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Le memorie di Vinicio Bagni, militare a Rodi e internato nei campi di concentramento, sul blog www.empoliestoria.it

Segnaliamo che è stato pubblicato sul blog www.empoliestoria.it un brano delle memorie dell’empolese Vinicio Bagni, militare a Rodi che insieme alla sua compagnia, dopo l’armistizio dell’8 settembre, si rifiutò di entrare nell’esercito tedesco e furono catturati e trasportati in un campo di internamento, facendo ritorno a casa nei primi mesi del 1946.

Il blog, promosso dall’associazione Amici dell’Archivio, punta a promuovere la conoscenza della storia empolese.




Inizia domani “Confini difficili” il viaggio di formazione per insegnanti organizzato da ISRT e pAssaggi di Storia

Inizia domani “Confini difficili” il viaggio culturale, promosso ed organizzato dall’Istituto Storico della Resistenza in Toscana in collaborazione con l’Associazione pAssaggi di Storia, sui luoghi che hanno segnato la storia della ex Jugoslavia e dell’alto Adriatico nel corso del Novecento.

Al viaggio partecipano 8 insegnanti di scuola media superiore che hanno seguito un corso di formazione ed approfondimento storico, con docenti qualificati, presso la sede ISRT nella scorsa primavera.

Il progetto è stato ideato dal dr. Simone Malavolti coadiuvato dal dr. Silvano Priori insegnante comandato presso l’ISRT.




Si è costituito il Comitato promotore per un centro studi dell’empolese-Valdelsa con il patrocinio dell’Unione dei Comuni della zona

L’Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa ha deliberato, nella seduta del 4 agosto 2015, il suo patrocinio al neonato Comitato promotore del Centro Tradizioni Popolari Empolese Valdelsa.

Il Comitato, nato per promuovere la nascita di un vero e proprio Centro Tradizioni Popolari Empolese Valdelsa, si era costituito il 13 maggio 2015, a Faltognano (Vinci) fra privati cittadini: ne fanno parte storici e appassionati di storia e tradizioni locali; presente alla riunione, come ospite, Giacomo Cucini, sindaco di Certaldo con delega alla cultura e al turismo per l’Unione dei Comuni Circondario dell’Empolese Valdelsa.

L’organizzazione, senza scopo di lucro, è nata per tutelare, promuovere e diffondere il patrimonio culturale immateriale e popolare dell’Empolese Valdelsa sia attraverso la registrazione, l’archiviazione e la messa in rete di tutte le testimonianze viventi ancora oggi reperibili sul territorio, sia mediante l’organizzazione di iniziative pubbliche, contatti con altre Associazioni e Istituti culturali similari che possano consolidarsi e concretizzarsi in un vero e proprio archivio partecipato. Una particolare attenzione sarà rivolta al mondo contadino e alla civiltà che ne fu espressione diretta reperendo, catalogando e contestualizzando le molteplici forme testimoniali a cui essa ha dato luogo nel lungo corso della sua storia, non ultima il paesaggio stesso, visto come prodotto culturale finale delle popolazioni che lo hanno abitato e modificato nel passato. Un passato da intendersi sia recente che remoto.

I componenti hanno nominato presidente Paolo Gennai, storico, che svolgerà il ruolo di coordinatore per addivenire alla costituzione del Centro. Segretario è stato nominato Simone Vaiani.

Associazioni o cittadini che desiderassero entrare in contatto con il Comitato promotore del Centro Tradizioni Popolari Empolese Valdelsa può scrivere una mail ai promotori all’indirizzo vaiani.s@tin.t e gennai.paolo@gmail.com




Il lavoro didattico dell’ISGREC illustrato in un articolo su “Novecento.org”, la rivista della rete nazionale degli Istituti della Resistenza

Sulla rivista dell’Istituto Nazionale del Movimento di Liberazione in Italia www.novecento.org esce oggi un articolo sul lavoro didattico dell’Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età contemporanea realizzato nell’Archivio delle memorie cooperative di Ribolla. Il tema: la particolare storia di Ribolla, tra economia e socialità. Lo firmano Marco Simi ed Elena Vellati.




L’Associazione 8mmezzo: un archivio per filmati girati in pellicola 8mm e super8 dagli anni ’30 alla fine degli anni ’80

Il matrimonio degli anni Cinquanta e quello degli anni Settanta, la spiaggia amarcord con gli ombrelloni e le sdraio tutti di legno e quei “bikini” che salgono su l’ombelico, la manifestazione politica con l’eskimo e i capelli lunghi, il fratellino appena nato e la torta del primo compleanno nel tinello ordinato con la tv che troneggia sul carrello. E poi Natale, carnevale, le vacanze in montagna, Non c’era una volta il selfie, la telecamera a portata di touch, you tube e i social che acchiappano e moltiplicano i ricordi filmati. C’era una volta invece la cinepresa pesante e ingombrante, le bobine da montare e cucire, il proiettore che faceva la magia e quei pezzetti di vita ripescava e dipingeva sul muro o sullo schermo a tendina. Sono rinchiusi lì, in quella specie di dischi che avvolgono il nastro, in un mondo a 8 millimetri, una scia infinita di fogrammi, i ricordi di intere generazioni. Fino ad oggi chiusi in un cassetto, dimenticati in cantina, in qualche caso riversati, a caro prezo, su chiavette e dvd.Un tesoro che qualcuno ha pensato di dissotterrare, portare a lucido, mettere in mostra.

Sono un gruppo di ragazzi livornesi, Michele Lezza, Francesco Pacini e Giorgio Trumpy che hanno creato l’associazione culturale 8mmezzo. «Vogliamo diventare un punto di riferimento toscano per il ritrovamento, la digitalizzazione e l’archiviazione di vecchi filmati girati in pellicola 8mm e super8 dagli anni ’30 alla fine degli anni ’80» spiegano. E fare di tutto questo materiale dei progetti video e una sorta di archivio della memoria. Per realizzare il loro sogno hanno lanciato il concorso “Scova in soffitta” e recupereranno le vecchie pellicole 8mm e super8 appartenenti alle famiglie toscane Seguirà il restauro gratuito delle pellicole, la digitalizzazione con un sistema d’avanguardia con tanto di recupero dei colori originali. «Tutte le pellicole digitalizzate entreranno a far parte di una video-library online di modo da poter dare una seconda vita alle vecchie pellicole – spiega Michele Lezza – perché questi vecchi filmati di famiglia costituiscono un immenso patrimonio di testimonianze individuali – trasversali e inedite – sui fenomeni che hanno segnato la società toscana. Osservando per bene questi filmati si può notare che oltre alle scene intime familiari come battesimi, matrimoni, feste di compleanno, sono stati impressionati su pellicola anche scene di vita quotidiana: luoghi, viaggi, riti collettivi, sportivi ed eventi pubblici che appartengono alla memoria storica». Michele e i suoi compagni di avventura raccontano che l’idea è venuta anche perché si sono resi conto che questo prezioso materiale rischia piano piano di andare distrutto: «Chi realizzava questi filmini o non c’è più o non è più attivo in questo senso.Le pellicole sono conservate in luoghi inadeguati alla loro conservazione, in soffitta o in cantina, ambienti dove si deteriorano facilmente e irrimediabilmente se non si interviene con tempismo».

Tutti coloro che invieranno le loro vecchie bobine ad 8mmezzo in cambio riceveranno gratuitamente i loro filmati digitalizzati e restaurati dvd e se lo vorranno la loro copia originale. Inoltre i filmati più meritevoli vinceranno dei premi (per informazioni consultare il sito www.8mmezzo.it o contattare l’indirizzo mail info@8mmezzo.it o il numero telefonico 349.7125410).«Nel giro di pochi mesi – spiega Michele Lezza – sono arrivate già più di 200 pellicole e abbiamo già digitalizzato quasi 500gb di immagini. Per salvaguardare ulteriormente il materiale e renderlo fruibile nel futuro abbiamo pensato di coinvolgere attivamente Sarah Bovani che ci supporta nell’archiviazione di tutto il materiale». Ma i soldi dove li trovate? «Per ora – risponde Michele – ci stiamo autosostenendo, il Comune di Livorno ci ha dato il patrocinio a questa iniziativa e speriamo di trovare qualche sponsor che creda nell’importanza di questo progetto»

Fonte: Il Tirreno




L’inventariazione dell’Archivio dell’ex Ospedale psichiatrico San Niccolò

La storia dell’ex Ospedale Psichiatrico San Niccolò e della sanità senese rivive dallo studio e catalogazione dei documenti dell’archivio della USL7 di Siena. E’ questo il progetto realizzato dall’Azienda che, tramite “Giovani Si” della Regione Toscana e “Garanzia Giovani”, ha selezionato due tirocinanti, Francesca Roggi e Giovanni Malpelo, per la ricognizione, il riordino e l’inventariazione del patrimonio archivistico e documentale della USL7. Il progetto, seguito da Alberto Gazzarri Referente Aziendale per il patrimonio storico-artistico, culturale e scientifico, è di notevole importanza per lo studio dell’evoluzione storico-scientifica e socio-culturale della sanità pubblica senese.

L’archivio storico di maggiore consistenza è proprio quello dell’ex Ospedale Psichiatrico San Niccolò, che rappresenta la traccia più fedele per conoscere la storia e il ruolo di questo particolare ente. Da circa quindici anni, infatti, la vicenda degli ospedali psichiatrici in Italia è diventata sempre più un fatto di interesse non solo per una ristretta cerchia di studiosi, ma una vera e propria risorsa per la storia della medicina e della sociologia nel nostro Paese. L’archivio storico dell’ex Ospedale Psichiatrico San Niccolò di Siena presenta caratteri di estrema completezza cronologica e di straordinaria ricchezza di contenuti rispetto ad altri archivi di strutture simili esistenti sul territorio nazionale.

Il fondo archivistico, conservato in un locale dell’Azienda all’interno dell’ex villaggio manicomiale, è costituito dalla documentazione sanitaria prodotta dall’Ospedale Psichiatrico durante la sua attività, dal 1818 al 2000, e comprende più di 50.000 cartelle cliniche dei pazienti ricoverati presso l’Ospedale, le Ville di Salute e l’Istituto Medico Psico-Pedagogico “A. D’Ormea”. L’archivio comprende anche un fondo fotografico, costituito da circa 20.000 fotografie di pazienti suddivise tra uomini e donne, per un arco cronologico che va dal 1915 al 1969. Altro materiale è stato individuato nell’attuale deposito di archivio corrente a Colle Val d’Elsa. Oltre a catalogare la documentazione di archivio, i due tirocinanti svolgono un’attività di supporto a giovani studenti, ricercatori e professori per le loro ricerche.

L’accesso all’archivio è libero e aperto a chiunque ne faccia motivata richiesta al responsabile aziendale del Patrimonio storico-artistico, culturale e scientifico, il dott. Alberto Gazzarri, nel rispetto del regolamento interno e delle norme che regolano la consultabilità degli archivi. A tal proposito l’Azienda ha recentemente provveduto alla realizzazione di un apposito box per permettere la consultazione dei documenti presenti nell’archivio secondo le prescrizioni indicate dalla Soprintendenza Archivistica per la Toscana.

Fonte: USL 7 – Ufficio stampa




Casole D’Elsa. Come cambia un piccolo paese con la guerra

casole_mostra1Casole 1944-2015 trae ispirazione dal progetto fotografico di Julien Knez, che sul Corriere della Sera mostrava come è cambiata Parigi negli ultimi cento anni. Allo stesso modo, l’Anpi di Casole d’Elsa ha voluto dar vita a una serie di fotografie che mostrasse come il paese è cambiato a causa della Seconda Guerra Mondiale.
Immagini appartenenti ad alcune famiglie casolesi sono state sovrapposte a fotografie che mostrano gli stessi luoghi oggi, dando vita a scenari surreali dove il passato si mischia col presente. All’interno di questo percorso capita quindi di vedere passanti sotto la Porta Rivellino (che ormai non esiste più), bambini che giocano davanti al comune insieme alle camicie nere, ragazze in bianco e nero con abiti di una volta nella piazza di oggi e così via.

Le quindici foto che fanno parte del percorso espositivo sono state presentate il 4 luglio scorso al Teatro Bargagli di Casole d’Elsa, in occasione del 71° anniversario della Liberazione casolese. In questo momento, possono essere osservate presso la sede della Cgil di via Casolani, dove resteranno fino a settembre, ma verranno ospitate in futuro anche in altri locali del territorio.

fonte: Valdelsa.net




Il crowdfunding dell’ISTORECO per la mostra sugli ebrei in Toscana

ebrei-in-toscanaÈ partita in queste ore la campagna di crowdfunding dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella provincia di Livorno (Istoreco) allo scopo di finanziare un importante progetto per raccontare 100 anni di vita delle comunità ebraiche toscane. Dopo il grande successo della mostra Rosso creativo. Oriano Niccolai: 50 anni di manifesti, l’Istoreco sta infatti organizzando la mostra 1915-2015. Ebrei in Toscana, la cui inaugurazione è prevista per dicembre nel capoluogo toscano, ospitata nella prestigiosa sede degli ex tribunali di Firenze, in piazza San Firenze.

«Abbiamo deciso di utilizzare il sistema del crowdfunding – spiega Catia Sonetti, direttore dell’Istoreco –, perché crediamo che questo tipo di iniziativa si presti ad un forte coinvolgimento sia per le tematiche in essa trattate che per la rilevanza politica che l’argomento ha assunto nel nostro presente. Durante la realizzazione della ricerca la mole dei materiali di cui l’Istituto è entrato in possesso è stata superiore alle migliori aspettative. Grazie al generoso finanziamento della Regione Toscana l’Istoreco è in grado di realizzare l’evento fiorentino, ma per una completa valorizzazione e una fruibilità universale del materiale raccolto, abbiamo bisogno di un ulteriore sostegno».

La mostra racconterà un secolo di vita delle comunità ebraiche toscane e i loro intrecci con il resto della comunità ebraica italiana, i suoi collegamenti con quella europea, mediterranea e internazionale. Il progetto intende sottolineare sia l’anniversario del 70° della liberazione di Auschwitz che il centenario dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra. Le ricerche sono condotte da un team di ricercatori della Scuola Normale Superiore di Pisa, coordinato dal direttore dell’Istoreco. L’allestimento, affidato allo Studio Frankenstein di Firenze, sarà costruito secondo le più moderne concezioni: ai classici pannelli e all’esposizione di fotografie e documenti saranno affiancate installazioni multimediali con audio e video. La mostra parlerà in due lingue (italiano e inglese) e sarà rivolta agli specialisti ma anche ai non addetti ai lavori.

«Se riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo – spiega Sonetti – potremo catalogare, inventariare e digitalizzare tutto il materiale renderlo usufruibile in rete, per i ricercatori e per gli appassionati». La campagna crowd dell’Istoreco, ha l’obiettivo di raccogliere 5.000 euro di donazioni, in 60 giorni secondo la formula all or nothing: per tutti i donatori, a partire da un taglio minimo di 5 euro, è prevista una ricompensa (pubblicazioni dell’Istoreco, tour guidati e gadget, fino al catalogo della mostra). I donatori che volessero sostenere l’iniziativa potranno registrarsi, in maniera semplice e veloce, nella pagina della piattaforma Eppela dedicata alla mostra (http://eppela.com/ita/projects/4150/1915-2015-ebrei-in-toscana) e seguire le indicazioni per donare con carta di credito o PayPal. Sulle sue pagine Facebook e Twitter l’Istoreco curerà gli aggiornamenti informativi, con notizie e approfondimenti fino al termine della campagna il prossimo 27 settembre.