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“Guerra di notizie”, Firenze ’44. In rete il nuovo “Quaderno dell’Archivio”, con il contributo ISRT

Firenze, estate 1944: testimonianze di una “guerra di notizie”. Informazione, controinformazione, propaganda e comunicazioni nei ‘giorni dell’Emergenza’ è  il titolo del “Quaderno dell’Archivio” del Comune di Firenze n. 20. La pubblicazione racconta un’emergenza (quella dell’estate 1944) e nasce per un’emergenza: è infatti, il risultato del lavoro per l’allestimento di una esposizione documentaria prevista nel marzo-aprile di quest’anno: lavoro che fu improvvisamente interrotto per l’emergenza Covid-19. Alla sua realizzazione hanno contribuito gli archivisti dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, grazie alla ricchezza dei fondi ivi conservati.

Qui il link per scaricare la pubblicazione: https://cultura.comune.fi.it/dalle-redazioni/rete-il-nuovo-quaderno-dellarchivio

 




Uno spazio pubblico per ricordare Amelia Rosselli Pincherle a Firenze: la richiesta della Fondazione Circolo Rosselli

La Fondazione Circolo Rosselli si è rivolta al Sindaco di Firenze, Dario Nardella, all’assessore alla toponomastica Alessandro Martini, all’assessore alla cultura, Tommaso Sacchi per chiedere l’intitolazione di una via o comunque di uno spazio pubblico ad Amelia Rosselli Pincherle nell’anno centocinquantesimo della sua nascita (1870-2020).

Queste le motivazioni:

Amelia Rosselli ha avuto tre figli: il primo Aldo caduto volontario nel 1916 nella Prima guerra mondiale e gli altri due Carlo e Nello, uccisi per il loro antifascismo.

Amelia veniva da una famiglia risorgimentale mazziniana e fu decisiva nella formazione dei suoi figli al senso del dovere e al servizio degli ideali di libertà e di democrazia. Se vogliamo riscrivere la storia al femminile le dobbiamo questo riconoscimento.

Amelia Rosselli non solo è stata la madre coraggiosa e totalmente solidale di Carlo e Nello Rosselli uccisi nell’esilio francese dalla Cagoule (un’organizzazione terroristica di destra) su mandato del governo fascista italiano. Non solo è stata la guida e il punto di riferimento, dopo il loro assassinio, del gruppo formato dalle due nuore   vedove e dai sette piccoli nipotini rimasti orfani negli anni della fuga e dell’esilio dal 1937 al 1945, conducendoli prima in Francia, poi in Svizzera e in Gran Bretagna e finalmente negli Usa. Essa è stata la prima donna drammaturgo dell’Italia unita, scrivendo sia in italiano che nel suo dialetto di origine, il veneziano. I suoi drammi teatrali come Anima o Il Refolo, furono recitati nei grandi teatri italiani. Scrittrice anche di libri per l’infanzia, abbandonò la sua attività letteraria dopo l’assassinio di Carlo e Nello, per dedicarsi tutta alla memoria dei figli. Presidente della sezione letteraria del Lyceum venne dichiarata decaduta come ebrea all’avvento delle leggi razziali.

Amelia Rosselli, veneziana di nascita, può essere considerata fiorentina di adozione: venne a stabilirsi nel 1903 nella casa di via Giusti dove una lapide di Piero Calamandrei ricorda i suoi figli dove ritornò dopo l’esilio americano nel 1946 e vi morì nel 1954.

È doveroso che la città si ricordi di lei dedicandole una strada o comunque un significativo luogo pubblico.




L’Assemblea dei soci dell’ISRT approva, unanime, Bilanci e Relazione del Direttore

Il 31 ottobre 2020 l’Assemblea dei soci dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea ha approvato, all’unanimità, il Bilancio consuntivo 2019, il Bilancio preventivo 2020, con i documenti allegati, e la Relazione del Direttore.

Nel suo intervento il direttore, dott. Matteo Mazzoni, ha evidenziato lo sforzo sostenuto dall’Istituto in questi mesi segnati dalla pandemia e dalle sue conseguenze. Grazie al lavoro del personale, di collaboratori e collaboratrici i servizi di Biblioteca e Archivio hanno consentito di soddisfare, rispettivamente circa 650 e 220 richieste di utenti, venendo incontro alle esigenze di studenti e studiosi in una fase segnata da chiusure e difficoltà gravi per la ricerca. Inoltre non è venuto meno il lavoro nei settori della didattica, della ricerca e della divulgazione scientifica, come attestato dalla relazione sulle attività (pubblicata sul sito ISRT). Non mancano tuttavia le preoccupazioni per questa fase tanto precaria, pur con l’auspicio che Regione Toscana possa continuare a sostenere l’Isrt come tutta la rete degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea.

L’Assemblea è stata occasione di un lungo ed intenso confronto sulla gravità della situazione e sulla funzione che l’Isrt è chiamato a svolgere in questa fase così complicata.

Il rinnovo del consiglio direttivo è stato rinviato per consentire una partecipazione effettiva e diffusa dei soci, considerato l’aggravarsi della situazione pandemica e stante l’eccezionalità dello stato di emergenza in vigore.

 




Valdo Spini confermato alla Presidenza dell’Associazione delle istituzioni di cultura italiane.

Si è svolta oggi, giovedì 24 settembre, l’assemblea dell’Associazione delle istituzioni di cultura italiane, che ha proceduto al rinnovo degli organi statutari in scadenza. Valdo Spini, presidente della Fondazione Circolo Fratelli Rosselli di Firenze, è stato confermato alla Presidenza dell’Associazione per il prossimo triennio.

Il nuovo Comitato esecutivo è così composto: Francesco Accardo (Fondazione di ricerca Giuseppe Siotto); Nicola Antonetti (Istituto Sturzo); Margherita Azzari (Società geografica italiana); Germana Capellini (Fondazione Lelio e Lisli Basso); Marina Cattaneo (Fondazione Anna Kuliscioff); Alessandra Cavaterra (Fondazione Ugo Spirito-Renzo De Felice); Maria Pia Donat-Cattin (Fondazione Donat Cattin); Letizia Lanzetta (Istituto nazionale di studi romani); Salvatore Claudio La Rocca (Centro universitario europeo beni culturali); Gianvito Mastroleo (Fondazione Giuseppe Di Vagno); Paolo Pezzino (Istituto nazionale Ferruccio Parri. Rete degli Istituti storici della Resistenza ) Silvio Pons (Fondazione o Gramsci, Roma); Federico Ruozzi (Istituto scienze religiose Giovanni XXIII); Sergio Scamuzzi (Polo del ‘900); Siriana Suprani (Fondazione Gramsci Emilia Romagna); Massimiliano Tarantino (Fondazione Giangiacomo Feltrinelli); Antonio Tedesco (Fondazione Pietro Nenni) e Giuseppe Tognon (Fondazione trentina Alcide De Gasperi)

Sono confermati i revisori dei conti: Pier Francesco Bernacchi (Fondazione nazionale Carlo Collodi); Giuseppe Giorgetti; Luigi Tomassini (Fondazione di studi storici Filippo Turati)

L’assemblea ha inoltre proceduto all’approvazione del bilancio preventivo per il 2021 e all’ammissione di cinque nuovi soci:l’Istituto per lo studio dell’età contemporanea (ISEC) di Sesto San Giovanni; la Fondazione Centro studi Alfierani; la Fondazione Maytreia, istituto di cultura buddhista, la Fondazione Centro culturale San Fedele e l’Unione femminile nazionale

L’Associazione raggiunge così il numero di 125 soci.

L’assemblea ha infine preso atto delle comunicazioni del presidente Spini sulle prossime scadenze: l’evento “Riparti Italia, riparti cultura” che avrà luogo a Milano, presso la Fondazione Feltrinelli, il 5 ottobre, alla quale interverranno, tra gli altri il Commissario europeo per l’economia Paolo Gentiloni e il Ministro per i beni culturali e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini, e, in primavera, una iniziativa dedicata al rapporto tra istituti di cultura e regioni nell’ambito delle attività per Parma capitale italiana della cultura 2021 e, in autunno, la VII Conferenza nazionale dell’Associazione, che si terrà Cagliari.

“Rieletto alla Presidenza, ho accettato il nuovo mandato, consapevole che l’associazione può contribuire alla coscienza di uno sforzo unitario del paese per uscire dalla crisi e dare uno sbocco ai giovani, nel nostro caso in particolare a quelli che operano nella ricerca e nella cultura”.




Pubblicata online la nuova offerta formativa ISRT per le scuole!

L’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea, grazie alle proprie docenti distaccate e al lavoro di direzione e collaboratori, offre una rinnovata offerta formativa per insegnanti e scuole. Conoscenza della storia del ‘900 e educazione alla cittadinanza ne sono gli ambiti essenziali sia per la formazione docenti che per i progetti per le classi, realizzabili sia in presenza che a distanza.

Alla vigilia del nuovo anno scolastico, così complesso e difficile, un supporto per confermare e accrescere vicinanza e attenzione al mondo della scuola.

In allegato la brochure con i progetti.




PREMIO SPADOLINI NUOVA ANTOLOGIA – XXIV Edizione

Fondazione Spadolini Nuova Antologia
PREMIO SPADOLINI NUOVA ANTOLOGIA

XXIV Edizione speciale per i 40 anni della Fondazione

 

La Fondazione Spadolini Nuova Antologia bandisce il consueto premio annuale che si richiama a quello fondato da Giovanni Spadolini in onore della madre Lionella.

Art. 1 – Il premio è a carattere nazionale ed è dedicato a un tema attinente alla:

STORIA POLITICA E CULTURALE DELL’ITALIA CONTEMPORANEA (dall’ ‘800 ai giorni nostri)

Art. 2 – Saranno premiate tesi di laurea (vecchio ordinamento o laurea magistrale) e di dottorato discusse nei tre anni antecedenti al 2 giugno 2020 da candidati che non abbiano superato i 35 anni alla data di scadenza del bando.
Art.3 – In ricordo dell’insegnamento storico di Giovanni Spadolini, è stato chiesto al Presidente del Senato e al Presidente della Camera dei Deputati il conferimento di un proprio premio di rappresentanza quale riconoscimento a tesi di laurea e di dottorato ritenute dalla commissione particolarmente meritevoli per l’interesse e l’originalità della tematica affrontata e per il rigore scientifico.
Art. 4 – Il premio consiste in euro 6000, divisibile fino a quattro vincitori ripartiti fra tesi di laurea e/o di dottorato.
Art. 5 – Le domande, indicanti la data della discussione della tesi di laurea (con indicazione del relatore e del
punteggio conseguito) o di dottorato, accompagnate da un breve curriculum e sintesi del lavoro svolto, con
indicazione delle fonti, nonché una copia dell’elaborato (in forma cartacea o in dischetto, completa dei dati
dell’interessato, con indirizzo di posta elettronica e numero di cellulare) dovranno pervenire entro e non oltre il 30 settembre 2020 alla sede della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, Via Pian dei Giullari n. 139, 50125 Firenze. Gli elaborati inviati non saranno restituiti.
Art. 6 – La commissione giudicatrice è composta dal prof. Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, dalla prof.ssa Gabriella Ciampi, ordinaria dell’Università degli Studi della Tuscia, dal prof. Sandro Rogari, presidente dell’Accademia Toscana di scienze e lettere La Colombaria, e dal prof. Angelo Varni, professore emerito dell’Università degli Studi di Bologna. La comunicazione ai vincitori avverrà con lettera, recante altresì l’indicazione della data della cerimonia di premiazione.

www.nuovaantologia.it
Via Pian dei Giullari 139- 50125 Firenze
fondazione@nuovaantologia.it
tel. 055- 687521




Chiusura della sede ISRT per lavori straordinari al tetto

Da lunedì 25 maggio la sede dell’Isrt in via Carducci resta chiusa al pubblico fino al 1° giugno compreso (e comunque fino al termine dei lavori) per interventi straordinari ed urgenti al tetto dell’immobile, già procrastinati rispetto alla data prevista per l’intervento lo scorso marzo a causa degli effetti della pandemia di Covid19.
Alla riapertura della sede torneranno in vigore le regole previste dal Protocollo per l’utenza del 18 maggio che sono pubblicate sul sito dell’Isrt www.istoresistenzatoscana.it

 




“L’antisemitismo non è storia da studiare ma realtà da indagare”: Conferenza del Prof. Gadi Luzzatto Voghera.

Nell’ambito del  Corso di Formazione “Ricerca azione partecipativa e buone pratiche di insegnamento per la conoscenza interdisciplinare della Shoah”, in svolgimento dal  settembre al giugno 2020 presso l’Università di Firenze, in collaborazione fra l’USR Toscana, il Dipartimento FORLILPSI dell’Università di Firenze e Yad Vashem, venerdì 15 maggio si è tenuta una  conferenza del Professor Gadi Luzzatto Voghera, direttore del CDEC, sull’antisemitismo.

L’antisemitismo, dicono le statistiche, è in crescita in Europa, negli Stati Uniti e anche nel mondo islamico. In Italia l’antisemitismo “totale”, cioè quello intransigente e legato a ignoranza e pregiudizio immotivato, è radicato nel 12 per cento della popolazione, soprattutto in Sicilia e Sardegna, là dove, paradossalmente, gli ebrei sono davvero scarsamente presenti.

Bisogna valutare quale ricaduta abbia e nella nostra società e nella nostra didattica. La scuola non è il luogo preponderante in cui gli studenti apprendono la storia e la cultura degli ebrei e il pregiudizio antisemita appare radicato a qualsiasi età, anche in quella scolare. Queste le domande  e le affermazioni ricorrenti, poste anche senza malizia, quando si parla di Shoah o più in generale di antisemitismo, a una platea di studenti: “Se tutti hanno perseguitato gli ebrei vuol dire che qualcosa di male hanno fatto…”, “È vero che alla vigilia della seconda guerra mondiale gli ebrei avevano l’economia tedesca in mano?” e parlando del conflitto israelo-palestinese “Come è che si sono trasformati da vittime a carnefici?

La prima risposta che dobbiamo dare a tali inconsapevoli manifestazioni di ignoranza e pregiudizio è: gli ebrei non sono una realtà omogenea e definibile. La seconda va ricercata nella “visione lacrimosa” della storia, come la chiamava W. Baron, autore della monumentale e insuperata Social and Religious History of the Jews: gli ebrei si raccontano come un popolo sventurato e perseguitato, dagli Egizi alla doppia distribuzione del tempio di Gerusalemme, dalle persecuzioni nel Medioevo all’espulsione dalla Spagna a fine ‘400, fino alla Shoah.

Per contrapporsi a questo tipo di narrazione, “in the making of Israel”, si decise di puntare sul lato “eroico” degli ebrei, sulla loro rivolta, ad esempio celebrando quella del ghetto di Varsavia. Addirittura Ben Gurion, presiedendo una riunione sindacale nel neonato stato di Israele, quando intervenne uno uomo riuscito a fuggire da un lager per raccontare l’inferno da cui era scappato e che cosa stavano facendo agli ebrei in Europa, disse “fate tacere questa cenere di uomo”. Questo era l’atteggiamento! Gli ebrei israeliani non volevano più apparire come pecore che si lasciassero portare al macello. Una decina di anni dopo, nel 1961, il processo Eichmann cambia la prospettiva e anche Yad Vashem rovescia la narrazione dagli anni ’60 in poi facendo del “World Holocaust Remembrance Center” un luogo di religione civile, un luogo che radica lo stato di Israele nel suo passato e nella memoria della Shoah.

Il professor Luzzatto Voghera avanza poi tre proposte didattiche: 1) il linguaggio dell’antisemitismo 2) l’idea di complotto, 3) antisemitismo e antisionismo.

Nella prima si può partire da affermazioni come “ebreo ricco”, “ebreo capitalista”. Esse non hanno fondamento storico: l’ 80 per cento degli ebrei fra le due guerre viveva negli Shtetl dell’Europa dell’Est come sottoproletariato rurale. L’idea del complotto è poi anche molto attuale: sul web si diffondono voci che il corona virus sia  stato diffuso in forme segrete dai laboratori cinesi, americani, israeliani, e certi uomini politici non fanno altro che galoppare queste distorte e strumentali ipotesi. Ecco, per quanto riguarda gli ebrei il modello artefatto per la distorsione della realtà sono I protocolli dei savi anziani di Sion creato dalla polizia segreta zarista ad inizio ‘900 e, sebbene smentito subito da tanti storici, fra cui Cesare de Michelis, in Il manoscritto inesistente. I “Protocolli dei savi di Sion”, Marsilio, 2004, c’è sempre qualche negazionista che li tira fuori. Inoltre per la teoria del complotto si può prendere spunto dall’affaire Dreyfus. Per quanto concerne l’antisemitismo collegato e originato dall’antisionismo, la proposta didattica prende avvio dal concetto di sionismo, come di un tardo movimento nazionalista per poi  trattare la storia degli Yishùv, primi insediamenti in Israele. Ma il sionismo non finisce con la formazione dello stato di Israele: ha un balzo in avanti dopo la guerra dei 6 giorni e l’occupazione della Cisgiordania.

Al fine didattico, può essere utile partire dalla definizione di antisemitismo dell’HIRA, che il 26 maggio 2016 nella Plenaria, che si teneva a Bucarest, decise di adottare la seguente definizione operativa non giuridicamente vincolante di antisemitismo: “L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto”. Tale definizione è stata adottata anche dall’Italia il 18 gennaio 2020.

Il professor Luzzatto Voghera conclude dicendo: “Facciamo storia, non facciano retorica, altrimenti prestiamo il fianco ai pregiudizi e al negazionismo”.