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Successo per la mostra “In Viaggio. La deportazione nei lager”

La mostra “In viaggio. La deportazione nei lager” curata da Stefano Bartolini (ISRPT) e Sara Valentina Di Palma (Coopculture – ISRPT), esposta presso la Sinagoga di Siena, si è conclusa con 380 visitatori.

La mostra, che nel 2017 era stata esposta a Pistoia, è rimasta visibile a Siena dal 13 gennaio al 10 febbraio.

Fino al 16 marzo la mostra sarà nuovamente in esposizione presso la Bibliotecanova Isolotto di Firenze.




Anche l’ISREC Siena propone il corso di formazione “Guerra totale, collaborazionismi, resistenze” per gli insegnanti del territorio

Anche l’ISERC di Siena propone per gli insegnanti del territorio il corso di formazione “Guerra totale, collaborazionismi, resistenze” progetto comune della rete toscana degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea, sostenuto dalla Regione Toscana.

Calendario del corso

 

LA GUERRA TOTALE (12-03-2019)

UN NUOVO TIPO DI GUERRA

(a cura di Gabriele Maccianti; storico e scrittore)

LA GUERRA CONTRO I CIVILI

(a cura di Francesco Fusi, ricercatore presso ISRT Firenze)

Laboratorio didattico (personale ISRSEC)

 

I COLLABORAZIONISMI (15-03-2019)

LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

(a cura di Daniele Pasquinucci, docente di Storia delle Relazioni Internazionali presso UNISI)

L’UNGHERIA DA HORTY ALLE CROCI FRECCIATE

(a cura di Riccardo Bardotti, ricercatore ISRSEC Siena)

Laboratorio didattico (personale ISRSEC)

 

LE RESISTENZE (19-03-2019)

GLI ITALIANI FRA RESISTENZA COMBATTENTE,

RESISTENZA CIVILE E ZONA GRIGIA

(a cura di Saverio Battente, docente di Storia Contemporanea presso UNISI)

I PARTIGIANI NEI GRUPPI DI COMBATTIMENTO A FIANCO DEGLI ALLEATI

(a cura di Fabio Masotti, ricercatore ISRSEC Siena)

Laboratorio didattico (personale ISRSEC)
 

TUTTI GLI INCONTRI SI TERRANNO PRESSO IL TEATRO POLITEAMA -SALA SET –

VIA TRENTO, POGGIBONSI,  DALLE 15,30 ALLE 19,00

INFO istore.siena@gmail.com

 




Ottimo il bilancio della Summer school in preparazione al Treno della Memoria 2019

Si è chiusa ieri al Santa Chiara Lab a Siena la quinta edizione della Summer school, il seminario intensivo di cinque giorni organizzato dalla Regione in collaborazione con la Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea, il Forum per i problemi della pace e della guerra e l’Ufficio Scolastico Regionale per fornire agli insegnanti selezionati, circa una sessantina, gli strumenti formativi e didattici per preparare gli studenti all’esperienza del viaggio sul Treno della Memoria, in programma il prossimo anno. Il corso quest’anno si intitolava ‘Razzismi di ieri e di oggi. Il buon uso della Memoria’. Nel corso delle diverse sessioni, i 60 insegnanti provenienti da tutte le zone della Toscana: dall’Elba alla Lunigiana, dal grossetano al pistoiese, da Firenze a Massa, da Pisa ad Arezzo, hanno potuto approfondire le conoscenze storiche sui fatti di oltre 70 anni fa e riflettere sui nodi del presente. Antisemitismo, razzismo, guerra totale, violenza non sono solo parole del passato ma problemi attuali con cui la scuola deve misurarsi nella sua instancabile azione di formazione dei cittadini del domani. Grazie all’impegno straordinario della Regione tutto questo è ancora possibile.




L’ARTE DENTRO LA MEMORIA: Del Casino e Szymkowicz espongono alle Stanze della Memoria di Siena

In questi giorni l’allestimento della Casermetta (le Stanze della Memoria di Siena) è stato arricchito dalle presenza delle opere di due tra gli artisti più significativi del nostro tempo, Charles Szymkowicz, noto per i celeberrimi richiami, all’interno di molte delle sue opere, all’Olocausto e Francesco Del Casino autore, tra l’altro, dei murales a sfondo sociale di Orgosolo.

In particolare il maestro belga espone venti disegni  a inchiostro di china su carta, diciannove tratti dal ciclo Les cicatrices (1981-1985), a cui si aggiunge L’esecution (1973).

Le due esposizioni temporanee (fino al tre di giugno) segnano una continuità tematica che arricchisce l’allestimento permamente di un luogo unico come le Stanze della Memoria.

La Casermetta di Siena fu, dopo l’otto settembre 1943, la sede della Guardia Nazionale Repubblicana  di Mussolini ed in particolare di un reparto fascista capeggiato da Alessandro Rinaldi, che si macchiò di alcuni dei crimini più efferati commessi sul territorio della città del Palio durante i mesi della Guerra di Liberazione.

Dopo la guerra, l’edificio, di proprietà Banca MPS, tornò ad ospitare degli uffici finchè nel 2007, grazie all’impegno di Vittorio Meoni (partigiano nonché fondatore dell’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea), non venne trasformato in percorso museale.

I locali ospitano oggi un allestimento fisso  composto principalmente da fotografie e testimonianze audio che ripercorrono la storia locale a partire dalla nascita del movimento operaio, alla fine dell’Ottocento, per poi approdare all’avvento ed al consolidamento del fascismo, culminato con l’ignobile tappa delle Leggi Razziali Italiane, seguita poi dalle distruzioni della Seconda Guerra Mondiale e dalla Guerra di Liberazione.

Un primo innesto all’interno del percorso viene proposto per mezzo della comparsa discreta delle ceramiche e dei quadri di Francesco Del Casino, vere e proprie parentesi di colore all’interno della Casermetta, un ambiente, quest’ultimo, volutamente oscuro ed opprimente in ricordo delle torture e delle umiliazioni che decine di antifascisti dovettero subire tra queste mura.

Del Casino propone l’icona di Antonio Gramsci riletta alla maniera dei cubisti e scomposta in linee, angoli e suggestioni geometriche generanti una serie di punti di luce che suggeriscono la vicenda dello stesso pensatore sardo, morto prematuramente a causa della lunga detenzione per motivi politici; e proprio gli squarci di ceramica o acrilico costituiscono un bisogno prorompente di libertà che tenta di scardinare con ogni mezzo il grigiore umiliante della dittatura.

Dall’altra parte i disegni di Szymkowicz, legati in modo indissolubile alla corrente europea del neoespressionismo, sono una vera a propria galleria di volti angosciati e angoscianti, distrutti sia da una sofferenza fisica che morale e incatenati al nero dell’inchiostro di china (eccezion fatta per L’esecution, intrisa di rosso sangue che cola letteralmente sulla tela e che, non a caso, è stato messo nella sala della tortura). Les cicatrices costituiscono dunque un monito ingombrante ed una condanna senza appello contro la violenza e la bestialità che animava gli stessi membri della Banda Rinaldi, individui che,  tra queste mura, perpetravano i loro crimini contro l’umanità.

La mostra, a ingresso libero, è aperta nei seguenti orari martedì 9-13; gioverdì 11-16; mercoledì e venerdì 15,30-18,30 nonché su prenotazione contattando la seguente email: stanzedellamemoria@gmail.com.

 

 

Bibliografia

AA. VV., Gramsciart. Dai murales alla ceramica. Le opere di Francesco Del Casino nelle Stanze della Memoria Di Siena, Siena, Tipografia Senese, 2017

 

Alessandro Rinaldi, criminale di guerra dimenticato

 

CRISPOLTI E. (a cura di), Szymkowicz. Mémoire du passé mémoire du future, Catalogo della Mostra, Siena, Magazzini del sale, Stanze della Memoria, Santa Maria della Scala 7/01 – 03/06-2018.

 

MEONI V., La Casa del Popolo di Siena e il dono della vergogna, Siena, NIE, 2003.

 




Gli Istituti toscani agli STATI GENERALI dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri – Rete degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea

Venerdì 23 marzo si apriranno gli Stati Generali dell’Istituto nazionale Ferruccio Parri a Milano, ai quali parteciperanno presidenti, direttori e rappresentanti degli Istituti toscani nei diversi organismi istituzionali e scientifici del Parri.

A pochi mesi dalle elezioni generali che porteranno al rinnovo della presidenza e di tutti gli organi di governo della rete, si tratta di un passaggio essenziale per riflettere sul futuro della rete degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea alla luce del complesso momento attuale e dei profondi cambiamenti della società italiana. Come poter migliorare il rapporto fra il Parri e la rete degli Istituti? Quali priorità scientifiche e culturali per il prossimo triennio? Come intervenire in modo sempre più efficace nella formazione degli insegnanti in un rapporto serrato con Ministero e mondo della scuola alla luce dei positivi risultati degli ultimi anni? Queste solo alcune delle domande con cui si dovranno confrontare i partecipanti alle assisi.

Da parte della Redazione di ToscanaNovecento l’augurio di buon lavoro a tutte e tutti i partecipanti con l’auspicio che possa essere una tappa concreta e significativa nel lungo cammino della storia della rete degli Istituti.




Provincia di Siena| Chiusura corso di formazione Costituzione e storia dell’Italia repubblicana

Si è concluso per la provincia di Siena
il corso di formazione per docenti
Costituzione e storia dell’Italia repubblicana

Pochi giorni fa (mercoledì 7 marzo) si è tenuto a Siena, presso le Stanze della Memoria, il terzo e ultimo incontro del corso di formazione per insegnanti Costituzione e Storia dell’Italia Repubblicana. I percorsi degli italiani in un Paese in Trasformazione.

Gli appuntamenti senesi, facenti parte di un contenitore più ampio -pensato e realizzato dalla rete degli Istituti Storici della Resistenza toscani, con il patrocinio ed il contributo della Regione Toscana-, hanno incontrato un incoraggiante gradimento da parte dell’utenza per quanto riguarda sia la formula che gli argomenti affrontati; i tre incontri, infatti, di quattro ore cadauno, hanno visto tre percorsi (La stagione della Costituzione, La Costituzione nella storia d’Italia e Costituzioni. L’Europa del tempo presente) all’interno dei quali la nostra carta fondamentale è stata analizzata per mezzo di approfondimenti tematici, elementi di comparazione  nonché suggerimenti didattici.

Il progetto non si è esaurito con le lezioni; alcuni docenti, tra coloro che hanno assistito, hanno dato la loro disponibilità a lavorare con i propri studenti sulle tematiche affrontate (grazie anche all’assistenza di ISRSEC Siena) già dalle prossime settimane, in modo tale che il messaggio fondamentale della nostra Costituzione sia patrimonio sempre più fondante delle giovani generazioni.




IN MEMORIA DI | Natale Gabrielli, reduce della Ritirata di Russia

Natale Gabbrielli si è spento
pochi giorni fa nella sua Valdelsa, alla venerabile età di novantotto anni.

Questo nome non dice nulla al grande pubblico ed è logico che sia così perché l’anziano signore in questione fu soltanto un soldato semplice inviato dall’ambizione di Benito Mussolini a combattere nelle steppe russe.
Chi lo conosceva, nel leggere questa notizia, avrà senz’altro ripensato a quelle parole – Qui è la fine. Sarò pasto per gli avvoltoi! – pronunciate dallo stesso Gabbrielli del lontano dicembre 1942 e ricordate, con il sorriso sulle labbra, in un’intervista rilasciata nel 2015[1].
Fante della Divisione Cosseria, il primo luglio 1942, il ventiduenne Gabbrielli salì sulla tradotta che dopo tredici giorni lo portò alla sua prima tappa in terra sovietica, ossia a Kantemirovka, di lì a piedi, per ottocento chilometri (percorsi in una ventina di giorni) sino a Luganskaja, nelle immediate retrovie del fronte del Don.
E qui, oltre i dati prettamente storiografici, nei suoi racconti il vissuto personale iniziava ad affiorare: le dotazioni tecniche, drammaticamente insufficienti, la marcia interminabile nell’estate torrida, le divise inadeguate (di panno anziché di tela), la mancanza di acqua da bere, la polvere che seccava la gola ma anche le furbate, regolarmente scoperte e redarguite -più o meno bonariamente- dagli ufficiali, per sopportare meglio i disagi.

Una storia, dunque, quella di Natale, ricca di aneddoti, ricordati in modo preciso e puntuale anche nei momenti drammatici della ritirata, non quella del corpo d’armata alpino resa celebre da Mario Rigoni Stern, bensì quella precedente di quasi un mese che vide come protagonisti i
superstiti delle divisioni della nostra fanteria.
Quando i carri armati sovietici, il 16 dicembre 1943, ruppero il fronte del Don, la Cosseria, sostanzialmente impotente in una guerra meccanizzata, non poté far nulla se non ripiegare, nel vano tentativo che la ritirata non si trasformasse in un disastro; e Gabbrielli che quel disastro lo subì, gli sopravvisse e ne divenne un lucido testimone.
Senza mangiare, con i piedi congelati, i carri armati sovietici costantemente alle spalle, i razzi sulla testa, le temperature che toccavano i trenta gradi sotto zero, per un caso fortunato (rimasto solo, semiassiderato, Natale si buttò in un fossato aspettando la morte quando un camion italiano, che passava per caso, lo trasse in salvo) riuscì ad arrivare, con la forza della disperazione, a Voroschilograd sul Donez negli ultimi
giorni del 1942, quindi, con mezzi di fortuna, raggiunse Doneck il primo di febbraio 1943, da dove successivamente venne rimpatriato a causa della grave forma di congelamento patita ai piedi.

Nonostante la tragedia vissuta, per tutta la vita Gabbrielli ha raccontato i suoi ricordi con un’umiltà ed un’ironia rare in una persona che è stata segnata dai traumi della grande storia. La sua testimonianza era particolarmente toccante quando raccontava l’episodio del dottor Renato Dulbecco (il noto scienziato, all’epoca ufficiale medico) che nel pieno del caos della ritirata, gli aveva negato il ricovero in ospedale considerandolo non grave o l’affetto dell’amico a cui, dato che non riusciva più a camminare, aveva chiesto di lasciarlo a morire nella neve.
Lasciato l’inferno bianco della steppa, dopo un lungo periodo di cure e riabilitazione, Natale Gabbrielli riuscì a recuperare la salute e a tornare alla sua Staggia Senese per raccontare la sua storia e per rendere giustizia a quei centoventimila ragazzi come lui che furono meno fortunati.




Pietro Clemente nuovo Presidente dell’Istituto della Resistenza di Siena

A seguito della scomparsa del partigiano Vittorio Meoni, il nuovo presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea è il professor Pietro Clemente.

Pietro Clemente (Nuoro 1942), dopo avere insegnato Storia delle tradizioni popolari all’Università di Siena, e Antropologia culturale all’Università di Roma è stato professore di Antropologia Culturale presso l’Università di Firenze fino alla pensione.  Ha collaborato alle iniziative degli istituti storici della Resistenza negli anni ‘70, è Presidente onorario della Società Italiana per la Museografia e i Beni DemoEtnoAntropologici (SIMBDEA); è direttore della rivista LARES , presidente del consiglio scientifico  della Fondazione Museo Guatelli, membro della giuria del Premio Saverio Tutino dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano e del Premio Silvia dell’Orso,  della redazione della rivista  Antropologia Museale, è autore di molte pubblicazioni sulle tradizioni popolari, sul patrimonio culturale materiale e immateriale e suoi musei.