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Passatoprossimo. Online la rivista Istoreco

SONY DSCCome ogni anno Istoreco pubblica, dal 2017 con una veste rinnovata ed arricchita, il riepilogo delle attività dell’anno precedente.

Ma Passatoprossimo, questo il nome che da luglio dello scorso anno è stato scelto per la rivista, non è soltanto un elenco delle attività svolte: ampio spazio è stato dedicato ad approfondimenti sui “grandi temi” del 2018 su cui sono intervenuti alcuni dei massimi esperti del settore. Costituzione, Leggi razziali, fascismi e neofascismi sono solo alcuni dei temi a cui Istoreco si sta dedicando nel corso 2018 grazie, come di consueto, alle numerose iniziative rivolte alle scuole e alla cittadinanza della Provincia di Livorno. Clicca sotto per scaricare Passatoprossimo. Buona lettura!

http://www.istorecolivorno.it/public/upload/editor/files/Passatoprossimo1-2018web.pdf



CONOSCERE LA COSTITUZIONE, VIVERE DA CITTADINI – Si aprono le iscrizioni al nuovo progetto dell’ISRT con le scuole per il 2019

CONOSCERE LA COSTITUZIONE, VIVERE DA CITTADINI

L’ISRT, grazie al contributo della Fondazione Marchi, per un nuovo anno insieme alle-agli studenti, per parlare di Costituzione, per vivere da cittadini.
Sono aperte, a partire da oggi, le iscrizioni da parte delle scuole per aderire al progetto.

– in allegato la schede informativa –

il progetto
Sulla scia delle esperienze condotte nello scorso triennio, l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea (Onlus), grazie al contributo della Fondazione Marchi, propone per il 2019 un nuovo progetto didattico per le classi quarte delle scuole superiori, per l’approfondimento dello studio della Costituzione. Il progetto non ha oneri per le classi aderenti.

i destinatari
Classi IV a.a. 2018/2019.
Potranno aderire al progetto 5 scuole superiori dell’area Firenze-Prato-Pistoia con classe singola o con due classi, che seguiranno in modo congiunto i lavori. Le scuole saranno selezionate sulla base della data di presentazione della domanda.
Un posto sarà riservato alla provincia di Pistoia e uno alla provincia di Prato.

gli obiettivi
1. Diffondere nelle nuove generazioni la conoscenza della Costituzione, in particolare dei suoi principi fondamentali, a partire dai valori di uguaglianza, solidarietà, libertà, per analizzarne influenze e resistenze nei comportamenti sociali reali. La scuola è la palestra dove i giovani si
formano alla cittadinanza e alla pratica di una civile convivenza con gli altri; 2. promuovere il protagonismo intellettuale dei giovani, stimolandone lo spirito critico e favorendo una fruizione attiva del progetto, di cui dovranno essere attori e non uditori.

la struttura
1. Modulo didattico di 4 ore rivolto alla classe dedicato all’approfondimento dei principi fondamentali della Costituzione. ogni modulo prevede due lezioni: a) la prima sulle origini della Carta; b) la seconda a scelta fra: Costituzione: diritti e doveri di cittadinanza, Costituzione e religione, Costituzione e lavoro, Costituzione e giustizia, Beni comuni e solidarietà sociale, Il valore della diversità;
2. Ogni classe adotta una tematica e si impegna a realizzare un lavoro compiuto che sarà presentato in iniziative specifiche nelle scuole o in eventi pubblici per la cittadinanza, durante la Settimana della Costituzione, organizzata e promossa dall’ISRT a novembre 2019.
Il lavoro degli insegnanti e degli studenti sarà seguito da tutor.

quando?
Febbraio/marzo: svolgimento dei corsi nelle scuole
Marzo/maggio, settembre/ottobre: lavoro in classe
Novembre: presentazione dei lavori durante la Settimana della Costituzione




Il ruolo della memoria: ricerca e disseminazione della Shoah

Il 29-30 Novembre si è tenuto presso la Scuola di Alti Studi di Lucca, un convegno di due giorni, organizzato dall’IMT in collaborazione con il MIUR dal titolo “Il ruolo della memoria: ricerca e disseminazione della Shoah”, in occasione dell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali. Le lezioni sono state tenute dai proff. Paolo Coen, dell’università di Teramo, e Ilaria Pavan, della Scuola Superiore Normale di Pisa, fra i massimi esperti a livello nazionale e internazionale sul tema.

La lezione del Prof. Coen ha avuto un taglio innovativo e perciò interessantissimo. Egli, infatti, è docente di Storia dell’Arte Moderna e insegna Storia e teoria del Museo. La sua relazione, dunque, ha coniugato la Memoria della Shoah e la museologia.

Il desiderio di commemorare la Shoah è nato mentre essa era in corso. Infatti gli Ebrei iniziarono a pensare all’arte come strumento di testimonianza, per trasmettere la memoria di ciò che stava accadendo. Finita la guerra, il ruolo di guida sul piano della museologia fu ricoperto dal neonato stato di Israele (anche quando era ancora protettorato britannico) fra il 1947 e il 1949 attraverso la fondazione del museo dell’Olocausto nella cosiddetta Ghetto Fighters’ House e ancor di più tramite la creazione dello Yad Vashem, che ancora resta il più grande complesso museale e centro di documentazione sulla Shoah al mondo. Vengono poi ripercorsi vari Musei dell’Olocausto nel mondo, passando per Parigi, Berlino, Washington (i musei fuori da Israele iniziano ad essere costruiti dagli anni ’60) ed arrivando in Italia. A tale proposito è stato citato Primo Levi (Coen arriva a dire che la sua più grande opera d’arte non sono gli scritti ma l’allestimento del blocco 21 di Auschwitz), che insieme a Belgioso e Samonà ha progettato il memoriale italiano all’interno di Auschwitz1. Tale memoriale ha avuto una storia travagliata: smontato e rimosso dal luogo per il quale era stato ideato, per volere del direttore del Museo, con la pretestuosa motivazione di non essere in linea con le normative che prevedevano “un allestimento di taglio pedagogico-illustrativo”, alla fine è approdato a Firenze, dove però verrà montato in una sorta di hangar nello spazio ex Ex3 del quartiere Gavinana, in una zona commerciale, fuori città. Sempre per l’Italia Coen tratta in tono di encomio del Museo del Deportato di Carpi e si auspica la fine della realizzazione del Muse a Villa Torlonia e Roma e del MEIS a Ferrara.

La conferenza di Ilaria Pavan, corredata di documenti e strumenti biografici e critici, è iniziata trattando dell’emanazione dei primi decreti antiebraici fascisti nel settembre del 1938, visti come punto di approdo di un processo politico e ideologico, elaborato dal regime nel corso dei mesi e degli anni precedenti. Infatti a partire dall’epopea imperialista nel Corno d’Africa, il regime aveva iniziato a redigere leggi e normative di stampo razziale e coloniale, come quella del 5 agosto 1936 che di fatto introduce l’apartheid o il decreto dell’aprile ’37 “sanzione per i rapporti di indole coniugale fra cittadini e sudditi” (per contrastare il madamato). L’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 e l’istituzione della Repubblica Sociale di Salò nel tardo autunno del 1943 rappresentano poi altrettanti momenti di svolta e di ulteriore radicalizzazione di una legislazione antiebraica che si era dipanata e svolta nell’arco di sette anni.




Scomparso il presidente onorario dell’Anpi di Pistoia, Luciano Lusvardi.

La Redazione del Portale si unisce al cordoglio per la scomparsa Luciano Lusvardi, Presidente onorario dell’Anpi di Pistoia, avvenuta nel pomeriggio di Giovedì 29 novembre.
Nato a Pisa il 14 febbraio 1927, laureato in giurisprudenza, Lusvardi era residente a Montecatini Terme,
Iscritto al Partito Comunista Italiano dal 1947, dopo aver partecipato all’attività del Partito d’Azione, è stato membro della federazione del PCI di Pisa dal 1949 al 1958. Entrato a far parte della Direzione nazionale del PCI, dal 1958 fino al 1964 ne ha diretto il settore stampa e propaganda. Dal 1964 al 1970 è stato membro della Segreteria Regionale Toscana del PCI. Dal 1951 al 1956 è stato Consigliere alla Provincia di Pisa, Assessore dal 1954 al 1956 e nuovamente Consigliere Provinciale dal 1965 al 1970.
Alle consultazioni regionali del 1970 si è presentato nella lista del Partito Comunista Italiano ed è stato eletto nella circoscrizione di Pisa. Nel corso della legislatura, è stato membro della commissione Istruzione e cultura e della commissione per il Regolamento dell’Assemblea Regionale.
Alle elezioni regionali del giugno 1975 è stato nuovamente eletto, nella circoscrizione di Firenze, nella lista del Partito Comunista Italiino. E’ stato membro della commissione Istruzione e cultura e della commissione speciale per la Programmazione. Ha aderito al gruppo PCI di cui è stato presidente dal 1970 al 1980.
Eletto pesidente del Comitato Provinciale A.N.P.I. di Pistoia dal 20 dicembre 2009 al 12 marzo 2016, era Presidente Onorario dell’ Associazione.
La Salma è esposta presso il Soccorso Pubblico di Montecatini Terme. Sabato 1, ore 11.00, l’ultimo saluto.




Una conferenza sulla Bandiera nazionale ha chiuso il ciclo di conferenze sulla Grande Guerra presso la Biblioteca di Carrara

Giovedì 15 novembre, alle 17,30, presso la sala Gestri della Biblioteca Civica di Carrara, si è tenuto il quarto ed ultimo incontro pubblico per ricordare la fine della Prima Guerra Mondiale.

La conferenza, promossa da Apuamater e dal Comitato per la Valorizzazione dei Valori Risorgimentali, con il patrocinio del comune di Carrara, intitolata “La bandiera d’Italia” è stata dedicata alla nostra bandiera nazionale, il simbolo più alto della Patria che ha accompagnato i nostri nonni sui campi di battaglia di quell’immane conflitto.

Relatore dell’incontro l’Ammiraglio Enzo Menconi, che ha tracciato la storia della nostra bandiera da quella Cisalpina del 1794 all’articolo 12 della Costituzione: “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”. La storia della bandiera si è, dunque, snodata dalle vicende napoleoniche ai primi moti Risorgimentali, attraversando tante guerre e battaglie combattute per ottenere l’Unificazione della Nazione e giungere fino alla sua definitiva Liberazione.

Sotto il vessillo italiano, che ha cambiato più volte aspetto, s’è svolta la nostra storia nazionale per oltre duecento anni; per esso hanno combattuto e sono morti patrioti, volontari e soldati che hanno creduto nell’Italia come Patria comune. Conoscere la storia della nostra bandiera è un dovere di noi cittadini per imparare ad amarla e a difenderla.

Menconi ha sottolineato che la bandiera è il simbolo dell’unità e della concordia nazionale e non può e non deve essere considerata un simbolo di parte.




A Carrara presentato un libro per ricordare tutti i caduti nella Grande Guerra

Giovedì 8 Novembre si è svolta, presso la sala di rappresentanza del comune di Carrara, la presentazione del libro Mille non sono tornati di Ezio Della Mea e Enzo Menconi, organizzata dal comitato per la promozione dei Valori Risorgimentali di Massa-Carrara e dall’associazione Apua Mater.

Il volume ricorda tutti i caduti carraresi durante la Grande Guerra, 960 uomini ed una donna, Argentina Dell’Amico.

La ricerca è iniziata con la ricognizione delle lapidi nei 13 cimiteri carraresi, dopo lo spoglio al Ministero della difesa dell’albo d’oro dei caduti del ’15-’18.

Nel volume, a cui è allegato un CD con un data base, i caduti sono suddivisi per frazione di nascita e/o domicilio e se ne raccontano le vicessitudini militari, l’eventuale prigionia, le circostanze del ferimento e della morte e della inumazione.

Questo libro è un monumento cartaceo ai caduti di una guerra di cui questo anno si celebra la fine, da alcuni vista come la quarta guerra di indipendenza e comunque l’ultima di unificazione nazionale.

Biggi Ettore (1898 – 1917)

Biggi Vittorio (1897 – 1916)

Un esempio emblematico; due fratelli nati ad un anno di distanza e morti ad un anno di distanza: il primo dichiarato disperso in combattimento sull’altopiano di Asiago, il secondo morto di broncopolmonite a Novale. Nel cimitero di Marcognago li ricorda una lapide posta dalla famiglia.




La Chiesa fiorentina e il soccorso agli ebrei: una storia speciale ricostruita dall’ISRT

Firenze, 6 novembre 2018 – C’è una storia speciale di solidarietà che attraversa le pagine dolorose delle persecuzioni ebraiche del 1943-1944 in Italia. È quella che viene scritta a Firenze dove, grazie alla scelta coraggiosa del cardinale Elia Dalla Costa e di un gruppo di esponenti del laicato cattolico, nasce una vera e propria rete di soccorso nei confronti di uomini, donne e bambini diventati preda di una persecuzione belluina.

Questa storia viene approfondita nel volume La Chiesa fiorentina e il soccorso agli ebrei (Luoghi, istituzioni, percorsi 1943-1944), curato da Francesca Cavarocchi ed Elena Mazzini e voluto dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea.

Il libro è stato presentato alla stampa questa mattina nella sede dell’istituto dal direttore Matteo Mazzoni, da Elena Mazzini e dalla storica Marta Baiardi, collaboratrice dell’istituto. Con loro due preziosi testimoni, Umberto Di Gioacchino e Guidobaldo Passigli, bambini che furono messi in salvo grazie all’alleanza tra la Chiesa cattolica e le organizzazioni ebraiche.

Questa ricerca risponde alla necessità di restituire verità alla storia, anche a fronte di certe attuali tendenze negazioniste – ha sottolineato Mazzoni – Fu una questione di scelta, ci furono italiani che scelsero di proteggere e difendere, senza curarsi di identità, religione, costumi. Altri invece denunciarono amici e conoscenti. E i fascisti furono soggetti attivi nella deportazione e nel progetto di morte che perseguiva”.

Decisivo e singolare è il patto di collaborazione tra la diocesi e la Delasem (Delegazione per l’assistenza degli emigranti ebrei), l’organizzazione ebraica attiva anche nel resto d’Italia che entra in clandestinità dopo l’8 settembre – ha spiegato la curatrice Mazzini – A Firenze, come a Genova, diversamente dalle altre città italiane, si forma un comitato misto di cattolici ed ebrei che organizza la protezione, gestisce i nascondigli, provvede alla sussistenza”. La rete era collegata anche all’attività partigiana del Partito d’Azione e alla Chiesa Valdese.

Le curatrici ricostruiscono, con dovizia di particolari umani e storici di valore inestimabile, la mappa dove sono segnalati ben 42 luoghi di rifugio nell’area urbana di Firenze. Luogo per luogo, nome per nome viene recuperata l’intera memoria di quei mesi in cui follia disumana, disperazione, solidarietà e coraggio si intrecciano. L’impegno di protezione riguarda molte famiglie della comunità ebraica fiorentina ma anche diversi profughi arrivati a Firenze dal nord Italia e da Oltralpe, in particolare dalla Francia.

Storie come quella di Guidobaldo Passigli e Umberto di Gioacchino non sarebbero venute alla luce senza il contesto della ricerca documentaria intrecciata con le fonti di memoria”, ha aggiunto Marta Baiardi, che ha curato la raccolta e l’analisi delle oltre 70 memorie di ebrei fiorentini.

Caritas e potestas – È la Chiesa della caritas e non certo quella della potestas, che scrive questa pagina di storia. La solida rete di assistenza e protezione è composta da parrocchie, conventi e monasteri. Parroci, religiose e monache – le donne avranno un ruolo da vere protagoniste – aprono le porte delle loro comunità.

Storie di salvezza – Tra i nomi dei bambini messi in salvo ci sono anche quelli di Umberto Di Gioacchino (1941) e di Guidobaldo Passigli (1939). Umberto Di Gioacchino fu protetto nel Convento delle suore di Santa Marta a Settignano, convitto e orfanatrofio guidato da madre Benedetta Vespignani. Rimase in convento dal 6 novembre 1943 all’aprile 1944, quando un’amica cattolica dei genitori andò a prenderlo per condurlo nel loro nascondiglio presso Colle di Compito in provincia di Lucca.

Per Guidobaldo Passigli, sua nonna Daria Modena Mondolfi, a cui si aggiunse dopo qualche mese la madre Albana Mondolfi Passigli si aprirono le porte dell’Istituto delle suore del patrocinio di Perugia, in via del Guarlone, guidato da suor Rosaide della Madonna di Pompei (Vincenza Orlando). Era stato il parroco di Grassina, don Dino Vezzosi, a indirizzare Albana Mondolfi a quel luogo. Entrambe le donne vestivano l’abito delle suore.

I protagonisti – Il coinvolgimento della Chiesa fiorentina nel soccorso agli ebrei inizia intorno alla metà di settembre 1943, quando il cardinale Elia Dalla Costa viene contattato dagli esponenti della Delasem locale, impegnata nell’assistenza dei profughi giunti nel capoluogo toscano da vari paesi dell’Europa occupata e costretta alla clandestinità all’indomani dell’armistizio. Dalla Costa accetta di collaborare e delega al suo segretario, monsignor Giacomo Meneghello, il ruolo di referente arcivescovile per il comitato di soccorso ebraico-cristiano. La Curia diventa così, tra fine settembre e ottobre, luogo di prima accoglienza specie per gli ebrei profughi dalla zona di occupazione in Francia. Fra gli esponenti ebrei del comitato c’erano Raffaele Cantoni, il rabbino capo Nathan Cassuto, Matilde Cassin, Hans Kahlberg, le sorelle Wanda e Luciana Lascar, Aldo Tedeschi, Giuliano Treves, e Joseph Ziegler, tra i cattolici c’erano don Leto Casini, parroco di Varlungo e padre Cipriano Ricotti, domenicano del convento di San Marco.

Presentazione il 26 novembre – Il volume sarà presentato lunedì 26 novembre 2018, alle ore 16,30 nella sala convegni della Fondazione biblioteche della Cassa di risparmio di Firenze (via Bufalini, 6). L’introduzione è affidata a Donatella Carmi (vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio), Felice Neppi Ventura (presidente dell’Associazione ebraico-cristiana) e Simone Neri Serneri (presidente dell’Istituto storico della Resistenza). Seguono gli interventi di Daniele Menozzi (Scuola superiore Normale di Pisa), Valeria Galimi (Università di Milano), Paolo Zanini (Università di Milano). Il testo, pubblicato da Viella Edizioni con la presentazione di Giulio Conticelli, contiene i contributi di Gilberto Aranci, Marta Baiardi, Bruna Bocchini, Anna Foa, Renato Moro, Liliana Picciotto e Ida Zatelli. La pubblicazione è stata realizzata con il contributo del ministero per i Beni e le Attività culturali, della Fondazione Cassa di risparmio di Firenze e dell’Amicizia ebraico-cristiana di Firenze.

Caterina Fanfani Giornalista | mob 3295833768 | e-mail fanfanicaterina@gmail.com
Moira Pierozzi Giornalista | mob 3295833769 | e-mail moira.pierozzi@gmail.com





CONFERENZA STAMPA e PRESENTAZIONE – Costituzione: la nostra carta d’identità 1948-2018

25 ottobre 2018 @ Palazzo Sacrati Strozzi, ore 13

CONFERENZA STAMPA e PRESENTAZIONE 
per il progetto Costituzione: la nostra carta d’identità 1948-2018

Il presidente dell’ISRT Simone Neri Serneri, il direttore Matteo Mazzoni, insieme a Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana, hanno presentato oggi quella che sarà la fase conclusiva dell’importante e innovativo progetto Costituzione: la nostra carta d’identità 1948-2018.
La conferenza stampa si è tenuta nella Sala Cutuli di Palazzo Sacrati Strozzi.

Duecentotrenta insegnanti, oltre 1600 studenti e centinaia di scuole sono coinvolte nell’operazione di riscoperta e valorizzazione della Costituzione. Nel mese di novembre nelle dieci province toscane si svolgeranno iniziative pubbliche che vedranno come protagonisti le-gli studenti impegnati a raccontare il lavoro svolto in questi mesi e a restituire alla comunità di cui fanno parte il messaggio ancora attuale della Costituzione. Si parlerà di uguaglianza, solidarietà, libertà, diritti, lavoro: tutti temi che riguardano la quotidianità di ciascuno e che trovano nella Costituzione il loro punto di riferimento.

La Costituzione prima spiegata alle-agli studenti, per farla ben conoscere, e poi raccontata e resa attuale dalle-dagli stessi studenti. La Carta costituzionale, a settant’anni dalla sua entrata in vigore, è grande protagonista negli istituti superiori toscani, attraverso un progetto – “Costituzione: la nostra carta d’identità 1948-2018” – promosso dalla Regione attraverso l’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale. “Un progetto articolato. Oggi presentiamo una tappa di questo ampio lavoro” precisa la vicepresidente ed assessore alla cultura della Toscana, Monica Barni. La Regione l’ha finanziato; ma partecipecipano attivamente anche tutti gli Istituti provinciali della Resistenza e dell’età contemporanea, la Fondazione Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano e il Museo della Deportazione e della Resistenza di Prato.

“Sarà il momento culminante di un percorso intenso e unico, in cui ragazze e ragazzi racconteranno al grande pubblico, costituito da coetanei e non solo, la loro esperienza e le loro riflessioni” sottolineano Simone Neri Serneri e Matteo Mazzoni, presidente e direttore dell’Istituto storico toscano della Resistenza in Toscana. “Non si tratterà di lezioni – spiega Neri Serneri – ma di eventi che stimolino alla discussione, come tutte le tappe di questo progetto: un modo per offrire strumenti ai ragazzi”. “Un modo soprattutto – aggiunge Mazzoni, che sottolinea l’aspetto strutturale del progetto – per renderli protagonisti, anche con i loro dubbi e le loro perplessità, rendendoli protagonisti per farli sentire cittadini”.

Il progetto sulla Costituzione ha preso il via nel febbraio scorso con una serie di corsi di formazione a cui hanno partecipato oltre 230 docenti di scuole superiori in un percorso che ha riletto le tappe fondamentali della storia della Repubblica alla luce del testo costituzionale. Poi è partito il lavoro di approfondimento nelle scuole.

Il calendario dei convegni didattici

Pieve Santo Stefano (Arezzo) – 6 novembre
Firenze – 12 novembre
Lucca – 14 novembre
Prato – 15 novembre
Grosseto – 16-17 novembre
Pisa – 16 novembre
Livorno – 20 novembre
Pistoia e Siena – 21 novembre
Pontremoli (Massa Carrara) – 22 novembre

Il 12 novembre a Firenze (Cinema La Compagnia) un’intera giornata di riflessione sulla Costituzione: dall’uso dell’italiano all’amministrazione della giustizia, dal ruolo delle donne all’idea di uguaglianza, dal lavoro ai giovani. A parlare saranno naturalmente i ragazzi.