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Si è spento Ugo Jona combattente partigiano e presidente dell’ANFIM Toscana fino al 2001

Si è spento a 106 anni compiuti, Ugo Jona combattente partigiano e presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri Toscana fino al 2001, svolgendo un costante impegno a tutela delle famiglie colpite dalle stragi naziste così da preservare la memoria di quei tremendi fatti.
Instancabile testimone presso le scuole per oltre 60 anni, ha raccontato le atrocità commesse da nazisti e fascisti in Italia negli anni della dittatura e dell’occupazione, Jona è stato autore di numerosi volumi e dispense che ancora oggi, dopo decenni, restano testimonianze preziose per la ricostruzione degli eccedi compiuti in Toscana fra il 1943 ed il 1944.




Giuseppe Matulli succede a Simone Neri Serneri alla presidenza dell’ISRT

Si è riunito ieri (martedì 5 marzo) il Consiglio direttivo dell’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, a fronte delle dimissioni del presidente Simone Neri Serneri per motivi di salute. Lo stesso presidente uscente ha proposto al direttivo di eleggere Giuseppe Matulli (che ricopriva la carica di vice  presidente) motivandola con la sua esperienza amministrativa e politica, oltre che con le sue caratteristiche personali, ritenute idonee a guidare l’Istituto fino alla scadenza naturale del mandato consiliare nel giugno del 2020.

Il Consiglio direttivo dell’ISRT, preso atto delle dimissioni di Neri Serneri e accogliendone la proposta, ha eletto presidente dell’Istituto Giuseppe Matulli e, su proposta di questi, vicepresidente il prof. Mario G. Rossi.

 Il presidente eletto ha rilasciato la seguente  dichiarazione:

 “É nata all’improvviso e del tutto inaspettata la decisone di Simone Neri Serneri che, di fronte a problemi di salute che gli impongono, per un periodo non precisabile, di ridurre la propria attività, ha avuto la sensibilità di ritirarsi per evitare che l’attività dell’Istituto potesse subirne possibili conseguenze.

La correttezza di tale comportamento è stato apprezzato dal direttivo che ha anche sottolineato l’impegno profuso, nella lunga gestione dell’Istituto, da parte del prof. Neri Serneri e la mole dei risultati raggiunti, in tutti i settori di attività dell’Istituto: la gestione degli archivi, la ricerca e la didattica.

In queste condizioni la mia disponibilità, e la volontà del direttivo a raccogliere l’invito del prof Neri Serneri, ha significato oltre ad un atto di solidarietà umana e di apprezzamento per la sensibilità dimostrata, l’impegno comune a far proseguire l’attività dell’Istituto per affrontare questa improvvisa emergenza. La dimostrazione di questo impegno si ha avuto anche da parte del Prof. Mario G. Rossi (che vanta, oltre alla competenza di storico, l’esperienza e la conoscenza della vita dell’Istituto) che ha accettato di coprire l’incarico di vicepresedente.

Per l’Istituto si apre un periodo particolarmente impegnativo, perché oltre alla necessità di  mantenere il volume ed il livello di attività impostate e guidate dal presidente dimissionario, deve affrontare la necessità di un aumentato impegno della ricerca storica nei confronti di un periodo di particolare importanza nella storia del paese, come è stata la nascita della Repubblica e l’avvio dell’Italia Repubblicana. Un periodo ormai esterno al dibattito politico attuale, e quindi affidato all’autonomia e alla libertà della  ricerca storica. La delicatezza dell’impegno riguarda la necessità di evitare che il processo di trasformazione politica in atto, con caratteristiche e temi totalmente nuovi, ed ancora caratterizzato da un elevato grado di precarietà, non pregiudichi l’autonomie e il dovere della ricerca storica. Nella delicatezza del compito ci sostiene anche la consapevolezza che non ci mancherà comunque un impegno ed il consiglio dell’esperienza e della saggezza del Prof. Neri Serneri a cui vanno i più cordiali auguri.”.




Successo per la mostra “In Viaggio. La deportazione nei lager”

La mostra “In viaggio. La deportazione nei lager” curata da Stefano Bartolini (ISRPT) e Sara Valentina Di Palma (Coopculture – ISRPT), esposta presso la Sinagoga di Siena, si è conclusa con 380 visitatori.

La mostra, che nel 2017 era stata esposta a Pistoia, è rimasta visibile a Siena dal 13 gennaio al 10 febbraio.

Fino al 16 marzo la mostra sarà nuovamente in esposizione presso la Bibliotecanova Isolotto di Firenze.




La conoscenza vince la paura: l’impegno della Regione Toscana per far conoscere la storia dell’Alto adriatico

In occasione del Giorno del Ricordo 2019, la mattina del 22 febbraio, presso il Teatro Cinema La Compagnia, a Firenze si è tenuto un incontro, aperto dai membri del Consiglio Regionale e rivolto a docenti e studenti, sul tema “Per la storia di un confine difficile. L’alto Adriatico nel Novecento”

Si è trattato di una giornata di presentazione dei lavori svolti dalle scuole che hanno partecipato al viaggio studio sul “confine orientale” (esperienza che può parere effimera ma che semina contenuti e consapevolezza storica ed etica, dice Luciana Rocchi, membro del comitato scientifico dell’ISGREC)  che sono stati pubblicati nel volume “Per la storia di un confine difficile”.

Il libro, uscito anche in e-book, fa seguito alla Summer School organizzata dalla Regione Toscana, dal 22 al 25 agosto 2017 , che è stata il primo passo del progetto pilota di formazione sulla storia del confine orientale cui è seguito un viaggio studio per 60 persone, fra storici, docenti e alunni, che si è tenuto dal 12 al 16 febbraio 2028. I luoghi toccati sono stati:  Redipuglia, con il sacrario dei caduti italiani nella Prima Guerra Mondiale, inaugurato nel 1938 da Mussolini, in cui la pietas per i caduti viene sostituito con la retorica; Trieste, città crocevia di culture per antonomasia, vittima del fascismo di confine e del suo nazionalismo, che ha impedito alla presente popolazione slovena e croata perfino di parlare la lingua materna se non era l’ italiano ed ha italianizzato anche i cognomi; quel salotto sul mare che è piazza Unità di Italia a Trieste è stata anche il luogo in cui nel ’38 Mussolini ha annunciato l’emanazione delle leggi razziali. Tappa successiva è stata Gonars, uno dei campi di internamento per civili slavi, vittime di violenze inenarrabili durante l’occupazione fascista della Jugoslavia, conseguenza della circolare 3 C del generale Roatta. Frutto del razzismo nazista e del collaborazionismo italiano è la Risiera di San Sabba, l’unico campo di sterminio in Italia, i cui orrori sono stati taciuti per decenni e solo a seguito di azioni legali della magistratura tedesca, hanno trovato narrazione storica anche in Italia. E poi ancora Basovizza, monumento nazionale dal 1992 a memoria degli infoibamenti (“la resa dei conti”, come la definisce Dorigo). Per comprendere il tema della profuganza è stato visitato il C.R.P. di Padriciano, con le sue stanze cariche di passato, che sa di dolore e lacerazione, promiscuità e freddo. Varcando due attuali confini, si giunge a Fiume, dove più che altrove si cerca di ricostruire lo strappo fra Italia e Jugoslavia. Ultima tappa Fossoli, che dopo essere stato un campi di transito nazifascista, è stato convertito in campo profughi per istriani, che lì hanno spesso subito la falsa equazione “italiano esule = fascista”.

La Regione Toscana ha voluto costruire un percorso sperimentale di formazione e conoscenza storica rivolto in particolare al mondo della scuola superiore, in modo da raccontare gli eventi di una storia di “lunga durata” e farsi carico di tutta quella complessità espressa dallo stesso testo legislativo – la legge n.92 del 2004 che riconosce il 10 febbraio quale Giorno del ricordo – per tradurla soprattutto in didattica.

E a proposito di didattica, è stato importante anche il follow up di questo viaggio: infatti è stato chiesto ai docenti e agli studenti che vi hanno partecipato di scrivere le loro riflessioni, sensazioni e di inviare delle foto significative, corredate da didascalie. È’ nato così l’e-book “Per la storia di un confine difficile”,  prodotto da Toscana Notizie, che è stato presentato il 22 Febbraio a Firenze. Sul palco sono saliti anche alcuni studenti che hanno partecipato al viaggio, per raccontare ciò che tale esperienza ha lasciato in loro. Ascoltata poi anche il commento di Silvia Rusich, figlia di profughi, che ha mostrato apprezzamento per il taglio e l’approccio dato nell’affrontare la tematica del confine orientale, un confine che per sua natura è problematicissimo.

Parte centrale dell’evento è stata la proiezione in anteprima del documentario del regista Luigi Zannetti “La conoscenza scaccia la paura”, con testi di Luciana Rocchi, che ne è stata anche consulente scientifica insieme a Luca Bravi.

Il fil rouge del documentario è Livio Dorigo, dalle cui parole il video prende nome. Dorigo, apiculture ottantottenne (con l’immagine delle sue api si apre e si chiude il documentario), esule di Pola, presidente del circolo Istria, ripercorre la sua storia personale rileggendola nel quadro della Storia. Livio ricorda la sua città natale multietnica, a partire dalla sua lingua (il dialetto istroveneto), l’ occupazione nazista dopo l’8  settembre, fino all’esilio nel 1947, scelto dalla sua famiglia quando lui aveva 17 anni e l’inizio della profuganza “in cui si diventa ignoti fra ignoti e si capisce di non essere nessuno”, per dirlo con le parole di Magris. Sacile, Gorizia, per poi arrivare nel villaggio giuliano-dalmata di Roma. E poi Livio ha vissuto in varie parti di Italia, per il suo lavoro, il medico veterinario. Ma lui non si sente solo italiano, ma cittadino europeo di un’Europa di popoli fratelli, frutto del manifesto di Ventotene.

Livio Dorigo ha messo la nostalgia a servizio dell’impegno. Le sue api che non conoscono i confini diventano il simbolo di quello che dovrebbero essere gli uomini, consapevoli che le frontiere esistono solo per essere valicate, per mescolarsi.

L’esperienza di formazione sul confine orientale costituisce un importante tassello della politica attiva della memoria, la sola che può creare le basi per progettare un futuro di pace, di tolleranza e di contrasto alla violenza in una realtà che appare sempre più segnata da preoccupanti rigurgiti di nazionalismi e pericolosi fondamentalismi.




Oltre 150 studenti per il Convegno didattico dell’ISRT sui Balcani nel ‘900, culmine del progetto annuale “Confini difficili”

Il programma del Convegno

Il programma del Convegno

Venerdì 8 febbraio in Sant’Apollonia si è svolto il Convegno didattico Confini imposti, confini violati: da Trieste a sarajevo, promosso dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea e dall’Associazione pAssaggi di Storia, con il sostegno dell’Ufficio scolastico regionale e della Regione Toscana.

Oltre 150 studenti hanno seguito i lavori e ne sono stati protagonisti, presentando nel corso della giornata i frutti dell’attività didattica svolta con i propri insegnanti.

Il convegno è infatti l’ultima tappa di “Confini difficili” un progetto annuale che l’Isrt e pAssaggi di Storia promuovano dal 2012, attraverso una prima fase dedicata agli insegnanti che in numero ristretto (sette), seguono un corso di formazione e quindi partecipano ad un viaggio studio nei Balcani e in una seconda fase nel corso della quale i docenti lavorano con le proprie classi approfondendo temi specifici che poi vengono esposti dagli stessi studenti – attraverso propri elaborati – nel corso del convegno didattico conclusivo.

Il progetto viene riproposto anche per il 2019.




Ci ha lasciato Silvano Sarti, il partigiano Pillo, dopo una vita di impegno per i valori dell’antifascismo

Si è spento questa notte, nella sua casa fiorentina. Il partigiano Silvano Sarti, nato a Scandicci nel 1925, è stato uno dei protagonisti della Resistenza e ha segnato la propria vita con un costante impegno per la difesa dei valori dell’antifascismo e l’attuazione della Costituzione, in particolare come presidente di Anpi provinciale di Firenze in questi ultimi anni. Questa spinta ha contraddistinto i suoi innumerevoli interventi nelle scuole e in piazza in una ferrea volontà di trasmissione della coscienza antifascista e della volontà all’impegno.

La camera ardente è stata allestita nella sala d’Arme di Palazzo Vecchio e sarà aperta dalle 16 alle 19 di oggi, venerdì 25 gennaio e dalle 9 alle 19 di domani, 26 gennaio. Domenica 27 alle 9.30 ci sarà una commemorazione pubblica.

Figlio di operai, nel 1940 Sarti fu assunto anche lui come operaio tagliatore al calzaturificio Rangoni di Firenze. Avvicinato da due esponenti del partito comunista, in clandestinità iniziò a svolgere attività di raccolta fondi da distribuire alle famiglie degli antifascisti arrestati. Nel 1944 si iscrisse al Pci e partecipò alla lotta di Liberazione nella Sap (le squadre di azione patriottica). Dopo la guerra, fu tra i primi a impegnarsi nella ricostruzione della Camera del lavoro Cgil di Firenze. Negli anni ’60, divenne segretario provinciale dei lavoratori del tessile e dell’abbigliamento e nel decennio successivo segretario nazionale dei calzaturieri della CGIL.




20 gennaio: parte il Treno della Memoria della Regione Toscana!

Saranno 550 i ragazzi a bordo dell’11/o Treno della memoria che partirà domenica 20 gennaio da Firenze per la Polonia dove verranno visitati i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. L’iniziativa, avviata dalla Regione Toscana 18 anni fa, è per studenti delle scuole superiori e universitari i quali avranno anche modo di ascoltare le storie dai sopravvissuti. Tra i testimoni presenti quest’anno ci saranno Andra e Tatiana Bucci, sorelle scampate agli orrori di Birkenau, e Silva Rusich, figlia del deportato politico Sergio Rusich, insieme ai rappresentanti delle associazioni, tra cui le comunità ebraiche di Firenze e Pisa, le associazioni rom e sinti, Aned, Anei, Anpi e Arcigay che si confronteranno con gli studenti nel viaggio. Infine, l’ultimo giorno è previsto, per la prima volta, un incontro con il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans e il presidente della Toscana, Enrico Rossi. Il progetto è affidato alla cura della Fondazione Museo della deportazione e della Resistenza di Prato. La preparazione degli insegnanti è iniziata con la Summer school promossa dalla Regione in agosto, coordinata scientificamente da Museo della deportazione, Forum dei problemi della pace e della guerra, Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea. Gli insegnanti hanno poi formato e selezionato gli studenti partecipanti al viaggio.




Addio a Alfredo Enrichi, il partigiano Nicche.

La nostra redazione si unisce al cordoglio del Comune e delle comunità di Barberino e Tavarnelle Val di Pesa per la scomparsa del partigiano Nicche, lo scorso 8 gennaio, all’età di 95 anni.

La sobrietà, la semplicità, la tenacia, gli ideali di democrazia e libertà in cui credeva fermamente, sono i tratti umani e morali che noi insieme alla comunità di Barberino Tavarnelle riconosciamo e attribuiamo al partigiano Alfredo Enrichi, detto Nicche. Un piccolo grande eroe della Resistenza che si è reso protagonista negli anni del secondo conflitto mondiale per aver difeso con i principi di profonda umanità e lo spirito libero quel sogno italiano che per il contadino di origine mugellane di adozione sandonatina si realizzava nell’opposizione al nazifascismo e nella cultura democratica di un paese capace di guardare al futuro e garantire il rispetto e la tutela dei diritti umani.