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Istituto Storico Lucchese – Sezione di Montecatini Terme – Monsummano Terme

Sede e contatti

Piazza Mazzini, presso Bibliomercato Montecatini Terme
E-mail: info@mm-isl.it
Sito web: http://www.mm-isl.it/

Organi direttivi
Presidente: Elena Gonnelli (direzione@mm-isl.it)
Vicepresidente: Sara Landini
Membri del Direttivo: Giuseppe Abate, Erika Bertelli, Denise Butini, Elisa Giannelli, Sara Landini, Annantonia Martorano, Matteo Mucci Beltrami, Giovanni Petrocelli, Fausta Pisano, Tiziana Rosa, Lorenzo Sergi, Francesco Storai, Marco Tumino, Rachele Zanoboni, Irene Caramelli.

Breve storia e finalità
La sezione Montecatini Terme – Monsummano Terme dell’Istituto Storico Lucchese nasce ufficialmente il 4 giugno del 2015 presso la Sala Consiliare del Comune di Montecatini con l’intento di operare nell’ambito della ricerca storica e della promozione culturale dei territori interessati.

Rifacendosi a principi e direttive dell’Istituto Storico Lucchese, la sezione Montecatini Monsummano orienta le proprie attività alla valorizzazione di questi territori della Valdinievole attraverso la riscoperta e la promozione del loro inestimabile patrimonio culturale.

Per questo motivo, l’Istituto opera nel settore della promozione culturale attraverso:
• organizzazione di mostre a carattere storico-documentario;
• organizzazione di convegni;
• promozione della ricerca storica locale;
• organizzazione di manifestazioni a scopo didattico-ricreativo;

A partire dall’anno 2016 la sezione Montecatini Terme – Monsummano Terme dell’Istituto Storico Lucchese pubblica “Caffè Storico”, una rivista semestrale di storia locale.




INDIRE – Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa

Sede e contatti
Via Michelangelo Buonarroti, 10 – 50122 Firenze
Centralino: 055.2380 301
PEC: Indire@pec.it
Sito web: http://www.indire.it
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19

Organi direttivi
Presidente: Giovanni Biondi
Direttore Generale: Flaminio Galli

Breve storia e finalità
L’Indire, Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa è il più antico ente di ricerca del Ministero dell’Istruzione. Fondato nel 1925 come Mostra Didattica Nazionale con il compito di raccogliere e valorizzare il lavoro svolto dalle scuole dell’epoca, ha accompagnato negli anni l’evoluzione del sistema scolastico italiano. Oggi l’Istituto è il punto di riferimento per la ricerca educativa. È impegnato nella promozione dei processi di innovazione nella scuola: sviluppando nuovi modelli didattici, sperimentando l’utilizzo delle nuove tecnologie nei percorsi formativi, ridefinendo il rapporto tra spazi e tempi dell’apprendimento e dell’insegnamento. Vanta una consolidata esperienza nella formazione in servizio del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario e dei dirigenti scolastici ed è stato protagonista di alcune delle più importanti esperienze di e-learning a livello europeo.

L’Indire, con l’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) e il Corpo ispettivo del Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), è parte del Sistema Nazionale di Valutazione in materia di istruzione e formazione. In questo ambito, sviluppa azioni di sostegno ai processi di miglioramento della didattica e dei comportamenti professionali del personale della scuola per l’innalzamento dei livelli di apprendimento e il buon funzionamento del contesto scolastico. Attraverso monitoraggi quantitativi e qualitativi, banche dati e rapporti di ricerca, l’Indire osserva e documenta i fenomeni legati alla trasformazione del curricolo nell’istruzione tecnica e professionale e ai temi di scuola e lavoro. L’Indire ha il compito di gestire Erasmus+, il nuovo programma dell’Unione europea per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport per il periodo 2014-2020. Inoltre, fa parte del Consorzio European Schoolnet – EUN, composto da 30 Ministeri dell’Educazione dei Paesi europei, che promuove l’innovazione nei processi educativi in una dimensione europea.

L’Ente nasce nel 1925 come Mostra didattica nazionale sui prodotti delle scuole “nuove”, quelle che realizzavano l’idea di Giuseppe Lombardo Radice di una didattica intesa come esperienza “attiva”. Nel 1929, per dare una sede permanente alla Mostra, viene istituito il Museo Didattico Nazionale che nel 1954 diviene Centro Didattico di Studi e Documentazione e nel ’74 Biblioteca di Documentazione Pedagogica (BDP). Durante gli anni ’80, la BDP fu protagonista di un pionieristico utilizzo delle tecnologie digitali che rivoluzionò l’idea stessa di documentazione didattica, facendone un innovativo motore di diffusione della conoscenza. Il 1995 è l’anno di Internet e inizia un’opera di supporto alle scuole per un utilizzo più intenso e consapevole della Rete. Nel 1999 progetta e realizza il primo percorso di formazione interamente online rivolto ai docenti che vedrà oltre 90.000 iscrizioni. Nel 2001 la BDP diviene Istituto Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e la Ricerca Educativa (Indire). Nel periodo 2001-2011, l’Indire è impegnato in grandi iniziative online per la formazione degli insegnanti italiani e nella promozione dell’innovazione tecnologica e didattica nelle scuole. Nel 2007, l’Indire diviene Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica. A settembre 2012 viene ripristinato l’Indire come Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa. Oggi l’Indire continua ad essere al fianco della scuola per promuovere l’innovazione didattica e sostenere i processi d’apprendimento.

Patrimonio
Indire è stato fondato a Firenze nel 1925. L’Istituto conserva un ricco patrimonio storico risalente all’Ottocento e al Novecento, uno dei pochi archivi specializzati in Italia nella raccolta e nella valorizzazione di materiale documentario di interesse storico-pedagogico. L’archivio è costituito da circa 95 mila documenti (libri e materiali didattici) e 14 mila fotografie.

Il patrimonio documentario è composto da fondi estranei alle vicende dell’Ente, ma strettamente connessi alle tematiche pedagogiche, ed è suddiviso in:
– 3 fondi speciali legati alla didattica: materiali scolastici, mostra internazionale del giornalino scolastico e concorsi di disegno;
– 8 otto archivi di personalità: Giuseppe Fanciulli, Luigi Bertelli, Arturo Linacher, Francesco Bettini, Giuseppe Lombardo Radice, Ottavio Gigli e Gianni Cavalcoli;
– 5 archivi familiari: Gizdulich, Farina, Grumelli, Sacchi-Simonetta e Neppi-Modona;
– 1 archivio didattico del maestro Giuseppe Caputo con la documentazione proveniente dall’archivio della Regia Scuola Secondaria di avviamento professionale «Antonio Meucci» di Lastra a Signa, Firenze.
– Un archivio fotografico di 14 mila immagini storiche di vita scolastica provenienti da tutto il territorio nazionale dalla fine del XIX secolo e agli anni Sessanta del XX secolo.

Parte del patrimonio documentario è ancora custodito a Palazzo Gerini, sede quattrocentesca dell’Indire situata in pieno centro storico a Firenze. Purtroppo l’archivio è stato danneggiato dall’alluvione di Firenze nel 1966 e, in parte, dalle vicissitudini subite dall’Indire nel corso dei suoi novanta anni di storia.

I progetti

  • Fisqed è il catalogo dei fondi storici di quaderni ed elaborati didattici. È possibile consultare online circa 4 mila quaderni scolastici, oltre ad album, disegni, diari ecc. Il progetto intende valorizzare un patrimonio documentario di estremo interesse scientifico e aprirsi a una dimensione internazionale attraverso il censimento di fondi analoghi, la creazione di una rete documentaria tra istituti e il progressivo sviluppo di un catalogo accessibile online.
  • Fotoedu è il catalogo online dell’archivio storico fotografico. È composto da oltre 14 mila immagini provenienti da tutto il territorio nazionale dalla fine dell’Ottocento agli anni Sessanta del Novecento. Le fotografie riguardano vari temi, dall’edilizia scolastica, alle attività didattiche condotte nelle scuole (lezioni, esercitazioni ginniche, spettacoli, mensa, esperimenti scientifici ecc.), fino alle attività culturali svolte dall’allora Centro Didattico Nazionale di Firenze, oggi Indire.
  • Una parte dell’archivio fotografico di Indire va ad alimentare DIA, la banca dati online di immagini per l’uso didattico, nella quale confluiscono altri sessanta archivi fotografici di fondazioni, musei e altri enti, pubblici e privati. Questa banca dati è arricchita periodicamente con ulteriori acquisizioni; attualmente DIA rende disponibile un patrimonio di più di 36 mila fotografie e riproduzioni, utilizzabile gratuitamente con “Licenza Creative Commons – ”. Le immagini possono essere utilizzate nelle più diverse attività didattiche della scuola e dell’università, per ricerche individuali, pluridisciplinari e infine come risorsa specifica per l’insegnamento con mezzi multimediali.

Il futuro del patrimonio storico
L’Indire valorizza il suo patrimonio storico attraverso collaborazioni, eventi e mostre che mettono in luce il punto di vista dell’Istituto sulla memoria e sulla valorizzazione didattica delle fonti storiche. I cataloghi sviluppati nel corso di un decennio costituiscono una risorsa d’inestimabile valore per una riflessione più ampia sul patrimonio documentario e sull’uso delle fonti storiche nella didattica.

Patrimonio Indire
http://www.indire.it/content/index.php?action=istituto&id=14329

Museo delle scuola – Mostra didattica 1925
www.indire.it/museonazionaledellascuola/

 

Cataloghi

Fisqed – http://www.fisqed.it/
Fotoedu – http://fotoedu.Indire.it/
Dia – http://www.Indire.it/archivi/dia




Gotica Toscana onlus

Sede e contatti
Località Ponzalla  47 – 50038 Scarperia (FI)
Tel. 0558430923; 3288261785
Fax 1782267395
E-mail: info@goticatoscana.eu
angatti@tiscali.it
Sito web: www.goticatoscana.eu (it, org)
www.museogotica.it

Organi dirigenti

Presidente: Andrea Gatti
Segretario: Filippo Spadi
Direttivo: Stefano Giannini, Luca Bambagiotti, Michele Vernieri, Roberto Cincetti

Breve storia e finalità

L’associazione è stata costituita il 28 febbraio 2006. Le sue finalità statutarie sono:

  • Conservazione della Memoria Storica inerente agli eventi dell’ultimo conflitto mondiale ma non necessariamente limitato ad esso, nel Mondo, in Italia ed in particolar modo in Toscana ed Emilia Romagna Attività di ricerca, tutela, promozione e valorizzazione dei siti e dei manufatti d’interesse artistico e storico presenti sul territorio risalenti al periodo di interesse, nonché, ove possibile, poterne fruire mediante restauro, conservazione ed utilizzo didattico, turistico e culturale.
  • Attività di ricerca storico-documentaristica attraverso testi, documenti, mappe, fotografie, manoscritti ed più in generale di documentazione inerente al periodo di interesse. Raccolta di testimonianze attraverso interviste, video e quanto possa essere di supporto alla raccolta stessa.

L’associazione non svolge attività commerciale.

Principali attività svolte dall’Associazione

  • Gestione del Centro di Documentazione e Ricerche Storiche sito nel Comune di Scarperia e dell’associato spazio museale.
  • Organizzazione, preparazione e supporto di mostre ed esposizioni tematiche anche trasversali all’argomento con finalità museale permanente.
  • Organizzazione, preparazione e supporto di eventi di ricostruzione e rievocazione storica sia statici sia dinamici, itineranti e fissi riguardanti in generale il periodo storico di riferimento.
  • Raccolta di testimonianze e ricerche d’Archivio relative ai documenti ufficiali dei vari eserciti e formazioni coinvolte sul territorio nazionale e nei paesi di provenienza.
  • Interventi di recupero di siti, manufatti ed oggetti risalenti al periodo.

Collaborazioni con altri Enti privati e/o pubblici

  • Comuni di Scarperia, Firenze, Felonica, Sermide, Castiglion F.no, Greve in Chianti, Barberino di M.llo; Unione Montana dei Comuni del Mugello;
  • Museo della 2^ Guerra Mondiale del fiume Po – MN, Museo Memoriale della Libertà BO, Museo The Winter Line BO; SIGGMI Società Italiana di Geografia e Geologia Militare; World War II Airborne Demonstration Team Foundation (USA), Military Vehicle Preservation Association (USA), Club Veicoli Militari Storici Como, International Military Vehicle Collectors Club Sez. Italiana – TO; Linea Gotica della Lucchesia – LU, Associazione Gotica Romagna – FC, Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, ANPI Oltrarno – FI, Club Highway Six Roma, Associazione Giuseppe e Margherita Coletta SR, Croce Rossa Italiana, Stato Maggiore Difesa, Esercito Italiano.

Convenzioni e Protocolli di Intesa

  • Nel 2009 abbiamo siglato una Convenzione con la L’Unione Montana dei Comuni del Mugello (ex Comunità Montana del Mugello) per il recupero e la conservazione dei manufatti della Linea Gotica presenti sul territorio.
  • Del 2011 sono il Protocollo D’intesa fra Gotica Toscana onlus e  la Società Italiana di Geografia e Geologia Militare (SIGGMI) per il Progetto El Alamein e la Convenzione con il Comune di Scarperia per la gestione dell’immobile che è diventato il “Centro di Documentazione e Ricerche Storiche” di Gotica Toscana onlus. Nel 2012 abbiamo siglato un Accordo con la “Military Vehicle Preservation Association (USA), una delle maggiori associazioni di conservazione dei veicoli militari, diventando il loro centro di riferimento per l’Italia e l’Europa.

Relazione sulle attività dell’Associazione Gotica Toscana Onlus

É oramai indubbio l’interesse sempre maggiore della collettività e delle Amministrazioni verso il periodo della Seconda Guerra Mondiale e delle conseguenze che ne conseguirono.

Alle normali richieste e contatti che giungono dall’estero, si sono sommati nuovi utenti italiani i quali, organizzati in associazioni, gruppi di lavoro o privati, raggiungono in numero sempre maggiore le nostre informazioni presenti sul nostro sito web.

Le nostre manifestazioni pubbliche, a cominciare da quelle dedicate ai mezzi militari storici come il “Raduno dei 2 Gigli” del 2006 che ha interessato Scarperia e Firenze, “La Strada del Cuore – Chianti 1944” nel 2007 con Greve in Chianti e Siena e,  dal 2008 con “La Colonna della Libertà”che ha toccato Roma, Viterbo, Firenze, Verona, Mantova, hanno reso Gotica Toscana un punto di riferimento per la capacità organizzativa e l’innovazione del linguaggio. “La Colonna della Libertà, in tutte le edizioni effettuate dal 2008 ad oggi, ha avuto l’appoggio dello Stato Maggiore della Difesa ed il Riconoscimento del Presidente della Repubblica.

Manifestazione completamente diversa è rappresentata dal museo a cielo aperto “Un Tuffo nella Storia”, evento statico dedicato agli appassionati di ricostruzione storica realizzato in collaborazione con l’Unione dei Comuni Montani del Mugello ed il Comune di Scarperia. Il “Tuffo” è una visita ricostruita ad un campo di battaglia della 2ª Guerra Mondiale con veicoli, carri, equipaggiamenti, tende, curiosità  e soldati in movimento.

Pastrimonio

Il Centro di Documentazione e Ricerche Storiche, operativo dal 24 settembre 2011 in virtù della convenzione siglata il Comune di Scarperia, è nato per salvaguardare la memoria del passaggio della Seconda Guerra Mondiale in Toscana. Una particolare attenzione  è rivolta agli eventi che nel Settembre 1944 videro protagonisti gli Appennini a Nord di Firenze. Proprio il settore compreso tra il Passo della Futa e il Passo del Giogo, infatti, fu teatro in quei giorni dei furiosi attacchi sferrati contro la Linea Gotica, l’ultima linea fortificata dell’Asse in Italia.

ll Centro mette a disposizione di visitatori, studiosi e scolaresche numerosi testi, documenti e testimonianze scritte e filmate inerenti il periodo d’interesse, organizzando su richiesta anche escursioni sul campo di battaglia per una spiegazione dettagliata degli accadimenti e una visita alle postazioni originali. Infine, gli allestimenti permanenti e le mostre tematiche temporanee presenti all’interno dei locali, frutto dei rinvenimenti sul terreno e del materiale collezionato negli anni dai soci o donato dalle popolazioni locali, permettono agli interessati di familiarizzare con gli uomini, le uniformi e i materiali che furono protagonisti di quell’ultima, spesso dimenticata, parte della Campagna d’Italia.

Le mostre tematiche temporanee allestite nei locali del centro ad oggi sono state:

  1. “L’Artiglieria sulla Linea Gotica – 24/09/2011-27/05/2012”
  2. “El Alamein ed i suoi ragazzi” Mostra tematica nel 70° anniversario – Giugno 2012-Aprile 2013”.
  3. “La Lunga Marcia” – Mostra tematica nell’anno del 70° anniversario della Campagna di Russia Ottobre 2013 – Settembre 2014
  4. “Agosto 1944 – Firenze Libera!” Mostra tematica nell’anno del 70° anniversario della Liberazione di Firenze Reperti, uniformi e fotografie a 70 anni dalla Liberazione dal 20 Settembre 2014Il Centro è inserito nella Rete Culturale della Regione Toscana – Sistema Museale territoriale del Mugello e fa parte del “North Apennines Po Valley Park – NAPV”, parco tematico sulla Seconda Guerra Mondiale dedicato alla conservazione della memoria dell’ultima fase della Campagna d’Italia. Per molti la Campagna d’Italia termina con la Liberazione di Roma quasi concomitante con lo Sbarco in Normandia facendone un periodo storico molto spesso dimenticato. Il NAPV è nato grazie alla collaborazione tra Gotica Toscana Onlus, il Museo della Seconda Guerra Mondiale del Fiume Po di Felonica (MN), il Museo Memoriale della Libertà di San Lazzaro di Savena (BO) e il Museo Winter Line di Livergnano (BO). Mutua il nome da quello che gli Alleati diedero alle zone di operazioni che, da fine 1944, caratterizzarono l’ultima parte della guerra tra la Linea Gotica e la Pianura Padana: “North Apennines” e “Po Valley” appunto.Tutte queste attività si inseriscono perfettamente nel contesto turistico-culturale della zona con visite di famiglie di veterani stranieri, associazioni d’Arma e turismo didattico che uniscono la visita storica alle tradizionali bellezze paesaggistiche ed architettoniche del Mugello e della Toscana in genere. Buoni i rapporti con le strutture recettive e le associazioni di volontariato che dai nostri eventi ed attività traggono vantaggio economico. La buona gestione delle attività, oculata nelle risorse e misurata nelle scelte delicate visto il tema trattato, e l’ottima accoglienza della proposta culturale è confermata dal riscontro avuto sui media nazionali e sulle riviste internazionali specializzate come l’americana “Army Motors” e l’Inglese “Windscreen” .
    La costituzione del NAPV ha dato vita a una rete nazionale di istituzioni museali e di ricerca storica dedicata allo sviluppo di percorsi assistiti di turismo storico-culturale rivolti ad un pubblico nazionale e internazionale. Ogni punto espositivo offre a studiosi, ricercatori, appassionati, visitatori, gruppi e scolaresche la possibilità di approfondire la conoscenza degli eventi che caratterizzarono quei giorni lontani attraverso la consultazione di libri, documenti e testimonianze filmate. Numerose ambientazioni e cimeli, infine, consentono di familiarizzare con gli uomini e i materiali che scrissero quella parte di Storia.

Missione del Centro è dare a tutti l’opportunità di ricordare i mesi che precedettero la Liberazione del nostro Paese, precursori dell’arrivo della Democrazia e del ritorno della Libertà in Italia. La spettacolarità dei materiali in esibizione, infatti, non vuole in nessun modo esaltare la grandiosità della guerra moderna quanto, piuttosto, avvicinare il maggior numero possibile di persone alla riflessione e alla consapevolezza che ricordare oggi quei tempi lontani, e soprattutto cercare di comprenderli storicamente, è il primo passo da compiere per non doverne rivivere le tragedie, le distruzioni e la disperazione.




Il piccolo museo del Diario

Sede e contatti
Piazza Plinio Pellegrini 1, Pieve Santo Stefano (Arezzo)
Telefono: 0575.797730/0575.797734
E-mail: piccolomuseo@archiviodiari.it
Sito web: https://www.piccolomuseodeldiario.it/it/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 9.30-12.30 e 15-18; sabato, domenica e festivi 15-18.

Biglietti
– Intero: 3 euro.
– Ridotto: 2 euro (studenti con meno di 25 anni, over 65,  possessori del Valtiberina Musei e Parchi Pass).
– Gratuito: bambini fino a 10 anni, guide turistiche, disabili, accompagnatori disabili, residenti di Pieve Santo Stefano, possessori di alcune carte    amici dell’Archivio secondo quanto specificato in attivalamemoria.it.
– L’ingresso è gratuito per tutti durante le giornate del Premio Pieve Saverio Tutino.
– Le visite di gruppo vanno sempre concordate telefonando allo 0575797730 o allo 0575797734, oppure scrivendo a: piccolomuseo@archiviodiari.it.

Organi direttivi
Albano Bragagni, Camillo Brezzi, Giacomo Benedetti, Lisa Marri.
Direttore: Camillo Brezzi
Conservatore/curatore: Natalia Cangi

Breve storia e finalità
Il piccolo museo del diario è un percorso museale nato per raccontare l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e le testimonianze autobiografiche che esso contiene, in una maniera innovativa e coinvolgente. L’Archivio è una casa della memoria: una sede pubblica che conserva scritti di memorie private. Ideato e fondato da Saverio Tutino, serve non solo a custodire, come un museo, brani di scrittura popolare: vuole far fruttare in vario modo la ricchezza che in esso viene depositata. Per cominciare abbiamo avuto l’idea di incentivare l’afflusso con un concorso, il Premio Pieve. Abbiamo pubblicato su alcuni giornali un piccolo avviso e in poche settimane sono arrivati più di cento testi e raccolte di lettere. Adesso nella sua sede l’Archivio ne conserva quasi 7000.

Patrimonio
Molte di queste memorie sono e saranno esposte al Piccolo museo, che si configura come una forma di condivisione molto originale di questi materiali, che oggi si articola attraverso quattro sale: all’interno delle prime due, accessibili dalla sala consiliare del cinquecentesco Palazzo Pretorio, è stata collocata un’installazione artistica multiutente che permetterà ai visitatori di ascoltare, vedere e sfiorare alcune tra le storie più affascinanti scelte tra gli oltre settemila diari, memorie ed epistolari conservati in Archivio.
Basterà avvicinarsi ad uno dei venti cassetti incastonati in una bellissima parete di legno artigianale che simboleggia gli “infiniti” scaffali dell’Archivio, estrarlo e contemplarne il contenuto: ci si ritroverà di fronte a quindici schermi digitali e cinque diari originali, che permetteranno di leggere i contenuti delle storie che verranno contestualmente raccontate da una delle voci narranti dell’Archivio (Andrea Biagiotti, Grazia Cappelletti, Mario Perrotta, Paola Roscioli). A completare l’impatto emozionale visivo e uditivo, il bisbiglìo di sottofondo dal quale si stagliano le parole dei protagonisti: è quel “fruscìo degli altri” che il fondatore dell’Archivio Saverio Tutino, al quale il museo è dedicato, udiva levarsi dagli scaffali che andavano riempiendosi di diari, con il passare degli anni e con l’incrementarsi del patrimonio autobiografico della fondazione.

I diari, e le vite in essi racchiusi che oggi popolano i cassetti del Piccolo museo del diario appartengono a: 
Vincenzo Rabito, Maria Pia Farneti, Paolino Ferrari, Saverio Tutino, Antonio Sbirziola, Ettore Finzi e Adelina Foà, Emilia, Luigi Re, Massimo Bartoletti Stella, Orlando Tonelli, Raul Rossetti, Luisa T., Antonio Rossi, Sisto Monti Buzzetti, Tommaso Bordonaro, Liberale Medici, Maria Anichini, Francesco Stefanile, Orlando Orlandi Posti, Leo Ferlan.
Le storie attualmente inserite nei cassetti possono essere sostituite in ogni momento, offrendo la possibilità di costruire percorsi museali e tematici sempre nuovi e di valorizzare ricorrenze o celebrazioni.

dotdotdot sono i progettisti del percorso museale del Piccolo museo del diario, gli artefici di un’architettura che armonizza tutte le tecnologie necessarie al funzionamento dell’installazione: impianto audio e video, sensori, microcontroller, luci e computer. Si sono ispirati al racconto che Mario Perrotta, testimonial dell’Archivio dei diari, ha scritto ne “Il paese dei diari” (Terre di mezzo, 2009). 
La terza sala del Piccolo museo del diario ospita il Lenzuolo di Clelia Marchi, emblema dell’autobiografia e dell’attività di raccolta dell’Archivio: è il “diario” scritto da una contadina di Poggio Rusco direttamente su un lenzuolo del proprio corredo, largo più di due metri. Oltre a osservare l’originale posto all’interno di una teca conservativa, ai visitatori sarà possibile navigare le righe scritte da Clelia con la tecnologia touchscreen, che offre anche significative panoramiche su altre e preziosi opere autobiografiche conservate a Pieve Santo Stefano. La quarta sala racconta invece l’epica di Vincenzo Rabito, cantoniere ragusano che ha raccontato la propria straordinaria vita, articolata attraverso gli eventi principali del Novecento, in 1027 “pacene” scritte caparbiamente e istrionicamente da un uomo analfabeta.
Il Piccolo museo del diario è la naturale evoluzione del progetto Impronte digitali ma è anche una delle tappe più significative del Memory Route, un innovativo progetto di turismo esperienziale che ha tra i suoi promotori l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano.




Biblioteca comunale di Buggiano

Sede e contatti
Corso Indipendenza, 105 – 51011 Borgo a Buggiano (Pistoia)
Telefono e fax: 0572.33553
E-mail: biblioteca@comune.buggiano.pt.it
Sito web: http://www.comune.buggiano.pt.it/ComSServizio.asp?Id=132&IdS=145
http://biblio.comune.pistoia.it/library/Buggiano/
Orari di apertura:
Orario invernale (dal 16/9 al 15/06): lunedì: 14,30-19; martedì: 9-13 e 14,30-19; mercoledì: 9-13; giovedì: 9-13 e 14,30-19; venerdì: 9-13 e 14,30-19; sabato: 9-12,30
Orario estivo (dal 16/06 al 15/09): lunedì: 14,30-19; martedì: 9-13; mercoledì: 9-13; giovedì 14,30-19; venerdì: 14,30-19; sabato 9-12,30.

Organi direttivi
Responsabile: Roberta Fossi (robertafossi@comune.buggiano.pt.it)

Breve storia e finalità
La Biblioteca Comunale di Buggiano è stata istituita nel 1979 ed aperta al pubblico nel 1981 in un locale messo a disposizione dalla Scuola Media Statale di Borgo a Buggiano. Nell’agosto del 1982 la sede fu trasferita a Palazzo Carozzi Sannini. Attualmente occupa l’intero piano terra del Palazzo (circa 330 mq., di cui 300 accessibili al pubblico), in Corso Indipendenza, 105 a Borgo a Buggiano (PT).
Servizi: lettura e consultazione in sede (n. 32 posti) Prestito locale (libri, dvd, vhs, cd) e prestito interbibliotecario, Document Delivery, Servizio di reference, Emeroteca, Riproduzione fotostatica documenti, Lettura microfilm, Accesso ad internet (n. 4 postazioni).
Attività: la Biblioteca Comunale è particolarmente attiva nel campo della documentazione locale, organizza convegni, mostre ed altre iniziativa su temi di interesse locale. Cura l’edizione di una collana che accoglie gli atti delle giornate storiche buggianesi, dedicate alla storia di Buggiano e della Valdinievole (ad oggi la collana conta 37 titoli). Il catalogo delle pubblicazioni conta altre tre collane.

Patrimonio
La Biblioteca possiede 43.000 documenti suddivisi in diverse sezioni:
Prestito Sezione adulti – Sezione Bambini (n. 1026 documenti) – Sezione Ragazzi (n. 3100 documenti) – Sezione Adolescenti (n. 200 documenti) – Sezione documenti multimediali (cd, dvd, cd-rom, per n. 2000 documenti ) – Sezione per ipovedenti – Sezione testi in lingue straniere (inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese, rumeno, albanese, russo, arabo, cinese, ukraino. polacco, bulgaro, indi, per complessivi n. 1082 documenti).
Consultazione (3700 unità bibliografiche) – Sezione Documentazione Locale (2100 unità bibliografiche, con aggregata una collezione di cartografie, manifesti, immagini fotografiche su carta e diapositiva (oltre 1500 unità), documenti multimediali di interesse locale) – Fondo Feldo Focacci (2400 unità bibliografiche con prevalenza di testi di letteratura, arte, storia e religione) – Fondo Piero Nicoli (400 unità bibliografiche con prevalenza di testi di arte) Cataloghi Quasi l’intero patrimonio è inserito nel catalogo on-line della Biblioteca. Cataloghi cartacei sono dedicati alle collezioni di manifesti, cartografie e documenti multimediali in VHS della Sezione di Documentazione Locale).

 

 




La mostra “Ebrei in Toscana (1915-2015)”

PWMostra-EbreiGENERALEcsEbrei in Toscana (1915-2015) verrà allestita in prima nazionale a Firenze, da agosto a ottobre 2015. La Mostra racconterà 100 anni di vita delle comunità ebraiche toscane e i loro intrecci con il resto della comunità ebraica italiana, i suoi collegamenti con quella europea, mediterranea e internazionale. Il Progetto promosso dall’Istoreco e finanziato dalla Regione Toscana intende sottolineare sia l’anniversario del 70° della liberazione di Auschwitz che il centenario dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra. Quest’ultima data è stata presa a riferimento soprattutto per il significato, oramai acquisito dalla storiografia, di momento in cui la minoranza ebraica italiana “suggella” la sua piena e compiuta appartenenza alla nazione italiana, ad oltre cinquant’anni dall’avvenuta emancipazione giuridica.

L’importanza delle comunità ebraiche nella storia della regione è legata alla presenza di una rete diffusa e diversificata di nuclei ebraici, da quello di Livorno, sicuramente il più numeroso, alla comunità  di Firenze e, accanto a queste,  per rilievo economico e culturale quella di Pisa, Siena, Viareggio e la piccola comunità di Pitigliano, non escludendo quei gruppi familiari presenti in altre città, come i Nunes a Piombino. Ogni comunità, tramite i suoi componenti, ha legami  con il resto del mondo. Alcune famiglie provengono dall’antica emigrazione sefardita, altre dall’America latina, altre dal bacino del Mediterraneo. Ogni comunità ha poi collegamenti con la tradizione sionista, nazionale ed internazionale, con i fermenti culturali che attraversano il paese, con le ideologie più significative del XX° secolo.

Non solo verrà dato spazio a ciò che le comunità erano durante l’età liberale, il fascismo e la persecuzione, ma anche al modo in cui quelle stesse comunità si sono andate figurando nel secondo dopoguerra: comunità più piccole rispetto a quelle esistenti nel censimento del 1938, travolte dagli arresti e dalle deportazioni del periodo ’43-’45, ma anche dalle fughe sia verso paesi come gli Usa, sia verso la Palestina prima e la terra d’Israele poi. Non solo, va tenuto conto che tutte le comunità toscane, soprattutto pensiamo a Livorno e Firenze, subirono ulteriori trasformazioni radicali a partire prima dalla metà degli ani Cinquanta e poi negli anni Sessanta-Settanta con l’arrivo di nuovi gruppi dal medio oriente.

La Mostra si chiuderà  con una sezione di grande attualità perché racconterà ciò che sono oggi le comunità ebraiche, tutto quello che riescono ad esprimere, tutte le reti di solidarietà ma anche di difficoltà che si costruiscono attorno ai loro gruppi.
Dopo l’allestimento fiorentino  nel marzo 2015, la Mostra andrà a Livorno e a Pisa. Ipotizziamo ulteriori allestimenti  all’estero, ancora in fase di definizione.

La Mostra sarà costruita con pannelli, installazioni multimediali, fotografie, documenti (anche familiari), registrazioni audio e video. Parlerà in due lingue: italiano e inglese,  sarà rivolta agli specialisti ma anche ai non addetti ai lavori, ad un pubblico adulto, ma anche ad un pubblico di giovani, italiani e stranieri.

E’ possibile sostenere l’iniziativa partecipando alla raccolta del materiale per la mostra, andando nella sezione “La Storia sei anche tu”  nel sito dell’Istoreco Livorno.

Per ogni informazione, contatta: +39.0586.809219.




Museo Amedeo Bassi

Sede e contatti
Piazza Machiavelli 13, Montespertoli (Firenze)
Telefono: 0571.600 255
E-mail: touristofficemontespertoli@gmail.com
montespertoli@promocultura.it

Sito web: http://www.toscananelcuore.it/museo-amedeo-bassi/
http://www.comune.montespertoli.fi.it/index.php/musei/3311-musei
Orari di apertura:
Dal 1 Aprile al 31 Ottobre: tutti i giorni: 10-12.30 e 16.30-19
Dal 1 Novembre al 31 Marzo: da martedì a giovedì 9.30-12.30; venerdì, 10-12 e 16-18; sabato e domenica: 10-12 e 15-18

Breve storia e finalità
Il museo vuole rendere omaggio a Amedeo Bassi, uomo di eccezionale talento la cui memoria il tempo aveva offuscato, e vuole essere occasione per far conoscere ad un ampio pubblico la sua figura artistica ed umana, avvicinare i giovani al teatro lirico, rafforzare l’identità locale ed essere luogo d’elezione per la diffusione della cultura musicale. A testimonianza dell’eredità che Amedeo Bassi ha lasciato a Montespertoli sono a lui intitolati la Filarmonica e il Festival musicale estivo, arrivato alla quinta edizione.

Il Tenore, nativo di Montespertoli e di umili origini, da ragazzo fu sentito cantare mentre lavorava in fornace. Incoraggiato a studiare canto, prese lezioni dal marchese Corrado Pavesi Negri e debuttò a Castelfiorentino nel 1897 con l’opera Ruy Blas. Da qui ebbe inizio la sua brillante carriera che lo portò già nel 1902 a Buenos Aires e in tutto il sud America, e poi a New York, Philadelphia, Chicago, Londra, Parigi con esibizioni nei più grandi teatri internazioni ed italiani. Da sottolineare il repertorio vastissimo da Verdi a Puccini, da Giordano a Leoncavallo, da Mascagni a Wagner, solo per citare i più grandi, in oltre settanta ruoli diversi. Esponente del Verismo, la sua voce venne descritta di estrema dolcezza e potenza, il fraseggio chiarissimo, ottima la presenza scenica e la recitazione.

Patrimonio
Il museo, che si articola in tre sale, ripercorre la vita e il radioso successo di un personaggio famosissimo al suo tempo, un vero e proprio Divo. I cimeli, i filmati che ricostruiscono la storia del tenore e gli apparati museali accompagnano il visitatore alla riscoperta della grande tradizione musicale italiana che artisti come Amedeo Bassi hanno con orgoglio fatto conoscere al mondo intero.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Museo dell’oro “Unoaerre”

Sede e contatti
Via Fiorentina 550 – 52100 Arezzo
Telefono:
0575 925953
0575 925862
E-mail: centrodi@unoaerre.it
Sito web: http://www.unoaerre.it/it/museo
Orari di apertura: per visitare il museo è gradita la prenotazione.

Organi direttivi
Direttore e Conservatore del Museo: Giuliano Centrodi (giulianocentrodi@gmail.comcentrodi@unoaerre.it)

Breve storia e finalità
L’industria orafa Uno A Erre, leader mondiale nel settore dell’oreficeria, il 7 marzo 1998 ha inaugurato il primo museo aziendale aretino, primo museo italiano di oreficeria, legato al più prezioso dei metalli e alla più prestigiosa delle produzioni per non disperdere la memoria storica della sua laboriosa attività ed offrire un percorso espositivo dall’archeologia industriale alle ultime creazioni di Giò Pomodoro.

L’archeologia industriale presenterà vecchi macchinari e utensili a documentare i primi sussidi tecnologici applicati all’industria orafa: le macchine per la fabbricazione delle catene storiche degli anni ’30 – ’40 – ’50, per l’incisione meccanica (il guilloché), per la costruzione delle palline e gli utensili per sbalzare, cesellare , incidere e incastonare le pietre preziose.

I disegni e i progetti creativi partono dal 1946, i materiali cartacei furono distrutti durante i bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale; restano notevoli i progetti acquisiti a Parigi negli anni Cinquanta che influenzeranno la produzione italiana e saranno di insegnamento per l’affermarzione dell’Italian Style; da segnalare anche presenze di creativi tedeschi e naturalmente italiani.

La collezione storica con oltre cinquecento gioielli e oreficerie d’oro e d’argento, alcuni anche esemplari unici che dagli anni’20,  raccoglie gli ultimi bagliori della Belle Epoque e dello stile ghirlanda per giungere agli stilemi geometrici dell’Art Déco e ai gioielli autarchici di argento. Il dopoguerra è rappresentato dai bracciali “tank” e hollywoodiani, dai pendenti a “mina”, dalle spilline “animalier” tratte anche dai personaggi della Walt Disney.

Gli anni ’60 si caratterizzano per i gioielli ricchi di colore; si recuperano le antiche lavorazioni degli smalti traslucidi e l’affermazione della microfusione cambia il volto al gioiello, da bassorilievo a tuttotondo. Gli scultori e anche i pittori fanno le loro “incursioni” nell’oreficeria e influenzeranno le produzioni successive (Cappello, Galoppi, Bini), così nei primi anni ’70 vedremo i gioielli optical e pop. Gli anni ’80 si arricchiranno delle collaborazioni degli stilisti francesi e americani (Luois Fèraud e Oscar de la Renta) per giungere alle creazioni degli artisti orafi-gioiellieri (Forlivesi, Fallaci) e designer (Buti)..

Sono presenti anche alcuni pezzi unici realizzati dal grande scultore, Giò Pomodoro che nel 1995-99 realizzò queste opere nei laboratori Uno A Erre alla presenza dei giovani studenti dell’Università degli Studi di Siena e di Venezia svelando i suoi sistemi di progettazione, di fusione nell’osso di seppia, nella pietra friabile di Vicenza e nei mattoncini di carbone di cerro. Queste pregiate realizzazioni hanno fatto il giro del mondo nelle più importanti rassegne dell’oreficeria d’artista (New York, Tokyo, Vienna e Venezia nel circuito della Biennale del 1985).

 Il medagliere raccoglie numerose medaglie e placchette di grandi artisti e famosi incisori delle zecche più importanti di Europa (B.Bini, Canuti, P.Cascella, Dalì, Fiume, Galoppi, C.Giampaoli, Giannone, Greco, Manzù, Messina, Moschi, O.P.Orlandini, G.Pomodoro, Romagnoli, Rousseau, Scatragli, Sikora, Tot, Venturi e Veroi).

 Il Museo della Gori&Zucchi rispecchia l’immagine della più grande industria orafa, la sua notorietà e la sua storia, l’autorevole affermazione nel mondo creativo ed economico produttivo sulla scia dei saldi valori culturali, sociali, artistici della grande civiltà della laboriosa terra aretina.

Patrimonio
In fase di schedatura, non ancora quantificato