedale Civile di Piombino, 1612-1973 (2000 unità)
Biblioteca ed emeroteca annesse all’Archivio dell’ospedale (circa 5000 unità)
Archivio di Romualdo Cardarelli, secc. XIII-XIX (218 buste contenenti circa 26000 carte di lavoro con copie manoscritte di documenti e appunti)
Biblioteca di R. Cardarelli (4000 volumi)
Archivio Bartalini-Zannellini-Gaggero, 1833-1987 (570 buste)
Biblioteca Bartalini-Zannellini-Gaggero (1100 volumi)
Archivio della Camera del Lavoro di Piombino, 1945-1986 (300 unità)
Fondo fotografico annesso all’Archivio della CGIL, anni 1940-‘90 (1200 tra foto e diapositive)
Fondo di Amulio Tognarini (pervenuto insieme all’archivio della CGIL, c.a 1000 fascicoli di fotocopie di vario contenuto)
Archivio di Ivan e Federigo Tognarini (carte di lavoro dello storico I. Tognarini e documenti del padre Federigo)
Archivio fotografico Lucchini S.p.A., fine ‘800- primi anni 2000 (circa 30 000 unità tra foto a stampa, lastre, filmati VHS)
Collezione fotografica del P.C.I., anni 1930-’90 (circa 1000 fotografie)
Collezione di cartoline di Valerio Guerrieri, fine ‘800- 1980 (3000 unità)
Collezione di Luigi Magnani, fine ‘800-1995 (29 album di fotografie e cartoline , c.a. 1000 foto, e 5 buste di appunti)
Fondo cartografico, stampe, fotografie, diapositive, audiovisivi (c.a. 1000 pezzi, 1583- 1980)

 




BidibiBook La Biblioteca di Riotorto

Sede e contatti
via della Bottaccina n.13/D 57025 Riotorto, Piombino (Livorno)
Telefono: 0565.63412
E-mail: biblioriotorto@comune.piombino.li.it
Sito web: http://bibliotecariotorto.weebly.com/index.html
Orari di apertura: dal 15 settembre al 15 giugno: lunedì, giovedì, venerdì 15-19; martedì e sabato 9-13; mercoledì chiuso. Dal 15 giugno al 15 settembre: lunedì 17-20; martedì, giovedì, venerdì e sabato 8.30-13; mercoledì chiuso.

Organi direttivi
Responsabile biblioteca: Gabriella Fabbri

Breve storia e finalità
La Biblioteca di Riotorto, sede distaccata della Biblioteca Civica Falesiana, è stata istituita nel 1982, con atto del Consiglio Comunale di Piombino, come servizio culturale per gli abitanti di Riotorto.
Dal 2011 la biblioteca si chiama BiDiBi Book, nome scelto dalle scuole del paese al termine di un percorso di rinnovamento della struttura e dei servizi offerti.

Principali servizi offerti:
Prestito libri, riviste, dvd, prestito interbibliotecario, connessione wi-fi gratuita, postazioni internet, spazio bambini, attività di promozione culturale: presentazione libri, conferenze, letture animate.

Patrimonio
dotazione documentaria totale: 8515
riviste: 18
dvd: 160 circa




Parco Letterario “Giosué Carducci” (Castagneto Carducci)

Sedi e contatti
Centro di valorizzazione “Casa Carducci
via Carducci, 59,  57022 Castagneto Carducci
Telefono: 0565.765032
Fax: 0565.763845
Orari di apertura: aperta festivi e prefestivi dalle ore 15 alle 18
Dal 15 giugno al 16 settembre:
Mattino 10 – 13.00
Pomeriggio 16.30 – 19.30
(Luglio e agosto aperti anche il lunedì)

Museo Archivio Carducci
via Carducci 1,  57022 Castagneto Carducci
Telefono: 0565.765032
E-mail: castagneto.archivio@comune.castagneto-carducci.li.it
Sito web: 
http://parchiletterari.com/parchi/carducci/index.php
Associazione Culturale Messidoro
Sede Parco Letterario
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 10-13
Dal 15 giugno al 16 settembre: 
Mattino 10-13.00
Pomeriggio 16.30 – 19.30
Ingresso libero
(Luglio e agosto aperti anche il lunedì)

Breve storia e finalità
Chi si trovi a percorrere le strade del  territorio di Castagnetato Carducci non potrà fare a meno di notare le indicazioni segnaletiche per un “Parco Letterario“. Ma sarebbe fuori strada chi cercasse un giardino o una riserva naturalistica semplicemente perché nel “parco” ci si trova già. Il Viale di Bolgheri, il Borgo di Castagneto, la casa del l’infanzia del Carducci, la Torre di Donoratico, come luoghi di vita e di ispirazione del Poeta, sono già un “Parco Letterario”. Visitarli e percorrerli con la disposizione emotiva giusta può diventare un vero e proprio “viaggio sentimentale”.

“I Parchi Letterari” nascono da un idea di Stanislao Nievo, scrittore e romanziere, che nel 1992 creò la Fondazione Ippolito Nievo con il patrocinio dell’UNESCO. Il Parco Letterario Giosuè Carducci è una qualifica che il Comune di Castagneto Carducci ha assunto nel 1995 mediante una convenzione con la stessa Fondazione e Legambiente Toscana. Il Parco è attualmente l’unico in Toscana ed uno dei più dinamici tra quelli istituiti, ormai una decina in tutta Italia.

Il Parco Letterario “G. Carducci” è gestito, dal 1998, dalla Associazione Culturale Messidoro costituitasi in seguito ad un corso di formazione professionale per operatore parco letterario, organizzato dallo stesso Comune e dalla Provincia di Livorno.

I luoghi fisici da visitare  del Centro di Valorizzazione sono:  Casa  G. Carducci, Museo Archivio G. Carducci, beni paesaggistici del Comune di Castagneto Carducci

Patrimonio
Centro di valorizzazione “Casa Carducci
Aperto al pubblico nel 1992 in seguito ad una convenzione tra il Comune di Castagneto Carducci e la famiglia proprietaria Espinassi Moratti, il Centro ha come proprio scopo quello di rievocare il legame di affezione che per molto tempo unì Carducci a Castagneto. Si deve ricordare infatti che il medico Michele Carducci, padre dello scrittore, esercitò la professione a Bolgheri dal 1838, ma per le sue convinzioni progressiste e libertarie e per gli attriti con la parte più conservatrice della popolazione, si vide costretto nel 1848 a traslocare nella più tranquilla Castagneto, dove alloggiò fino al 1849. Dopo di allora, tra il 1879 ed il 1894, il poeta venne ospitato annualmente nella casa della famiglia Espinassi Moratti; fu questa l’epoca delle “ribotte”, un lungo e cordiale corollario all’attaccamento alla Maremma. L’antica permanenza del piccolo Giosuè nella residenza è ricordata dalla lapide commemorativa posta sopra la facciata del palazzo; la stanza interna ed il mobilio, messi a disposizione dagli eredi dei precedenti proprietari, intendono evocare il fascino discreto degli antichi interni familiari che fecero da sfondo alla presenza castagnetana del Carducci.

Il Museo Archivio Carducci

Il Museo Archivio Carducci

Museo Archivio Carducci
Il museo carducciano  ubicato nello storico Palazzo Comunale ,propone i maggiori momenti dell’attività letteraria del poeta, legata ai suoni e ai profumi della Maremma pisana divenuta fonte d’ispirazione per le sue celebri poesie come “Davanti San Guido”, “Traversando la Maremma Toscana”e “San Martino”, che hanno portato il Carducci ad essere conosciuto come il poeta della Natura, dei valori semplici e genuini.
Infatti nelle sue opere rimane costante la rievocazione del paesaggio rurale e contadino di Bolgheri e Castagneto, dove Carducci trascorse i primi anni della sua infanzia, e dove tornò per brevi soggiorni quando ormai era un poeta celebre ed affermato.

Giosuè Carducci nasce a Val di Castello in Versilia il 27 Luglio 1835.
Si trasferisce con la famiglia a Bolgheri nel 1838, quando il padre Michele ottiene la licenza di medico nella Contea di Donoratico, di proprietà dei Della Gherardesca.
Qui Giosuè trascorse un’infanzia felice, dedita alla lettura e allo studio dei classici.
Nel Maggio del 1848 a seguito di alcune fucilate sparate in direzione dello studio del padre (che si era scontrato con le autorità locali) fu costretto con la famiglia a trasferirsi a Castagneto Marittimo dove risedette per circa un anno. In questo anno il giovane Carducci si avvicina alla poesia del Giusti, poeta satirico toscano, mentre il padre Michele partecipa attivamente alla vita politica castagnetana che risentiva del clima rivoluzionario dei moti italiani del ’48, ma dopo nuovi scontri con i Della Gherardesca abbandonano Castagneto.
Si  trasferiscono a Firenze, dove Giosuè terminerà gli studi classici e incontrerà la futura moglie Elvira Menicucci.
Nel 1855 si laurea alla Scuola Normale Superiore di Pisa in Filosofia e Filologia, fino ad ottenere la cattedra di Eloquenza Italiana all’Università di Bologna, dove insegnerà per 44 anni.
Nel 1890 viene nominato senatore a vita per meriti letterari, mentre nel 1906 è il primo italiano a ricevere il Premio Nobel per la letteratura.
Muore a Bologna il 16 Febbraio 1907.

Nei materiali correlati trovate gli approfondimenti sui pannelli che si trovano nel Museo Archivio Carducci





Centro di documentazione di Villa Lanzi (Campiglia Marittima)

Sede e contatti
Presso il Parco archeominerario di San Silvestro, via di San Vincenzo 34/b, Campiglia Marittima (LI)
Telefono: 0565.226445
Fax: 0565.226521
E-mail: prenotazioni@parchivaldicornia.it
Sito web: http://www.parchivaldicornia.it/it/centro-doc-villa-lanzi.html

Organi direttivi
La struttura è gestita dalla Parchi Val di Cornia SpA
Presidente: Francesco Ghizzani Marcìa

Breve storia e finalità
Villa Lanzi è un edificio cinquecentesco voluto da Cosimo I de’ Medici per ospitare le maestranze specializzate provenienti dalla Germania, i Lanzi, chiamate a lavorare nelle miniere di Campiglia Marittima. L’edificio fu costruito nel 1556, su progetto di Baldo da Lutiano e, nonostante le consistenti modifiche architettoniche subite, conserva l’originario aspetto residenziale, differenziandosi dai fabbricati di carattere industriale presenti nel Parco di San Silvestro.
La Villa, posta a fianco dell’Ostello di Palazzo Gowett nell’area di Valle Lanzi, fronteggia la Rocca di San Silvestro, ed è oggi il centro di raccolta e conservazione della documentazione relativa agli studi, alle ricerche e ai progetti riguardanti il territorio della Val di Cornia, con particolare riferimento al sistema dei Parchi. Conserva inoltre nel proprio Archivio l’intera documentazione storica prodotta dall’ultima società mineraria (la Miniera di Campiglia S.p.A) che ha svolto attività estrattiva nel Campigliese tra gli anni ’50 e gli anni ’70 dello scorso secolo.
Immersa nella quiete delle colline di Campiglia Marittima e dotata di ampie e luminose sale, Villa Lanzi si presenta anche quale sede ideale per lo svolgimento di corsi formativi, seminari, tavole rotonde e convegni, attività laboratoriali rivolte a scuole primarie e secondarie, meeting o convention aziendali, attività ricreative varie.

Il patrimonio e le attività
Il Centro di Villa Lanzi è nato con lo scopo di promuovere e coordinare le attività di documentazione, formazione, consulenza e organizzazione di corsi sui temi che riguardano la tutela, la gestione e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali del territorio.
Molte delle attività già ospitate a Villa Lanzi sono nate in collaborazione con Università italiane e straniere e con Centri di Formazione professionale qualificati con l’obiettivo di creare una saldatura tra formazione, ricerca scientifica e fruizione. L’attività di documentazione riguarda il reperimento e la sistematizzazione di Fondi archivistici (documentari e cartografici) concernenti le attività minerarie svolte nel Campigliese.

All’interno della struttura è in allestimento una biblioteca tematica sull’Archeologia mineraria e industriale e sui sistemi di gestione dei Beni Culturali e Ambientali ed è conservata la documentazione delle ricerche archeologiche, ambientali e naturalistiche svolte negli ultimi anni nel territorio dei Parchi della Val di Cornia. Questa documentazione può essere consultata su richiesta contattando direttamente il centro. Nell’archivio sono inoltre raccolti tutti i progetti che la Parchi Val di Cornia Spa ha prodotto, a partire dal 1993, per la realizzazione del Sistema dei Parchi.

I temi della formazione sono sviluppati sui diversi stadi e livelli del percorso formativo: dalla realizzazione di laboratori didattici per le scuole, a corsi di formazione, master, convegni, seminari, attività di ricerca e meeting in particolare sui temi legati alle peculiarità del territorio (archeologia e architettura del paesaggio, archeologia mineraria e archeometallurgia, geologia etc..) e più in generale sulla gestione dei beni ambientali e culturali.
L’attività di consulenza consiste nella organizzazione di attività di ricerca, di stage e formazione tramite contatti con le Università, con le Agenzie formative, con istituti e centri di ricerca, oltre che attraverso docenze interne di personale specializzato sul sistema di gestione, valorizzazione e conservazione dei beni culturali.
Il Centro offre inoltre la possibilità di affittare le proprie sale per l’organizzazione di convegni, seminari e corsi da parte di soggetti esterni, che possono, su richiesta, usufruire del servizio di segreteria e hostess.
Il Centro Villa Lanzi è aperto tutto l’anno su prenotazione.

 

 




Archivio Storico del Movimento Operaio e Democratico Senese (ASMOS)

Sede e contatti
Via San Marco, 90 – 53100 Siena (SI)
Telefono: 0577.284244
E-mail: asmos_archivio@libero.it
Sito web: http://www.retedocumentaria.siena.it/index.php/rete/archivi/archivio-storico-movimento-operaio-democratico-senese-asmos/
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=29869&RicProgetto=reg-tos

Organi direttivi
Referente: Marisa Ciuccariello, Vittoria De Dominicis.
Responsabile: Archivio storico del Comune di Siena.

Breve storia e finalità
L’ASMOS nasce nel 1988 come “Archivio storico del Movimento Operaio e Democratico Senese” da un’idea di Vasco Calonaci (1927-1998) che, al termine della sua attività di Deputato della Repubblica (1979-1987) iniziò la raccolta di vari carteggi politici.

L’ASMOS assunse fino dalla fondazione la forma giuridica di una associazione autonoma senza fini di lucro; nel 1996 ottenne il riconoscimento di notevole interesse storico da parte della Soprintendenza Archivistica della Regione Toscana. Dal 2011 è iscritto alla sezione provinciale di Siena del Registro Regionale delle Organizzazioni del Volontariato ed aderisce al Cesvot. Ne sono stati Presidenti: Vasco Calonaci (1988-1998), Roberto Barzanti (1998-2001), Alessandro Orlandini (2001-2010), Stefano Maggi (2010-2012), Massimo Bianchi (dal 2012).

Patrimonio
I Fondi dell’ASMOS.

Fondo della Federazione Senese del Partito Comunista Italiano (1921-1991): contiene statuti ed organizzazione della Federazione Comunista senese.

Carte della Nuova Sinistra (1968-1990): contiene documenti di Lotta Continua, del Manifesto, del Partito di Unità Proletaria (PDUP) e di altre organizzazioni.

Fondo Associazione culturale Lev Tolstoj (1950-1999): l’associazione era un Centro di documentazione multimediale per Piombino, Follonica, Massa Marittima.

Fondo della Federazione Senese del Partito Democratico della Sinistra (1991-1998): contiene statuti ed organizzazione del partito.

Fondo del Partito della Rifondazione Comunista (1991-1998): contiene statuti e documenti del Partito della Rifondazione Comunista.

Fondo “Vietato astenersi” (1988-1994): contiene statuto e documenti dell’associazione culturale e musicale “Vietato Astenersi”.

Fondo Unione degli Universitari – Unione degli Studenti.

Fondo Vetreria Modesto Boschi di Colle di Val d’Elsa (1947-1955): contiene statuti e verbali del consiglio di amministrazione.

Fondo di Particolari (1920 – in corso): contiene le carte donate da dirigenti politici ed attivisti del movimento democratico senese composto ad oggi da 84 carteggi ed oltre 100 buste.

Fondo ASMOS (Archivio Storico del Movimento Operaio e Democratico Senese): contiene documentazione inerente l’attività e l’organizzazione dell’ASMOS.

Fondo della Federazione Senese dei Democratici di Sinistra (1998-2007): contiene statuti ed organizzazione del partito.

Archivio Gabrio Avanzati: contiene materiale e documentazione di varia natura raccolto da Gabrio Avanzati (Siena, 1946-Siena, 2002).

I Fondi collegati

il Fondo fotografico: è uno dei più interessanti, con circa 10.000 fotografie che vanno dagli anni venti agli anni novanta del Novecento.

le fonti orali: ci sono numerosi nastri magnetici audio (circa un migliaio di ore) contenenti le registrazioni di eventi ed iniziative politiche pubbliche.

la Biblioteca: risiede all’interno dell’Archivio Storico del Comune di Siena e comprende oltre 13.000 volumi ed opuscoli.

l’Emeroteca: è composta da circa 600 riviste, alcune delle quali pressoché complete.

– la Videoteca: è composta da 543 videocassette: importanti sono i filmati e cortometraggi di propaganda del PCI dagli anni ’50.

– gli Opuscoli: l’archivio raccoglie all’interno della biblioteca anche 20 cartelle di opuscoli del PCI, che contengono discorsi di dirigenti nazionali, sintesi di convegni e conferenze.




Archivio di Stato di Siena

Sede e Contatti
Via Banchi di Sotto, 52, 53100 Siena
Telefono: 0577.247145
Fax: 0577.44675
E-mail: as-si@beniculturali.it
as-si.servizialpubblico@beniculturali.it
Sito web: http://www.archiviodistato.siena.it/
Orari di apertura: Sala di studio: lunedì, giovedì, venerdì e sabato 8–13.45; martedì e mercoledì 8-17.15. Biblioteca: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e sabato 8–13.30. Sezione catasto: martedì e mercoledì 9-12.30 esclusivamente su prenotazione. Chiusura estiva: 1-16 agosto.

Organi direttivi
Direttore: Maria Raffaella de Gramatica

Breve storia e finalità
L’Archivio di Stato di Siena fu istituito con motu proprio del Granduca Leopoldo II del 17 novembre 1858, nel clima di rinnovato fervore per gli studi storici e di attenzione per il patrimonio archivistico, instauratosi in Toscana in quegli anni. Nel nuovo Istituto furono versati i documenti prodotti dalle antiche magistrature dello Stato Senese, corrispondente all’incirca alle attuali province di Siena e Grosseto, nelle due grandi fasi della sua storia: quella comunale e repubblicana dal sec. XIII al 1557 e quella granducale sino al 1808, cioè sino alla dominazione napoleonica, nonché migliaia di pergamene.

Negli anni seguenti poi, e particolarmente dopo l’Unità d’Italia, gli uffici statali periferici della provincia versarono il materiale archivistico loro spettante. Giunsero così fondi archivistici ottocenteschi di grande rilievo dalla Prefettura a quelli di vari tribunali.

Il processo è tuttora in corso: a norma del D. Leg.vo n° 42/2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, vengono effettuati versamenti periodici dagli archivi di tutti gli uffici amministrativi statali e dai tribunali con sede in Siena e nella sua provincia.

Patrimonio
Si tratta di un patrimonio vastissimo e in continuo incremento, anche attraverso donazioni, depositi e acquisti di archivi non statali.

Attualmente gli archivi conservati coprono un arco di tempo che va dal 736 al XX secolo. La caratteristica precipua di tale documentazione è la straordinaria continuità delle serie. Le magistrature senesi, infatti, nate nel Medioevo furono abolite soltanto alla fine del ‘700 dal riformismo di Pietro Leopoldo, o nel 1808 dalla dominazione napoleonica. Ciò si tradusse in una rara continuità archivistica: i grandi archivi, che cominciarono a formarsi nella Siena comunale, continuarono nella maggior parte dei casi per cinque secoli.

Una menzione a parte merita l’archivio Diplomatico (secondo in Italia per numero di pergamene dopo quello dell’Archivio di Stato di Firenze): esso consta di 62.841 pergamene a partire dal 736 al sec. XIX. I registri, le buste, le filze, le mappe, i fascicoli ed i documenti sciolti ammontano, invece, a circa 177.400 unità, divise in più di 200 fondi archivistici ed allineate su più di 13 km di scaffalatura. Nell’ambito del patrimonio posseduto va poi ricordato un unicum a livello mondiale: la collezione delle Tavolette di Biccherna, esposta nel Museo dell’Istituto.

Particolare interesse per la storia del Novecento rivestono fondi archivistici come: Prefettura e Gabinetto di Prefettura; Unione provinciale Professionisti e artisti (1927-1944) e Comitato provinciale di liberazione nazionale (1944-1946). Ancora, le carte di associazioni come la Società di mutuo soccorso fra gli operai in Siena “L’Umanitaria” e l’Associazione femminile senese di mutuo soccorso e Istituto Butini-Bourke; e il materiale documentario e fotografico dell’Istituto Geografico Militare di Firenze (1943-1944), che testimonia l’attività svolta dal colonnello Umberto Cecchini per salvaguardare le attrezzature dell’Istituto durante la guerra.

Si segnalano inoltre gli archivi di personalità come Fabio Bargagli Petrucci, Ranuccio Bianchi Bandinelli, Mario Bracci, Mario Delle Piane.

La consultazione di tutti i documenti conservati nell’Archivio di Stato è assoggettata alle previste limitazioni di legge e alle eventuali necessità organizzative dell’Istituto.




Archivio Storico del Comune di Rosignano Marittimo

Sede e contatti
via dell’Industria 22-24, Loc. Le Morelline, Rosignano Marittimo
Telefono: 0586.761938/724395
Fax: 0586.724286
Sito web: http://www.comune.rosignano.livorno.it/site5/pages/home.php
Orario di apertura: martedì e giovedì dalle ore 14:15 alle 17:15
Servizi: Attività di Reference durante l’orario di apertura; attività didattiche

Organi direttivi
Responsabile: Caterina Bellucci, Comune di Rosignano Marittimo

Breve storia e finalità
Il Comune di Rosignano Marittimo ha intrapreso da tempo un’azione di valorizzazione del proprio Archivio Storico, ricercando il coordinamento con gli Archivi dei Comuni della Bassa Val di Cecina e con il Sistema di documentazione della Provincia di Livorno.
Tale azione ha avuto le seguenti finalità: la pubblicazione e l’informatizzazione degli inventari, la predisposizione di un servizio di “reference” qualificato che ne facilitasse e incoraggiasse la fruizione, la promozione di specifici progetti di studio, didattici ed editoriali.

Rosignano, da sempre centro politico istituzionale di rilievo, dopo la conquista fiorentina del 1406 diventò sede di una podesteria, andando a comprendere anche Santa Luce, Castellina, Riparbella. La sorte di Rosignano rimase intrecciata per molti secoli insieme a quella delle comunità limitrofe sotto la giurisdizione criminale del vicariato di Lari. Dagli stessi statuti comunali di Rosignano si evince che il territorio alla metà del ‘700 era composto dai castelli della Cecina e cioè da Riparbella, Guardistallo, Casale e Montescudaio. Dopo la dominazione di Napoleone Rosignano diventò sede di cancelleria, unificando la sua egemonia amministrativa su Castellina, Riparbella, Santa Luce, Bibbona, Casale, Guardistallo e Montescudaio.

A Rosignano Marittimo in via del Castello, passaggio per Poggio San Rocco, si trova la sede del Fondo Pietro Gori, due sale che custodiscono cimeli, documenti, fotografie d’epoca e la nutrita biblioteca appartenuta al grande pensatore anarchico. Questo fondo documentario e librario, nato da una donazione della famiglia Gori, si è arricchito sino ai primi anni ’70 di nuovo materiale frutto prevalentemente di donazioni private. Questa sede viene aperta su prenotazione per consultazioni e visite guidate, per lo svolgimento di attività didattiche e singole iniziative su i vari aspetti della poliedrica figura di Pietro Gori –avvocato, filosofo, poeta, viaggiatore-.

Patrimonio
Consistenza patrimonio documentario:
circa 3000 unità (1506 – 1965)
Di particolare interesse:
– Fondo archivistico preunitario di 700 unità
– Statuto Comunale del XVI secolo
Pubblicazioni:
– Inventario della sezione Preunitaria dell’Archivio Storico;
– Documenti dall’Archivio Storico n.1, “La bonifica di Vada” a cura di Gabriele Paolini
– Documenti dall’Archivio Storico n.2, “Il Fondo Pietro Gori”
– “Due Archivi per una storia”, a cura di Angela Porciani

 

 




Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea (ISRSEC)

Sede e contatti
Via San Marco, 90 Siena
Telefono: 0577.271510
E-mail: istituto.siena@virgilio.it
Sito web: http://www.retedocumentaria.siena.it/index.php/rete/biblioteche/istituto-storico-della-resistenza-senese/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 10-12. Si consiglia, prima di recarsi in sede, di chiamare il numero 338.4874791.

Organi direttivi
Presidente: Pietro Clemente
Direttore: Alessandro Orlandini
Componenti Consiglio Direttivo: Fabio Dei, Aldo Di Piazza, Silvia Folchi, Marta Fusai, Filippo Lambardi, Alessandro Orlandini, Francesca Vannozzi, Marcello Venturini.

Breve storia e finalità
L’attuale Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea – ISRSEC, costituitosi come ISRS l’11 dicembre 1991 allo scopo di conservare e valorizzare la memoria storica relativa agli eventi della Seconda Guerra Mondiale e della Liberazione del territorio senese, fa parte della rete degli istituti storici coordinati dall’Istituto Ferruccio Parri – Rete nazionale degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea e assume l’attuale denominazione nel 2011, dopo relative modifiche del suo statuto.
Dall’anno della sua costituzione, l’Istituto ha mirato a promuovere la ricerca storica, a diffondere i valori democratici che, a partire dall’esperienza del partigianato, trovarono spazio nella Costituzione della Repubblica Italiana, e ad attivare una capillare attività didattica con scuole di ogni ordine e grado.

Patrimonio e risorse
L’ISRSEC possiede un importante patrimonio documentario costituito da: un archivio di fonti scritte composto da 104 faldoni; 95 DVD di testimonianze orali di protagonisti della storia locale; una biblioteca ricca di oltre 3000 volumi il cui catalogo è inserito nella rete bibliotecaria senese REDOS; una raccolta di 33 testate di periodici di argomento storico. Possiede inoltre una fototeca e una mediateca specializzate sugli anni del fascismo, della Seconda Guerra Mondiale e della Liberazione e un ricco archivio fotografico che ritrae personaggi o fa riferimento ad eventi storici della Resistenza e del dopoguerra.

L’ISRSEC gestisce il Laboratorio didattico di Casa Giubileo (Montemaggio) – situato nel luogo in cui il 28 marzo del ’44 fu consumato l’eccidio di diciannove partigiani – che offre una molteplicità di percorsi di lavoro, la possibilità di accedere a documentazione d’archivio e ad alcuni nuclei espositivi sulla seconda guerra mondiale e sulla Resistenza.

Dal 2007 l’Istituto coordina le attività del percorso museale “Stanze della Memoria”, nei locali della ex-Casermetta, un tempo sede del Partito Nazionale Fascista e della Repubblica Sociale Italiana, luogo in cui venivano interrogati e torturati gli oppositori al regime. Tale percorso museale, che affronta la storia del fascismo e dell’antifascismo senese, è aperto a tutti e in primo luogo alle scolaresche che possono qui trovare un’aula didattica dove è possibile organizzare incontri su temi specifici, visionare documentari storici, elaborare percorsi didattici o specifici progetti di ricerca.

Inoltre l’ISRSEC coordina, unitamente a volontari della zona, percorsi didattici nel laboratorio di Pietraporciana (Sarteano), di recente allestimento nei locali che furono sede del Comando della 1° Banda Valdichiana – Orcia e del IV gruppo del Raggruppamento “Monte Amiata”.

l’Istituto ha curato la pubblicazione di ricerche e testimonianze, ha realizzato documentari e audiovisivi relativi alla Resistenza nell’area senese, ha organizzato, in collaborazione con l’Università di Siena e altri enti di promozione culturale del territorio, corsi di aggiornamento per insegnanti.

Nel 2012-2013 l’ISRSEC ha curato la pubblicazione del periodico MAITARDI che, come si legge nell’editoriale del n°1, ottobre 2004, “nasce da alcune esigenze che abbiamo sentito particolarmente pressanti: in primo luogo dal bisogno di allargare il “cerchio”, proponendo anche ai non addetti ai lavori, le attività dell’Istituto con l’ottica di non rimanere ancorati ad un periodo storico a noi sempre più lontano, ma di rivolgere uno sguardo critico alla contemporaneità: conflitti, razzismi, cultura della pace”.