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Premio Faustino Dalmazzo: il bando

Premio Faustino Dalmazzo
Bando per la pubblicazione di un’opera
nella collana editoriale “Testimoni della Libertà”

La collana editoriale “Testimoni della libertà”, nata e sviluppatasi grazie al sostegno della Fondazione Avvocato Faustino Dalmazzo, ha pubblicato con la casa editrice Franco Angeli tra il 2007 e il 2020 tredici titoli, frutto di ricerche presentate nel corso degli anni durante il seminario “Giellismo e Azionismo. Cantieri aperti” o comunque attinenti ai temi al centro dei lavori di quest’ultimo.

Leo Valiani. Gli anni della formazione. Tra socialismo, comunismo e rivoluzione democratica, di Andrea Ricciardi;
Libertà individuale e organizzazione pubblica in Silvio Trentin, di Fulvio Cortese;
Democrazia e identità nazionale nella vita di un antifascista tra Italia e Stati Uniti: biografia di Max Ascoli (1898-1947), di Davide Grippa;
La diaspora azionista. Dalla Resistenza alla nascita del Partito radicale, di Elena Savino;
Per la giustizia e la libertà. La stampa Gielle nel secondo dopoguerra, di Diego Giachetti;
Ernesto Rossi, Altiero Spinelli, «Empirico» e «Pantagruel». Per un’Europa diversa. Carteggio 1943-1945, a cura di Piero S. Graglia;
L’illusione della parità. Donne e questione femminile in Giustizia e Libertà e nel Partito d’azione, di Noemi Crain Merz;
Giulio Bolaffi, Partigiani in Val di Susa. I nove Diari di Aldo Laghi, a cura di Chiara Colombini;
Partigiani in borghese. Il movimento di Unità popolare nell'Italia degli anni Cinquanta, di Roberto Colozza;
Alla ricerca della libertà. Vita di Aldo Garosci, di Daniele Pipitone;
Le due Italie. Azionismo e qualunquismo (1943-1948), di Alberto Guasco;
Tra amicizia e solidarietà antifranchista. Giorgio Agosti, Franzo Grande Stevens e José Martínez, di Alessio Bottai;
Il paese dimenticato. Nuto Revelli e la crisi dell’Italia contadina, di Gianluca Cinelli.

Nella convinzione che la collana possa rappresentare un’occasione importante per molti ricercatori e che offra un contributo rilevante all’ambito di studi legato all’esperienza politico-culturale di Giustizia e Libertà, del Partito d’azione e dei loro protagonisti, l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” dal 2016 ha aperto il bando per l’assegnazione del Premio Faustino Dalmazzo, che dà luogo alla pubblicazione all’interno della collana, anche a quanti non abbiano partecipato al seminario “Giellismo e Azionismo. Cantieri aperti”.
Il presente bando ha l’obiettivo di sostenere esclusivamente i costi per la pubblicazione ed è rivolto a tutti coloro che si occupino di GL, del Pda, delle culture ed esperienze politiche che a essi si richiamino: la partecipazione alle passate edizioni del seminario “Giellismo e Azionismo. Cantieri aperti” costituisce un elemento preferenziale, ma non vincolante, nella selezione dei lavori presentati.

Gli studiosi che intendono candidare la propria ricerca per la pubblicazione devono inviare all’indirizzo e-mail chiara.colombini@istoreto.it entro il 13 luglio 2020 un progetto editoriale così concepito:
– una presentazione (non più di 5 cartelle);
– un indice;
– un capitolo o un’introduzione di prova;
– una previsione orientativa delle battute complessive (spazi inclusi).

Condizione indispensabile per partecipare alla selezione è garantire la consegna del lavoro concluso entro e non oltre il 31 dicembre 2020. In caso di mancato rispetto del termine di consegna decadrà automaticamente l’impegno alla pubblicazione.

Si richiede inoltre ai candidati di fornire i propri recapiti (indirizzo, e-mail, telefono) e un breve curriculum circa i propri studi, interessi di ricerca ed eventuali pubblicazioni.

Con l’invio i candidati autorizzano il trattamento dei dati personali ai sensi del D.Lgs. 196/03. I dati trasmessi saranno utili esclusivamente per il presente bando e non saranno trasmessi a terzi.
I materiali inviati, e non scelti per la pubblicazione, restano di proprietà dei candidati.
I risultati della selezione saranno comunicati il 29 luglio 2020.




Con la Festa della Repubblica il Museo Audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo compie 20 anni.

Quello della Resistenza di Fosdinovo è un “piccolo grande museo”. Piccolo per le dimensioni, costituito com’è da un unico stanzone di qualche decina di metri quadri. Niente a che vedere non solo con le migliaia di metri quadri di M9 a Mestre, inaugurato il primo dicembre 2018, ma neanche con altri musei storici paragonabili, come quello della Repubblica di Montefiorino e della Resistenza italiana. Ma, come si dice, “nelle botti piccole c’è il vino buono”: fuori di metafora, l’installazione progettata da Studio Azzurro di Milano non è invecchiata, e a 20 anni di distanza dalla sua realizzazione (un compleanno importante per un piccolo museo) continua a garantire coinvolgimento e produrre forti emozioni in chi si affaccia nella sala buia e viene accolto dai “faccioni”  dei testimoni, in attesa di cominciare la loro narrazione quando il visitatore decida di metterli in movimento.

Ma anche un museo “postmoderno”, senza un percorso predefinito, e senza un oggetto esposto, che, oltre alle emozioni, deve produrre conoscenza. Ed anche sotto questo punto di vista il museo non pare invecchiato: i sei percorsi tematici, individuati venti anni fa dai curatori scientifici, coprono l’intero arco delle esperienze resistenziali, armate e civili, e attraverso un sapiente montaggio degli spezzoni di intervista, restituiscono anche al visitatore attento o ai ragazzi accompagnati nella da insegnanti accorti e dai nostri esperti, i diversi punti di vista e le divaricazioni di interpretazione storiografica sui vari argomenti narrati dai testimoni.

Insomma, un “grande” museo, che ridiventa -ahimè- piccolo, anzi minuscolo, per l’esiguità delle risorse che i soci istituzionali mettono a sua disposizione, nonostante il museo sia realtà viva e riconosciuta a livello nazionale. Infatti il museo di Fosdinovo è stato fra i promotori più  attivi della rete “Paesaggi della memoria” e si è affermato per l’impegno costante, appassionato e volontario di molte persone, quelle donne e quelli uomini di “Archivi della Resistenza” che riescono non solo a portare fra i castagni di Le Prade di Fosdinovo ogni anno migliaia di persone nelle giornate del festival estivo “Fino al cuore della rivolta” (quest’anno si terrà, in qualche modo, la XVII edizione), ma anche  a rendere il museo “grande” durante tutto l’anno, con le molte attività che vi realizzano.  Il museo, anche in questo triste periodo, ha fatto sentire la sua voce. Ad esempio il 25 aprile una lunga diretta social  ci ha regalato  grandi emozioni. La grande festa che avrebbe dovuto essere fatta sotto i castagni per il ventesimo compleanno sarà rimandata per ovvi motivi ma anche a distanza il museo festeggerà con tutti i suoi amici in maniera degna il suo ventesimo compleanno.

Auguri, caro “piccolo grande museo”, e buona Festa della Repubblica a tutti.

 

 




CALL FOR PAPER: “Cantieri della Resistenza” – Antifascismi e Resistenze in Italia e in Europa 1922-1948

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L’ISGREC PER LA MATURITA’

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Tempo di emergenza sanitaria, tempo di didattica a distanza.
Nonostante l’allentamento e poi la fine del lockdown, le scuole non sono state riaperte. Lo saranno, con le dovute accortezze, per gli studenti che a metà giugno sosterranno l’esame di maturità in presenza. La formulazione del nuovo esame ha suggerito l’opportunità di mettere a disposizione degli insegnanti e dei maturandi materiali didattici selezionati di approfondimento su alcune particolari tematiche; i materiali proposti sono in parte frutto della trentennale attività dell’Isgrec rivolta al mondo della scuola, altri della collaborazione con la rete degli Istituti storici toscani della Resistenza e dell’età contemporanea.

>>>https://isgrecperlamaturita.weebly.com/




All’Istituto Ferruccio Parri il Premio nazionale “Testimoni del tempo” 2020

La 53a edizione del Premio Aqui Storia sarà assegnata, il prossimo 17 ottobre, all’Istituto Ferruccio Parri, nella persona del Presidente Paolo Pezzino, sulla base della seguente motivazione:

[…] Per la corrente edizione, saremmo particolarmente lieti e onorati di conferire all’Istituto da Lei presieduto il Premio speciale “Testimone del Tempo 2020”. Questo autorevole riconoscimento è tradizionalmente assegnato a chi si è particolarmente distinto nel mondo della cultura, dell’economia, della politica, del giornalismo, dell’arte, della scienza e ha, con il suo operato, contribuito ad illustrare in modo significativo gli avvenimenti della storia, della cultura e del costume della società contemporanea. In questa edizione l’Acqui Storia vuole rendere onore all’Istituto, alla carica di Presidente che onorevolmente ricopre e alla sua insigne carriera storico-accademica. Tra i Suoi importanti impegni di grande divulgatore, ha mantenuto una costante attenzione ai circuiti extraaccademici di formazione della coscienza storica del nostro Paese, cimentandosi in progetti diversi, riconducibili a quella che, in ambito anglosassone, viene chiamata “public history”. La Sua presenza, professor Pezzino, è garanzia che questo Premio sa onorare coloro che, a diverso titolo, contribuiscono ad illustrare e commentare la storia del nostro Paese, attribuendole una valenza internazionale, confermando in tal modo il grande merito di essersi dimostrato autorevole interprete del proprio tempo.

Si tratta di un riconoscimento importante per l’Istituto Parri e per tutta la rete nazionale degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea.




“L’antisemitismo non è storia da studiare ma realtà da indagare”: Conferenza del Prof. Gadi Luzzatto Voghera.

Nell’ambito del  Corso di Formazione “Ricerca azione partecipativa e buone pratiche di insegnamento per la conoscenza interdisciplinare della Shoah”, in svolgimento dal  settembre al giugno 2020 presso l’Università di Firenze, in collaborazione fra l’USR Toscana, il Dipartimento FORLILPSI dell’Università di Firenze e Yad Vashem, venerdì 15 maggio si è tenuta una  conferenza del Professor Gadi Luzzatto Voghera, direttore del CDEC, sull’antisemitismo.

L’antisemitismo, dicono le statistiche, è in crescita in Europa, negli Stati Uniti e anche nel mondo islamico. In Italia l’antisemitismo “totale”, cioè quello intransigente e legato a ignoranza e pregiudizio immotivato, è radicato nel 12 per cento della popolazione, soprattutto in Sicilia e Sardegna, là dove, paradossalmente, gli ebrei sono davvero scarsamente presenti.

Bisogna valutare quale ricaduta abbia e nella nostra società e nella nostra didattica. La scuola non è il luogo preponderante in cui gli studenti apprendono la storia e la cultura degli ebrei e il pregiudizio antisemita appare radicato a qualsiasi età, anche in quella scolare. Queste le domande  e le affermazioni ricorrenti, poste anche senza malizia, quando si parla di Shoah o più in generale di antisemitismo, a una platea di studenti: “Se tutti hanno perseguitato gli ebrei vuol dire che qualcosa di male hanno fatto…”, “È vero che alla vigilia della seconda guerra mondiale gli ebrei avevano l’economia tedesca in mano?” e parlando del conflitto israelo-palestinese “Come è che si sono trasformati da vittime a carnefici?

La prima risposta che dobbiamo dare a tali inconsapevoli manifestazioni di ignoranza e pregiudizio è: gli ebrei non sono una realtà omogenea e definibile. La seconda va ricercata nella “visione lacrimosa” della storia, come la chiamava W. Baron, autore della monumentale e insuperata Social and Religious History of the Jews: gli ebrei si raccontano come un popolo sventurato e perseguitato, dagli Egizi alla doppia distribuzione del tempio di Gerusalemme, dalle persecuzioni nel Medioevo all’espulsione dalla Spagna a fine ‘400, fino alla Shoah.

Per contrapporsi a questo tipo di narrazione, “in the making of Israel”, si decise di puntare sul lato “eroico” degli ebrei, sulla loro rivolta, ad esempio celebrando quella del ghetto di Varsavia. Addirittura Ben Gurion, presiedendo una riunione sindacale nel neonato stato di Israele, quando intervenne uno uomo riuscito a fuggire da un lager per raccontare l’inferno da cui era scappato e che cosa stavano facendo agli ebrei in Europa, disse “fate tacere questa cenere di uomo”. Questo era l’atteggiamento! Gli ebrei israeliani non volevano più apparire come pecore che si lasciassero portare al macello. Una decina di anni dopo, nel 1961, il processo Eichmann cambia la prospettiva e anche Yad Vashem rovescia la narrazione dagli anni ’60 in poi facendo del “World Holocaust Remembrance Center” un luogo di religione civile, un luogo che radica lo stato di Israele nel suo passato e nella memoria della Shoah.

Il professor Luzzatto Voghera avanza poi tre proposte didattiche: 1) il linguaggio dell’antisemitismo 2) l’idea di complotto, 3) antisemitismo e antisionismo.

Nella prima si può partire da affermazioni come “ebreo ricco”, “ebreo capitalista”. Esse non hanno fondamento storico: l’ 80 per cento degli ebrei fra le due guerre viveva negli Shtetl dell’Europa dell’Est come sottoproletariato rurale. L’idea del complotto è poi anche molto attuale: sul web si diffondono voci che il corona virus sia  stato diffuso in forme segrete dai laboratori cinesi, americani, israeliani, e certi uomini politici non fanno altro che galoppare queste distorte e strumentali ipotesi. Ecco, per quanto riguarda gli ebrei il modello artefatto per la distorsione della realtà sono I protocolli dei savi anziani di Sion creato dalla polizia segreta zarista ad inizio ‘900 e, sebbene smentito subito da tanti storici, fra cui Cesare de Michelis, in Il manoscritto inesistente. I “Protocolli dei savi di Sion”, Marsilio, 2004, c’è sempre qualche negazionista che li tira fuori. Inoltre per la teoria del complotto si può prendere spunto dall’affaire Dreyfus. Per quanto concerne l’antisemitismo collegato e originato dall’antisionismo, la proposta didattica prende avvio dal concetto di sionismo, come di un tardo movimento nazionalista per poi  trattare la storia degli Yishùv, primi insediamenti in Israele. Ma il sionismo non finisce con la formazione dello stato di Israele: ha un balzo in avanti dopo la guerra dei 6 giorni e l’occupazione della Cisgiordania.

Al fine didattico, può essere utile partire dalla definizione di antisemitismo dell’HIRA, che il 26 maggio 2016 nella Plenaria, che si teneva a Bucarest, decise di adottare la seguente definizione operativa non giuridicamente vincolante di antisemitismo: “L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto”. Tale definizione è stata adottata anche dall’Italia il 18 gennaio 2020.

Il professor Luzzatto Voghera conclude dicendo: “Facciamo storia, non facciano retorica, altrimenti prestiamo il fianco ai pregiudizi e al negazionismo”.




La cultura non si ferma! e #RaccontiamoLaResistenza

La cultura non si ferma!
L’Istituto storico della Resistenza e della società contemporanea di Livorno (Istoreco), considerata la situazione nella quale tutti ci troviamo, ha deciso di cercare di stare vicino a tutti suoi sostenitori ed amici con alcuni interventi virtuali, postati sul sito e sulla pagina facebook.

  • Ogni martedì verrà pubblicato uno dei dieci episodi del video-progetto Pillole di Resistenza, filmati realizzati in occasione del 75° della liberazione della Toscana tramite il sostegno della Regione Toscana e il coordinamento dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana di Firenze e altri prodotti dal nostro stesso Istituto.
  • Nella settimana della Liberazione, sarà la volta di Liberi, immagini e testimonianze dal fascismo alla democrazia a Livorno: una raccolta di videointerviste del maggio 1994 in un documentario con la regia di un giovanissimo Paolo Virzì.
  • Sempre nella settimana della Liberazione, sui consueti canali, sarà pubblicato il docufilm a firma Istoreco Molho, una famiglia in fuga: le vicende personali di Dino Molho, che da ragazzo ha vissuto, tra il 1944 ed il 28 aprile del 1945, un’esperienza molto simile alla vicenda di Anna Frank; ha trascorso oltre un anno nascosto in una “casa segreta” ricavata all’interno della fabbrica di minuterie metalliche di proprietà della famiglia. Una storia di speranza, coraggio e solidarietà che, attraversando emozioni come paura e tristezza, sfocia nella libertà e nella Liberazione.
  • Il 25 aprile sarà pubblicata l’Antologia parlata, videoletture tratte dalla pubblicazione Istoreco Le parole sono ponti e i racconti ponti robusti: testimonianze dei partigiani livornesi Mario Lenzi, Garibaldo Benifei, Nelusco Giachini e della staffetta Ubaldina Pannocchia.
  • Saranno inoltre pubblicati interventi di un team di studiosi che collaborano con Istoreco, tra cui Enrico Acciai, Gianluca Della Maggiore e Stefano Gallo.
  • Infine, durante tutto il mese di aprile, saranno proposte Letture in compagnia, brani legati al tema della Liberazione del paese e in particolare riallacciabili con la storia e la storia della Resistenza nella provincia di Livorno. Anche se non mancheranno pagine di riflessioni di natura più generale.
Prosegue con successo la campagna #RaccontiamolaResistenza

La campagna social #RaccontiamolaResistenza, avviata dall’Istituto Nazionale Ferruccio Parri e dagli altri 65 istituti della rete il 29 marzo su Facebook, Twitter e Instragram, prosegue a ritmo serrato verso il grande appuntamento del #25 aprile 2020.
Sono già moltissimi i contributi video, audio e testi pubblicati sulla pagina fb, anche da singoli cittadini, gruppi e enti locali: una straordinaria mole di materiali che restituiscono il valore della lotta di liberazione e offrono nuove risorse sulla Resistenza, seguendo un serio approccio documentario.
Notevole il successo: in pochi giorni la pagina ha ottenuto oltre 4.000 followers e 20.000 contatti.
Molto importanti le partnership maturate: a sostegno della campagna si sono schierate tutte le associazioni di reduci e partigiani, le principali società storiche, la rete Paesaggi della Memoria. La campagna ha inoltre ottenuto la prestigiosa media partnership di Rai Storia e Rai Cultura; e l’interesse del Corriere della Sera.
Si muove in sinergia con le altre grandi campagne nazionali (Caritas-Cri, Anpi Repubblica tv, Istituto Cervi), per un 25 aprile veramente festa di tutti e con tutti, come è nello spirito della giornata.
Ringraziamo i tanti testimonial che parteciperanno alla maratona fb del 25 aprile: Eraldo Affinati, Silvia Avallone, Roberta Biagiarelli, Claudio Bisio, Vinicio Capossela, Daria Colombo, Ferruccio De Bortoli, Maurizio De Giovanni, Paolo Di Paolo, Giorgio Diritti, Gad Lerner, Carlo Lucarelli, Maurizio Maggiani, Valerio Massimo Manfredi, Modena City Ramblers, Michela Murgia, Murubutu, Paolo Nori, Patrizio Roversi, Igiaba Scego, Antonio Scurati, Mario Tozzi, Roberto Vecchioni, Julio Velasco, Pamela Villoresi, Yo Yo Mundi, Massimo Zamboni…e molti altri (l’elenco completo è disponibile sulla pagina fb).
Incontriamoci ogni giorno sulla pagina fb @RaccontiamolaResistenza!

Restiamo a casa ma festeggiamo comunque insieme il 25 Aprile!




La Resistenza all’epoca del coronavirus #25aprile2020

L’Istituto Nazionale Ferruccio Parri di Milano, insieme all’Istituto Cervi e a tutti i 65 Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea sparsi sul territorio nazionale, fra i l’ISRT e gli Istituti provinciali toscani della Resistenza e dell’età contemporanea, e a “Paesaggi della Memoria”, promuove la celebrazione del 75° anniversario della Liberazione con una voce ancor più forte, che echeggi in quelle piazze che quest’anno non si possono riempire di persone.

Vogliamo non solo condividere, anche attraverso i social, con i cittadini italiani  il patrimonio di valori e conoscenza storica ed esperienza ma anche chiamare a raccolta tutti coloro che intendono ricordare questa ricorrenza, e mirano a farne una dimostrazione sempre attuale di solidarietà e partecipazione.

Lanciamo perciò una campagna social, incentrata sull’hashtag #raccontiamolaresistenza, che accompagni il paese dal 29 marzo  (data della costituzione del triumvirato insurrezionale del CNLAI) al 2 maggio (che segna la resa tedesca in Italia). Ricorderemo così anche il 6 aprile (inizio della campagna di primavera degli Alleati), il 18 aprile (anniversario dello sciopero preinsurrezionale), per arrivare a celebrare il 25 Liberazione nazionale dal nazifascismo.

Sulla pagina dedicata  https://www.facebook.com/RaccontiamolaResistenza/ e su tutti i canali social sarà possibile  visionare i materiali documentari e memoriali del Parri e della sua rete, con contributi inediti. Sarà possibile anche partecipare attivamente postando testi, documenti, foto, filmati, ecc. Basterà  iscriversi e darsi un “nome di battaglia”!

L’evento del 25 Aprile, denominato #25aprile2020, vedrà la presentazione di alcune nuove iniziative del Parri, come la mostra virtuale su Milano libera e il portale  sul Ricompart.

Una maratona-staffetta percorrerà l’Italia di istituto in istituto, da Catania a Trieste, secondo la geografia della Liberazione, e culminerà in una grande festa, con ospiti come Claudio Bisio, Vinicio Capossela, Cisco, Nando Dalla Chiesa, Ferruccio De Bortoli, Gad Lerner, Carlo Lucarelli, Maurizio Maggiani, Valerio Massimo Manfredi, Modena City Ramblers, Murubutu, YoYoMundi… e tanti altri.

Tutti gli iscritti alla pagina fb potranno intervenire, portando una testimonianza, proponendo una lettura… o cantando “Bella Ciao”!

Perché non solo dalle montagne ma anche dalle finestre si può cantare la Resistenza!

[testo ripreso da Comunicato stampa Istituto nazionale Ferruccio Parri]