1

Anche Calamandrei protagonista di Archivissima 2023!

L’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea partecipa all’edizione 2023 di “Archivissima” Festival degli Archivi.

Venerdì 9 giugno 2023 l’ISRT renderà pubblico un podcast dal titolo Cina 1955. Ponti oltre grandi muraglie, realizzato da Biblioteca Archivio Piero Calamandrei di Montepulciano e relativo all’esperienza di viaggio di Piero Calamandrei in Cina nel 1955.

L’iniziativa – che costituisce un’altra importante occasione di valorizzazione del patrimonio documentario ISRT – fa parte di un progetto di rete dei 4 istituti che conservano le carte del giurista: oltre all’Istituto, la Biblioteca Archivio Piero Calamandrei di Montepulciano, la Fondazione Centro di iniziativa giuridica Piero Calamandrei di Roma e la Fondazione Museo storico del Trentino.




Un nuovo logo per l’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea

Il 2023 è un anno molto particolare per Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea. Dopo l’inaugurazione della Casa della Memoria al futuro di Maiano Lavacchio, del 22 marzo scorso, dedicata alla memoria degli 11 martiri d’Istia, l’Isgrec si appresta a festeggiare il trentennale dell’Istituto e lo farà inaugurando, contestualmente, la nuova sede ristrutturata: due eventi che saranno celebrati con un programma di iniziative che sarà divulgato a breve.

Intanto l’Istituto si “rifà il trucco” con un nuovo logo, realizzato dal grafico Francesco Canuti: una combinazione stilizzata di un quadrato attraversato da un arco. Il quadrato rappresenta la continuità con la storia dell’Istituto e i suoi primi 30 anni di vita, riprendendo i colori e l’elemento principale del logo originale, mentre l’arco è ispirato alle arcate delle finestre presenti sulla facciata della nuova sede, un edificio dal valore simbolico anche per la sua posizione centrale all’interno della Cittadella dello studente. Ma non è solo un rinnovamento del look quello che si cela dietro il cambio del logo, è anche una rappresentazione grafica degli importanti cambiamenti e delle nuove ambizioni di crescita dell’Istituto. Il nuovo logo sintetizza i valori della continuità e della solidità, ma lascia presagire la volontà di andare oltre, sperimentando nuove forme di divulgazione della storia. Il nuovo logo, infatti, racchiude nelle sue caratteristiche il senso di “innovazione nella continuità”, ed è quello che l’Isgrec ha fatto negli ultimi anni, complicati dalla pandemia, dalla questione della chiusura della sede, dal dover trovare risorse per ristrutturare gli spazi di lavoro e di accoglienza agli utenti della biblioteca e dell’archivio, che fanno parte della rete GROBAC. Il tutto continuando a portare avanti e incrementando la ricerca, le iniziative pubbliche, le mostre, i documentari, le pubblicazioni, le ore di didattica per gli insegnanti e gli studenti.

Il 2023 è un anno davvero importante per l’Istituto” – dice il Presidente Isgrec, Lio Scheggi – “Solo per dare la dimensione dell’impegno dell’Isgrec negli ultimi 18 mesi basta guardare i numeri dell’attività“.

Da gennaio 2022 a metà maggio 2023, infatti, sono state fatte circa 380 ore di didattica per gli studenti; 5 corsi di formazione per insegnanti, che hanno visto l’adesione anche di docenti fuori dalla provincia di Grosseto; più di 30 tra convegni e incontri organizzati o in rete con gli altri istituti toscani e altre realtà associative del territorio grossetano; 2 documentari, 2 mostre; 15 presentazioni di libri; 2 viaggi di studio, la pubblicazione dell’ottavo quaderno Isgrec/Effigi, dedicato alle Resistenze nel territorio maremmano e numerosi saggi pubblicati in libri collettanei dai ricercatori dell’Istituto; 6 progetti di ricerca tra avviati e conclusi.




Torna il trekking urbano dell’ISRT sui luoghi della Resistenza a Firenze!

Grazie al contributo del Comune di Firenze – Assessorato al Turismo, il nostro Istituto promuove una seconda edizione di passeggiate urbane dedicate a itinerari sui luoghi della guerra e della Resistenza a Firenze, con una specifica attenzione alle aree periferiche della città.

Il progetto, a cura della dott.sa Giada Kogovsek, è realizzato in collaborazione con l’Associazione culturale Regola d’Arte e con la partecipazione straordinaria di letizia Fuochi.

Per prenotazioni, scrivere a passeggiateliberazione@gmail.com

Calendario dei percorsi:

Venerdì 26 maggio ore 15-17 Oltrarno

Sabato 27maggio ore 10-12 Manifattura Tabacchi – Ponte di Mezzo

Venerdì 9 giugno ore 15-17 Oltrarno in lingua inglese

Sabato 10 giugno ore 10-12 Piazza Dalmazia – Stabilimento farmaceutico

Venerdì 15 settembre ore 10-12 Manifattura Tabacchi – Ponte di Mezzo

Venerdì 15 settembre ore 15-17 Mugnone: dalla Fortezza a Le Cure

Sabato 16 settembre ore 10-12 Campo di Marte

 




Intellettuali in fuga: la seconda edizione del portale dell’emigrazione intellettuale dall’Italia fascista

Durante il ventennio fascista l’Italia ha perduto docenti, studenti e studiosi, liberi professionisti di origine ebraica che decisero di andarsene all’estero dopo le leggi per “la difesa della razza” nella scuola, nelle università, nelle istituzioni culturali. Prima ancora avevano cominciato ad espatriare gli antifascisti, fuorusciti “da quella grande prigione che era diventata l’Italia”. A rintracciarli (l’elenco ha quasi 400 nomi) e a ricostruire le loro storie di” vite in movimento” con approfondite indagini è dedicato il sito web Intellettuali in fuga dall’Italia fascista. Migranti esuli e rifugiati per motivi politici e razziali, ideato e diretto da Patrizia Guarnieri, che ora è uscito in un’edizione molto ampliata. Le novità sono descritte qui: mappe geografiche interattive, rappresentazioni grafiche delle reti familiari di mobilità per genere e generazione, elenco dei familiari. Anche l’archivio fotografico è in continua crescita, grazie alla generosità dei discendenti e comuni cittadini, ed alla collaborazione di tanti archivi da ogni paese.

Fra le molte storie di antifascisti, nomi noti e meno noti che continuarono a combattere il fascismo da fuori del loro paese: Ernesto Rossi e suo fratello Paolo, Gaetano Salvemini, il giellista Mario Levi, “un timido capace di tutte le audacie”, Carlo Rosselli, sua moglie Marion Cave e sua madre Amelia Pincherle Moravia Rosselli , di cui sono pubblicate fotografie provenienti dall’archivio dell’ISRT. Con i genitori partivano naturalmente i figli, talvolta bambini e bambine: Maria Luisa e Giliana Berneri figlie dell’anarchico Camillo Berneri, Franca Trentin, figlia di Silvio e sorella di Bruno, letterata e resistente in Francia.

Sul sito ognuno può utilizzare le funzioni di ricerca e seguire Cosa c’è di nuovo mese per mese.

 




Mostra storica “Linea gotica aprile 1945” al Teatro Guglielmi




Presentato alla Biblioteca Franco Serantini il n. 300 della rivista “Italia contemporanea”

Alle ore 17.30 presso la Biblioteca Franco Serrantini, Istituto della Storia Sociale, della Resistenza e dell’Età Contemporanea in Provincia di Pisa, si è tenuta la presentazione del n. 300 della rivista
ITALIA CONTEMPORANEA, il quadrimestrale dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, Rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea. Dal 1974 essa costituisce la continuazione de «Il Movimento di liberazione in Italia» (suo primo nome), che accompagnò la nascita dell’Istituto nel 1949 come espressione del suo impegno scientifico e culturale.
Bruno Settis sottolinea la profonda differenza di questa rivista, nata il 1 luglio 1949, dalle precedenti riviste liberal-nazionali-patriottiche.
Ha introdotto l’evento Stefano GALLO (CNR e direttore della Biblioteca F. Serantini) e sono intervenuti Paolo PEZZINO (presidente dell’Istituto Nazionale F. Parri), Enrica ASQUER (Università di Genova) e Bruno SETTIS (Università di Bologna) e Fabio DEI (Università di Pisa).
Pezzino ha subito sottolineato l’importanza di “fare rete” e percorso brevemente le vicende dell’allora INSMLI, sin da quando il suo fondatore nel 1949 e presidente fino al 1972, Ferruccio Parri, ha subito voluto rendere pubbliche le sue carte. All’inizio della storia dell’INSMLI i presidenti sono stati partigiani e la loro è stata una storiografia militante: ad es. Parri, Quazza. Un primo cambiamento si è avuto nel 1996, con presidenti storici come Rochat (esperto di storia militare), Lajolo. La seconda fase dell’INSMLI è quella delle direzioni politiche: Scalfaro, Onida. La terza è quella ancora in corso, con l’elezione nel 2018, quando, con una svolta, si è deciso di eleggere uno storico e si è tenuta una vera e propria competizione elettorale, che ha visto la vittoria di Paolo Pezzino.
Pezzino si rammarica che due grandi storici non siano mai stati Presidenti del Parri: Claudio Pavone e Enzo Collotti.
La finalità del Parri è principalmente quella di ricerca storica e della lotta alle mistificazioni di essa e alle false notizie.
Attualmente il Parri è il principale responsabile scientifico di ciò che sarà il Museo Nazionale della Resistenza: a maggio inizierà la costruzione dell’edificio, ma dal cambio di governo non è giunto nessun riscontro dal Ministero della Cultura.
Prende poi la parola Enrica Asquer che spiega la nuova struttura redazionale di “ITALIA CONTEMORANEA”: dopo un lungo periodo di direzione del Prof. Nicola Labanca, ora è sorta una sorta di “tetrarchia”, composta da tre donne e un uomo, di cui lei è un membro.
In ogni numero di “ITALIA CONTEMPORANEA”, rivista trimestrale, c’è anche una Sezione Open Access, un’antologia annuale dei migliori saggi in lingua inglese.
La rivista si articola in tre sezioni: Studi e ricerche, che accoglie ricerche originali e studi su fonti di prima mano; Note e discussioni, che ospita rassegne, note critiche, nonché la pubblicazione di fonti e documenti particolarmente significativi e la presentazione di fondi archivistici pubblici e privati; Una specifica attenzione riservata all’uso pubblico della storia e al suo insegnamento.
Conclude ogni numero una Rassegna bibliografica, dedicata a esami approfonditi di un cospicuo numero di novità, nonché a segnalazioni più brevi dal carattere principalmente informativo.
Accanto a “ITALIA CONTEMPORANEA” è nata la rivista online novecento.org, più orientata sulla didattica.
La rivista ha un anelito molto vasto e vuole avvicinarsi a nuovi interessi oltre alla Resisten.za, per esempio la storia di genere, la storia economica e sociale, del lavoro, dell’ambiente. Accoglie firme di grandi autori ma anche di giovani ricercatori. Lo scopo è promuovere ricerca e pensiero e il fine è quello di aprirsi oltre l’ambito accademico.
Fabio Dei riconosce che spesso l’ANVUR spinge a costruire riviste che sono depositi di saggi accademici, non tengono conto delle recensioni. “ITALIA CONTENMPORANEA” ha un respiro diverso.




Streaming della presentazione di “Il tifo violento in Italia”




79° anniversario della strage di Montemaggio: la commemorazione

Domenica 26 marzo si è commemorata la strage di Montemaggio (Comune di Monteriggioni, Provincia di Siena), avvenuta il 28 marzo 1944, nella quale 19 giovani partigiani persero la vita per mano dei fascisti.
Le vittime appartengono ufficialmente al distaccamento della “Spartaco Lavagnini” e a Montemaggio hanno base a “Casa Giubileo”. Attaccati dai fascisti, dopo solo un’ora il combattimento è concluso: un partigiano rimane ucciso nello scontro armato, un secondo è ferito mentre tenta di fuggire e viene finito subito dopo. Gli altri 17 si arrendono con la promessa di aver salva la vita ma i fascisti prima si sfogano iniziando a picchiare i prigionieri, poi, privati alcuni delle scarpe, li fanno salire su di un camion. Arrivati nello spiazzo della strada detto “La Porcareccia”, i partigiani vengono fucilati con l’ausilio di una mitragliatrice.
Tutti i responsabili della strage sono stati liberati perché amnistiati a metà degli anni ’50.

La prima parte della commemorazione si svolge accanto al cippo che reca i nomi delle 19 vittime, di fronte ad una statua realizzata nel 1979 dallo scultore Nelson Salvestrini. Essa rappresenta un uomo che dorme e che pare uscito dal blocco di travertino in cui è scolpito. L’artista spiega che nelle sue intenzioni quel giovane partigiano non è morto ma dice “io morirò quel giorno in cui voi smetterete di lottare per tutto ciò per cui io ho lottato e per cui sono morto”.
Poi la commemorazione di sposta in un prato limitrofo.

Salgono sul palco il Sindaco di Colle Val D’Elsa, Alessandro Donati, una rappresentante dell’ANPI in sostituzione della vicepresidente nazionale Albertina Soliani, e il Professor Paolo Pezzino, Presidente dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri.
Il Sindaco esordisce citando il Discorso agli studenti milanesi di Piero Calamandrei nel 1955: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, oh giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.” Cita poi un estratto della circolare ai suoi studenti della Preside fiorentina Annalisa Savino, in seguito al pestaggio fascista avvenuto davanti al Liceo Michelangelo: “Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. ‘Odio gli indifferenti’”. E il sindaco così proclama “Noi che siamo qui, non siamo indifferenti. Gramsci non ce l’avrebbe con noi”.
E’ poi il turno della delegata ANPI: “i partigiani non sono stati uccisi in quanto italiani (e qui è chiaro il riferimento alle parole di Meloni alla commemorazione di qualche giorno fa alle Fosse Ardeatine) ma come combattenti contro il fascismo, e non sono stati uccisi da un nemico esterno, ma da altri italiani, fascisti”. E, in modo commovente, aggiunge: “Il sorbo che è stato falciato dalle mitragliate fasciste contro i partigiani di Montemaggio è stato ripiantato davanti a Casa Giubileo”.
È poi il turno di Pezzino che ricorda che “l’eccidio di Montemaggio è la più grave strage di partigiani in provincia di Siena e la seconda in Toscana dopo quella di Figline di Prato”. E asserisce: “attraverso il sacrificio dei giovani di Montemaggio la Resistenza è riuscita a riorganizzarsi, a progredire e avviarsi verso la Liberazione del paese. In Toscana alcune città sono liberate totalmente da parte dei partigiani: Arezzo, Firenze, altre da partigiani e alleati insieme, Siena e Livorno. La Resistenza non è stato solo un insieme di martiri ma un insieme di atti militari e civili, di impegni che hanno ottenuto la vittoria”. Poi legge la data di nascita dei partigiani uccisi a Montemaggio, tutti giovanissimi e tuona: “Sono questi i ragazzi che vogliamo ricordare e celebrare, oggi e tutti i giorni, come fondatori della nostra patria, non i ragazzi di Salò. E lo faremo con le commemorazioni e con lo studio della verità storica contro gli oblii e le false notizie che sempre più spesso ci vengono propinate”.
Alla fine dei discorsi ufficiali, la banda di Colle val d’Elsa suona Bella Ciao e Fischia il vento.
La commemorazione poi si sposta più in alto, di fronte a “Casa Giubileo”, dove viene posta la corona di alloro.
La celebrazione è allegra: c’è gente di ogni età, da un anziano partigiano ai giovani, e tanti bambini.
E, parafrando Benigni, “dopo il cuRturale principia il ricreativo”: in Casa Giubileo dall’ANPI è preparata una merenda con panini e vino. Offerta libera.
Preservare la memoria è anche questo: la gioia di persone di ogni età che si ritrovano a discutere, a cantare, a bere e a non dimenticare.