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Ci ha lasciato il partigiano “Fischio”, Dario Del Sordo, Presidente onorario della sezione ANPI di Empoli

Si è spento Dario Del Sordo, partigiano (nome di battaglia “Fischio”) a 15 anni, nella 23esima Brigata Garibaldi “Guido Boscaglia” attiva tra Siena, Grosseto e Volterra, fu fra gli oltre 500 che partirono da Empoli per entrare nel Corpo Volontari della Libertà per combattere sulla Linea Gotica e oltre per completare la Liberazione del Paese.

Nel dopoguerra è stato per decenni un protagonista del mondo dello sport locale (Atletica Empoli) e regionale e si è impegnato con passione e generosità nell’associazionismo, a cominciare dall’Anpi, era presidente onorario della sezione empolese.




Razzismi e confini difficili: l’Alto Adriatico, l’Italia, l’Europa: corsi di formazione della Domus Mazziniana

La Domus Mazziniana– Istituto Storico Nazionale – ha organizzato nel quadro del proprio protocollo d’Intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana un corso di formazione per docenti e studenti sul tema del confine alto-Adriatico nel Novecento. L’iniziativa è promossa in collaborazione con l’IIS Santoni (scuola capofila), l’IIS Da Vinci-Fascetti e il Liceo Dini di Pisa e con l’IIS Ferraris-Brunelleschi di Empoli, e si inserisce nell’ambito del percorso di formazione promosso dalla Regione Toscana e coordinato dall’ISRECG di Grosseto.

Destinatari del corso, che si articola su due province, sono gli alunni delle classi del triennio degli Istituti Secondari di II grado Ambito Toscana 18 (Pisa), gli alunni delle classi del triennio degli Istituti Secondari di II grado IIS “Ferraris-Brunelleschi” (Empoli) e i docenti toscani.

Attraverso una serie di conferenze tenute dai massimi esperti, l’obiettivo è quello di fornire una conoscenza storica documentata su un tema complesso della storia italiana ed europea del Novecento, spesso oggetto di un uso pubblico tanto diffuso quanto non necessariamente informato.

I docenti avranno modo di confrontarsi con la storia di una regione travagliata da mutamenti continui, cambi di frontiera che hanno segnato la storia di individui, così come di comunità nazionali e sociali.

Gli studenti potranno approfondire, attraverso un incontro rigoroso con fonti, documenti, testimonianze, memorie, un percorso di conoscenza storica aggiornato, che proietta la sua luce sulla comprensione delle relazioni di cittadinanza attiva europea contemporanea. Per questo a una serie di attività di formazione con esperti e enti esterni si affiancheranno attività di lavoro individuale e di gruppo volte all’applicazione di quanto acquisito.

Il corso, nell’ambito del progetto della Regione Toscana sui confini difficili, è anche propedeutico alla selezione di 6 studenti (2 per ogni Istituto coinvolto nel progetto regionale: Da Vinci-Fascetti e Santoni di Pisa, Ferraris-Brunelleschi di Empoli) che parteciperanno al viaggio-studio organizzato e finanziato dalla Regione Toscana.

Gli studenti delle due province coinvolte lavoreranno insieme a momenti di restituzione inter-istituti e istituzionali.

Sono previsti gli interventi dei seguenti relatori:

Paolo Pezzino (Pisa), (Istituto Nazionale “F. Parri”), Un confine difficile: Venezia Giulia, Istria e Dalmazia

Daniela Bernardini (Pisa e Empoli), Luigi Puccini (Pisa e Empoli), (I.T.I. “Marconi”, Pontedera), A proposito di Julka, ti racconto

Matteo Mazzoni (Pisa e Empoli), (Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea, Firenze), Dimenticate, obliate, usate: le “foibe” nel discorso pubblico dell’Italia repubblicana

Enrico Miletto (Pisa), (Università di Torino), Partenze e approdi: storia, dinamiche e traiettorie dell’esodo giuliano-dalmata

Raoul Pupo (Pisa e Empoli), Titolo da definire

Alessandro Cattunar (Empoli), (Associazione Quarantasettezeroquattro), Storia di una linea bianca, un confine mobile tra immagini e memorie

Marco Abram (Empoli), (Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa), La Jugoslavia socialista e la regione di confine alto-adriatica: politica, cultura e identità

Silvia Dai Pra’ (Pisa e Empoli), Presentazione del volume Senza salutare nessuno (Laterza, 2019)

Marta Verginella (Pisa e Empoli), Titolo da definire

Il coordinamento scientifico è affidato al professor Pietro Finelli della Domus Mazziniana, il coordinamento organizzativo e didattico alla professoressa Orsetta Innocenti (che coordina anche le attività organizzative per Pisa a nome dell’IIS Santoni, scuola capofila), alla professoressa Maria Carmela Calfapietro e al professor Andrea Bruscino (coordinatore per la parte empolese).

Riferimenti Sofia:

Pisa (id. SOFIA 36370)

Empoli (id. SOFIA 36614)




Il Comitato Internazionale di Mauthausen si riunisce a Empoli con l’Aned

Il  Comitato Internazionale di Mauthausen, organismo che rappresenta tutte le associazioni e le Nazioni che hanno avuto vittime e deportati in quel campo, si riunisce in Italia quest’anno, e lo fa ad Empoli sabato e domenica prossimi, 19 e 20 ottobre.

All’ordine del giorno della riunione, in particolare, il progetto di chiedere al Consiglio d’Europa il riconoscimento dell’esistenza di un itinerario culturale europeo che ricalca i percorsi fatti dai deportati di tutta Europa per raggiungere il Lager. Questo itinerario, assai articolato, che interessa ampi territori dalla Russia alla Francia, dalla Scandinavia all’Italia e alla Grecia, ha un nome: Via Memoria Mauthausen.
A Empoli si discuteranno i dettagli della organizzazione della celebrazione che si terrà nel campo il 10 maggio prossimo, per ricordare il 75° anniversario della liberazione. Sarà una cerimonia eccezionale per partecipazione.

L’incontro prenderà il via sabato mattina 19 ottobre alle 9.30 al Museo del Vetro di Empoli, con il saluto del sindaco Brenda Barnini, il Comune patrocina l’evento. Già nella mattina di sabato si terrà una breve cerimonia al monumento della ex Vetreria Taddei, simbolo della deportazione avvenuta l’8 marzo del ’44 di 55 empolesi verso i campi di sterminio, in particolare proprio Mauthausen.

Domenica mattina è prevista la trasferta a Firenze, in località Gavinana, per la visita al Memoriale in onore degli italiani assassinati nei campi nazisti.  Il “Memorial dedicato agli italiani caduti nei campi di sterminio nazisti”, allestito nel 1980 ad Auschwitz e sfrattato dalla direzione del Museo del campo, è stato presentato ufficialmente nella nuova sede di Firenze e aperto alle visite del pubblico.

Il comitato si riunisce 2 volte l’anno: la prima volta, alle porte dell’estate, direttamente a Mauthausen, e la seconda, a rotazione, nei vari paesi membri. Il comitato ha il compito di tutelare il campo e di svolgere “presidio morale”.

Il Comitato Internazionale di Mauthausen rappresenta gli ex deportati e ha al proprio interno delegazioni di 23 nazionalità diverse: Albania, Austria, Belgio, Bielorussia, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Israele, Italia, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Stati Uniti d’America, Spagna, Ucraina, Ungheria.

PROGRAMMA

Venerdi 18 ottobre

ore 17.30 visita museo Leonardiano di Vinci

Sabato 19 ottobre

9.30 commemorazione al monumento ex Vetreria Taddei – Empoli,

ore 9.30/12.30 riunione Comitato Internazionale presso Museo del Vetro di Empoli

ore 14/17 ripresa dei lavori del Co presso MuVe

Domenica 20 ottobre

ore 9.00 partenza per Firenze e visita al memoriale agli italiani caduti nei campi di concentramento.




Effetto ’68: aperte le iscrizioni al corso dell’Isrpt

Il corso di aggiornamento per docenti prevede 3 incontri di 3 ore ciascuno, per un totale di 9 ore, oltre 9 ore di studio individuale. Il materiale sarà fornito dai relatori di ogni lezione. A conclusione del corso ci sarà una verifica finale. Al termine del corso di 18 ore sarà rilasciato un attestato di frequenza valido per il proprio curriculum come corso di aggiornamento.
Costo iscrizione: Gratuito
Date: 17, 24, 29 ottobre 2019
Orario: 15:00-18:15
Sede: Pistoia, Sala Nardi, Palazzo della Provincia di Pistoia, Piazza Leone 1
Per iscrizioni e info (entro 11 ottobre 2019):
m.bruschi@provincia.pistoia.it
ispresistenza@tiscali.it
Tel. 0573 374531
Il corso di formazione docenti si prefigge di trattare un anno di grandi cambiamenti, il 1968, sotto tutti punti di vista, politici, sociali e culturali, necessariamente trattato su più livelli: quello internazionale, nazionale e locale. Un anno intenso nella storia repubblicana e mondiale, scandito dall’esplosione internazionale dei movimenti studenteschi e da eventi destinati a segnarne una cornice: dall’offensiva del Tet al maggio francese, dalla primavera di Praga alle Cina di Mao, contraddistinto da una comunicazione nuova e dirompente di una generazione postbellica che in Europa e in America viveva la Guerra fredda mentre gli altri continenti affrontano guerre e mutamenti caldissimi.

A distanza di più di cinquant’anni, storia e memoria costituiscono un groviglio e per districarlo con cura non bastano le fonti tradizionali, ma abbiamo bisogno anche della dimensione soggettiva: il cinema, la fotografia, i manifesti e i muri. Erik Hobsbawm parla del dato generazionale come criterio interpretativo del’68, “l’età dell’oro”. Una generazione che vive la piena occupazione, che rifiuta il potere, che produce e consuma: l’abbigliamento come identità, la musica, i viaggi.
Rompere le regole è la regola: lo status quo, nelle istituzioni scolastiche, nei rapporti tra generi, nella contestazione al governo e ai partiti, nella famiglia, il primo ambito ad essere investito, alla quale si propone l’alternativa della comune e una nuova concezione della donna; la militanza si realizza interamente sia nella sfera pubblica che in quella privata. Ai bisogni e ai doveri familiari si sostituiscono i desideri. L’azione collettiva si unisce al riconoscimento dell’individualità. Sarà Pasolini l’unico a percepire l’unicità dell’edonismo e del consumismo della generazione del ’68.

 




Una nuova sede per la Biblioteca Franco Serantini!

Con la grande piacere la direzione della Biblioteca Franco Serantini comunica che la biblioteca nel suo 40° anno di attività, dopo un’intensa campagna di solidarietà e di raccolta fondi, ha finalmente trovato casa e di conseguenza in questi ultimi mesi si attiverà per il trasferimento dell’intero patrimonio dell’Archivio generale dell’Ateneo pisano alla nuova sede.

La nuova sede si trova alla Fontina, fraz. di Ghezzano nel Comune di S. Giuliano T. (PI), al confine nord-est della città di Pisa

Tutta la corrispondenza d’ora in avanti va inviata a:

Biblioteca Franco Serantini
Via G. Carducci n. 13 Località La Fontina – 56017 GHEZZANO (PI) – Italia –
Tel. ++39 0503199402 (nuovo n. di telefono)
cell. ++39 331117979

L’inaugurazione della nuova sede è prevista a gennaio in occasione della “Giornata della memoria”, la nuova dislocazione della biblioteca porterà il nome di Casa della memoria e della cultura di Pisa e S. Giuliano. verrà successivamente comunicato il programma dettagliato.




Grazie a Archivi della Resistenza, a Castelnuovo Magra la mostra “La strada, la lotta, l’amore” dedicata a Letizia Battaglia, Tano D’Amico e Uliano Lucas

Gli archivi della Resistenza ripartono con le attività autunnali con un’ importante iniziativa: la mostra a Castelnuovo Magra intitolata “La strada, la lotta, l’amore” dedicata a Letizia Battaglia, Tano D’Amico e Uliano Lucas che, nei sei ripidi piani della Torre che contiene la mostra, espongono una sessantina di scatti. I tre sono tra i principali fotografi italiani viventi, riconosciuti a livello internazionale, i quali, con la loro opera, raccontano anche un pezzo di storia italiana (e non solo): dalla stagione della contestazione studentesca, agli scioperi degli anni ’70, ai morti di mafia a Palermo, fino ai nostri giorni -migranti di ieri e di oggi- in una sorta di autobiografia della nazione, composta da chi sa guardare alla società italiana con occhi aperti, con curiosità antropologica, senza negare le contraddizioni ma sapendo anche cogliere l’umanità latente. Sabato 21 settembre alle ore 17.30 in Piazza Querciola a Castelnuovo Magra Letizia Battaglia, 84 anni straordinariamente portati, capelli a caschetto biondi, sigaretta (anzi sigarette, perché praticamente non smette mai di fumare) e caffè, incontra generosamente il pubblico, autografa i cataloghi (e la sua firma, enorme, che denota la sua preponderante personalità, è essa stessa un’opera d’arte), e parla a ruota libera.

Alla prima domanda sulla sua carriera, tranchant, risponde “Non ho fatto carriera, ma lavoro”. “Sono diventata me stessa a 37 anni con una macchina fotografica in mano. Allora ho potuto esprimermi, e sono diventata migliore, più ricca dentro”.

Poi la giornalista, non senza difficoltà, vita sui temi preferiti dalla fotografa e Letizia parte dalle bambine. “Ricerco bambine, perché nella mia infanzia a Trieste correvo nelle strade, libera; arrivata a Palermo, le condizioni erano culturalmente diverse e mi sono ritrovata reclusa. Ricerco le bambine per ritrovare i sogni di quella bambina di 10 anni che ero io, che voleva essere libera ma che venne rinchiusa in casa perché importunata a Palermo”.

Poi Letizia accenna al suo matrimonio a 16 anni, al fare la donna che tutti nel meridione si aspettavano che lei dovesse essere. Fino al coraggio di andare in analisi a cercare se stessa. E a trovarsi così con una macchina fotografica in Lombardia. Dopo un periodo a Milano, richiamata per lavoro a Palermo, si trova a fare la reporter per il giornale “L’ora” a fotografate per 19 anni la guerra mafia, con paura ma a testa alta, “costi quel che costi”.

Occuparsi di mafia a porta a interessarsi alla politica. Così racconta la sua esperienza come assessore nella Rete di Leoluca Orlando “questo è stato il periodo più bello della mia vita; là dove c’era stato lo scempio edilizio ho piantato i fiori, ho pulito dove c’era la spazzatura…Poi sono diventata deputato, e questo è stato il periodo peggiore della mia vita, perché tutto era stato già deciso, eravamo solo due donne, inutili e ci annoiavamo”.

Data la concomitanza di questo incontro con l’uscita nelle sale cinematografiche del film di Franco Maresco, premiato a Venezia, “La mafia non è più quella di una volta” il discorso scivola su di esso. Film sarcastico, feroce. “La mafia è veramente la cambiata: adesso profuma, parla inglese, fa studiare i figli in Svizzera, si dedica alla politica e muove capitali, mi chiedo come farei ora a fotografarla…

E quindi adesso di cosa si occupa? “Il progetto a cui sto lavorando ora è “Palermo nuda”: fotografo donne di ogni età nude, non sexy, non giovani, non belle. È una piccola lotta anche questa”.

In conclusione di incontro afferma “Vorrei donare il mio archivio, vorrei che restasse in Italia, anche se credo che il governo italiano non voglia acquisirlo, perché le mie foto raccontano lo schifio politico di questo paese, comprese 7 foto che ritraggono Andreotti con i mafiosi e che sono state utilizzate come prova al processo finito poi in prescrizione non in assoluzione!”.“e dopo che avrò donato l’archivio, mi comprerò una casetta vicina alla spiaggia e andrò al mare”.

Che cos’è una fotografia? In sé è solo un pezzo di carta sporco di inchiostro, ma se vampirizza un po’ di quella vita che imprime, allora diventa immagine, scrive nella prefazione al catalogo l’amico e collega Tano D’amico.




A Pistoia la nuova edizione di “Scenari del XX secolo”

L’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia e la Provincia di Pistoia, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, hanno presentato il progetto Scenari del XX Secolo, quest’anno intitolato “Effetto ’68. Movimenti giovanili, cultura e politica in Italia e nel mondo“.

Il progetto si divide in un corso di formazione per docenti (totale di 18 ore formative riconosciute dal Miur, di cui 9 ore in classe) in programma a ottobre e in cinque incontri per studenti e una proiezione di un film rivolti alle scuole secondarie di secondo grado di tutta la provincia di Pistoia (due incontri sul ’68 e i restanti in occasione del Giorno della Memoria, Giorno del Ricordo, Giorno delle vittime delle stragi e del terrorismo; proiezione di un film in occasione della Festa di Liberazione).

Come già sperimentato nel corso dello scorso anno scolastico, il progetto prevede, per le classi interessate ad approfondire ulteriormente gli argomenti selezionati, la produzione di articoli, esperienze, recensioni e riflessioni. I docenti con le loro classi potranno chiedere consulenza ed eventuali incontri ai ricercatori dell’Istituto Storico della Resistenza, coordinatori dei vari incontri, per la preparazione dei materiali. Sul sito dedicato a “Scenari del XX Secolo ”, saranno condivisi le lezioni e i materiali prodotti, presentatati in una giornata finale di restituzione.

É possibile aderire solamente al corso di formazione o a singoli incontri.

In allegato il programma completo, la scheda di adesione al progetto da restituire a provincia.pistoia@postacert.toscana.it e la scheda di adesione al corso di formazione docenti da restituire a m.bruschi@provincia.pistoia.it




“Sui viali a mare… erano cresciuti i girasoli.”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO IL COMUNICATO STAMPA SULLA MOSTRA CURATA DA STEFANO BUCCIARELLI (ISRECLU) IN OCCASIONE DEL 75° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DI VIAREGGIO.

Ricorre quest’anno il 75° anniversario della Liberazione della città. Tra le iniziative in programma per la celebrazione dell’evento, un posto di rilievo avrà la Mostra storico-documentaria “Sui viali a mare … erano cresciuti i girasoli”, che farà rivivere fatti, personaggi e avvenimenti, epopea e drammi che accompagnarono anche nella nostra città la fine dell’occupazione tedesca, la fine del fascismo, la fine della guerra, la conquista della libertà e della democrazia.

 La Mostra vede l’impegno congiunto del Comune di Viareggio, della sezione ANPI di Viareggio e dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea (ISREC) in provincia di Lucca, che ne ha espresso il Comitato scientifico e il cui presidente, il prof. Stefano Bucciarelli, è il curatore della stessa. Una analoga esposizione, per la medesima cura, ebbe luogo – molti lo ricorderanno – nel 2004, per il 60° anniversario. La Mostra presentata quest’anno riprende quella iniziativa, ma non ne è una semplice riedizione. Molte sono infatti le novità, frutto di ricerche che negli ultimi anni sono state condotte in primo luogo proprio dall’ISREC. Il percorso della Mostra si snoda dal 25 luglio 1943 (caduta del fascismo) all’estate del 1946, chiudendosi con i risultati della triplice consultazione elettorale di quell’anno – elezioni finalmente libere e a suffragio universale – e con l’inizio dell’amministrazione di Sandrino Petri. Ci sono anche un paio di pannelli di flashback, dedicati all’“antifascismo dei viareggini”: quello “storico”, di chi provò ad opporsi all’avvento del fascismo, e quello che covò sotto la cappa del regime, documentato da nuove ricerche condotte sul Casellario Politico Centrale e su personaggi come il prof. Giuseppe Del Freo.

Molti sono i temi che si intrecciano lungo il percorso della Mostra. Prima di tutto il visitatore è accompagnato a meditare sulle sofferenze della città, occupata dai tedeschi, colpita dai bombardamenti, forzosamente evacuata. Restò una città abbandonata, dove Giovanni Pieraccini, rientrato subito dopo la Liberazione da Firenze con la moglie Vera, si incantava stupito a notare che: “Sui viali a mare … erano cresciuti i girasoli” (è il titolo della mostra che con questa citazione rende appunto omaggio al senatore recentemente scomparso). In questa città gli abitanti fecero lentamente ritorno, per constatare le distruzioni, per rimboccarsi le maniche, per ripartire.

Nei vari pannelli della mostra, insieme con la città, i protagonisti sono proprio i cittadini, con i loro comportamenti, le loro scelte: in primo luogo la scelta della Resistenza, che scrisse pagine di impegno e di sacrificio. Non si parla però solo di Resistenza organizzata e armata, ma anche di resistenza civile, resilienza, aiuto a chi ne aveva bisogno, sforzo di sopravvivenza, desiderio di pace. Ci sono le deportazioni patite, come nel resto d’Italia, per effetto della volontà razzista e persecutoria dei nazisti, appoggiata con convinzione dai fascisti repubblicani; c’è la persecuzione razziale contro gli ebrei (con vittime, anche tra i viareggini, della Shoah), la persecuzione politica, la deportazione di massa per il lavoro coatto. Ci sono le stragi, gli eccidi, le singole uccisioni che costellarono quella vera e propria striscia di sangue che accompagnò la “ritirata aggressiva” dei tedeschi. Un “calendario” della Liberazione evidenzia in un pannello i contributi delle divisioni degli Alleati e delle formazioni partigiane della zona. Infine, i momenti conclusivi della mostra sono dedicati al dopoguerra, con i suoi problemi, insieme con la volontà di rinascita che animò allora Viareggio e i viareggini. Un particolare rilievo è in questo contesto dedicato alla emblematica tragedia dello scoppio delle mine del 18 luglio 1945, sulla ricostruzione della quale si annunciano interessanti novità: la più importante è la pubblicazione, in uno speciale pannello, per la prima volta dopo 74 anni, insieme ai nomi delle vittime civili italiane, dei nomi dei militari americani morti in quell’incidente.

La Mostra sarà inaugurata lunedì 16 settembre, a Villa Paolina, alle ore 17.30 e rimarrà aperta fino al 30 ottobre, periodo nel quale sono previste anche numerose iniziative collaterali. Gli orari di visita al pubblico saranno quelli di apertura di Villa Paolina e cioè: da martedì a sabato, ore 15.30 – 19.30; domenica: 9.30-13.30 e 15.30 – 19.30.

La Mostra sarà visitabile dalle scolaresche (terza media e scuole superiori) anche al mattino, con visita guidata curata dall’Istituto storico della Resistenza, previa prenotazione da effettuare all’indirizzo: isreclucca@gmail.com.

Programma della mostra