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A Firenze durante la seconda guerra mondiale: memorie e ricordi di vita

Alle ore 17.30, alla Biblioteca CaNova, secondo incontro del ciclo “Storie Resistenti” promosso dalla Biblioteca in collaborazione con ISRT, Archivio del Movimento di Quartiere, ANPI, dedicato alla presentazione di L’infanzia di Francesca e la seconda guerra mondiale. Come si viveva a Firenze e in Italia, di Anna Maria Dreoni Barzellotti (MEF-L’Autore Libri, Firenze 2013) e Ricordi di vita e testimonianze sulla guerra di una donna del popolo dal 1928 al 1946 di Nella Bertini (Associazione culturale L’Invetriata, Firenze 2014). Testimonianze raccolte durante la mostra “Firenze in guerra 1940-1944“.

Insieme alle autrici e a Francesca Cavarocchi, curatrice della mostra con Valeria Galimi, intervengono Teresa Zuffanelli e Paolo Mencarelli dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.

Interventi musicali del coro studentesco dell’Istituto Istruzione superiore tecnica e liceale Russell-Newton di Scandicci.

Letture a cura di A voce alta, gruppo di lettura della Biblioteca CaNova.




A Livorno si ricorda l’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine

pioalbertelli

Pilo Albertelli

Martedì 24 marzo si celebra l’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, nel quale perirono anche 4 cittadini livornesi, Umberto Lusena, Odoardo Della Torre, Ilario Zambelli,Pilo Albertelli. Si ricorda, com’è noto, il massacro di 335 civili e militari italiani, fucilati a Roma il 24 marzo 1944 dalle truppe di occupazione tedesche come rappresaglia per l’attentato partigiano compiuto da membri dei GAP romani contro truppe germaniche in transito in via Rasella.

L’Amministrazione Comunale, di concerto con le associazioni della Resistenza e dell’Antifascismo (Anpi, Annpia, Anei, Aned e Istituto Storico della Resistenza), hanno deciso di ricordare le vittime con la deposizione di un mazzo di fiori in corrispondenza delle strade cittadine a loro dedicate per quanto riguarda Lusena,Della Torre e Zambelli.
Pilo Albertelli invece sarà ricordato nelle due scuole cittadine dove insegnò all’inizio della sua carriera di docente, e dove sono collocate delle targhe  commemorative:  l’omonima scuola elementare e l’Istituto ISIS Niccolini-Palli.

Sarà la vicesindaco Stella Sorgente a rappresentare l’Amministrazione, domani, martedì 24 marzo, nella celebrazione, secondo questo programma:

Ore 9 Inizio delle deposizioni in via Lusena.
A seguire, deposizione in via Della Torre e poi in via Zambelli.

Ore 9.45 commemorazione alla scuola Albertelli e alle 10.15
all’Istituto ISIS Niccolini Palli. (u.g)

Pilo Albertelli, insegnante e partigiano, ricevette nel 1947 la medaglia d’oro al valor militare, con la seguente motivazione:
«Lasciati gli studi prediletti per guidare nella battaglia della libertà, anche con l’esempio, gli allievi, prodigandosi nella difesa di Roma, contro l’invasore tedesco, fu tra i primi organizzatori e animatori della lotta di resistenza. Al comando di tutte le forze armate cittadine insurrezionali del Partito d’Azione, sprezzante di ogni pericolo, arditissimo in eroiche imprese, fu luminoso esempio di coraggio e di abnegazione. Arrestato e torturato con selvaggio accanimento, oppose ai carnefici superbo disprezzo e superba volontà di sacrificio, tentando stoicamente, per due volte, di togliersi la vita, pur di non parlare. Con le costole infrante, il corpo maciullato, conservò intatta fino all’ultimo la sua serena superiorità d’animo. Cadde, barbaramente trucidato, alle Fosse Ardeatine.»

Umberto Lusena, militare e partigiano
Medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione
«Ufficiale superiore di alte qualità militari, al comando di un battaglione arditi paracadutisti rifiutava la resa imposta dai tedeschi e si opponeva valorosamente all’avanzata su Roma di una forte colonna nemica rinforzata da mezzi corazzati. Cessata, per l’incalzare degli eventi, ogni resistenza militare passava alla lotta clandestina organizzando e potenziando le formazioni partigiane, preparando con slancio illimitato animi, volontà e mezzi per il giorno della riscossa. Arrestato per vile delazione, sopportava duro carcere e subiva inumane torture, sopportando nello spasimo della carne martoriata il segreto che, se svelato, avrebbe tradito la causa e i compagni di lotta. Condotto al martirio legato ad altri italiani colpevoli di amare la Patria, cadeva barbaramente trucidato bagnando col suo sangue il sacro suolo delle catacombe dei primi martiri del cristianesimo e lasciando in retaggio ai suoi teneri figli il sublime patrimonio dell’onore e del dovere.»

Odoardo Della Torre
Nato a Livorno il 24 febbraio 1894, trucidato alle Fosse Ardeatine (Roma) il 24 marzo 1944, insegnante.
Militante socialista, si era laureato in filosofia e giurisprudenza. Insegnava filosofia a Roma quando, in seguito all’approvazione delle leggi razziali, non solo fu allontanato dall’insegnamento in quanto ebreo, ma fu pure cancellato dagli albi professionali. Durante l’occupazione nazista, Della Torre fu attivo nella Resistenza romana. Arrestato il 18 marzo 1944, fu ucciso sei giorni dopo con altri 334 prigionieri politici ed ebrei alla periferia di Roma, nella rappresaglia seguita all’azione di via Rasella. (Fonte Anpi)

Ilario Zambelli
Nato a Rio nell’Elba (Livorno) nel 1909, ucciso alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, telegrafista, Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.
In servizio come sottufficiale telegrafista presso il ministero della Marina, l’otto settembre fu tra i militari che parteciparono ai combattimenti contro i tedeschi in difesa della Capitale. Con l’occupazione, Zambelli entrò nelle file della resistenza romana, svolgendo compiti di informazione e di collegamento in una formazione partigiana legata al Fronte militare clandestino della Marina.
Durante questa sua attività cadde nelle mani dei nazifascisti i quali, nonostante le feroci torture cui lo sottoposero, non riuscirono ad ottenere dallo Zambelli la minima informazione. Prelevato sanguinante dal carcere, il valoroso telegrafista fu trasportato alle Fosse Ardeatine e lì fucilato.(Fonte Anpi)

 




I fucecchiesi e la Grande Guerra

In occasione del centenario della prima guerra mondiale, sabato scorso alla Fondazione Montanelli Bassi di Fucecchio si sono svolte due importanti iniziative: la presentazione del libro Un fucecchiese nella grande guerra. Il diario e le lettere di Egisto Lotti, pubblicato dalle Edizioni dell’Erba, a cura e con introduzione di Giuliano Lastraioli, e l’inaugurazione della mostra Fucecchiesi nella grande guerra a cura di Riccardo Cardellicchio e Cinzia Giuntoli. Oltre all’autore del libro e ai curatori della mostra, sono intervenuti Alberto Malvolti, presidente della Fondazione Montanelli Bassi, il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli e Paolo Regini, presidente della Banca di Cambiano, l’istituto che col proprio contributo ha reso possibile la realizzazione di questi due progetti.

Il libro curato da Lastraioli, comprendente il diario e le lettere scritte dal fronte da Egisto Lotti tra il 1917 e il 1918, oltre che una significativa testimonianza diretta dai luoghi della guerra, è anche un doveroso ricordo nei confronti di Egisto Lotti che si impegnò a lungo per la difesa e la valorizzazione dei beni storici e artistici fucecchiesi.

La mostra curata da Cardellicchio e Giuntoli, invece, vuole ricordare i Fucecchiesi andati in guerra tra il 1915 e il 1918, specialmente i tanti che hanno perso la vita in quei tragici anni. I documenti più commoventi sono costituiti dalle lettere conservate nell’archivio storico del Comune di Fucecchio. La mostra intende anche lanciare un appello ai cittadini possessori di memorie lasciate da parenti che hanno partecipato al conflitto. Già in questa occasione alcuni privati hanno concesso in prestito ricordi, come diari, fotografie e altri documenti, che per anni sono stati conservati dalle famiglie e che per la prima volta sono mostrati al pubblico.




Le donne nella Resistenza

Alle ore 16.00 nella Sala delle Feste del Consiglio regionale, via Cavour 18, iniziativa per ricordare le donne della Resistenza fiorentina.

Saluti di Daniela Lastri, Consigliera regionale, e Rosalia Manno, Presidente Archivio per la memoria e la scrittura delle donne.

Introduce Anna Scattigno

Reading delle testimonianze delle protagoniste (Istituto Storico della Resistenza in Toscana).

Selezione dei testi Elisa Caramazza, Gianna Deidda

Letture: Gianna Deidda, Angela Giuntini, Elisa Scaramazza

Regia Gianna Deidda

Interventi: Marta Baiardi, Silvia Salvatici

Progetto a cura di Marta Baiardi, Rosalia Manno, Anna Scattigno.




Proseguono gli incontri del ciclo “Cent’anni dopo: la Grande Guerra oggi”

Venerdì 20 marzo alle ore 15 a Lucca, presso la  sala Tobino del Palazzo Ducale, prosegue il ciclo di conferenze ” Cento anni dopo: la Grande Guerra oggi”, con l’intervento di Stefano Bucciarelli, dal titolo Dalla neutralità all’intervento in provincia di Lucca.




La maglia azzurra di Gino Scarpellini

Alle ore 17.30 in Sala degli Affreschi, Palazzo Bastogi, presentazione del volume di Franco Quercioli, La maglia azzurra di Gino Scarpellini.

Ne parlano:

Paolo Bambagioni, consigliere regionale
Mirko Dormentoni, Presidente del Quartiere 4
Daniele Calosi, Segretario FIOM Firenze
Silvano Sarti, Presidente ANPI provinciale
Paolo Mencarelli, Istituto Storico della Resistenza in Toscana
Mauro Fuso, Segretario Camera del Lavoro di Firenze
Marcello Marchioni, Presidente ASSI Giglio Rosso

Saranno presenti i figli Sergio e Mirella Scarpellini

Coordina Marco Capaccioli editore




Fra eresia e santità

Alle ore 17.30 – presso la Fondazione Circolo Fratelli Rosselli (Via degli Alfani 101 r, Firenze), presentazione de Tra eresia e santità. I quaderni del Partito d’Azione. Ristampa a cura delle edizioni Il Settimo Libro.

Intervengono: gli storici Ariane Landuyt e Sandro Rogari, il presidente dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana Simone Neri Serneri, e Valdo Spini, presidente Fondazione Circolo Fratelli Rosselli. Coordina Tommaso Nencioni. Sarà presente l’editore, Gian Luigi Capurso




La mia vita prigioniera

Alle ore 11.00, Auditorium, Palazzo Panciatichi. Iniziativa promossa dal Consiglio regionale della Toscana in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.

Lo spettacolo racconta la storia di Elio Bartolozzi, interpretato da Alessandro Varrucciu, contadino toscano originario del Mugello che nell’aprile del 1944, per aver aiutato dei partigiani, viene preso dai tedeschi e dai repubblichini. Dopo la cattura viene portato prima a Villa Triste, poi al carcere delle Murate. Da qui nei campi di Fossoli, di Bolzano e infine in quelli di Mauthausen e Gusen. Verrà liberato il 5 maggio del 1945.
La narrazione dei fatti avviene in prima persona, rispettando la lingua di Elio, fiorentino, con le sue imperfezioni, accenti e strutture grammaticali.
La scelta morale di Elio Bartolozzi, semplice contadino non politicizzato, rappresenta a pieno merito quella resistenza civile (rimasta sempre in ombra rispetto a quella armata), quell’humus ribelle e antifascista che ha nutrito e sostenuto i partigiani.
Lo spettacolo si ispira al volume  “La mia vita prigioniera” di Elio Bartolozzi, a cura di Marta Baiardi, pubblicato nella collana “Edizioni dell’Assemblea” (2011) del Consiglio regionale della Toscana.

saluti
Giuliano Fedeli, Vicepresidente del Consiglio regionale

introduce
Marta Baiardi, Istituto Storico della Resistenza in Toscana

regia, Francesca Uguzzoni
elaborazione grafica, Silvia Uguzzoni