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“Curare la guerra a Lucca”: uomini, medici, partigiani

Guglielmo Lippi Francesconi, direttore del manicomio di Maggiano e oppositore del progetto
nazista di sterminio dei malati di mente, nonché amante dell’arte (fu amico di Lorenzo Viani e si
cimentò egli stesso come disegnatore, realizzando il manifesto del Carnevale di Viareggio del
1925); Carlo Romboni, il “dottorino dei poveri”, come era stato soprannominato nella sua città
natale di Camaiore per l’opera di assistenza – anche finanziaria – prestata alle famiglie più povere;
Mario Tobino, medico, scrittore e partigiano, formatosi agli ideali di libertà nelle frenetiche “tre
giornate” di Viareggio del 1920 che videro la proclamazione di un’effimera repubblica popolare; e
ancora tanti altri protagonisti, dal capitano Felice Montesanti – della cui partecipazione alla
Resistenza la famiglia verrà a sapere soltanto molti anni dopo la sua scomparsa – ai medici di
formazione mazziniana – come Enea Melosi, il “dottor Palmieri” del romanzo Il clandestino di
Mario Tobino – fino agli studenti provenienti dal liceo classico “Carducci” di Viareggio,
avvicinatisi all’antifascismo grazie alla figura del professor Giuseppe Del Freo. Persino un fascista,
il medico garfagnino Mario Bianchini, che cura i partigiani ma non li denuncerà mai ai tedeschi e
alla RSI. Senza dimenticare, come ha ricordato la professoressa Simonetta Simonetti
(ATVL/Società delle storiche), le donne, operatrici sanitarie al fianco dei medici e protagoniste
spesso silenziose e dimenticate loro malgrado.

Dalla Versilia alla Lucchesia alla Garfagnana: medici e studenti, partigiani combattenti e resistenti
civili, antifascisti, socialisti umanitari, laici di sinistra, comunisti, addirittura il fascista Bianchini;
storie attraversate da un filo rosso che ha accomunato tutti gli interventi del convegno promosso
dall’Istituto storico della Resistenza in collaborazione con l’Ordine dei medici e la Fondazione
“Mario Tobino”, tenutosi a Lucca in San Micheletto venerdì 5 ottobre; filo rosso che il
moderatore della serata, il professor Luciano Luciani (ISREC) ha individuato nella fedeltà al
giuramento di Ippocrate in un contesto disumanizzante come la guerra, dove la professione medica
diventa – per dirla con le parole del professor Roberto Rossetti – “cura della dignità umana offesa
dal nazifascismo”. Una scelta vissuta fino in fondo, spesso pagata al prezzo della propria vita: non a
caso infatti ancora Luciani, nel suo intervento conclusivo, ha ricordato la figura del comandante
Felice Cascione, autore delle parole della celebre canzone partigiana “Fischia il vento” e medico
chirurgo egli stesso, tradito dal fascista Michele Dogliotti, che durante la prigionia presso la banda
di Cascione era stato da questi curato e nutrito (“Ho studiato venti anni per salvare la vita di uomo e
ora voi volete che io permetta di uccidere?”, avrebbe detto “U megu” ai suoi compagni che
volevano giustiziare Dogliotti).

La scelta dei valori di umanità e fratellanza – “la parola fratello mai fu così viva”, scriverà Tobino –
contro la spirale di violenza e disumanizzazione prospettata dal Nuovo ordine europeo di Hitler e
Mussolini: una scelta rivolta a salvare, a risparmiare quante più vite possibile (il tratto essenziale, ha
scritto Ercole Ongaro, che distingue la Resistenza dalla guerra “scialo di morte”); soprattutto,
l’importanza di quella scelta che ci chiama a riflettere sull’oggi, sul nostro tempo, dove – ha
sottolineato l’assessore alla memoria Ilaria Vietina portando il saluto del comune di Lucca – la
violenza, il razzismo e l’esclusione sono rischi ancora presenti, rendendo impellente la necessità
da parte di tutti di attivarsi in direzione di una cittadinanza responsabile, base della democrazia.




A DIDACTA l’impegno formativo degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanei toscani nella premiazione di Chiara Nencioni

Si e’ chiusa sabato 20 ottobre  la seconda edizione (18-20 ottobre), alla Fortezza da Basso di Firenze, della fiera Didacta, organizzata dal Miur e dall’Indire, il cui titolo di questo anno era :”scoprire, stupirsi, educare” . Essa è il più importante appuntamento fieristico in Europa sul tema della scuola, ed ha l’ obiettivo di favorire il dibattito sul mondo dell’ istruzione e sull’integrazione fra enti, associazioni, imprenditori, scuole, università.

Questa mattina nella aula magna si è tenuta la premiazione delle eccellenze in campo didattico. Luca Lischi, responsabile della segreteria dell’ assessore alle politiche per l’educazione e l’istruzione, Cristina Grieco, e il direttore generale dell’ USR Toscana, Domenico Petruzzo, hanno premiato i docenti, talvolta accompagnati da alcuni alunni e dal Dirigente scolastico, che nelle scuole si sono segnalati per aver creato, portato avanti e realizzato progetti di eccellenza.

Fra tali professori c’è Chiara Nencioni, del Liceo Chini-Michelangelo di Lido di Camaiore, per il progetto europeo Spryng (spreading young no discriminating generation) e per il progetto ” Confini difficili : L’ alto Adriatico nella storia del ‘900″ e “Treno della memoria”. Questi ultimi sono stati condotti con l’ideazione e la partecipazione degli istituti storici della resistenza e dell’ età contemporanea della. Toscana( sedi di Firenze, Lucca ,Grosseto ) con i quali la prof. Nencioni collabora attivamente da otto anni.

Contemporaneamente è stato presentato il volume Per la storia di un confine difficile: viaggio di studio Giorno del Ricordo (Redipuglia, Trieste, Gonars, Basovizza, Padriciano, Fiume, Fossoli) curato dalla Regione Toscana. Il viaggio è frutto di un progetto pilota della stessa Regione, portato avanti dagli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea con sedi a Firenze e a Grosseto. Il volume raccoglie le impressioni dei ragazzi partecipanti al viaggio, dei loro professori e di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di condividere l’esperienza conoscitiva, le emozioni e la possibilità di crescita umana rappresentata da questa esperienza.

 




Considerazioni sulle celebrazioni per la conclusione della Grande Guerra

Nelle ultime settimane, una certa parte politica sta insistentemente dando un significato distorto ai tragici eventi della Grande Guerra, presentati da questa come il completamento del processo di unificazione nazionale e come una guerra del popolo giunto spontaneamente in arme da tutta la nazione. Per ultimo, ma non meno importante, si accusa un’imprecisata “ideologia pacifista” di screditare e disconoscere la vittoria italiana.

In quanto ente preposto alla ricerca storica, che per commemorare il Centenario della Grande Guerra ha organizzato varie iniziative, ci appare necessario fare alcune precisazioni. Anzitutto, l’intervento italiano scaturì dall’imposizione della volontà di alcune élite politiche e sociali su una maggioranza desiderosa di pace e tranquillità, che ignorava le motivazioni dell’ingresso in guerra. I milioni di giovani “accorsi da tutto il Paese” vennero invece, in larga parte, arruolati con la forza: a Pistoia, nel maggio 1915, ci furono scontri alla partenza dei richiamati e proteste radicali in tutta l’area. L’obbedienza dei fanti venne garantita con una disciplina feroce, fatta di fucilazioni e decimazioni sommarie. I volontari provenienti dalle cosiddette terre “irredente” furono un modesto numero rispetto ai tanti cittadini austro-ungarici di lingua italiana che combatterono per l’Austria-Ungheria. Le classi popolari protestarono radicalmente contro le cattive condizioni di vita e il gran numero di lutti: anche la zona pistoiese venne interessata da scioperi e marce, con protagoniste le donne, per domandare “pane, pace e terra”. Proteste, queste, che furono generalmente represse con la forza.

Infine, quella che è definita “una malintesa ideologia pacifista” altro non è che attenta e ragionata ricerca storica, maturata in un secolo di riflessioni e discussioni. Per esaltare la vittoria dell’Italia, che non può e non deve essere disconosciuta, non va alterata la verità storica: la guerra non fu voluta dalla maggioranza degli italiani, produsse morte e desolazione, fame e miseria, con conseguenze sociali e politiche irrimediabili. Fondamentale, per la formazione dei giovani, è dunque comprendere cosa significò per il nostro Paese quella guerra: il 4 novembre dovrebbe essere occasione per approfondire la conoscenza del primo conflitto mondiale e per ricordare i morti di tutte le nazioni, piuttosto che per celebrare narrazioni non corrispondenti alle vicende storiche.

L’Istituto è disponibile a un dibattito pubblico sulle questioni qui espresse.

 

Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Provincia di Pistoia

 




In preparazione al Treno della Memoria, l’Istituto Saffi forma i propri studenti in collaborazione con l’ISRT

In vista della selezione degli studenti che potranno partecipare al Treno della Memoria 2019, l’Istituto professionale alberghiero Saffi di Firenze promuove un corso di formazione, aperto ai propri studenti delle classi quarte e quinte, in collaborazione con l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea che interverrà in particolare con i contributi del vicepresidente Roberto Bianchi e del direttore Matteo Mazzoni che terranno, rispettivamente, la prima lezione sulla Grande Guerra e la seconda sull’Europa dei fascismi e la “guerra totale”.

In allegato il programma completo del corso.




Museo della Memoria di San Miniato: orari definitivi e biglietto d’ingresso

Dopo i primi due mesi di sperimentazione, adesso il Museo della Memoria di San Miniato diventa a tutti gli effetti parte del Sistema Museale cittadino. Con questa formalizzazione arriva quindi l’assegnazione della gestione alla cooperativa Co&So, già soggetto gestore dei Musei Civici, e la modifica degli orari di apertura. Per il periodo che va dal 1 ottobre al 31 marzo entrerà in vigore l’orario invernale – che sarà comunque già attivo a partire dal 14 settembre – dove si prevede l’apertura il martedì e venerdì dalle 10 alle 13, il sabato e la domenica dalle 10 alle 17. Dal 1 aprile al 30 settembre sarà invece in vigore l’orario estivo: il martedì dalle 10 alle 14, il venerdì, il sabato e la domenica dalle 10 alle 18.

Oltre al nuovo orario, dall’8 ottobre entrerà in vigore anche il pagamento del biglietto: 3,50 euro intero, gratuito fino a 14 anni, docenti, guide turistiche, tesserati ICOM, giornalisti e disabili, con la conferma delle agevolazioni previste dal tariffario dei Musei Civici (2 euro per residenti, studenti fino a 25 anni, over 65 e soci UniCoop).

Per prenotazioni visite scuole e gruppi: sistemamuseale@comune.san-miniato.pi.it – 348/7187908. Per info: 0571/406293 – museodellamemoria@comune.san-miniato.pi.it

 




In occasione dell’Ottantesimo anniversario delle leggi razziali, a San Rossore mostra “1938 – La Storia”

In occasione dell’80° anniversario della promulgazione delle Leggi Razziali a San Rossore, l’Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli ospiterà dal 5 settembre al 5 novembre 2018, all’interno della Sala ‘G. Gronchi’, la mostra itinerante dal titolo ‘1938 – La Storia’, ideata e realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma.

L’inaugurazione della mostra ha luogo mercoledì 5 settembre 2018 alle ore 12.30 presso la Sala G. Gronchi – Tenuta di San Rossore, loc. Cascine Vecchie – Pisa. L’iniziativa si colloca all’interno della ‘Cerimonia del ricordo’, organizzata a San Rossore, nella stessa giornata, in collaborazione con l’Università di Pisa, la Regione Toscana e il Comune di Pisa.

La mostra si avvale del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dei Beni, dell’Attività Culturali e del Turismo, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca, della Regione Lazio, di Roma Capitale, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e della Comunità Ebraica di Roma. Organizzazione generale: C.O.R. Creare Organizzare.

 




Ottimo il bilancio della Summer school in preparazione al Treno della Memoria 2019

Si è chiusa ieri al Santa Chiara Lab a Siena la quinta edizione della Summer school, il seminario intensivo di cinque giorni organizzato dalla Regione in collaborazione con la Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza di Prato, l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea, il Forum per i problemi della pace e della guerra e l’Ufficio Scolastico Regionale per fornire agli insegnanti selezionati, circa una sessantina, gli strumenti formativi e didattici per preparare gli studenti all’esperienza del viaggio sul Treno della Memoria, in programma il prossimo anno. Il corso quest’anno si intitolava ‘Razzismi di ieri e di oggi. Il buon uso della Memoria’. Nel corso delle diverse sessioni, i 60 insegnanti provenienti da tutte le zone della Toscana: dall’Elba alla Lunigiana, dal grossetano al pistoiese, da Firenze a Massa, da Pisa ad Arezzo, hanno potuto approfondire le conoscenze storiche sui fatti di oltre 70 anni fa e riflettere sui nodi del presente. Antisemitismo, razzismo, guerra totale, violenza non sono solo parole del passato ma problemi attuali con cui la scuola deve misurarsi nella sua instancabile azione di formazione dei cittadini del domani. Grazie all’impegno straordinario della Regione tutto questo è ancora possibile.




Inaugurato il Museo della Memoria a San Miniato

Il MuMe-Museo della Memoria di San Miniato è realtà. In tantissimi hanno risposto all’invito dell’amministrazione comunale e sono venuti a visitare il percorso espositivo, in occasione della grande serata inaugurale organizzata all’interno della corte del Complesso di San Domenico, martedì 24 luglio, giorno della Liberazione di San Miniato. L’evento si è aperto con gli interventi delle autorità presenti; a fare gli onori di casa è stato il sindaco Vittorio Gabbanini che ha annunciato alla Città il conferimento, da parte della Presidenza della Repubblica, di una medaglia che il Capo dello Stato ha voluto assegnare al MuMe.

Ad integrare il parterre degli interventi istituzionali sono stati la vice prefetto di Pisa, dottoressa Roberta Monni, la presidente nazionale dell’Anpi l’onorevole Carla Nespolo, il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani che nel museo ha visto esposti i diari del padre Enzo, il vescovo di San Miniato monsignor Andrea Migliavacca che ha poi benedetto il Museo, il professor Vincenzo Barone direttore della Scuola Normale Superiore partner del progetto e il presidente della Fondazione CRSM Gianfranco Rossi, grazie al cui contributo è stato possibile completare la riqualificazione del Complesso di San Domenico.

Presenti anche il presidente dell’Anpi di Pisa Bruno Possenti, Massimo Fornaciari dell’Aned Toscana, la Presidente Istituto Fratelli Cervi la senatrice Albertina Soliani, il presidente dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Firenze il professor Simone Neri Serneri, Marco Manfredi dell’Istoreco-Istituto Storico della Resistenza di Livorno, le istituzioni cittadine, molti sindaci del Comprensorio, dell’Empolese Valdelsa e dei Comuni dell’eccidio del Padule di Fucecchio. Presenti anche il sindaco di Stazzema Maurizio Verona, il direttore del Parco Nazionale della Pace di Stazzema Michele Morabito, e l’assessore di Signa, il professor Giampiero Fossi che ha raccontato di aver conosciuto il soldato tedesco che fece saltare in aria la Rocca. Presenti i rappresentanti delle forze dell’ordine tra i quali il comandante provinciale dei carabinieri il colonnello Nicola Bellafante e il Maggiore Gennaro Riccardi comandante della Compagnia dei Carabinieri di San Miniato.

Dopo i saluti istituzionali la serata è proseguita con il taglio del nastro e il ciclo di visite guidate del Museo che sono andate avanti fino a tarda sera, dove a fare da guida sono state la curatrice Barbara Pasqualetti, l’architetto Serena Chiarugi e l’archivista Laura Guiducci, insieme ad alcuni componenti del Comitato Gori. Durante l’aperitivo offerto dall’Azienda Speciale Farmacie, la cantante folk Giuditta Scorcelletti ha interpretato una serie di brani della tradizione popolare toscana e canti partigiani, con il contributo della Fondazione Istituto del Dramma Popolare. La lunga serata si è poi conclusa con un video inedito realizzato da Beppe Chelli e Daniele Benvenuti che ha ripercorso i lunghi mesi della guerra fino appunto alla Liberazione. A chiudere la serata è stato il cortometraggio “Il sarto dei tedeschi” per la regia di Antonio Losito, scritto ed interpretato dal sanminiatese Cristiano Mori.

Da oggi il Museo sarà aperto con il seguente orario: dal lunedì al sabato 10.30-12.30, martedì e giovedì 15-17. Per i mesi di agosto e settembre non è previsto un biglietto d’ingresso. Per informazioni: Loggiati di San Domenico n. 8, San Miniato (PI), 0571/406293, museodellamemoria@comune.san-miniato.pi.it (Facebook: https://www.facebook.com/MuseoMemoriaSanMiniato