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Commemorazione delle 11 vittime della strage di Maiano Lavacchio

Il 22 marzo di ogni anno dal 1945 si ripete la commemorazione delle 11 vittime della strage di Maiano Lavacchio, di cui furono responsabili unicamente il fascismo repubblicano di Grosseto, voluta e rivendicata dal capo della provincia Alceo Ercolani.

Anche quest’anno erano presenti tanti, tantissimi giovani e giovanissimi studenti, provenienti da molte parti del territorio provinciale.

Gli studenti della V B dell’Istituto Agrario di Grosseto, che hanno fatto con l’Isgrec un percorso di alternanza scuola-lavoro, durante il quale è stata approfondita la storia dei Martiri d’Istia, hanno preparato un reading, accompagnati dalla chitarra di Michele Lipparini: “Dialogo poetico con i Martiri d’Istia”.

 




Luca Verzichelli eletto Presidente dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Grosseto

Luca Verzichelli, professore di Scienza politica all’Università di Siena, collaboratore di diversi centri di ricerca internazionale come l’European Studies Centre dell’Università di Oxford e membro del Consiglio editoriale della Società Il Mulino, è stato eletto Presidente dell’Istituto grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea.  Vicepresidente è stato eletto Lio Scheggi.




Sul sito del Ministero dei Beni culturali la Mostra su Grosseto nella Grande guerra dell’Istituto storico grossetano della Resistenza

Progetto didattico, a cura dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’et contemporanea, sostenuto dalla Regione Toscana, la mostra virtuale “Sulle tracce della Grande Guerra a Grosseto. Storie di guerra, di prigionia, di coraggio, di abbattimento” ha ottenuto il logo nazionale del Centenario e da oggi è consultabile sul sito del Ministero dei Beni Culturali http://www.movio.beniculturali.it/index.php?it/68/mostre-realizzate

“Ovunque nell’Italia del dopoguerra le città onorarono i caduti della Grande Guerra. A Grosseto in una piazza appena fuori dalla cinta delle Mura Medicee nel 1921 il monumento che era stato dedicato nel 1896 agli eroi del Risorgimento estese la sua destinazione alle vittime del 1915-18. Grosseto, all’epoca quasi interamente contenuta entro le Mura, era capoluogo di una provincia tanto estesa quanto poco densamente popolata, con scarse tracce di modernità e una tradizione laico-risorgimentale, soprattutto nella periferia. I venti di guerra erano stati salutati da uno scontro aspro tra interventisti e neutralisti – emblematico il caso di Massa Marittima. Nei quattro anni trascorsi dalla mobilitazione Grosseto aveva subito perdite umane, visto le sue campagne svuotarsi degli uomini richiamati al fronte, le donne farsi carico di responsabilità e fatiche, soprattutto in agricoltura, all’epoca il cuore dell’economia grossetana. A loro era toccata parte cospicua dell’assistenza, ai feriti che rientravano, a vedove e orfani, alle famiglie più povere, in appoggio alle istituzioni laiche e cattoliche e alla Croce Rossa, da tempo attiva. Tra le peculiarità, una struttura militare, il Centro deposito e allevamento quadrupedi, da cui partivano per il fronte cavalli e muli. Oggi il rinominato Centro militare veterinario custodisce una preziosa collezione di oggetti e conserva con una scuola la tradizione della mascalcia.” (da Introduzione alla mostra)




A Massa Marittima il VI Convegno Nazionale dell’Associazione dei piccoli musei

La situazione e le prospettive dei piccoli musei italiani sono il tema del VI Convegno Nazionale dell’Associazione dei piccoli musei, in programma venerdì 2 e sabato 3 ottobre al Palazzo dell’Abbondanza di Massa Marittima. In Italia secondo l’Istat ci sono poco più di 4.000 musei; probabilmente però il numero reale è almeno il doppio di quello stimato ed è composto al 90% da piccoli musei. Si tratta di strutture museali molto diverse dai grandi musei non solo per dimensioni, spazi e risorse economiche ma in una prospettiva più ampia: in confronto alla comunità locale, al territorio, alla gestione e ai profili professionali, alle competenze e ai servizi offerti ai visitatori. Su tutti questi temi si confronteranno diversi studiosi e tecnici del settore, amministratori pubblici ed esperti provenienti da tutta Italia e dall’estero. Insieme alle prospettive di questo vero e proprio patrimonio nazionale, che però non è ancora valorizzato a pieno, i problemi nascono dalla gestione di queste strutture culturali. “Un problema molto sentito dei piccoli musei locali è che hanno come modello gestionale quello dei grandi musei – spiega Vanda Peccianti presidente della Cooperativa Colline Metallifere – e questo comporta problemi a volte insormontabili per una piccola struttura, dalla necessità di un direttore a standard strutturali che male si adattano alle piccole realtà”.

“Per questo una delle nostre richieste è quella di rivedere questi standard e adeguarli ai piccoli musei – continua Peccianti – L’altro problema è quello del pagamento dei diritti d’autore alla Siae per gli eventi musicali e teatrali, organizzati gratuitamente per i visitatori dei musei con l’intento di ampliare e fidelizzare il pubblico. Spesso si tratta di costi esosi molto più alti di quelli che sosteniamo per organizzare l’evento stesso e questo, ovviamente limita tutte quelle iniziative che possono incrementare il numero dei visitatori”. “Massa Marittima è felice di ospitare questo tavolo di confronto- dichiara l’assessore alla Cultura Marco Paperini- perché crede nel valore dei piccoli musei, che sono i presidi culturali decentrati, dei patrimoni raccolti nelle strutture delle grandi città. Credo inoltre che l’importanza del loro ruolo debba stare nel fungere, non solo da contenitori passivi di patrimoni, ma anche da centri attivi di promozione culturale. L’importanza dei piccoli musei può stare anche in questo: nel fare da propulsori delle altre offerte culturali del territorio, con il flusso di turisti che attraggono, in modo da instaurare una vera e propria rete territoriale che mostra unita la propria ampia offerta di beni storici, artistici ed architettonici”. Il convegno è patrocinato dal Comune di Massa Marittima e co-finanziato da Amministrazione Comunale, Parco Minerario delle Colline Metallifere e dalla Rete museale della Provincia di Grosseto.

 




NO alla vendita della scuola di Maiano Lavacchio, luogo della memoria della violenza fascista nel 1944

“Mamma: Corrado e Lele, l’ultimo bacio”.
Così l’ultimo saluto dei ‘Martiri d’Istia’, lasciato sulla lavagna della scuola di Maiano Lavacchio, dove all’alba del 22 marzo 1944 undici ragazzi renitenti alla leva furono barbaramente uccisi dai fascisti.
Il Sindaco di Magliano in Toscana intende mettere all’asta quella scuola – uno dei luoghi della Memoria più cari della nostra terra, da sempre luogo di incontro e riflessione specie per i più giovani – che ancora oggi testimonia ciò che è stato, e che mai più dovrà accadere. Un fatto grave che necessita la nostra generale mobilitazione.

Nell’immagine in evidenza l’articolo di Luciana Rocchi di Luciana Rocchi, direttrice dell’Istituto della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Grosseto, sulla decisione del sindaco di Magliano di vendere la scuola di Maiano Lavacchio, nel luogo dove il 22 marzo 1944 furono fucilati i martiri d’Istia, gli undici giovani che rifiutarono di arruolarsi nell’esercito della RSI. Un oltraggio alla memoria.




Il lavoro didattico dell’ISGREC illustrato in un articolo su “Novecento.org”, la rivista della rete nazionale degli Istituti della Resistenza

Sulla rivista dell’Istituto Nazionale del Movimento di Liberazione in Italia www.novecento.org esce oggi un articolo sul lavoro didattico dell’Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea realizzato nell’Archivio delle memorie cooperative di Ribolla. Il tema: la particolare storia di Ribolla, tra economia e socialità. Lo firmano Marco Simi ed Elena Vellati.