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12.06.2018: UTOPIE DI CITTA’

utopieMartedì 12 giugno, Piazza Dante, ore 17
all’interno di CITTÀ VISIBILE l’Isgrec presenta l’incontro

“Utopie di città”

Le Utopie di città sono il prodotto di un lungo lavoro didattico che l’Isgrec ha effettuato con le insegnanti di due istituti comprensivi del territorio. Nascono da una sperimentazione in varie classi di scuole dell’obbligo di Grosseto e del Comune di Monte Argentario: attraverso il progetto “Filosofia con i bambini”, che ha utilizzato un modello fondato sulle tesi di Alfonso Maurizio Iacono (Università di Pisa), gli insegnanti sono stati formati all’impiego di contenuti filosofici per trasferire nella didattica un approccio alle relazioni interpersonali e all’apprendimento fondato sul dialogo e l’ascolto reciproco. Si concretizza quindi la traduzione dell’interrogazione del filosofo in stimolo al pensiero critico dei ragazzi. Le forme del pensiero critico sono dunque divenute contrapposizione alla pigrizia mentale sollecitata dai media, approdando a nuovi modelli di società e di vivere comune pensati dai bambini, città dove regna la fantasia e le regole sono quelle dalla creatività, della libertà e della giustizia.

Docenti esperti ne discuteranno in Piazza Dante illustrando il lavoro didattico ed i suoi originali e significativi risultati.




11 maggio – “Crimini contro le donne”: incontro con il giudice Roia del Tribunale di Milano

copertina libro11 maggio 2018 | ore 17.30

Multisala Aurelia Antica (sala n.2)

Crimini contro le donne.

Politiche, leggi, buone pratiche

 

Fabio Roia, è magistrato dal 1986. Nella sua lunga carriera, nel corso della quale è stato componente del Consiglio Superiore della Magistratura nella consiliatura 2006-2010, ha ricoperto incarichi prestigiosi, tutti legati alla protezione delle “fasce deboli”. Attualmente è Presidente di Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano ed è un membro, in rappresentanza di tutti gli uffici giudiziari lombardi, del tavolo permanente in tema di “interventi di prevenzione, contrasto e sostegno a favore di donne vittime di violenza” della Regione Lombardia.

Nella sua ultima pubblicazione, Crimini contro le donne, sono raccolte convenzioni internazionali, leggi, provvedimenti di indirizzo politico, buone pratiche adottate per creare uno strumento di informazione e di formazione utile a tutti i soggetti che ogni giorno entrano in contatto con le vittime di una delle tante forme di violenza di genere: magistrati, avvocati, operatori di polizia giudiziaria, assistenti sociali, operatrici dei centri antiviolenza, personale sanitario… Ma l’autore va oltre alla raccolta dei “rimedi giuridici”, sollevando il velo sulle radici culturali della violenza di genere: la visione patriarcale dei rapporti tra i generi, ancora presente in parte della società; la volontà di ristabilire la gerarchia di potere quando una donna mostra la volontà di decidere liberamente della propria vita; i pregiudizi e gli stereotipi sui generi, che inquinano il modo di pensare e di pensarsi non solo di tanti uomini ma anche di molte, troppe donne.

In che modo la legge e le buone pratiche per un diverso approccio culturale possono interagire per scalzare stereotipi, pregiudizi, subalternità dell’un genere rispetto all’altro e creare le condizioni per una vera parità? Applicare gli istituti giuridici, condurre i processi penali tenendo conto delle vittime, lavorare con un approccio multidisciplinare possono aiutare ad operare un cambiamento culturale? Quest’ultimo può essere facilitato da una formazione specifica degli operatori? Può la rete tra i vari soggetti che ogni giorno entrano in contatto con le vittime della violenza fare davvero la differenza?

 Ne discute con il giudice Roia il Dott. Giuseppe Coniglio, già Sostituto Procuratore a Grosseto, adesso in servizio presso il Tribunale di Civitavecchia, che per molti anni ha coordinato il pool di magistrati della task force Codice rosa.

La partecipazione all’iniziativa è riconosciuta dall’Ordine degli Avvocati di Grosseto come attività formativa (3 crediti)

In collaborazione con: Associazione Olympia de Gouges, Centro antiviolenza di Grosseto, Centro Donna, Raccontincontri-Libreria delle ragazze, Non una di meno, Aurelia Antica Multisala

Info: Isgrec, via De’ Barberi, 61 | 58100 Grosseto | www.isgrec.it | segreteria@isgrec.it | tel/fax 0564415219




07.05.2018: I bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale

box_bombardamento_grosseto7 maggio 2018 | ore 18

Sala conferenze ClarisseArte

(Grosseto, Via Vinzaglio 27)

 

I bombardamenti alleati

durante la seconda guerra mondiale

 

Ne discutono:

Luca Alessandrini (Direttore dell’Istituto Parri Emilia Romagna)

Luciana Rocchi (Comitato scientifico Isgrec)

 

75 anni fa, il 26 aprile 1943, lunedì di Pasqua, Grosseto subì il più terribile tra i numerosi bombardamenti aerei che la colpirono nella seconda guerra mondiale. Ne avrebbe subiti altri 18, ma questo sarà sempre ricordato per il tragico prezzo di vite di civili che costò: 134 grossetani, tra cui decine di bambini, uccisi mentre stavano giocando al Luna Park fuori Porta Vecchia. L’attacco colse di sorpresa la popolazione e in pochi riuscirono a trovare riparo nei rifugi anti-aerei. Sulla città vennero scaricate quasi 400 bombe da 300 libbre e circa 2000 a frammentazione. L’obiettivo degli americani era mettere fuori uso l’aeroporto militare e in particolare distruggere una scuola di addestramento per piloti di velivoli aerosiluranti che i tedeschi avevano creato nel 1942 proprio all’interno dell’aeroporto. Gran parte delle informazioni su questa scuola di addestramento, agli Alleati le aveva fornite un prigioniero di guerra tedesco catturato nell’autunno 1942 e che per diversi mesi aveva lavorato dentro all’aeroporto maremmano. Questo era l’attacco programmato. Diverso, come tristemente sappiamo, quello concretamente avvenuto.

L’eco di questa terribile strage fu grande, per la gravità dei lutti che lasciò, per le molte e contraddittorie voci che subito si diffusero sull’evento. Si parlò di mitragliamenti che non ci furono, di bombe intenzionalmente sganciate sulle giostre, anche grazie all’intelligenza con gli antifascisti grossetani. All’opposto, il mancato suono dell’allarme è stato attribuito ai fascisti, che ne avrebbero fatto un uso propagandistico contro gli alleati.

Su questo evento le memorie sono ancora vive, i lutti non sono stati superati, malgrado la distanza del tempo. Nella cripta della Basilica del Sacro Cuore, che custodisce tutti i nomi delle vittime, ogni anno ha luogo la cerimonia per non dimenticare.

Quest’anno abbiamo voluto offrire alla nostra città un momento utile a comprendere un fenomeno della contemporaneità, divenuto di nuovo attuale, nell’epoca delle guerre regionali, oggi drammaticamente e pericolosamente presente, non troppo lontano da noi.

Info: Info: Isgrec, via De’ Barberi, 61 | 58100 Grosseto | www.isgrec.it | segreteria@isgrec.it | tel/fax 0564415219




Intorno al 25 aprile: le iniziative dell’Isgrec al FestivalResistente

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L’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea sarà presente nei giorni del Festival Resistente (20-25 aprile) al Cassero con il proprio stand di pubblicazioni e materiali. Sarà possibile, inoltre, diventare soci dell’Istituto e contribuire alla raccolta fondi per la costruzione della “Casa della memoria al futuro” di Maiano Lavacchio.

Due le iniziative pubbliche organizzate.

copertina taddeiIl 24 aprile, ore 19, nelle casette del Cinquecento, sarà presentato il volume “Coro di voci sole. Nuove verità sull’eccidio degli 83 minatori della Niccioleta” di Katia Taddei (Effigi 2017). Ne discute con l’autrice Luciana Rocchi (Comitato scientifico ISGREC).

Il 13 giugno 1944 un battaglione di SS italiane e tedesche circondò il villaggio minerario di Niccioleta e catturò circa 150 persone. Una parte degli arrestati fu rilasciata, 6 minatori vennero immediatamente fucilati, 77 furono trasportati a Castelnuovo Val di Cecina e lì uccisi il pomeriggio del 14. Molti degli uccisi figuravano negli elenchi dei turni di guardia, decisi dagli stessi minatori per difendere gli impianti. Non è stata provata nessuna correlazione con uccisioni di soldati tedeschi da parte di partigiani, tale da configurare l’ipotesi di una rappresaglia. Un dato accertato è la presenza di moltissimi antifascisti tra i lavoratori di Niccioleta. Il CLN di Massa Marittima aprì immediatamente un’inchiesta e dopo una lunga istruttoria, che si protrasse fino al novembre 1949, si aprì il dibattimento davanti alla Corte d’Assise di Pisa, che si concluse con la condanna di alcuni fascisti di Niccioleta per collaborazionismo ed omicidio. Non sono mai stati perseguiti coloro avevano ordinato ed eseguito la strage, il tenente Emil Block e le SS tedesche ed italiane sotto il suo comando. Il volume è la riedizione riveduta e ampliata di un precedente lavoro del 2003, al quale si sono aggiunti nuovi spunti e criteri interpretativi. “Coro di voci sole” è frutto di una ricerca ricca e puntuale sulla strage e fa luce su vicende e circostanze a lungo rimaste nell’ombra, che necessitavano di essere ulteriormente approfondite, indagate o rilette alla luce di una nuova visione d’insieme.

copertina valerianoIl 25 aprile, ore 15, sempre nelle casette del Cinquecento, sarà presentato il volume “Malacarne. Donne e manicomio nell’Italia fascista” di Annacarla Valeriano (Donzelli 2017). Ne discute con l’autrice Costantino Di Sante (Istituto provinciale per la storia del movimento di Liberazione nelle Marche e dell’età contemporanea). L’iniziativa è organizzata in collaborazione con la Libreria delle ragazze. Il volume dà conto dell’ideologia e della pratica «clinica» del fascismo, che consegnò all’istituzione psichiatrica la «malacarne», ossia coloro che erano segnati dallo stigma della diversità e della non conformità. Presunte anomalie della femminilità crearono facili alibi per la reclusione e trasformarono l’assistenza psichiatrica in un capitolo della politica sanitaria del regime, orientata alla difesa della razza e alla realizzazione di obiettivi di politica demografica, attraverso l’eliminazione dalla società dei c.d. «mediocri» della salute, del pensiero e della sfera morale. In manicomio furono rinchiuse non solo le donne che si erano allontanate dalla norma, ma anche le più deboli e indifese: bambine abbandonate, ragazze vittime di violenza carnale, mogli e madri incapaci di superare i traumi della guerra.

Info: ISGREC | via de’ Barberi, 61 | 58100 Grosseto | tel/fax 0564415219 | segreteria@isgrec.it | ww.isgrec.it




Festa della Toscana: La Maremma lorenese in Europa. L’Europa nella Maremma lorenese

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La Maremma lorenese in Europa.

L’Europa nella Maremma lorenese

9 aprile – ore 10,30

Clarisse Arte – via Vinzaglio, 27

 >>INVITO

È stato scritto che il giovane Pietro Leopoldo si fosse innamorato della Maremma, allora lembo estremo di Toscana, e dell’idea di farla rinascere realizzandovi riforme importanti. Di fatto la Toscana, e per alcuni aspetti in particolare la Maremma, divennero laboratorio europeo d’innovazioni. In Maremma giunsero modelli di pensiero e di intervento legislativo pensati in Europa, di Maremma si parlò in Europa. Importanti opere di toscani furono tradotte e lette a Parigi, mentre esponenti della fisiocrazia francese furono gli ispiratori delle riforme leopoldine. È guardando all’Europa che Pietro Leopoldo può aver trovato le basi teoriche essenziali per la scossa che dette alle forme statuali dell’ancien régime; in Maremma il giovane Lorena tentò di applicare all’agricoltura politiche economiche innovative. Un esponente della fisiocrazia francese, il marchese di Mirabeau, nel 1769 dedicò una sua importante opera a Pietro Leopoldo. Nelle riviste e nelle corrispondenze tra i protagonisti del pensiero economico si parlò di “esperimento toscano di riforme”, con frasi come “La Toscana presenta all’Europa, da qualche anno, uno spettacolo nuovo per essa” o “da uno dei paesi governati dalle peggiori leggi ammini-strative, se n’è fatto quello in cui le leggi sono le migliori”. Nel 1775, giunse a Parigi il Discorso di Sallustio Bandini, destinato a Jacques Turgot. Scriveva qualche anno fa Mario Mirri, uno dei massimi stu-diosi della storia dell’agricoltura toscana ed esperto di fisio-crazia, che ancora non sappiamo bene “quel che è successo fra Parigi, Firenze e Grosseto tra 1777 e 1778”. È un terreno affascinante di ricerca, che richiederebbe un grande impe-gno scientifico. Ma è già suggestivo trovare indizi di un mo-mento di uscita della Maremma dal suo isolamento e del suo apparire sotto gli sguardi della cultura europea. Agli studenti proponiamo un laboratorio con le fonti, un esercizio di lettura utile a sollecitare una curiosità in più per un momento molto speciale della nostra storia. La stagione di cui ci parlano le fonti che offriamo fu un esempio di circolazione di idee, di relazioni fra ambienti lontani e diversi. In un’Europa divisa da confini e spesso lacerata da guerre, la cultura era capace di superare frontiere. La Toscana si affermò come regione aperta verso l’esterno e le sue periferie re-spirarono un’aria di novità e una speranza di progresso, breve, ma importante.

PROGRAMMA

 

Eugenio Giani |Presidente del Consiglio della Regione Toscana

Lio Scheggi | Vicepresidente dell’ISGREC

Saluto

 

Elena Vellati | ISGREC

La Maremma nella Toscana di Pietro Lepoldo: simbolo di progresso in Europa

 

Consegna alle scuole del dossier di documenti

 

Luca Bonelli

Reading di testi

 

Informazioni e contatti:ISGREC | via de’ Barberi 61 | 58100 Grosseto

tel/fax +39 0564 415219 | segreteria@isgrec.it | isgrec.it




9 aprile 2018: corso di formazione e incontro tra le associazioni e la Consigliera di parità

Proseguono le attività del Centro Documentazione donna dell’Isgrec previste dal progetto “Non solo l’8 marzo”.

Il 9 aprile alle ore 15 si terrà il terzo incontro del corso di formazione per insegnanti “(Rel)Azioni contro la violenza di genere”. Elisa Giomi (Università di RomaTre) terrà una lezione su “Genere e violenza nella cultura mediale”, che avrà al centro non solo la violenza contro le donne, ma anche la violenza che dalle donne è agita, due fenomeni speculari benché di natura e portata diverse. Dalle serie tv alle cronache nazionali, dalla musica alla pubblicità, ciascuna delle due forme di violenza sarà esaminata attraverso molteplici raffronti tra il piano della realtà e il piano della rappresentazione.

Alle ore 17.30 la Biblioteca dell’ISGREC si aprirà al pubblico per accogliere le associazioni grossetane che si occupano a diversi livelli e con diverse competenze di violenza di genere. Coordinate dalla Consigliera di Parità, Laura Parlanti, l’incontro dal titolo  L’impegno dell’associazionismo grossetano contro la violenza di genere, sarà occasione di conoscenza e approfondimento sulle attività, le pratiche e i saperi di molte associazioni, molte con esperienza pluridecennale, tra le quali: Raccontincontri, Libreria delle ragazze, Centro donna, Cittadinanzattiva, Associazione Rosa Parks, Centro antiviolenza – Associazione Olympia de Gouges, Uil Pensionati – commissione femminile, Spi-cgil – coordinamento donne, Arcigay, Collettivo Sirena Guerrilla, Non una di meno, Associazione Humanitas.

Info: Centro Documentazione Donna dell’ISGREC | via de’ Barberi 61 | 58100 Grosseto | tel/fax +39 0564 415219 | segreteria@isgrec.it | isgrec.it

 




Presentazione della nuova edizione del volume di Anna Maria Mori e Nelida Milani, “Bora. Il vento dell’esilio”.

Venerdì 6 aprile alle ore 10.30 a Firenze, presso la Sala ex Chiesa delle Leopoldine in Piazza Tasso (Firenze) presentazione della nuova edizione del volume “Bora. Istria, il vento dell’esilio”, di Anna Maria Mori e Nelida Milani. Il libro, che era stato pubblicato venti anni fa, proprio a febbraio 2018 ha visto una nuova edizione con la prefazione di Guido Crainz.

Dopo i saluti istituzionali interverrà Guido Crainz.

Sarà presente l’autrice Anna Maria Mori.

Gli studenti delle scuole fiorentine e i docenti che hanno partecipato al progetto “Per la storia di un confine difficile. L’Alto Adriatico nel Novecento” incontreranno gli studiosi e la cittadinanza per un momento di restituzione comune dell’esperienza del viaggio sul “Confine orientale”.

L’iniziativa, promossa da Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea e da Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, si inserisce infatti nelpercorso di formazione sostenuto dalla Regione Toscana: “Per la storia di un confine difficile. L’alto Adriatico nel Novecento”.

Dal 12 al 16 febbraio 25 insegnanti e 52 studenti di scuola superiore, accompagnati da rappresentanti della Regione Toscana, dell’Ufficio scolastico regionale e della rete toscana degli Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea, hanno visitato Redipuglia, Trieste, Gonars, Basovizza, Padriciano, Fiume e Fossoli: tappe di un viaggio, durante il quale hanno incontrato studiosi e testimoni, istituzioni e realtà associative.
È stato questo il momento più importante di un progetto-pilota che da quest’anno inserisce fra le politiche della memoria della Regione Toscana un intervento sui temi cui è dedicato il Giorno del Ricordo.




Presentazione del libro di Giuseppe Matulli

Sabato 17 marzo alle ore 17,30 alla Biblioteca di Storia dell’arte di Montemerano,

 l’Accademia del Libro invita alla presentazione del  Libro di

Giuseppe Matulli:

Alcide De Gasperi. Quando la politica credeva nell’Europa e nella democrazia (Clichy, Firenze, 2018)

Con una prefazione di Enrico Letta

Sarà presente l’autore che ne parlerà con Luciana Rocchi

 

Giuseppe Matulli  torna a distanza di un anno a Montemerano per parlare della figura di Alcide De Gasperi, questa volta in occasione dell’uscita del suo libro sullo statista trentino.

Oltre che per illustrare i contenuti del volume, che ripercorre la vita di De Gasperi con grande rigore storico e documentale, l’incontro sarà un’occasione per approfondire  quanto nella sua azione politica possa essere messo in luce per cercare spunti di riflessione utili a capire le difficoltà dell’oggi.

Il libro di Matulli rilegge infatti il pensiero e la vicenda politica del grande statista alla luce di quella weberiana “etica della responsabilità” che guidò sempre la sua azione pur nel secolo delle ideologie e quindi in palese controtendenza col pensiero che lo caratterizzò. E nelle conclusioni evidenzia quanto questo atteggiamento di De Gasperi possa essere riguardato oggi come punto di riferimento imprescindibile per trovare una strada che ci conduca fuori dall’attuale crisi della politica.

Una vicenda umana e un’azione politica, quella di De Gasperi, che inizia in territorio austro-ungarico e, attraverso il carcere fascista e il CNL, giunge a guidare il Paese, umiliato e sconfitto, a farlo rinascere nel tempo della guerra fredda.  A misurarsi con ostacoli e opportunità internazionali, con la necessità di superare lo storico steccato fra Papato e Stato laico e a rispondere alla sfida dell’integrazione politica europea.

Un’esperienza che esalta il contenuto etico della politica, per la responsabile autonomia delle analisi e delle scelte, per la coerenza della “visione” con i valori di riferimento, gli obiettivi definiti, la strategia per raggiungerli, e che per questo ci induce oggi a riflettere sulle sfide del XXI secolo. In un tempo, vale a dire, nel quale i riferimenti politici non hanno retto agli stravolgimenti nelle relazioni internazionali (come la globalizzazione e le sue conseguenze) e a quelli tecnologici (che hanno messo in discussione gli elementi fondamentali della convivenza a iniziare da tempo e spazio), e in cui si sta perdendo con preoccupante rapidità la considerazione del valore della democrazia, sacrificata alla “governabilità”.