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71° Anniversario dell’Eccidio del Padule

Programma delle Commemorazioni unitarie

Sabato 22 agosto 2015

Ore 10.00 Mu.Me.Loc. Museo della Memoria Locale, Cerreto Guidi – Esposizione dei lavori realizzati dagli studenti delle Classi Terze della Scuola Media “Leonardo da Vinci” di Cerreto Guidi sul tema dei diritti umani, tratti dal progetto didattico “Per una Toscana Terra di Pace – I diritti umani

Visite Guidate gratuite al Museo e proiezione video a rotazione

Domenica 23 agosto 2015

Ore 9.30 – Piazza XXIII Agosto, Stabbia – Deposizione corona di alloro in memoria dei Caduti

Ore 10.00 Ritrovo Autorità, Gonfaloni, Cittadini, presso il Giardino della Meditazione, Stabbia

Ore 10.15 – Inizio Cerimonia – Introduzione musicale a cura dell’Associazione RamiMusicali

Ore 10.30 – Saluti ed intervento introduttivo del Sindaco di Cerreto Guidi Simona Rossetti

Ore 10.40 – Santa Messa

Ore 11.25 – Ricordi e testimonianze dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime dell’Eccidio del Padule di Fucecchio. A seguire: Intervento dell’Onorevole Dario Parrini

Ore 11.40 – Brevi letture di brani e poesie, a cura di una rappresentanza delle Classi Terze della Scuola Media “Leonardo da Vinci” e dell’Associazione teatrale “La Maschera” (Progetto didattico “Per una Toscana Terra di Pace – I diritti umani

A seguire: intervento del Dottor Stefan Schneider, Ufficio Culturale dell’Ambasciata della Germania

Ore 12.00 – Commemorazione Ufficiale, a cura del Professor ADRIANO PROSPERI

Ore 12.40 – Apposizione targa intitolata a LIVIO LENSI, a cui si deve l’intitolazione del “Giardino della Meditazione

Deposizione Corona di alloro

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Ore 18.00 – Chiesa di Santa Liberata, Cerreto Guidi – Inaugurazione affresco realizzato dall’Artista Massimo Callossi Ore 19.00 – Concerto musicale a cura dell’Associazione RamiMusicali

Ore 20.00 – Chiusura manifestazione

Infine … Venerdì 28 agosto

Ore 21.30 – Circolo ACSI “XXIII Agosto”, Stabbia – Spettacolo teatrale “Gente di Padule“, a cura dell’Associazione Culturale Mimesis

 



Al Museo Ugo Guidi la mostra “Le madri di Jorio Vivarelli”

Il Museo Ugo Guidi e la Fondazione Jorio Vivarelli di Pistoia hanno sviluppato attraverso un rapporto di collaborazione due eventi espositivi con un reciproco scambio di opere dei due maestri del ‘900 in Toscana, Ugo Guidi e Jorio Vivarelli, ai quali le istituzioni fanno riferimento. Dopo al mostra di sculture e disegni di Ugo Guidi alla Fondazione Vivarelli di Pistoia del giugno-luglio scorso, il Museo Ugo Guidi ospita la mostra “Le madri di Jorio Vivarelli” presentata dalla Fondazione Vivarelli di Pistoia.

La mostra delle sculture e disegni del maestro Jorio Vivarelli realizzata nel “Museo Ugo Guidi” – MUG – di Forte dei Marmi, via Civitali 33 e al Logos Hotel – Via Mazzini 153 Forte dei Marmi – sarà inaugurata martedì 18 agosto 2015 alle ore 18 al Museo alla presenza dei dirigenti delle due istituzioni e della curatrice ad ingresso libero.

L’esposizione sarà visitabile successivamente fino al 2 settembre 2015 al Museo Ugo Guidi tutti i giorni con orario 18 – 20 o su appuntamento al 348020538  o  museougoguidi@gmail.com, lunedì chiuso . Al Logos tutto i giorni 10 -23. Il MUG è sponsorizzato da Maria Rosaria Lenzi Private Banker di Banca Fideuram.

 “Il tema dell’amore materno e della dedizione filiale assieme a quello della bellezza della natura, del dolore e della morte, intesa come sacrificio e riscatto dell’uomo, è stato continuo oggetto di studio nell’arte di Jorio Vivarelli in quanto il valore della vita è un valore principe per chi, come lui, ha vissuto le vicende della seconda guerra mondiale.

L’onestà intellettuale, la capacità di autocritica, la costante attenzione alle trasformazioni politiche e sociali, la sofferta partecipazione alle vicende del nostro tempo hanno fatto sì che egli ricercasse ogni volta un messaggio autentico e dinamico rispetto alla realtà che via via andava cambiando. Questo ha significato dover sottoporre ad una continua revisione i traguardi man mano conseguiti, benché essi fossero sempre di alto livello stilistico e di profondo sentimento umano. E ciò in quanto Jorio Vivarelli si è sentito continuamente spinto dal desiderio, concettuale e creativo insieme, di approfondire, fuori da correnti o schieramenti di parte, le vere finalità, il ruolo e la funzione dell’opera d’arte nell’epoca contemporanea.

Questa mostra tematica offre la possibilità di ripercorrere i vari periodi creativi  dell’artista e di comprendere, quindi, più a fondo le caratteristiche umane della sua scultura. Per capire il percorso dello scultore pistoiese basta leggere i passaggi che da “Le Madri” (1959) conducono a” L’uovo filosofale, contenitore di vita” (1978-’79) appartenente all’ultimo periodo creativo, le “Pietre dei Saggi”.

“Le Madri”, del 1959, è un’opera cruciale nella quale si avverte la tragedia di una donna segnata da un dolore incontenibile. L’impianto formale nel suo complesso si ispira ad una rappresentazione sacra, in particolare quella del pulpito pistoiese di Giovanni Pisano per la distribuzione dei pieni e dei vuoti, per la disposizione dei gesti e per la posa straziante della madre che sviene mentre pie donne alle sue spalle, con gli occhi gonfi di pianto, cercano di sorreggerla e di alleviarne il dolore.  La similitudine tra questa madre e la Madonna del Pisano rientra nel tema delle “Pietà”, iconografia che per secoli ha impegnato scultori e pittori, basti ricordare tra tutti Michelangelo Buonarroti.  Ne “Le Madri” del ’59 Vivarelli rende protagonista il dolore, conosciuto nelle sue cause ed effetti. Se le figure, infatti, hanno un atteggiamento composto secondo una tradizione consolidata, i volti sono maschere tragiche e deformate, i corpi nascono da segni induriti. Lo stesso stile della scultura da gotico diventa espressionista per il modo in cui l’impeto creativo di Vivarelli indaga sugli effetti deformanti della commovente scultura. “Solchi, rilievi, golfi d’ombra, sbattimenti di luce intrecciano un colloquio concitato, spezzato, sommesso eppur gravido d’urla non emesse che fa esattamente corrispondere lo stile al contenuto dell’opera” . La bambina che in primo piano nasconde il volto e abbraccia la madre è il messaggio che, nell’accostamento del pianto dell’innocente con lo strazio della madre, sottolinea ancora di più il tragico destino della donna, procreatrice di vita, nel momento in cui deve assistere alla perdita del proprio figlio.  Una dimensione tutta femminile, questa, dove l’unica, vera eredità delle madri è la consapevolezza del dolore della vita che, passando dalla natura all’uomo, sembra rivelare il comune destino  che unisce la nostra condizione esistenziale a quello degli altri esseri viventi nel mondo che ci circonda.

 Anche nel piccolo bronzo, Giorni di gioia (1965), Vivarelli coglie il sentimento profondo di un amore filiale al punto che l’affetto sembra sia stato fuso nel bronzo per il modo in cui la vita fluisce assieme all’articolarsi delle figure di madri che sorreggono in braccio i figli i quali, a loro volta, ricambiano questo amore cingendo le braccia attorno al collo delle loro genitrici. La dolcezza del sorriso mostra il forte legame, la cura e la sintonizzazione degli stati affettivi, il rispecchiamento dell’uno nell’altro, ovvero quell’empatia biologica che permetterà al figlio di crescere così sensibile e forte da saper affrontare il mondo che lo circonda.

Con “Figura” e “Vita”, entrambe del 1966, Vivarelli affronta altri temi iconograficamente più rari, ma altrettanto intensi, a partire da quello di un’ansia incombente sulla sofferenza della donna progenitrice prima del momento in cui il grembo materno si schiude per offrire al mondo una nuova vita.  “I volumi plastici si riscaldano di luci e di ombre in morbido colloquio a tratti concitato da solchi che son come l’innesto d’un grido sulla dolcezza del naturale rito che perpetua la specie e consegna a un altro la fiaccola perenne della vita” .

In “Una sola forma una sola carne” del 1973 la madre appoggia dolcemente la guancia sulla testa del figlio ma in quest’opera le due figure appaiono sempre più unite, quasi fuse insieme in un unico blocco, così stretto e chiuso che rievoca la Pietà Rondanini di Michelangelo dove le figure sono un tutt’uno. L’opera esprime il sentimento intenso,  dell’amore che vince la morte e la trasfigura.  La maternità non è più intesa come dolore e vita destinata sempre e comunque alla morte, ma come  salvezza. Nelle opere della maturità Vivarelli coglie nella nascita il senso della serenità, la consapevolezza del divenire, del fluire della vita che non si ferma mai riuscendo così a raggiungere un livello espressivo più elevato, che ha come tema la vita intesa come speranza. Questo metamorfismo, nel corso della terza età dell’artista, caratterizzerà a pieno le opere dette del periodo delle “gemmazioni” con lavori che evidenziano un continuo processo di sperimentazione stilistica e formale e d’innovazione immaginativa. Nel suo punto più alto l’arte di Vivarelli diventa mediatrice tra la natura primigenia e la scultura antropomorfica e in questo dialogo ritrova una radice comune a tutti gli esseri viventi. Lo stesso artista ha lasciato detto che «La radice è indizio, o se vogliamo metafora ricchissima della condizione umana, condizione intesa come parabola, cioè una corrispondenza profonda tra uomo e natura. Dentro di noi c’è un universo. Il microcosmo ripete il macrocosmo» . Archetipi e simboli primordiali che  indicano quanto l’uomo appartenga alla natura e tornano a postularne, nella fase creativa delle gemmazioni, la futura rinascita nelle vesti de “L’Uomo nuovo”.

“L’uovo filosofale, contenitore di vita” (1978-’79) appartenente all’ultimo periodo creativo, le “Pietre dei Saggi” assieme al bellissimo marmo rosa “Athanor, il ventre della madre, terra, sole, luna”. Con questo ultimo ciclo Vivarelli ha voluto rappresentare la speranza in un futuro che non permetta più la fame, la guerra, la discriminazione e la povertà, ma generi un uomo integro, senza dualità né conflitti interiori: un uomo, cioè, che come Cristo, sia il nuovo Adamo prima del peccato originale. Questa rassegna antologica sulle madri di Jorio Vivarelli esprime un messaggio universale, quello del dolore e del sacrificio di tante madri perite nei lager e nella guerra assieme ai loro figli, ma ci porta anche a immaginare come, trovata la libertà, la vita che esse portano nuovamente in grembo sia l’auspicio di pace e di solidarietà per le generazioni a venire.”

 Veronica Ferretti

Dove: Museo Ugo Guidi – MUG  via Civitali 33 – Forte dei Marmi e Logos Hotel

Quando: 18 agosto 2015 – 2 settembre 2015

Inaugurazione: 18 agosto ore 18

Orario: Museo – 18 – 20  o su appuntamento museougoguidi@gmail.com Lunedì chiuso. Ingresso libero.  Logos 10 – 23 tutti i gorni




1915: l’Italia entra in guerra

Mercoledì 24 giugno 2015 alle ore 17.00 presso la Sezione dell’Archivio di Stato di Pescia l’Istituto Storico Lucchese, Sezione Pescia-Montecarlo/Valdinievole ha il piacere di presentare il libro di Giorgio Petracchi, 1915. L’Italia entra in guerra (Pisa-Cagliari, Dalla Porta, 2015).

Presenterà il volume e ne discuterà con l’autore il dott. Riccardo Maffei, ricercatore in storia contemporanea.




Gli psichiatri alla guerra

Sabato 13 alle ore 16;30 presso la Fondazione Luigi Tronci (Corso A.Gramsci, 37, Pistoia), il prof. Giovannini dell’Università di Camerino terrà una conferenza dal titolo “Gli psichiatri alla guerra”.
Il tema riguarderà la follia nelle trincee ed è strettamente legata al primo conflitto mondiale che produce una vera e propria spersonalizzazione dell’individuo, di coloro furono impegnati a combattere nei luoghi oggetto della guerra. Quel qualcosa ha un nome poco scientifico “gli scemi di guerra”, così furono chiamati i soldati  internati nei manicomi e poi tornati ad una vita normale che poi tanto normale non era.




Testimonianze della Resistenza, a Pistoia

Alle ore 16.00 presso il Museo Marino Marini (Corso Fedi, Pistoia) presentazione del volume di Orlando Baroncelli “Testimonianze della Resistenza in Toscana”.




Non vogliamo la guerra!

Sabato 30 maggio alle ore 16.30, alla Fondazione Tronci (Corso Gramsci 37 Pistoia), incontro sulla mobilitazione nella piana Pistoia-Prato-Firenze di fronte al primo conflitto mondiale 1914-1915 a partire dal volume “Abbasso la guerra! Neutralisti in piazza alla vigilia della prima guerra mondiale” a cura di Fulvio Cammarano, Le Monnier, 2015, ne discutono:

Fulvio Cammarano, Università di Bologna
curatore del volume

Camilla Poesio, Università di Venezia
autrice di un saggio del volume

La conferenza sarà preceduta dai saluti di:
Roberto Barontini, Presidente Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Provincia di Pistoia
Sergio Frosini, Presidente Fondazione Valore Lavoro

Coordina per FVL e ISRPt
Stefano Bartolini




Inaugurazione della Biblioteca del Museo Marino Marini

É prevista per giovedì 28 maggio alle 16.30 l’inaugurazione della biblioteca del Museo Marino Marini. Lo spazio espositivo in corso Silvano Fedi 30 entra così a far parte della Rete Documentaria della Provincia di Pistoia -Redop-.

La biblioteca del Marino Marini è composta da un consistente inventario di libri d’arte e d’artista, cataloghi di mostre, enciclopedie, raccolte, testi storici e da un nucleo fondamentale di volumi che comprende molto di ciò che è stato scritto sull’artista pistoiese dal 1925 in poi. Ad impreziosire il catalogo, la biblioteca di Marino Marini, che include tutte le pubblicazioni che gli sono appartenute, su cui ha studiato e si è documentato.

I libri potranno essere richiesti al bancone della biglietteria del museo oppure consultati nella saletta allestita al quarto piano del Palazzo del Tau, dove sarà anche possibile fermarsi a studiare oppure a consultare testi. Grazie ai servizi offerti dalla rete Redop, i volumi potranno essere richiesti e presi in prestito anche da qualunque biblioteca della provincia, anche utilizzando il portale della rete.

In corso Fedi sarà a disposizione degli utenti anche la biblioteca dei bambini, ricca di libri d’arte, aperta al pubblico con le stesse modalità di consultazione e prestito stabilite per gli adulti.

La biblioteca Marino Marini resterà aperta seguendo lo stesso orario di apertura del museo. Dal primo aprile al 30 settembre, dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18; dal 1 ottobre al 31 marzo dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 17. Domenica chiuso.
Per ulteriori informazioni chiamare il numero 0573 30285.




Fabbrica SMI e la Grande Guerra

Programma:

Ore 10.00: visite guidate al Villaggio industriale SMI e, a seguire, all’esposizione della Grande Guerra.

Ore 15.00 Commemorazione dei Caduti della Fabbrica di Campo Tizzoro al Monumento presente nello stabilimento con deposizione della Corona, con la partecipazione della Corale di Campo Tizzoro.

Ore 15.45 Tavola rotonda sul ruolo della Fabbrica e la Grande Guerra. Interverranno:
prof. Renzo Zagnoni, Associazione Nèuter Gruppo di Studi Alta Valle del Reno
Prof.sa Paola Borri, Associazione Nèuter Gruppo di Studi Alta Valle del Reno
Prof. Simone Maioli, Associazione Nèuter Gruppo di Studi Alta Valle del Reno

Introduce prof. Andrea Ottanelli

Presentazione Guide del Museo a cura Arch. Gianluca Iori IRSA
Presentazione schede del munizionamento SMI per la Grande Guerra a cura del CESIM
Presentazione libro Recuperati e Riciclati nella due guerre mondiali a cura di Jean Pascal Marcacci e Bruno Zama.

Inaugurazione della Mostra relativa al munizionamento SMI e il lavoro femminile in fabbrica.

Ore 18.00 Santa messa nella Capella dei rifugi antiaerei.