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20 gennaio: parte il Treno della Memoria della Regione Toscana!

Saranno 550 i ragazzi a bordo dell’11/o Treno della memoria che partirà domenica 20 gennaio da Firenze per la Polonia dove verranno visitati i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau. L’iniziativa, avviata dalla Regione Toscana 18 anni fa, è per studenti delle scuole superiori e universitari i quali avranno anche modo di ascoltare le storie dai sopravvissuti. Tra i testimoni presenti quest’anno ci saranno Andra e Tatiana Bucci, sorelle scampate agli orrori di Birkenau, e Silva Rusich, figlia del deportato politico Sergio Rusich, insieme ai rappresentanti delle associazioni, tra cui le comunità ebraiche di Firenze e Pisa, le associazioni rom e sinti, Aned, Anei, Anpi e Arcigay che si confronteranno con gli studenti nel viaggio. Infine, l’ultimo giorno è previsto, per la prima volta, un incontro con il vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans e il presidente della Toscana, Enrico Rossi. Il progetto è affidato alla cura della Fondazione Museo della deportazione e della Resistenza di Prato. La preparazione degli insegnanti è iniziata con la Summer school promossa dalla Regione in agosto, coordinata scientificamente da Museo della deportazione, Forum dei problemi della pace e della guerra, Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea. Gli insegnanti hanno poi formato e selezionato gli studenti partecipanti al viaggio.




Seconda edizione Premio Simonetta Ortaggi

Per sostenere lo sviluppo di nuove ricerche sui temi della storia del lavoro, la Società Italiana di Storia del Lavoro (SISLav) e l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella provincia di Livorno (Istoreco Livorno) hanno istituito nel 2016 un premio biennale intitolato alla storica Simonetta Ortaggi, scomparsa nel 1999, studiosa e autrice di alcuni tra i più importanti e sistematici studi italiani di storia del lavoro. La seconda edizione del premio è aperta alle tesi discusse nel corso degli ultimi tre anni (2016-2018).

Il premio consiste nella pubblicazione di una tesi di dottorato inerente temi di storia del lavoro. La tesi sarà pubblicata presso la collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav- NDF, sarà liberamente disponibile in versione elettronica sul sito dell’editore e

acquistabile in quella cartacea.

Il candidato deve essere in possesso del titolo di dottore di ricerca conseguito in qualsiasi università italiana o estera, la tesi può essere redatta (o integrata da una traduzione fedele all’originale) in una delle seguenti lingue: italiano, francese, inglese, portoghese, spagnolo, tedesco. La lingua della pubblicazione finale sarà l’italiano.

Condizione imprescindibile è che la tesi sia inedita. Non vi è alcun vincolo, né di natura cronologica né territoriale, circa l’argomento oggetto della tesi: possono essere presentate ricerche relative a qualsiasi periodo storico, dall’età antica alla contemporanea, e a

qualsiasi area territoriale.

La candidatura deve essere presentata entro il 15 febbraio 2019 compilando il facsimile allegato e spedendolo all’indirizzo e-mail storialavoro@gmail.com, allegando copia elettronica della tesi, un abstract in italiano di massimo 4.000 caratteri, un breve curriculum vitae utile a contestualizzare la ricerca nell’ambito degli interessi del candidato e una lista delle eventuali pubblicazioni.

Per finalizzare la candidatura è necessario inviare una copia cartacea della tesi entro la data del 15 marzo 2019 al seguente indirizzo:

Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella provincia di Livorno

Complesso della Gherardesca, via G. Galilei 40

Livorno – 57122

Farà fede il timbro dell’ufficio postale di partenza. La copia cartacea della tesi non sarà restituita al termine della selezione ma versata presso la biblioteca dell’Istoreco. Entro il 15 settembre 2019 un’apposita Commissione valuterà insindacabilmente la tesi vincitrice del premio. La Commissione sarà formata da cinque membri: tre nominati dal Direttivo SISLav su indicazione del Comitato editoriale della collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav-NDF, e due nominati dall’Istoreco Livorno. La composizione della commissione verrà comunicata sul sito della SISLav (http://storialavoro.it) entro il 1 marzo 2019.

La Commissione comunicherà l’esito a tutti i candidati. A suo insindacabile giudizio, qualora nessuna delle tesi concorrenti risulti adeguata sotto il profilo tematico e/o qualitativo, il premio potrà non essere assegnato. La Commissione si riserva inoltre di attribuire una menzione speciale a favore della pubblicazione di tesi non vincitrici ma

ritenute comunque meritevoli.

Il vincitore è tenuto a inviare all’indirizzo email storialavoro@gmail.com – entro quattro mesi dalla comunicazione dell’esito – una versione rivista della tesi:

– tenendo conto delle indicazioni editoriali e scientifiche della Commissione;

– redatta secondo le norme editoriali della collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav- NDF;

– in lingua italiana, dunque se necessario tradotta a cura e a spese dell’Autore;

Per la revisione della tesi il vincitore potrà avvalersi di due interlocutori indicati dal Comitato editoriale della collana “Lavori in corso” delle edizioni SISLav-NDF.

L’Autore rinuncerà ai diritti sulle vendite e avrà diritto a 20 copie cartacee del volume.




Addio a Alfredo Enrichi, il partigiano Nicche.

La nostra redazione si unisce al cordoglio del Comune e delle comunità di Barberino e Tavarnelle Val di Pesa per la scomparsa del partigiano Nicche, lo scorso 8 gennaio, all’età di 95 anni.

La sobrietà, la semplicità, la tenacia, gli ideali di democrazia e libertà in cui credeva fermamente, sono i tratti umani e morali che noi insieme alla comunità di Barberino Tavarnelle riconosciamo e attribuiamo al partigiano Alfredo Enrichi, detto Nicche. Un piccolo grande eroe della Resistenza che si è reso protagonista negli anni del secondo conflitto mondiale per aver difeso con i principi di profonda umanità e lo spirito libero quel sogno italiano che per il contadino di origine mugellane di adozione sandonatina si realizzava nell’opposizione al nazifascismo e nella cultura democratica di un paese capace di guardare al futuro e garantire il rispetto e la tutela dei diritti umani.




Appello per dare una casa alla Biblioteca Serantini

Nel 2019 la Biblioteca Franco Serantini entrerà nel suo 40° anno di vita. Un anniversario speciale da molti punti di vista, infatti non è comune che una struttura culturale nata dalla società civile, autofinanziata e autogestita riesca a raggiungere una tale età!

La biblioteca ancora oggi non ha una propria casa, al momento continua a essere ospitata dall’Università di Pisa, ed è per questo che l’Associazione amici della Biblioteca F. Serantini promuove per tutto il prossimo anno una SOTTOSCRIZIONE NAZIONALE per dare una sede stabile alla Biblioteca F. Serantini.
Tale operazione, che dovrà realizzarsi entro il 31 dicembre 2019, potrà garantire la conservazione, la fruizione e la valorizzazione del patrimonio della Biblioteca ma anche di attivare finalmente il progetto di un “Laboratorio delle culture e delle memorie”, con l’intento di conservare, condividere e raccontare la memoria e la storia sociale e politica dell’età contemporanea ed essere luogo di discussione e progettazione per la cultura libertaria del 21 secolo.

Chiunque voglia partecipare alla SOTTOSCRIZIONE NAZIONALE – che ha l’obiettivo non solo di dare una sede alla biblioteca ma anche di attrezzarla per consentire una fruizione più ampia possibile – può inviare la propria donazione all’Associazione amici della biblioteca utilizzando il seguente IBAN:
IT25 Z 076 0114 0000 0006 8037 266
intestato a: Associazione amici della Biblioteca F. Serantini, via I. Bargagna n. 60 – 56124 Pisa

In allegato il testo completo dell’Appello per la sottoscrizione.




Toscana (unica regione in Italia) e Yad Vashem: Un protocollo per la Memoria

Una miglior conoscenza della storia della Shoah in Italia e in Europa con l’obiettivo “di promuovere una cultura basata sul rispetto reciproco che aiuti a prevenire e decostruire ogni forma di discriminazione, antisemitismo, razzismo, pregiudizio e xenofobia, lavorando insieme per difendere i diritti inviolabili delle persone e comunità”: queste le finalità del protocollo. E inoltre un impegno di valorizzazione e diffusione di una cultura di “pace, solidarietà, partecipazione attiva e democratica, giustizia sociale e dialogo, rispetto e tutela delle diversità culturali, sviluppo di capacità di risoluzione dei conflitti”, questi gli obiettivi del protocollo siglato negli scorsi giorni allo Yad Vashem tra il Memoriale della Shoah di Gerusalemme, l’Università degli studi di Firenze e l’Ufficio scolastico Regionale per la Toscana. Presente in sala anche Stefano Ventura, nuovo addetto scientifico dell’ambasciata italiana in Israele.
È stato inoltre creato, per desiderio del MIUR, un ristretto gruppo di ricerca, presieduto dalla professoressa Guetta e comprendente 5 o 6 docenti toscani, che hanno avuto esperienze di formazione presso Yad Vashem. L’obiettivo di tale team è di lavorare sulle linee guida della didattica della Shoah, redatte con decreto del MIUR n.  939 del 2017, chiedendosi che cosa significa studiare la Shoah oggi, in una realtà sconvolta ancora da tanti mali e atroci conflitti, atti di terrorismo pericolose e dolorose migrazioni. “Perché”,  “cosa”,  “come”  insegnare:  sono  questi  gli  interrogativi  che  si  pone il pool di docenti;  sono  queste  le  questioni  più  rilevanti  affrontate  in  ricerche, studi,  e  pubblicazioni. Senza alcuna pretesa di esaustività, il gruppo di ricerca toscano, intende proporre considerazioni e fornire informazioni e suggerimenti operativi per trattare un argomento che si è rivelato centrale per capire nonn solo il nostro passato di 80 anni fa,ma anche l’epoca recente in cui emergono sempre più prepotenti rigurgiti di xenofobia, tendenze anti popolo Romanì, antisemitismo, razzismo in generale. E’ solo dalla educazione che si può iniziare a combatterle.




CONOSCERE LA COSTITUZIONE, VIVERE DA CITTADINI – Si aprono le iscrizioni al nuovo progetto dell’ISRT con le scuole per il 2019

CONOSCERE LA COSTITUZIONE, VIVERE DA CITTADINI

L’ISRT, grazie al contributo della Fondazione Marchi, per un nuovo anno insieme alle-agli studenti, per parlare di Costituzione, per vivere da cittadini.
Sono aperte, a partire da oggi, le iscrizioni da parte delle scuole per aderire al progetto.

– in allegato la schede informativa –

il progetto
Sulla scia delle esperienze condotte nello scorso triennio, l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea (Onlus), grazie al contributo della Fondazione Marchi, propone per il 2019 un nuovo progetto didattico per le classi quarte delle scuole superiori, per l’approfondimento dello studio della Costituzione. Il progetto non ha oneri per le classi aderenti.

i destinatari
Classi IV a.a. 2018/2019.
Potranno aderire al progetto 5 scuole superiori dell’area Firenze-Prato-Pistoia con classe singola o con due classi, che seguiranno in modo congiunto i lavori. Le scuole saranno selezionate sulla base della data di presentazione della domanda.
Un posto sarà riservato alla provincia di Pistoia e uno alla provincia di Prato.

gli obiettivi
1. Diffondere nelle nuove generazioni la conoscenza della Costituzione, in particolare dei suoi principi fondamentali, a partire dai valori di uguaglianza, solidarietà, libertà, per analizzarne influenze e resistenze nei comportamenti sociali reali. La scuola è la palestra dove i giovani si
formano alla cittadinanza e alla pratica di una civile convivenza con gli altri; 2. promuovere il protagonismo intellettuale dei giovani, stimolandone lo spirito critico e favorendo una fruizione attiva del progetto, di cui dovranno essere attori e non uditori.

la struttura
1. Modulo didattico di 4 ore rivolto alla classe dedicato all’approfondimento dei principi fondamentali della Costituzione. ogni modulo prevede due lezioni: a) la prima sulle origini della Carta; b) la seconda a scelta fra: Costituzione: diritti e doveri di cittadinanza, Costituzione e religione, Costituzione e lavoro, Costituzione e giustizia, Beni comuni e solidarietà sociale, Il valore della diversità;
2. Ogni classe adotta una tematica e si impegna a realizzare un lavoro compiuto che sarà presentato in iniziative specifiche nelle scuole o in eventi pubblici per la cittadinanza, durante la Settimana della Costituzione, organizzata e promossa dall’ISRT a novembre 2019.
Il lavoro degli insegnanti e degli studenti sarà seguito da tutor.

quando?
Febbraio/marzo: svolgimento dei corsi nelle scuole
Marzo/maggio, settembre/ottobre: lavoro in classe
Novembre: presentazione dei lavori durante la Settimana della Costituzione




Il ruolo della memoria: ricerca e disseminazione della Shoah

Il 29-30 Novembre si è tenuto presso la Scuola di Alti Studi di Lucca, un convegno di due giorni, organizzato dall’IMT in collaborazione con il MIUR dal titolo “Il ruolo della memoria: ricerca e disseminazione della Shoah”, in occasione dell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali. Le lezioni sono state tenute dai proff. Paolo Coen, dell’università di Teramo, e Ilaria Pavan, della Scuola Superiore Normale di Pisa, fra i massimi esperti a livello nazionale e internazionale sul tema.

La lezione del Prof. Coen ha avuto un taglio innovativo e perciò interessantissimo. Egli, infatti, è docente di Storia dell’Arte Moderna e insegna Storia e teoria del Museo. La sua relazione, dunque, ha coniugato la Memoria della Shoah e la museologia.

Il desiderio di commemorare la Shoah è nato mentre essa era in corso. Infatti gli Ebrei iniziarono a pensare all’arte come strumento di testimonianza, per trasmettere la memoria di ciò che stava accadendo. Finita la guerra, il ruolo di guida sul piano della museologia fu ricoperto dal neonato stato di Israele (anche quando era ancora protettorato britannico) fra il 1947 e il 1949 attraverso la fondazione del museo dell’Olocausto nella cosiddetta Ghetto Fighters’ House e ancor di più tramite la creazione dello Yad Vashem, che ancora resta il più grande complesso museale e centro di documentazione sulla Shoah al mondo. Vengono poi ripercorsi vari Musei dell’Olocausto nel mondo, passando per Parigi, Berlino, Washington (i musei fuori da Israele iniziano ad essere costruiti dagli anni ’60) ed arrivando in Italia. A tale proposito è stato citato Primo Levi (Coen arriva a dire che la sua più grande opera d’arte non sono gli scritti ma l’allestimento del blocco 21 di Auschwitz), che insieme a Belgioso e Samonà ha progettato il memoriale italiano all’interno di Auschwitz1. Tale memoriale ha avuto una storia travagliata: smontato e rimosso dal luogo per il quale era stato ideato, per volere del direttore del Museo, con la pretestuosa motivazione di non essere in linea con le normative che prevedevano “un allestimento di taglio pedagogico-illustrativo”, alla fine è approdato a Firenze, dove però verrà montato in una sorta di hangar nello spazio ex Ex3 del quartiere Gavinana, in una zona commerciale, fuori città. Sempre per l’Italia Coen tratta in tono di encomio del Museo del Deportato di Carpi e si auspica la fine della realizzazione del Muse a Villa Torlonia e Roma e del MEIS a Ferrara.

La conferenza di Ilaria Pavan, corredata di documenti e strumenti biografici e critici, è iniziata trattando dell’emanazione dei primi decreti antiebraici fascisti nel settembre del 1938, visti come punto di approdo di un processo politico e ideologico, elaborato dal regime nel corso dei mesi e degli anni precedenti. Infatti a partire dall’epopea imperialista nel Corno d’Africa, il regime aveva iniziato a redigere leggi e normative di stampo razziale e coloniale, come quella del 5 agosto 1936 che di fatto introduce l’apartheid o il decreto dell’aprile ’37 “sanzione per i rapporti di indole coniugale fra cittadini e sudditi” (per contrastare il madamato). L’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 e l’istituzione della Repubblica Sociale di Salò nel tardo autunno del 1943 rappresentano poi altrettanti momenti di svolta e di ulteriore radicalizzazione di una legislazione antiebraica che si era dipanata e svolta nell’arco di sette anni.




Scomparso il presidente onorario dell’Anpi di Pistoia, Luciano Lusvardi.

La Redazione del Portale si unisce al cordoglio per la scomparsa Luciano Lusvardi, Presidente onorario dell’Anpi di Pistoia, avvenuta nel pomeriggio di Giovedì 29 novembre.
Nato a Pisa il 14 febbraio 1927, laureato in giurisprudenza, Lusvardi era residente a Montecatini Terme,
Iscritto al Partito Comunista Italiano dal 1947, dopo aver partecipato all’attività del Partito d’Azione, è stato membro della federazione del PCI di Pisa dal 1949 al 1958. Entrato a far parte della Direzione nazionale del PCI, dal 1958 fino al 1964 ne ha diretto il settore stampa e propaganda. Dal 1964 al 1970 è stato membro della Segreteria Regionale Toscana del PCI. Dal 1951 al 1956 è stato Consigliere alla Provincia di Pisa, Assessore dal 1954 al 1956 e nuovamente Consigliere Provinciale dal 1965 al 1970.
Alle consultazioni regionali del 1970 si è presentato nella lista del Partito Comunista Italiano ed è stato eletto nella circoscrizione di Pisa. Nel corso della legislatura, è stato membro della commissione Istruzione e cultura e della commissione per il Regolamento dell’Assemblea Regionale.
Alle elezioni regionali del giugno 1975 è stato nuovamente eletto, nella circoscrizione di Firenze, nella lista del Partito Comunista Italiino. E’ stato membro della commissione Istruzione e cultura e della commissione speciale per la Programmazione. Ha aderito al gruppo PCI di cui è stato presidente dal 1970 al 1980.
Eletto pesidente del Comitato Provinciale A.N.P.I. di Pistoia dal 20 dicembre 2009 al 12 marzo 2016, era Presidente Onorario dell’ Associazione.
La Salma è esposta presso il Soccorso Pubblico di Montecatini Terme. Sabato 1, ore 11.00, l’ultimo saluto.