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Il Grazie dell’ISRT al sostegno all’appello per la rete toscana degli Istituti.

Firenze, 9 luglio 2024 – L’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contem-poranea, insieme agli Istituti delle province toscane, “esprime sincero ap-prezzamento ai presidenti della giunta e del consiglio regionale, Giani e Mazzeo, ai gruppi consiliari del Partito Democratico, di Italia Viva e del Mo-vimento 5S, ai sindaci, ai consiglieri comunali di Firenze, alle forze politiche, ai sindacati, alle diverse associazioni e ai numerosi cittadini che in questi giorni hanno dimostrato solidarietà e grande attenzione all’appello lanciato affinché fossero garantiti dalla Regione contributi su base triennale in modo da assicurare continuità all’attività per la ricerca e la formazione”.
“L’impegno espresso dal presidente della Regione Eugenio Giani e la sua risposta concreta per intervenire immediatamente con una variazione di bi-lancio è la positiva notizia che attendevamo e che dimostra la rilevanza che la stessa giunta regionale attribuisce al lavoro svolto dall’Istituto – afferma il presidente Vannino Chiti – Non solo, la decisione di introdurre la norma di modifica della Legge 38 del 2002 è fondamentale. Auspichiamo quindi la presentazione dell’emendamento che renda permanente il finanziamento triennale e la sua approvazione contestuale a quella per la varia-zione di bilancio. Tutti insieme adesso ci prepariamo a celebrare degnamente, nel 2025, l’Ottantesimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo”.




Appello dell’ISRT al Consiglio regionale della Toscana per la rete degli Istituti della Toscana

Firenze, 1° luglio 2024 – È un appello accorato e convinto quello lanciato oggi dai vertici dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea all’indirizzo del consiglio Regionale.  Il presidente Vannino Chiti, con il vicepresidente Andrea Morandi il direttore Matteo Mazzoni, ha scelto di convocare una conferenza stampa per presentare le ragioni dell’istituto e chiamare alla responsabilità il Consiglio regionaleSenza alcuna polemica ma certo con determinazione.

“La richiesta è semplice e l’Istituto se ne è già fatto portavoce, adesso è richiesto un supplemento d’impegno e per questo abbiamo deciso di rivolgere un appello pubblico al consiglio regionale e alle forze democratiche che ne fanno parte – spiega Chiti – La partita per noi è importantissima, chiediamo la garanzia di continuità per le attività di ricerca, formazione e conservazione del patrimonio storico-culturale e maggiori certezze per i giovani studiosi che con competenza e passione collaborano con l’Istituto”.

“Ci appelliamo quindi al Consiglio in questa estate, cuore dell’ottantesimo della Resistenza in Toscana, essendo urgente un provvedimento, anche a fronte dei ritardi per l’approvazione di una nuova legge, che la presidenza della Giunta si era impegnata a presentare entro maggio, che costituirebbe un concreto un passo in avanti rispetto a quella, pur fondamentale, del 2002”, affermano i vertici dell’ISRT.

L’ISRT chiede, quindi, di modificare con urgenza, attraverso un emendamento, la Legge regionale 38 del 2002 che ha per oggetto Norme in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, politico e culturale dell’antifascismo e della resistenza e di promozione di una cultura di libertà, democrazia, pace e collaborazione tra i popoli. In pratica, proprio per programmare e dare continuità all’attività che viene svolta dall’istituto viene richiesto che gli stanziamenti vengano assegnati su base triennale e non più annuale.  In pratica si parla di un finanziamento annuale di circa 450 mila euro per tutta la rete toscana (nove istituti) da moltiplicare per tre anni.

Oltre all’Istituto regionale, con sede a Firenze, sono otto gli Istituti nelle province toscane (fatta eccezione per Arezzo) che operano sul territorio grazie al lavoro di studiosi e professionisti qualificati, e di tanti volontariNel solo Istituto regionale, la conservazione della documentazione, la gestione della sede, dell’Archivio e della biblioteca, l’articolato lavoro di promozione della ricerca e della conoscenza storica nelle scuole e nel territorio è possibile grazie all’impegno di oltre dieci professionisti qualificati, fra dipendenti e collaboratori, storici, archivisti, operatori culturali che lavorano con impegno e dedizione e con la collaborazione di vari volontari.

 “L’attività svolta dall’Istituto è davvero rilevante e decisamente preziosa in una fase storica in cui le certezze che fondano la nostra democrazia vengono messe in discussione con grande superficialità e incompetenza – mette in evidenza Vannino Chiti – La consapevolezza della verità storica, ricercata e restituita attraverso i documenti, è fondamentale per condividere i valori fondanti della democrazia e della Costituzione e rafforzare la coesione sociale”.

L’attività dell’Istituto è intensa. C’è la ricerca e la cura degli archivi e della biblioteca ma anche un grandissimo impegno sul fronte della didattica e della formazione con iniziative rivolte a docenti, studenti, cittadini e associazioni (l’istituto ha stretto accordi di collaborazione con ANPI e CGIL Toscana).

Nel 2023 sono state accolte oltre 300 persone in archivio e più di 600 biblioteca. Per approfondire quello che viene definito il “calendario civile” con la date più significative della storia italiana si sono attivati progetti in oltre 60 scuole.  Parallelamente alla celebrazione del 70° anniversario – con lo slogan Conoscere, conservare, condividere – sono stati promossi convegni scientifici ma anche numerosi incontri pubblici che hanno coinvolto centinaia di persone.

Forte è l’impegno nel campo della divulgazione.  Con linguaggi diversi si cerca di portare la conoscenza storica a destinatari sempre più vari, oltre il pubblico degli specialisti. Per questo sono stati attivati percorsi di trekking urbano, festival, aperture straordinarie della sede in giorni festivi, concerti, mostre digitali.

L’istituto conserva materiale preziosissimo, oltre 200 fondi di enti e persone, che è oggetto di implementazione e studio continuo: i documenti del CTLN, di Giustizia e Libertà e dei fratelli Rosselli, di Salvemini e di Calamandrei, solo per fare alcuni esempi. Recentissimo il varo della piattaforma che raccoglie e mette a disposizione – tutti insieme – i documenti contenuti nei quattro archivi che fanno riferimento a Piero Calamandrei, custoditi dall’Istituto (il più rilevante) e poi a Roma, a Montepulciano e a Trento. E proprio nei giorni scorsi Unicoop Firenze, con l’Associazione. Il cuore si scioglie, ha consegnato un assegno di oltre 27 mila euro, raccolti tra i socii, per la digitalizzazione dell’archivio dell’istituto.

Per realizzare tutto questo vario programma di attività (spesso sostenuto dalla vittoria di bandi di enti pubblici e privati) è necessario avere garanzia delle risorse indispensabili al mantenimento delle sedi e dei professionisti che operano in Istituto e nella rete degli istituti così da poter programmare e proseguire le proprie attività a servizio della società toscana. Ciò è tanto più necessario oggi che, finiti i testimoni, la Storia, le biblioteche e gli Archivi sono ancora più necessari per conservare e trasmettere il nostro passato alle generazioni presenti e future. Per questo è fondamentale adesso passare ad un finanziamento triennale.




Public History e nuovi media. Call for Columns del numero monografico della rivista «Farestoria. Società e storia pubblica»

Call for Columns del numero monografico della rivista «Farestoria. Società e storia pubblica»

Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Pistoia

Negli ultimi anni, complice anche il periodo della pandemia, la sfera pubblica è stata caratterizzata da una vasta affermazione, accanto ai media tradizionali come la televisione, il cinema, la radio, o la stampa, delle nuove forme di comunicazione, e in particolare podcast, social network, e piattaforme digitali di ogni tipo. In questo contesto la Public History si è evoluta in modo significativo proprio grazie al ruolo dei nuovi media, che fungono da ponte tra gli studiosi e la società, un’interazione alimentata dalla capacità di presentare la storia in modi coinvolgenti e accessibili, raggiungendo così ambiti, ambienti e strati della comunità altrimenti difficilmente intercettabili.

In questi ultimi anni, inoltre, l’affermazione della Public History come disciplina e la presa di coscienza degli storici della necessità di una proiezione pubblica del fare storia, si è intrecciato con l’inserimento nei circuiti del consumo culturale di un pubblico nato nel pieno dell’era digitale, restio a fruire e utilizzare le vecchie forme della comunicazione.

Per chi si occupa di storia e in particolare di storia pubblica queste osservazioni divengono punti nodali dai quali è possibile sviluppare importanti riflessioni. Quale storia viene proposta? Da chi viene interpretata e raccontata? Quali contenuti diffonde e quali narrazioni del passato trasmette? Quale ruolo hanno gli storici e quali progetti ragionati possono intraprendere? Come viene recepita e quale impatto ha sulla società e a quali livelli? Come contribuisce alla ridefinizione della disciplina?

Le risposte a tali quesiti possono svilupparsi lungo svariate direzioni di ricerca, di cui si tracciano alcuni esempi:

  • L’utilizzo dei media in ambito storiografico nel passato.
  • Il ruolo dei media nella democratizzazione dell’accesso alla storia.
  • Le nuove proposte di storia pubblica e il nuovo modello di story–teller, pensando al successo mediatico di figure come quella di Alessandro Barbero o di canali youtube a tema storico, come la Biblioteca di Alessandria, programmi che riscuotono ampio seguito e che quindi pongono una serie di questioni di metodo.
  • I portati delle eccessive semplificazioni, alle esigenze di spettacolarizzazione del mercato, o al sistema algoritmico nell’ambito della distribuzione streaming di piattaforme come Netflix, quindi le possibili conseguenti distorsioni del passato.
  • Il grande nodo sollevato dai recenti movimenti della “Cancel Culture” e dalla sensibilità “Woke” e le implicazioni sulla narrazione e sulla rappresentazione storica.

Call for columns

Il numero monografico di «Farestoria» intende quindi esplorare questi ambiti di ricerca ed apre una call per la composizione della sezione “rubriche” della rivistaPotranno essere inviate proposte — al massimo una per proponente — da parte di studiose e studiosi, associazioni, gruppi informali, musei, enti e istituti culturali, scuole di ogni ordine e grado.

Le proposte, di massimo 3.000 battute spazi inclusi, e accompagnate da un breve curriculum del soggetto proponente, di massimo 2.000 battute spazi inclusi, dovranno essere inviate all’indirizzo email farestoriaredazione@gmail.com entro il 30 giugno 2024.

Gli abstract inviati dovranno contenere un titolo provvisorio, una breve sintesi dell’argomento che intendono trattare, gli eventuali interlocutori e/o i soggetti coinvolti, e la tipologia di rubrica per la quale si intende concorrere.

Le tipologie di rubriche per le quali è possibile inviare proposte sono le seguenti:

— “Comunicare la storia”

Redazione di un testo di massimo 15.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia a corredo incentrato sugli obiettivi e sugli strumenti di comunicazione e divulgazione nelle attività realizzate.

— “Casi studio”

Redazione di un testo di massimo 15.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia a corredo incentrato sullo studio di uno o più casi di particolare interesse.

— “Public History”

Redazione di un testo di massimo 20.000 battute spazi inclusi con note alla americana e bibliografia a corredo incentrato sulle forme di partecipazione del pubblico alla realizzazione di progetti che utilizzano nuove forme di comunicazione digitale (podcast, social, piattaforme digitali di vario tipo, ecc.), sulla valenza pubblica degli stessi e/o sulla valorizzazione/patrimonializzazione di beni culturali e memorie storiche attraverso queste attività.

— “Storia orale”

Redazione di una ricerca di storia orale di massimo 30.000 battute spazi inclusi con possibilità di inserire note a piè di pagina con i promotori e le promotrici e/o con i fruitori e le fruitrici delle attività e dei progetti realizzati.

— “Conversazioni storiografiche”

Realizzazione e trascrizione di un dialogo, sotto forma di intervista, di massimo 50.000 battute spazi inclusi, con un/a storico/a, da indicare nella proposta. Non sono previste note di nessun tipo.

— “Forum storiografico”

Realizzazione e trascrizione di un dialogo a più voci, di massimo 70.000 battute spazi inclusi, con storici e storiche, da indicare nella proposta. Non sono previste note di nessun tipo.

Cronoprogramma:

  • Invio proposte: entro il 30 giugno 2024.
  • I risultati della selezione: inizio settembre 2024
  • Consegna dei testi definitivi: entro il 15 gennaio 2025.
  • Uscita del volume: aprile/maggio 2025.



Assemblea ISRT: Bilancio approvato, eletto M. G. Rossi presidente onorario.

Sabato 20 aprile 2024, l’Assemblea dei soci dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, dopo aver ascoltato le relazioni del presidente Vannino Chiti e del direttore Matteo Mazzoni, ha approvato all’unanimità i Bilanci consuntivo 2023 e preventivo 2024.

Nel corso del dibattito è stata sottolineata l’importanza del tema della formazione (sia verso le giovani generazioni, nelle scuole, che verso gli adulti), dell’approfondimento della storia del Novecento, dell’importanza nel dibattito pubblico, pur all’interno di scelte precise e nel rispetto dell’identità di istituto di storia propria dell’ISRT.

Accogliendo la proposta del Consiglio direttivo, l’Assemblea ha approvato per acclamazione l’elezione di Mario Giuseppe Rossi alla presidenza onoraria dell’Istituto.




Pubblicato il volume “La Spagnola in Toscana. Saggi sulla pandemia influenzale del 1918-1920”.

È uscito il volume “La Spagnola in Toscana. Saggi sulla pandemia influenzale del 1918-1920” a cura di Francesco Cutolo, edito dalla casa edistrive Viella.

Si tratta del lavoro conclusivo di un progetto pluriennale realizzato da Istituto storico della Resistenza di Pistoia e da Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, svolto in collaborazione con la Rete toscana degli Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea e con altre associazioni/enti del territorio.




Bando una ricerca storico-biografica sui volontari tumulati presso il Quadrilatero Garibaldino del Cimitero del Laterino di Siena

Comunichiamo il link al bando di selezione per una borsa di studio relativa ad una ricerca storico-biografica inerente i volontari tumulati presso il Quadrilatero Garibaldino del Cimitero del Laterino di Siena: BANDO DI SELEZIONE PER UNA BORSA DI STUDIO (2024) – ANVRG

La borsa di studio avrà una durata di 9 mesi per un importo totale di € 4.500,00 (al lordo delle ritenute di legge). Per partecipare alla selezione gli/le interessati/e dovranno inviare entro e non oltre il 22 aprile 2024 le loro candidature all’indirizzo mail dell’Ufficio Storico dell’Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini: ufficiostoricopsp@gmail.com




Il 1944 e la lotta in armi nell’Italia centrale: fra guerra totale e scelte resistenziali: Call for papers

In occasione dell’80° anniversario della Resistenza, l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea in collaborazione con la Rete toscana degli Istituti provinciali della Resistenza promuove l’invio di contributi per una giornata di studi – da tenersi a Firenze nell’autunno 2024 – dedicata ad approfondire le dinamiche, le fasi e le figure protagoniste della lotta armata condotta fra Italia centrale e linea Gotica, con una particolare attenzione alla Toscana.
La lotta armata nell’Italia di mezzo ebbe delle caratteristiche differenti da quella realizzata nel Nord, a cui generalmente si fa riferimento quando si pensa alla Resistenza. Una differenza che si può ricondurre in primo luogo a due elementi. Il primo relativo allo spazio: un territorio attraversato da una dorsale montuosa ma dominato dal paesaggio collinare e dall’appoderamento contadino, con un rapporto molto intenso con le linee costiere, pone dei problemi peculiari a ogni progetto di organizzazione militare partigiana. Il secondo relativo al tempo: la possibilità di sviluppo di un’esperienza resistenziale, avviata per tutti nel settembre 1943, vide insieme un’accelerazione frenetica e un termine cronologico con il passaggio del fronte, occorso nell’Italia centrale tra la primavera e l’autunno del 1944, con solo alcune limitate aree rimaste a nord della Linea Gotica fino all’aprile 1945.
Nel contesto della guerra totale e delle scelte resistenziali nel 1944, alla luce di una rinnovata stagione di studi e ricerche spesso sostenute dagli Istituti della Resistenza, si invitano le persone interessate a inviare delle proposte che riescano ad approfondire il tema delle peculiarità della lotta in armi nell’Italia centrale, prestando attenzione al metodo utilizzato e alla critica delle fonti, nonché al rapporto tra la Resistenza in armi e le resistenze civili. In particolare, si sollecitano relazioni per approfondire gli argomenti corrispondenti alle sessioni di lavoro della giornata di studio:

1. Scegliere la lotta armata: biografie, generazioni e generi, spazi e tempi, motivazioni, opzioni e progetti politici.
2. “Avviare la lotta armata”: la gestazione dal 25 luglio all’8 settembre, il rapporto fra Comitati militari, CLN e bande, la riorganizzazione territoriale e il coordinamento regionale, le diverse anime della Resistenza toscana, il rapporto con gli alleati.
3. Praticare la lotta armata: l’uso delle armi, la vita alla macchia, il confronto con il nemico e con la morte; personalismi e disciplina; il rapporto con la violenza subita e praticata; il rapporto con il mondo contadino e la popolazione civile; i rapporti di genere; le bande come “microcosmi di democrazia diretta”.
4. Rappresentare la lotta armata: propagande a confronto (RSI, CLN, partiti, formazioni), memorie, liturgie, rappresentazioni, monumenti e luoghi di memoria.

Le proposte di intervento (massimo 500 parole) dovranno essere accompagnate da un breve CV. È particolarmente incoraggiata la partecipazione di giovani ricercatori e ricercatrici.
Le proposte devono essere inviate al seguente indirizzo: direzione@istoresistenzatoscana.it, entro il 24 aprile 2024. Le decisioni del Comitato scientifico verranno comunicate entro il 31 maggio 2024.
Il Comitato scientifico è composto da Enrico Acciai, Ilaria Cansella, Stefano Gallo, Laura Mattei, Matteo Mazzoni.




𝐔𝐍 𝐕𝐈𝐀𝐆𝐆𝐈𝐎 𝐀𝐋𝐋𝐄 𝐅𝐎𝐍𝐓𝐈 𝐃𝐄𝐋𝐋’𝐔𝐄. 𝐀𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐚 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐥𝐞 𝐜𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐔𝐄.

𝐔𝐍 𝐕𝐈𝐀𝐆𝐆𝐈𝐎 𝐀𝐋𝐋𝐄 𝐅𝐎𝐍𝐓𝐈 𝐃𝐄𝐋𝐋’𝐔𝐄.
𝐀𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐚 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐥𝐞 𝐜𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐔𝐄.
Corso di formazione 𝒈𝙧𝒂𝙩𝒖𝙞𝒕𝙤 per docenti di ogni ordine e grado
>>Iscrizioni entro il 28 febbraio
La rete degli Istituti toscani della Resistenza e dell’età contemporanea ha organizzato in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale la terza edizione di un corso di formazione sui temi dell’Europa. Il corso – che si avvale della partecipazione degli Archivi Storici dell’Unione Europea (ASUE) e della Fondazione Rossi Salvemini – si articola in tre incontri da remoto sul tema delle fonti storiche e archivistiche che stanno alle origini del progetto europeo (28 febbraio, 7 e 11 marzo). A conclusione dei tre incontri sono state organizzate due visite (facoltative): una all’archivio dell’Istituto storico della Resistenza di Firenze e l’altra a Fiesole, nella sede dell’ASUE.
𝗣𝗲𝗿 𝗶𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗶 𝗲̀ 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶𝗼:
1) compilare il seguente form:
https://docs.google.com/…/1hIUv…/edit
2) iscriversi sulla piattaforma SOFIA con il codice 90665 (questo passaggio solo per docenti di ruolo)
𝗣𝗥𝗢𝗚𝗥𝗔𝗠𝗠𝗔 𝗘 𝗗𝗔𝗧𝗘: