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Appello dell’ISRT al Consiglio regionale della Toscana per la rete degli Istituti della Toscana

Firenze, 1° luglio 2024 – È un appello accorato e convinto quello lanciato oggi dai vertici dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea all’indirizzo del consiglio Regionale.  Il presidente Vannino Chiti, con il vicepresidente Andrea Morandi il direttore Matteo Mazzoni, ha scelto di convocare una conferenza stampa per presentare le ragioni dell’istituto e chiamare alla responsabilità il Consiglio regionaleSenza alcuna polemica ma certo con determinazione.

“La richiesta è semplice e l’Istituto se ne è già fatto portavoce, adesso è richiesto un supplemento d’impegno e per questo abbiamo deciso di rivolgere un appello pubblico al consiglio regionale e alle forze democratiche che ne fanno parte – spiega Chiti – La partita per noi è importantissima, chiediamo la garanzia di continuità per le attività di ricerca, formazione e conservazione del patrimonio storico-culturale e maggiori certezze per i giovani studiosi che con competenza e passione collaborano con l’Istituto”.

“Ci appelliamo quindi al Consiglio in questa estate, cuore dell’ottantesimo della Resistenza in Toscana, essendo urgente un provvedimento, anche a fronte dei ritardi per l’approvazione di una nuova legge, che la presidenza della Giunta si era impegnata a presentare entro maggio, che costituirebbe un concreto un passo in avanti rispetto a quella, pur fondamentale, del 2002”, affermano i vertici dell’ISRT.

L’ISRT chiede, quindi, di modificare con urgenza, attraverso un emendamento, la Legge regionale 38 del 2002 che ha per oggetto Norme in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, politico e culturale dell’antifascismo e della resistenza e di promozione di una cultura di libertà, democrazia, pace e collaborazione tra i popoli. In pratica, proprio per programmare e dare continuità all’attività che viene svolta dall’istituto viene richiesto che gli stanziamenti vengano assegnati su base triennale e non più annuale.  In pratica si parla di un finanziamento annuale di circa 450 mila euro per tutta la rete toscana (nove istituti) da moltiplicare per tre anni.

Oltre all’Istituto regionale, con sede a Firenze, sono otto gli Istituti nelle province toscane (fatta eccezione per Arezzo) che operano sul territorio grazie al lavoro di studiosi e professionisti qualificati, e di tanti volontariNel solo Istituto regionale, la conservazione della documentazione, la gestione della sede, dell’Archivio e della biblioteca, l’articolato lavoro di promozione della ricerca e della conoscenza storica nelle scuole e nel territorio è possibile grazie all’impegno di oltre dieci professionisti qualificati, fra dipendenti e collaboratori, storici, archivisti, operatori culturali che lavorano con impegno e dedizione e con la collaborazione di vari volontari.

 “L’attività svolta dall’Istituto è davvero rilevante e decisamente preziosa in una fase storica in cui le certezze che fondano la nostra democrazia vengono messe in discussione con grande superficialità e incompetenza – mette in evidenza Vannino Chiti – La consapevolezza della verità storica, ricercata e restituita attraverso i documenti, è fondamentale per condividere i valori fondanti della democrazia e della Costituzione e rafforzare la coesione sociale”.

L’attività dell’Istituto è intensa. C’è la ricerca e la cura degli archivi e della biblioteca ma anche un grandissimo impegno sul fronte della didattica e della formazione con iniziative rivolte a docenti, studenti, cittadini e associazioni (l’istituto ha stretto accordi di collaborazione con ANPI e CGIL Toscana).

Nel 2023 sono state accolte oltre 300 persone in archivio e più di 600 biblioteca. Per approfondire quello che viene definito il “calendario civile” con la date più significative della storia italiana si sono attivati progetti in oltre 60 scuole.  Parallelamente alla celebrazione del 70° anniversario – con lo slogan Conoscere, conservare, condividere – sono stati promossi convegni scientifici ma anche numerosi incontri pubblici che hanno coinvolto centinaia di persone.

Forte è l’impegno nel campo della divulgazione.  Con linguaggi diversi si cerca di portare la conoscenza storica a destinatari sempre più vari, oltre il pubblico degli specialisti. Per questo sono stati attivati percorsi di trekking urbano, festival, aperture straordinarie della sede in giorni festivi, concerti, mostre digitali.

L’istituto conserva materiale preziosissimo, oltre 200 fondi di enti e persone, che è oggetto di implementazione e studio continuo: i documenti del CTLN, di Giustizia e Libertà e dei fratelli Rosselli, di Salvemini e di Calamandrei, solo per fare alcuni esempi. Recentissimo il varo della piattaforma che raccoglie e mette a disposizione – tutti insieme – i documenti contenuti nei quattro archivi che fanno riferimento a Piero Calamandrei, custoditi dall’Istituto (il più rilevante) e poi a Roma, a Montepulciano e a Trento. E proprio nei giorni scorsi Unicoop Firenze, con l’Associazione. Il cuore si scioglie, ha consegnato un assegno di oltre 27 mila euro, raccolti tra i socii, per la digitalizzazione dell’archivio dell’istituto.

Per realizzare tutto questo vario programma di attività (spesso sostenuto dalla vittoria di bandi di enti pubblici e privati) è necessario avere garanzia delle risorse indispensabili al mantenimento delle sedi e dei professionisti che operano in Istituto e nella rete degli istituti così da poter programmare e proseguire le proprie attività a servizio della società toscana. Ciò è tanto più necessario oggi che, finiti i testimoni, la Storia, le biblioteche e gli Archivi sono ancora più necessari per conservare e trasmettere il nostro passato alle generazioni presenti e future. Per questo è fondamentale adesso passare ad un finanziamento triennale.




L’ISRT ringrazia per i tanti generosi contributi ottenuti per il CROWDFUNDING sostenuto da Unicoop

Consegnato oggi l’assegno da 27.480 Euro all’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea che, con il contributo, potrà digitalizzare il proprio archivio, realizzare il nuovo sito e valorizzare il grande patrimonio storico e di memoria di cui è custode. La consegna dell’assegno è avvenuta stamattina, presso la sede di Unicoop Firenze, alla presenza di Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze e di Vannino Chiti, presidente dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea. Il crowdfunding, lanciato lo scorso 25 aprile da Unicoop Firenze, in collaborazione con la Fondazione Il Cuore si scioglie, si è chiuso il 25 giugno con un risultato di raccolta che ha superato l’iniziale obiettivo dei 20mila Euro, raggiungendo il totale di 27.480 Euro, raccolti attraverso le donazioni su Eppela e le tante iniziative promosse sul territorio: le attività di raccolta hanno visto il contributo attivo delle sezioni soci che, insieme alle associazioni del territorio, hanno organizzato oltre 20 eventi fra cene, spettacoli, visite guidate, camminate e incontri sui temi della Resistenza e della memoria storica. Tra gli eventi più partecipati, la cena del 12 giugno nella piazza del Centro San Donato, a Firenze, che ha visto la partecipazione di oltre 500 persone e grazie alla quale sono stati raccolti oltre 5mila Euro e le camminate della memoria in Valdisieve e nel Valdarno Fiorentino, che hanno totalizzato circa 3mila Euro di donazioni. Molte anche le donazioni arrivate dai presidi che, nei primi giorni di maggio, le sezioni soci hanno organizzato nei Coop.fi per promuovere l’iniziativa e invitare soci e clienti a contribuire alla raccolta.

Tra i vari eventi, nel periodo del crowdfunding l’Istituto storico della Resistenza ha aperto le porte della sua sede, in Via Carducci, a Firenze, con tre open day che hanno registrato una grande partecipazione delle sezioni soci e della cittadinanza.

Le dichiarazioni

Daniela Mori, presidente del Consiglio di sorveglianza di Unicoop Firenze

«Siamo davvero molto soddisfatti del risultato di raccolta, che ha ampiamente superato l’obiettivo iniziale e che permetterà all’Istituto storico della Resistenza di realizzare la digitalizzazione dell’archivio, un importante rinnovamento che è anche un modo per attualizzare la memoria di quello che siamo e delle origini della nostra democrazia. Oggi, in un tempo così diviso da conflitti di ogni tipo, dobbiamo tutti sentire la responsabilità di mantenere vivo il valore della memoria e la forza ideale della Resistenza da cui è nata la nostra Costituzione. Vogliamo ringraziare i tanti soci e clienti che, nonostante il momento difficile, hanno donato con generosità e le nostre sezioni soci che, anche in questa occasione, sono state motore di partecipazione e coinvolgimento popolare rispetto all’iniziativa. Ci auguriamo che questo contributo possa dare nuovo impulso alle attività dell’Istituto che, oggi più che mai, rappresenta un presidio rispetto ai valori di democrazia, libertà, uguaglianza, dignità e solidarietà in cui, come cooperativa, ci riconosciamo profondamente».

Vannino Chiti, presidente dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea

«In questo momento storico il ruolo dell’Istituto è di primo piano per portare avanti l’impegno culturale e scientifico per una memoria storica condivisa della Resistenza, che ancora in Italia manca, e per mettere a fuoco e approfondire le grandi questioni dell’Età contemporanea. L’iniziativa di raccolta fondi realizzata insieme a Unicoop Firenze è un sostegno importante per tenere in vita questi valori e per mantenere vivo il contatto e lo scambio con cittadini, studiosi, docenti, alunni e con la comunità tutta. Ringraziamo le sezioni soci Coop e i tanti cittadini che hanno donato, dando un contributo alla salvaguardia e alla diffusione del nostro patrimonio, perché la Resistenza sia una memoria che unisce e non divide, che aiuta a coltivare l’antifascismo come valore base che permea tutta la nostra Costituzione».

L’archivio dell’Istituto

Il crowdfunding è nato dalla necessità dell’Istituto della Resistenza di valorizzare il grande patrimonio storico e di memoria custodito nell’archivio: questo attualmente conta oltre 150 fondi prodotti da organismi politici e militari della Lotta di Liberazione, da organizzazioni e personalità dell’Antifascismo e della Resistenza. Tra i tanti, nell’Istituto sono conservati i fondi archivistici di Calamandrei, Salvemini, Paolo Barile, quelli di Elio Gabbuggiani, che è stato presidente della provincia di Firenze e poi sindaco di Firenze, del fu Presidente della Regione Toscana Gianfranco Bartolini. L’Istituto conserva inoltre una raccolta di circa 2.000 tra volantini e manifesti, tra cui quelli prodotti nel corso della lotta antifascista e della guerra di Liberazione. Nel corso degli anni il patrimonio dell’Istituto si è progressivamente ampliato per arco cronologico, soggetti e tematiche, fino ad abbracciare molteplici aspetti della storia politica, sindacale, sociale e culturale del Novecento. I fondi raccolti con il crowdfunding permetteranno all’Istituto di attualizzare la propria banca dati in cui riunire tutti gli inventari per digitalizzarli e renderli disponibili alla consultazione pubblica, così da far conoscere il patrimonio alla cittadinanza e agevolare il lavoro di studenti, ricercatori e appassionati. L’archivio digitale permetterà a chiunque di fare ricerche a distanza, individuare i documenti presenti presso l’Istituto e farne richiesta anche via mail, in formato digitale. Insieme a questo, il progetto prevede la realizzazione di un nuovo sito web che permetta un facile accesso, non solo al patrimonio dell’archivio, ma anche a quello della Biblioteca e dell’Emeroteca e che presenti al pubblico le diverse iniziative, in particolare le mostre virtuali, preziosi strumenti di conoscenza della storia.

Firenze, 28 giugno 2024

Ufficio Stampa

Unicoop Firenze

Sara Barbanera




L’archivio delle rappresentanze sindacali del Nuovo Pignone di Firenze on-line grazie al bando del Ministero della cultura, Direzione generale archivi

La FIOM di Firenze, Prato e Pistoia ha ottenuto un finanziamento da parte del Ministero della cultura, Direzione generali archivi, attraverso il bando pubblico per interventi sugli archivi dei movimenti politici e degli organismi di rappresentanza dei lavoratori (Legge 205/2017) per un’azione finalizzata alla descrizione e pubblicazione online sul portale storialavorotoscana.it dell’inventario dell’archivio delle rappresentanze sindacali aziendali dell’azienda Nuovo Pignone Baker Hughes di Firenze, conservato presso la sezione aziendale della FIOM con materiali che partono dal 1964 e arrivano fino a oggi e relativi alla Commissione interna, al Consiglio di fabbrica e alle Rappresentanze sindacali unitarie (RSU).

 

L’intervento è affidato alla Dott.sa Mariamargherita Scotti, archivista di lunga esperienza.

 

L’assistenza scientifica e strumentale verrà fornita dalla Fondazione Valore Lavoro ed è stato insediato un Comitato scientifico per garantire lo svolgimento del progetto composto da Stefano Bartolini, direttore Fondazione Valore Lavoro, Pietro Causarano, università di Firenze e Tommaso Cerusici, responsabile archivio storico FIOM nazionale.

 

Per Bartolini si tratta di «un’importante occasione, che rafforza la raccolta degli archivi del lavoro toscani sul portale della Fondazione Valore Lavoro e apre le porte a sviluppi sia sul piano della ricerca storica che delle attività di Public History da realizzare direttamente con chi oggi lavora alla Nuova Pignone».

 

Per il Segretario Generale della FIOM Toscana e Coordinatore nazionale FIOM del gruppo Nuovo Pignone Baker Hughes Daniele Calosi è «un grande riconoscimento dell’impegno dei lavoratori nella salvaguardia della propria memoria storica e della serietà con cui è stato salvaguardato l’archivio e costruito un progetto culturale per la valorizzazione della storia operaia della Pignone».

 

La documentazione (91 buste per circa 8 metri lineari) è stata già in gran parte ordinata dai lavoratori nel corso del tempo. Da un punto di vista qualitativo i materiali sono riferibili a: accordi sindacali; verbali di riunioni, incontri, trattative; assemblee sindacali; relazioni; appunti; elenchi componenti Commissione interna, Consiglio di fabbrica, RSU; permessi sindacali; tabelle sulla forza lavoro aziendale; studi e analisi; fonderia del Pignone; appalti; lavoro interinale e in somministrazione; commesse estere; accordi per le trasferte dei lavoratori; corrispondenze; volantini; documentazione sull’attività delle organizzazioni sindacali interne ed esterne all’azienda; rassegne stampa; comunicati stampa; corsi e formazione; 150 ore e diritto allo studio; salute e sicurezza; ambiente di lavoro; infortuni; morti sul lavoro; infermeria e poliambulatorio interno; protocolli sanitari e per l’emergenza Covid; Sanità e welfare integrativi; convenzioni con la banca interna e con la Cassa di risparmio di Firenze; fondi pensionistici; documentazione sulla privatizzazione dell’azienda; attività per il 25 aprile in fabbrica; cerimonia alla lapide interna alla fabbrica in ricordo dei 4 lavoratori deportati in Germania a seguito dello sciopero del 1944; attività politica sui temi della pace, internazionali, terrorismo e antifascismo; attività delle sezioni dei partiti interne all’azienda; attività sociali nel territorio (casa, senza tetto, case di riposo ecc…); attività solidali (volontari in Irpinia ecc…); censimento dello stato dell’archivio nel 1983; mostra sulla storia della Pignone nel 1983.




Nuovo progetto del Museo della deportazione di Prato: si cercano testimonianze sulla strage di Figline.

Per un nuovo progetto, il Museo della Deportazione e Resistenza cerca testimoni diretti o indiretti.
Testimonianze di una madre o un padre, una nonna o un nonno, che sono state tramandate alle generazioni successive.
Per dare il proprio contributo:
inviare una mail a: e.iozzelli@museodelladeportazione.it
oppure chiamare: 055 46 16 55
o tramite WhatsApp: 347 09 15 838




Prolungato a Grosseto l’allestimento della mostra “Perché tu fossi libero”

Visto l’interesse suscitato e l’alto numero di visitatori, la mostra “Perché tu fossi libero. Antifascismo, guerra e Resistenze in Maremma” 𝒓𝒊𝒎𝒂𝒓𝒓𝒂̀ 𝒆𝒔𝒑𝒐𝒔𝒕𝒂 𝒇𝒊𝒏𝒐 𝒂𝒍 5 𝒍𝒖𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒊𝒍 𝑷𝒂𝒍𝒂𝒛𝒛𝒐 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑷𝒓𝒐𝒗𝒊𝒏𝒄𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝑮𝒓𝒐𝒔𝒔𝒆𝒕𝒐 (𝒐𝒓𝒂𝒓𝒊 𝒅𝒊 𝒂𝒑𝒆𝒓𝒕𝒖𝒓𝒂: 𝒅𝒂 𝒍𝒖𝒏𝒆𝒅𝒊̀ 𝒂 𝒗𝒆𝒏𝒆𝒓𝒅𝒊̀ 𝒐𝒓𝒆 9.30-12.30; 𝒎𝒂𝒓𝒕𝒆𝒅𝒊̀ 𝒆 𝒈𝒊𝒐𝒗𝒆𝒅𝒊̀ 𝒐𝒓𝒆 15.30- 17.30).




Nel centenario dell’Ateneo fiorentino, una passeggiata per ricordare i membri di Radio CoRa vittime di fascisti e nazisti.

Ieri domenica 16 giugno a Firenze è stato celebrato l’80esimo della fucilazione dei resistenti di Radio Cora e di Anna M. Enriquez Agnoletti con una passeggiata, organizzata – anche dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea – per i 100 anni dell’Università, che si è snodata dal parcheggio dell’ospedale di Careggi al Cippo di Cercina.

Lì il Comune di Sesto aveva organizzato l’amplificazione e la presenza degli amministratori e di alcuni componenti della banda.  Per l’Isrt ha partecipato alla camminata e alla cerimonia al cippo il consigliere Luca Brogioni. Erano presenti i gonfaloni della Regione, di Firenze, di Campi, dell’Anpi, dell’Aned, del CAI di Sesto e dei carabinieri in congedo che erano intervenuti alla commemorazione al monumento in piazza d’Azeglio a Firenze.
La cerimonia è stata partecipata e anche segnata dalla commozione dai presenti.




Prolungato al 28 luglio l’allestimento della mostra “Arte ferita, Arte salvata” a Prato.

“Arte ferita, arte salvata. Chiese e patrimonio artistico a 80 anni dal bombardamento di Prato – Museo dell’Opera del Duomo di Prato fino al 28 luglio



Public History e nuovi media. Call for Columns del numero monografico della rivista «Farestoria. Società e storia pubblica»

Call for Columns del numero monografico della rivista «Farestoria. Società e storia pubblica»

Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Pistoia

Negli ultimi anni, complice anche il periodo della pandemia, la sfera pubblica è stata caratterizzata da una vasta affermazione, accanto ai media tradizionali come la televisione, il cinema, la radio, o la stampa, delle nuove forme di comunicazione, e in particolare podcast, social network, e piattaforme digitali di ogni tipo. In questo contesto la Public History si è evoluta in modo significativo proprio grazie al ruolo dei nuovi media, che fungono da ponte tra gli studiosi e la società, un’interazione alimentata dalla capacità di presentare la storia in modi coinvolgenti e accessibili, raggiungendo così ambiti, ambienti e strati della comunità altrimenti difficilmente intercettabili.

In questi ultimi anni, inoltre, l’affermazione della Public History come disciplina e la presa di coscienza degli storici della necessità di una proiezione pubblica del fare storia, si è intrecciato con l’inserimento nei circuiti del consumo culturale di un pubblico nato nel pieno dell’era digitale, restio a fruire e utilizzare le vecchie forme della comunicazione.

Per chi si occupa di storia e in particolare di storia pubblica queste osservazioni divengono punti nodali dai quali è possibile sviluppare importanti riflessioni. Quale storia viene proposta? Da chi viene interpretata e raccontata? Quali contenuti diffonde e quali narrazioni del passato trasmette? Quale ruolo hanno gli storici e quali progetti ragionati possono intraprendere? Come viene recepita e quale impatto ha sulla società e a quali livelli? Come contribuisce alla ridefinizione della disciplina?

Le risposte a tali quesiti possono svilupparsi lungo svariate direzioni di ricerca, di cui si tracciano alcuni esempi:

  • L’utilizzo dei media in ambito storiografico nel passato.
  • Il ruolo dei media nella democratizzazione dell’accesso alla storia.
  • Le nuove proposte di storia pubblica e il nuovo modello di story–teller, pensando al successo mediatico di figure come quella di Alessandro Barbero o di canali youtube a tema storico, come la Biblioteca di Alessandria, programmi che riscuotono ampio seguito e che quindi pongono una serie di questioni di metodo.
  • I portati delle eccessive semplificazioni, alle esigenze di spettacolarizzazione del mercato, o al sistema algoritmico nell’ambito della distribuzione streaming di piattaforme come Netflix, quindi le possibili conseguenti distorsioni del passato.
  • Il grande nodo sollevato dai recenti movimenti della “Cancel Culture” e dalla sensibilità “Woke” e le implicazioni sulla narrazione e sulla rappresentazione storica.

Call for columns

Il numero monografico di «Farestoria» intende quindi esplorare questi ambiti di ricerca ed apre una call per la composizione della sezione “rubriche” della rivistaPotranno essere inviate proposte — al massimo una per proponente — da parte di studiose e studiosi, associazioni, gruppi informali, musei, enti e istituti culturali, scuole di ogni ordine e grado.

Le proposte, di massimo 3.000 battute spazi inclusi, e accompagnate da un breve curriculum del soggetto proponente, di massimo 2.000 battute spazi inclusi, dovranno essere inviate all’indirizzo email farestoriaredazione@gmail.com entro il 30 giugno 2024.

Gli abstract inviati dovranno contenere un titolo provvisorio, una breve sintesi dell’argomento che intendono trattare, gli eventuali interlocutori e/o i soggetti coinvolti, e la tipologia di rubrica per la quale si intende concorrere.

Le tipologie di rubriche per le quali è possibile inviare proposte sono le seguenti:

— “Comunicare la storia”

Redazione di un testo di massimo 15.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia a corredo incentrato sugli obiettivi e sugli strumenti di comunicazione e divulgazione nelle attività realizzate.

— “Casi studio”

Redazione di un testo di massimo 15.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia a corredo incentrato sullo studio di uno o più casi di particolare interesse.

— “Public History”

Redazione di un testo di massimo 20.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia a corredo incentrato sulle forme di partecipazione del pubblico alla realizzazione di progetti che utilizzano nuove forme di comunicazione digitale (podcast, social, piattaforme digitali di vario tipo, ecc.), sulla valenza pubblica degli stessi e/o sulla valorizzazione/patrimonializzazione di beni culturali e memorie storiche attraverso queste attività.

— “Storia orale”

Redazione di una ricerca di storia orale di massimo 30.000 battute spazi inclusi con possibilità di inserire note a piè di pagina con i promotori e le promotrici e/o con i fruitori e le fruitrici delle attività e dei progetti realizzati.

— “Conversazioni storiografiche”

Realizzazione e trascrizione di un dialogo, sotto forma di intervista, di massimo 50.000 battute spazi inclusi, con un/a storico/a, da indicare nella proposta. Non sono previste note di nessun tipo.

— “Forum storiografico”

Realizzazione e trascrizione di un dialogo a più voci, di massimo 70.000 battute spazi inclusi, con storici e storiche, da indicare nella proposta. Non sono previste note di nessun tipo.

Cronoprogramma:

  • Invio proposte: entro il 30 giugno 2024.
  • I risultati della selezione: inizio settembre 2024
  • Consegna dei testi definitivi: entro il 15 gennaio 2025.
  • Uscita del volume: aprile/maggio 2025.