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Pienza ricorda Mario Luzi a dieci anni dalla morte

M_LuziIl Comune di Pienza organizza per sabato 28 marzo alle 16 presso la sala del Consiglio comunale, una giornata per Mario Luzi: “Ricordo del poeta, senatore, cittadino onorario a dieci anni dalla morte”.

Saranno presenti:
Fabrizio Fè – Sindaco di Pienza
Paolo Andrea Mettel – Pres. dell’Associazione Mario Luzi poesia del mondo Mendrisio
Marco Nereo Rotelli – Architetto, Artista

Il programma;

Presentazione della plaquette: Mario Luzi – Adonis, “A mia madre dalla sua casa”, con una nota di Marco Marchi

Donazione al Comune di Pienza della scultura in bronzo: “La barca”, opera di Emo Formichi realizzata in soli dieci esemplari, scelta come simbolo del Centenario luziano

Consegna della plaquette

Coordina Giampietro Colombini, Vice Sindaco e Assessore alla cultura

A seguire, alle 18.30 presso la cripta della cattedrale: letture da Mario Luzi a cura della Compagnia Popolare del
Teatro Povero di Monticchiello. Selezione delle poesie a cura di Daniela Terzuoli, progetto di Furio Durando
commento musicale del Maestro Luca Burocchi




Le pietre parlano. Il caso del cimitero dei Lupi

frammmenti“Il cimitero dei Lupi di Livorno si presenta al visitatore non frettoloso, non come un cimitero qualsiasi, ma come un luogo capace di “parlare”, di raccontare storie, appartenenze religiose e politiche, passioni personali e civili”. Lo afferma Catia Sonetti, direttrice dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea di Livorno che giovedì 26 marzo (ore 17)  terrà la penultima conferenza del ciclo di Frammenti Livornesi.
Programmata ai Granai di Villa Mimbelli (via San Jacopo in Acquaviva) la conferenza è intitolata “Le pietre parlano. Il caso del cimitero dei Lupi” , un cimitero appunto che è luogo di memoria. Percorrendone i viali , così come visitando il Tempio della Cremazione, è possibile farsi un’idea precisa  della realtà politica e sociale che animò la città labronica a partire dall’Ottocento fino ai giorni nostri.
• L’ingresso alla conferenza è gratuito




Storie di uomini e guerra

 

Prende il via la seconda edizione di “La storia, le storie”, ciclo di incontri organizzato dalla Biblioteca Città di Arezzo in collaborazione con l’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano. Una rassegna per raccontare le guerre del Novecento e gli uomini che le hanno vissute sulla propria pelle. Domani, giovedì 6 marzo il primo incontro dalle 17.00 in via dei Pileati, 8.

La Prima e la Seconda Guerra Mondiale, ma anche la rivoluzione di Cuba raccontate con le parole, e le penne, degli uomini e delle donne che hanno vissuto i più drammatici avvenimenti del Novecento sulla propria pelle. Con questa chiave narrativa inedita giovedì 26 marzo 2015 avrà inizio la seconda edizione di “La storia, le storie. Uomini, donne e guerre nel Novecento”, iniziativa organizzata dalla Biblioteca Città di Arezzo in collaborazione con l’Archivio diaristico nazionale.

Quattro appuntamenti dal 26 marzo al 21 maggio 2015 per raccontare le guerre del Novecento.

Nel primo giovedì 26 marzo, alle ore 17.00, presso la Biblioteca Città di Arezzo Natalia Cangi e Daniela Leo presentano il libro “Scrivimi molto e a lungo. Lettere tra un prigioniero e una madrina di guerra”, il volume pubblicato da Terre di mezzo nel 2014 ha vinto la 29^ edizione del Premio Pieve Saverio Tutino.
Giovedì 16 aprile, in occasione del 70° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale Patrizia Gabrielli introduce il tema: “Esperienze di guerra: diari, memorie, lettere”.
Giovedì 7 maggio Gianni Beretta presenta Saverio Tutino in “Diario ’64-‘68”, Excogita editore,2014.
Il 21 maggio in occasione del centenario dell’intervento italiano nella Grande Guerra Nicola Maranesi presenta il suo volume “Avanti sempre. Emozioni e ricordi della guerra di trincea 1915-1918”, Il Mulino 2014.

Durante gli incontri letture dal vivo dell’attore Andrea Biagiotti.

Info: Tel 0575/797730 – ufficiostampa@archiviodiari.it – Twitter: @archiviodiari

Fondazione Archivio Diaristico Nazionale – onlus

Piazza Amintore Fanfani, 14

52036 Pieve Santo Stefano AR




Recupero dell’area Vitrum a Empoli

Alle ore 17 nella Sala conferenze dell’Archivio storico (Via Torricelli 58 A) Daniele Madonia, ingegnere neolaureato alla Scuola di ingegneria D.E.S.TeC dell’Università di Pisa, presenta la sua tesi di laurea specialistica su Recupero dell’area Vitrum a Empoli: progetto di riqualificazione e considerazioni energetiche relative all’utilizzo di pareti vegetali.

 
Daniele Madonia mostrerà, con dovizia di immagini storiche e di progetto, i cambiamenti intervenuti in questo polo di produzione vetraria, così familiare a tutti gli empolesi, e illustrerà la sua interessante proposta di recupero attenta a salvaguardare e trasmettere, con varie soluzioni, il carattere identitario dell’intero isolato, per valorizzare la memoria di questa attività produttiva portata avanti dalla Vitrum dai primi anni del ‘900 fino al 1984.
In linea con le previsioni dello strumento urbanistico vigente, il recupero dell’area prevede la totale demolizione degli edifici e la progettazione di un nuovo isolato, che, oltre alle destinazioni residenziale e commerciale degli edifici su fronti strada, prevede nello spazio interno lasciato libero dal forno della ex vetreria, una struttura di carattere pubblico: una palestra scolastica per gli alunni dei due istituti scolastici vicini sprovvisti di tale struttura, obbligati a raggiungere in pullman gli impianti comunali in zona stadio e, nelle ore pomeridiane e serali, per altre attività sportive, di studio e di socializzazione. Così nell’intero arco della giornata sarebbe garantita, da parte di cittadini con esigenze differenti, la fruibilità di tutta l’area interna al nuovo isolato, caratterizzata da una zona pedonale e ricca di numerosi spazi di relazione coperti o meno. Il progetto prevede inoltre l’utilizzazione di pareti vegetali, tecnologia di rivestimento la cui scelta è stata motivata sulla base di scelte di carattere energetico e di reinterpretazione del verde simbolo di degrado dell’ex sito produttivo e che garantirebbe la presenza di essenze vegetali in un lotto in cui la previsione di un parcheggio sotterraneo rende complicata la realizzazione di convenzionali aree a verde pubblico



Ghino Venturi architetto (1884-1970). Un artista tra Roma e Livorno

venturiE’ affidata a Denise Ulivieri, ricercatrice universitaria presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa,  la decima conferenza del ciclo “Frammenti Livornesi” in programma per giovedì 19 marzo, alle ore 17, ai Granai di Villa Mimbelli (via San Jacopo in Acquaviva).

La relatrice  parlerà di Ghino Venturi architetto (1884-1970). Un artista tra Roma e Livorno.

Urbanista italiano e famoso architetto, Venturi fu attivo soprattutto a Roma e a Livorno dove progettò i nuovi Spedali Riuniti, la Colonia Regina Elena al Calambrone, l’Istituto Case Popolari, il Gazebo della Terrazza Mascagni (distrutto durante la seconda guerra mondiale poi ricostruito) e la sede del quotodiano Il Telegrafo (oggi Il Tirreno).

“Ghino Venturi – spiega Denise Ulivieri –  di buon sangue etrusco, di gusto sicuro e di sensibilità squisita, è uno dei personaggi significativi della cultura architettonica del primo Novecento.  Un architetto poliedrico e versatile che si avvale della tradizione tardo cinquecentesca e seicentesca, “modernamente sentita”, per il recupero della cultura del passato, e che interpreta le limpide architetture d’Oltralpe per rompere la monotonia verticale dei prospetti. Nella città eterna Venturi è attirato dalla tradizione architettonica romana, caratterizzata dall’equilibrato convivere di passato e presente, dove, nel corso della sua crescita intellettuale, crea un linguaggio individuale ben riconoscibile sia nei singoli edifici sia nei complessi urbani. Una riconoscibilità che risulta assai evidente in terra toscana, dove, soprattutto a Livorno, ricerca nuove forme che rispondano alle esigenze ed ai mezzi moderni. II suo lavoro si estende anche al di fuori dell’ambito romano e livornese, manifestandosi in importanti progetti realizzati a Cortina, Oslavia e nella città di Nuoro”.




Ivano Tognarini, un anno dopo

Alle ore 10.30, nella Sala del Basolato, a Fiesole, ricordiamo Ivano Tognarini ad un anno dalla sua scomparsa.

Intervengono:

Sara Nocentini, Assessore alla Cultura della Regione Toscana

Anna Ravoni, Sindaco del Comune di Fiesole

Massimo Giuliani, Sindaco del Comune di Piombino

Dario Nardella, Presidente della Città Metropolitana di Firenze

Simone Neri Serneri, Presidente dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana

Luigi Tomassini, Associazione Ricerche storiche e Archelogia industriale

Nicola Labanca, Università di Siena

 




L’arte della famiglia Chini

Doppio appuntamento domenica 15 marzo presso il Museo civico della Manifattura Chini a Borgo San Lorenzo per celebrare l’arte e le opere della famiglia Chini e delle Fornaci San Lorenzo. L’evento, organizzato dall’associazione culturale S.T.A.R.E. (Storia, Territorio, Architettura/Arte, Ricerche, Editoria/Eventi) in collaborazione con l’Amministrazione comunale, si aprirà alle ore 16 con la presentazione della ristampa del volume “I Chini a Borgo San Lorenzo”, storia e produzione di una manifattura mugellana.
A seguire, sempre nei locali di Villa Pecori Giraldi, verrà inaugurata la mostra fotografica di Francesco Noferini dal titolo “I Chini tra modernismo e Oriente: la manifattura mugellana a Salsomaggiore”. Circa 15 fotografie (stampate in formato 70×100) a testimonianza dell’opera artistica della famiglia Chini nello splendido complesso termale di Salsomaggiore Terme realizzato nel 1923.
La molteplicità e la polivalenza dei prodotti delle Fornaci San Lorenzo, dall’oggetto d’uso al decoro di architettura, dalle vetrate figurate al componente di arredo, ha consentito una diffusione senza precedenti dell’esperienza artistica familiare e l’affermazione di uno “stile” riconosciuto come cifra della modernità. Di questo stile, il lavoro dei Chini nello stabilimento termale “Lorenzo Berzieri” di Salsomaggiore ne è una delle più vivide testimonianze, che gli splendidi scatti di Francesco Noferini presentano per la prima volta in mostra a Borgo San Lorenzo.

All’inaugurazione parteciperanno il sindaco di Borgo San Lorenzo Paolo Omoboni, il presidente dell’Unione dei Comuni del Mugello Federico Ignesti, l’assessore alla cultura del Comune di Borgo S.Lorenzo Cristina Becchi, la professoressa Giuseppina Carla Romby dell’Università di Firenze e lo storico dell’arte Marco Pinelli.

La mostra, ad ingresso libero, rimarrà visitabile fino al 17 Maggio.




Le carte di Siro Rosi “sovversivo”

In questo caso si tratta di un piccolo fondo, incomparabile per dimensione con quelli di cui  si parla negli altri tre incontri. Pochi, ma straordinari documenti, messi a disposizione dell’Istituto dalla famiglia, raccontano una vita movimentata, che attraversa davvero l’intero Novecento. Di Siro Rosi i più giovani tra i grossetani probabilmente ignorano anche il nome. È stata una figura che ha oltrepassato i confini della storia locale. Di lui si è occupata molto la stampa italiana degli anni Cinquanta; su di lui c’è stata anche una pubblicistica di scarsa attendibilità, ma capace di generare rumore, dal momento che è stato collegato all’uccisione di Mussolini, negli ultimi giorni della II guerra mondiale.

Ne abbiamo tratto materiale per la mostra, che si aprirà al mattino (ore 11), per rimanere nella Sala delle Colonne del Museo nella sola giornata di sabato. Al pomeriggio (ore 16), il programma prevede un incontro con Enrico Acciai, Ilaria Cansella e Giovanni Contini Bonacossi.

La biografia di un grossetano, ma solo per brevi intervalli a Grosseto.  Antifascista della prim’ora, volontario nel 1936 nelle Brigate internazionali a fianco degli antifranchisti spagnoli, seguì poi la sorte dei tanti sconfitti che attraversarono i Pirenei nel ’39. Internato nei campi francesi, evase, fu partigiano nel maquis,  accanto ai francesi che si armarono contro il governo collaborazionista di Vichy. Mutilato in combattimento, venne clandestinamente  in Italia ed ebbe un ruolo importante nella Resistenza al Nord.  A Liberazione avvenuta, nel 1945, fu per un breve soggiorno a Grosseto, ma subito nuovamente cittadino d’Europa, stavolta non per scelta, ma costretto a vagare tra Francia, Cecoslovacchia, Polonia, a causa di una persecuzione giudiziaria per diserzione, conclusasi con la riabilitazione solo nel 1962. I riconoscimenti arriveranno solo negli anni Settanta.

Dalla famiglia arriva un altro dono: dipinti, opere della maturità, che rivelano anche una nostalgia per la Maremma e per una vita intima: la Fiumara come tema che si ripete, accanto ai ritratti della moglie e dei due figli. Al mattino  questi dipinti  saranno oggetto di un’asta a beneficio dell’Istituto. Questo contributo da parte dei due figli di Siro Rosi giunge in un momento di difficoltà dell’ISGREC.

Consideriamo questo un appuntamento importante per la vita del nostro Istituto. Ci auguriamo una presenza ampia dei nostri soci e di quanti vogliano aggiungere una tessera alla conoscenza della nostra storia, in questo caso storia grossetana, insieme nazionale ed europea.

Info: Isgrec Onlus, via De’ Barberi 61 | 58100 Grosseto | tel/fax 0564 415219 | www.isgrec.it | segreteria@isgrec.it