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On line in HD il documentario “Roccastrada 1921. Un paese a ferro e fuoco”

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On line in HD il documentario “Roccastrada 1921. Un paese a ferro e fuoco” (produzione Isgrec/Comune di Roccastrada,  2021, regia di Luigi Zannetti, consulenza storica Isgrec), proiettato in anteprima il 24 luglio u.s. a Roccastrada in occasione del centenario della strage del 1921

》》》https://vimeo.com/577824781




Resistenza “Ante litteram”. Svoltosi a Sarzana il Convegno a 100 anni dai “fatti” del 1921.

Venerdì 16 e Sabato 17 Luglio 2021 si è tenuto, presso la Sala Capriate della Fortezza Firmafede di Sarzana, il Convegno di Studi

 Resistenza “Ante litteram”. A cent’anni dai fatti di Sarzana (1921-2021)

Organizzato da ANPPIA, Archivi della Resistenza, ANPI, Museo Audiovisivo della Resistenza di Fosdinovo, l’evento ha il patrocinio dell’Istituto Nazionale “Ferruccio Parri” – Rete degli Istituti per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea in Italia -, con la presenza del Presidente Paolo Pezzino.

Il Convegno di studi, dedicato al centenario dei “Fatti di Sarzana”, ha riunito alcuni dei più importanti studiosi di quell’epoca storica, insieme a studiosi della nuova generazione (come Andrea Ventura dell’ISREC LU, e Davide Conti, consulente della Procura di Bologna), con un programma densissimo.

Il 21 luglio 1921 avvenne a Sarzana uno dei fatti più significativi ed emblematici del breve intermezzo storico tra “biennio rosso” e il cosiddetto “biennio nero” – come l’ha definito nella sua relazione Angelo D’Orsi (Università di Torino) – fino alla Marcia su Roma. Un evento inserito nel generale contesto di rafforzamento dello squadrismo fascista e, contestualmente, di costruzione di una prima forma di resistenza armata e organizzata.

Cosa avvenne a Sarzana?

All’alba del 21 Luglio giunse una colonna di circa 500 squadristi per assaltare la città e liberare dalla Fortezza Firmafede alcuni fascisti che vi erano incarcerati, responsabili degli atti di violenza e degli omicidi avvenuti nei giorni precedenti. Il prefetto di Genova – in provincia della quale era allora Sarzana -, per proteggere la città da ulteriori assalti squadristi, aveva ordinato l’invio di un nutrito numero di Carabinieri reali e guardie del Regio Esercito, i quali, anziché comportarsi come di norma accadeva, cioè aiutando i fascisti, li fronteggiarono. Durante la giornata di scontri, in cui i fascisti persero quattordici uomini, si verificò uno dei pochi episodi di resistenza armata spontanea all’ascesa del fascismo da parte della popolazione civile e degli Arditi del Popolo – una delle prime organizzazioni antifasciste volta a proteggere la popolazione dalla violenza squadrista (di questa formazione paramilitare ha parlato Eros Francescageli, in collegamento dalla Turchia, nella sua relazione).

I “fatti di Sarzana”, sono una eccezione e già un’anomalia era che la città fosse governata dai socialisti (come sottolinea Emanuele De Luca, di Archivi della Resistenza, nella sua relazione).

I “Fatti di Sarzana” del 21 Luglio 1921 consentono di guardare a quel decisivo momento della storia d’Italia da un’angolatura unica e particolare, individuando la tensione innescata da una violenza squadrista che muoveva i suoi passi tra Carrara e La Spezia generando, così come in altre parti del paese, scontri e azioni di stampo intimidatorio e violento.

 Obiettivo del Convegno di Studi è, in primo luogo, di fare il punto sulla storia del fallito assalto fascista alla città, contestualizzando però i “Fatti” all’interno di una cornice storica ampia, sia storiograficamente che geograficamente, e ricca di piste di studio nuove e originali.

Ampio spazio è stato dedicato ai protagonisti di quello scontro, passando dalla genesi e dalla morfologia dello squadrismo fascista, con gli interventi di Mimmo Franzinelli, dal titolo “squadrismo e resistenza popolare, e di Roberto Bianchi, dell’Università di Firenze, necessari per entrare dentro la storia dello squadrismo, delle sue dinamiche e delle ragioni del suo affermarsi. Bianchi ha tracciato un quadro sintetico degli avvenimenti del 1920-21, in cui il fascismo prende possesso degli spazi pubblici con molto anticipo rispetto alla marcia su Roma, per contestualizzare i “fatti di Empoli” del 1 Marzo 1921, e i “fatti di Sarzana” del 21 Luglio dello stesso anno.

Le motivazioni degli scontri di questi anni vanno rintracciate nella crisi delle élites dirigenti liberali in un paese spaccato già dalla guerra, al ricambio politico e culturale alle amministrative, con l’irruzione delle masse nella scena pubblica e al “salto di qualità” nelle azioni dello squadrismo, nel contesto di un fenomeno transnazionale (cfr. uccisione di Rosa Luxemburg nel ’19 a Berlino).

Del primo antifascismo armato hanno parlato Franco Bertolucci, del Centro Studi Biblioteca “Franco Serrantini”, la storica Martina Guerrini, Gino Vatteroni, del Circolo Culturale Anarchico “Gogliardo Fiaschi” e lo storico Luigi Balsamini.

Di memorialistica e monumenti, di letteratura e narrazioni, hanno parlato Monica Schettino, dell’Istituto nel Biellese, nel Vercellese e in Val di Sesia, lo storico Giorgio Pagano, Massimo Michelucci, dell’Istituto Storico della Resistenza Apuana, Alessio Giannanti ed Emanuele De Luca, entrambi di Archivi della Resistenza, offrendo uno sguardo interdisciplinare sui fatti.

Ha partecipato anche il regista e scrittore Luigi Faccini, che con il suo film “Nella città perduta di Sarzana” del 1980, ha portato un’attenzione a livello nazionale sulla vicenda storica e ha poi continuato a studiare quegli eventi con pubblicazioni e giornate di studio.

Un fondamentale sguardo oltre Sarzana è stato offerto da Cesare Bermani sui “Fatti di Novara”, Fracoise Morel Fontanelli sugli esuli a Marsiglia, William Gambetta sull’arditismo a Parma, Marco Rossi su Livorno e Tiziano Vernazza sul ruolo di La Spezia in tutta questa vicenda.

Numerosissima è stata la presenza al convegno da parte di un pubblico sinceramente interessato. Questo il convegno è stata l’occasione di mettere in relazione gli studiosi con l’intera cittadinanza, facendo sì che le pagine di storia non vengano chiuse o riscritte e favorendo la sensibilizzazione della cittadinanza sul significato storico e civile dell’antifascismo, a partire da un evento storico così significativo per la storia cittadina e nazionale, presentato dalla più autorevole e aggiornata ricerca storico-scientifica.

Il convegno è stato trasmesso anche in streaming sui canali social di Archivi della Resistenza (Facebook e Youtube).




Convegno storico sui fatti del 1921 a Empoli: ‘Squadrismo e violenza politica in Toscana’

Due giorni in cui si parlerà di una Storia che riguarda tutti, che parla al nostro presente e sulla quale, con l’aiuto della ricerca storica, a cento anni di distanza oggi possiamo tornare a riflettere e discutere richiamando lo “stato dell’arte” sul tema e ponendo qualche punto fermo in vista di ulteriori ricerche che si auspica possano essere messe in cantiere.

Queste le prime parole di introduzione al Convegno intitolato “1921. Squadrismo e violenza politica in Toscana” del responsabile scientifico, Roberto Bianchi, che la città di Empoli ospiterà nei locali del Complesso ‘La Vela Margherita Hack’ ad Avane, in via Magolo, 32.

Per due giorni si svolgerà un’iniziativa di alto profilo nell’intento di approfondire la storia del 1921 che interessò la Toscana.

Le date: venerdì 10 e venerdì 17 settembre 2021 a partire dalla mattina si alterneranno firme di storici, insegnanti, studiosi, ricercatori con l’obiettivo di fornire un quadro dello stato degli studi su quella fase storica, per dare una lettura del contesto generale in cui avvennero i singoli fatti, che altrimenti possono restare incomprensibili.

COME NASCE L’IDEA – Il progetto, nato da un’idea di Mauro Guerrini, è frutto di una collaborazione tra Comune di Empoli, nella figura del presidente del Consiglio Comunale, Alessio Mantellassi, Società storica Empolese (Guerrin), Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, nella figura del direttore Matteo Mazzoni; Dipartimento Sagas dell’Università di Firenze (R. Bianchi e M. Guerrini). Curatori della bibliografia sono Daniele Lovito e Martina Ponzalli, sotto la direzione di Roberto Bianchi e Mauro Guerrini.

PERCHE’ A EMPOLI – Tra l’autunno 1920 e la primavera 1921 in Toscana vi fu un momento di svolta che era diretta conseguenza della prima guerra mondiale e che si concluse con una presa di controllo degli spazi pubblici da parte di blocchi dell’ordine e fascisti.

Le vicende della regione sono particolarmente significative sul piano storiografico perché mostrano la precocità dell’avvento del fascismo che, con molti mesi di anticipo sulla Marcia su Roma, di fatto arrivò a controllare gli spazi pubblici a seguito di una vasta ondata di violenze.

Perché a Empoli? Il curatore del convegno ha proposto di organizzarlo a Empoli sia per il forte valore simbolico e per l’impronta lasciata nelle memorie (memorie divise) dai tragici fatti del primo marzo, sia per la volontà di decentralizzare iniziative culturali di rilevo nel territorio toscano, evitando di concentrarle sul capoluogo regionale.

LE SESSIONI – Il convegno è articolato in tre sessioni. La prima sul 1921 in Italia, con interventi sul contesto nazionale, l’assetto dello Stato, le forze dell’ordine, la magistratura, la dimensione territoriale del fascismo. La seconda è dedicata alla regione, con l’analisi di alcuni casi significativi. La terza parte centra l’attenzione su Firenze ed Empoli. L’iniziativa si chiuderà con una tavola rotonda sui fatti di Empoli tra storia e memoria pubblica, con la partecipazione di docenti e studiosi di storia locale.

L’IMPEGNO DEL COMUNE DI EMPOLI – Al contempo, risulta significativo l’impegno del Comune di Empoli nel sostegno al progetto di ricerca bibliografica sulla storia e le rappresentazioni dei fatti del 1° marzo dal 1921 in poi. Obiettivo è raccogliere ed elencare tutto ciò che è stato prodotto sul tema, sia per fornire uno strumento che potrà essere usato in sede di ricerca, sia per ripercorrere la trasformazione del dibattito pubblico, del confronto politico e della ricerca storica nel corso del secolo che ci separa da quelle vicende. Il lavoro è praticamente concluso: emerge un quadro significativo composto da un numero notevole di “prodotti” di varia natura, al cui interno emergono fonti dirette e fonti indirette, saggi, articoli, fumetti, film, giornali, siti internet, video e altro.

Nel suo insieme, dunque, con questo progetto si intende presentare una serie di studi e riflessioni sul passaggio dal 1920 al 1921 in Toscana, al cui interno avvennero eventi tragici ed eroici, per offrire uno sguardo largo, d’insieme, cercando di togliere quel 1921 dall’incandescenza che spesso ha accompagnato rievocazioni e commemorazioni, ma anche con la consapevolezza che la storia contemporanea è una arena di conflitti e che in ambito pubblico non può essere imposta una memoria omologata, inamovibile, condivisa da tutti. Il passaggio tra guerra, dopoguerra e fascismo si colloca all’interno di una fase storica che lasciò un segno profondo sul XX secolo; vari studiosi hanno parlato di “guerra civile europea 1914-1945”. È su quello sfondo che si collocano i singoli fatti, le piccole-grandi storie delle comunità locali, le tragedie individuali e familiari come pure gli atti coraggiosi di uomini e donne protagonisti di episodi talvolta dimenticati.

DICHIARAZIONI –

BRENDA BARNINI, sindaco del Comune di Empoli – «Dopo l’investimento fatto nello scorso mandato amministrativo sui Novecento anni di Empoli che ci ha portato ad una importante pubblicazione, proseguiamo questa volta con il convegno sui fatti del 21. Conoscere la storia, approfondirla e mettere a disposizione dei cittadini strumenti di lettura e studio è a nostro avviso uno dei compiti dell’amministrazione comunale. Per farlo c’è bisogno di collaborare con professionisti di livello come facciamo da sempre nel comune di Empoli. Sarà questa l’ennesima importante occasione per rinsaldare la conoscenza del nostro passato ed uscirne quindi ancora più consapevoli dei fondamenti valoriali della nostra comunità».

MATTEO MAZZONI, Direttore Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea – «Questo progetto è un’occasione importante, non solo per Empoli, per la promozione di una pagina complessa e significativa del nostro passato attraverso il rigore della conoscenza storica. Impegno e prospettiva che condividiamo e perseguiamo con costanza. Per questo vi abbiamo aderito con convinzione come Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea».

MAURO GUERRINI, Università di Firenze, Presidente della Società Storica Empolese – «Non so se cento anni siano sufficienti a passare dalla memoria o, più esattamente, dal sedimento ideologico che ha condizionato la narrazione dei Fatti di Empoli del 1° marzo 1921 a un tentativo di una loro ricostruzione storica. La pregiudiziale del racconto – complotto fascista o complotto antifascista – ha, infatti, pesato e tuttora pesa politicamente. Se riuscissimo nell’intento avremmo compiuto un salto paradigmatico nella rifondazione della storia contemporanea di Empoli. Il convegno proposto dalla Società storica empolese, con incarico di coordinatore scientifico a Roberto Bianchi, iniziativa ottimamente accolta dal Comune di Empoli, ha l’obiettivo di mettere ordine, ricollocare i tasselli al loro posto in un mosaico dal disegno oramai opaco per il decorrere di cento anni. Un convegno ambizioso nelle sue finalità, ma non risolutivo; suo scopo è semmai stimolare ulteriori ricerche che riportino alla considerazione dei fatti, facendo uscire la loro finora travagliata e controversa descrizione, cercando di chiarire il tema con un taglio rigoroso, squisitamente scientifico e non ideologico».

ROBERTO BIANCHI, Università di Firenze, Responsabile Scientifico del Convegno – «Con questo progetto si intende presentare una serie di studi e riflessioni sul passaggio dal 1920 al 1921 in Toscana, al cui interno avvennero eventi tragici ed eroici, per offrire uno sguardo largo, d’insieme, cercando di togliere quel 1921 dall’incandescenza che spesso ha accompagnato rievocazioni e commemorazioni, ma anche con la consapevolezza che la storia contemporanea è una arena di conflitti e che in ambito pubblico non può essere imposta una memoria omologata, inamovibile, condivisa da tutti. Il passaggio tra guerra, dopoguerra e fascismo si colloca all’interno di una fase storica che lasciò un segno profondo sul XX secolo; vari studiosi hanno parlato di “guerra civile europea 1914-1945”. È su quello sfondo che si collocano i singoli fatti, le piccole-grandi storie delle comunità locali, le tragedie individuali e familiari come pure gli atti coraggiosi di uomini e donne protagonisti di episodi talvolta dimenticati. Si tratta di una storia che riguarda tutti, che parla al nostro presente e sulla quale, con l’aiuto della ricerca storica, a cento anni di distanza oggi possiamo tornare a riflettere e discutere richiamando lo “stato dell’arte” sul tema e ponendo qualche punto fermo in vista di ulteriori ricerche che si auspica possano essere messe in cantiere».

ALESSIO MANTELLASSI, Presidente del Consiglio Comunale di Empoli con delega alla cultura della memoria– «La città di Empoli, in occasione del centenario dei fatti del 1921, ospiterà un convegno di grande qualità e di ampio respiro. Era necessario offrire una occasione culturale all’altezza di questo momento e con un approccio maturo. Infatti è fondamentale che quei fatti vengano, non solo contestualizzati, ma anche letti in una prospettiva lunga e temporalmente estesa. Pe questa ragione il convegno offre molti contributi sul contesto politico italiano del 1921, sugli scontri e sulle violenze di quegli anni, sulla tensione toscana e fiorentina: per inquadrare bene e in modo corretto i fatti della nostra città. Ringrazio tutti i soggetti che con noi hanno organizzato questo momento, tutti i relatori e le relatrici perché ci consentiranno di costruire un evento in presenza di alto livello. La necessità di agire con correttezza storica, di contestualizzare i fatti, di leggerli nel tempo e in una corretta dimensione geografica e territoriale ci aiuta a vivere questo appuntamento con assoluta maturità. È, a mio avviso, matura una comunità che senza lacerarsi affronta la sua storia dotandosi di tutti gli strumenti di indagine, conoscenza e approfondimento che gli sono utili. Ne vale della capacità di Empoli di conoscere sé stessa, di capirsi e di saper discutere la propria storia.

Il mio invito e il mio auspicio è che la comunità empolese, con la vivacità che la contraddistingue, e con la maturità che gli è caratteristica, possa sfruttare questa occasione culturale del convegno per proseguire, sempre meglio, un percorso di conoscenza di quei fatti già in corso da anni, senza lacerarsi o dividersi. Sarà una bella occasione, da cogliere tutti insieme».

PROGRAMMA DEL CONVEGNO

1921. Squadrismo e violenza politica in Toscana

10 e 17 settembre 2021

LA VELA MARGHERITA HACK

Via Magolo, 32, Empoli

Venerdì 10 settembre 2021

Saluti istituzionali ore 9.30

Comune di Empoli

Dipartimento Sagas UniFi

ISRT

Società storica empolese

Presentazione Roberto Bianchi (UniFi)

Sezione 1. 1921 Presiede Mario G. Rossi (Isrt) 10.00-13.00

Andrea Baravelli (UniFe), Spazi e geografie del fascismo: un confronto tra regioni

Mirco Carrattieri (UniMore), Per un atlante della violenza politica nel primo dopoguerra italiano

Luca Madrignani (Isra), Le forze dell’ordine

Sheyla Moroni (UniFi), Il 1921 in tribunale. Casi di studio

Matteo Mazzoni (Isrt), In armi per la Nazione (e per se stessi). Percorsi dello squadrismo toscano

Pausa

Sezione 2. Toscana Presiede Valeria Galimi (UniFi) 15.00-18.00

Andrea Ventura (Isrec), La Toscana nord-occidentale

Emanuela Minuto (UniPi), Pisa

Marco Manfredi (Istoreco), Sovversivismo popolare e fascismo squadrista a Livorno

Stefano Bartolini (Isrpt), L’anno nero. L’ascesa del fascismo tra Prato, Pistoia, l’Appennino

Ilaria Cansella (Isgrec), Lo squadrismo nel Grossetano

Gabriele Maccianti (Accademia senese degli Intronati), Fascismo senese in azione

Interventi e discussione 18.00-19.00

*****

Venerdì 17 settembre 2021

Sezione 3. Firenze-Empoli Presiede Monica Pacini (UniFi) 10.00-12.00

Roberto Bianchi (UniFi), Firenze Empoli Sarzana

Andrea Mazzoni (Isrt), Da Lavagnini alle barricate

Paolo Pezzino (Ist. Parri), I fatti di Empoli nelle carte processuali

Lorenzo Pera (UniFi), Empoli 1921-1945: traiettorie biografiche del fascismo empolese

Gianluca Fulvetti (UniPi), Dopo i fatti. Percorsi biografici dell’antifascismo empolese

Interventi e discussione 12.00-13.00

Pausa

Sezione 4. Tavola rotonda: I fatti di Empoli tra storia e memoria pubblica

coordina Roberto Bianchi (UniFi) 15.00-17.00

Claudio Biscarini (Società storica empolese)

Daniele Lovito (insegnante)

Roberto Nannelli (avvocato)

Paolo Pezzino (Istituto Parri)

Paolo Santini (Bullettino storico empolese)

Simonetta Soldani (Passato e presente)

Interventi e discussione 17.00-18.00

Saluti istituzionali Dario Parrini (Presidente Commissione Affari costituzionali al Senato)

[Comunicato stampa Comune di Empoli]




La Biblioteca di Scienze Sociali dell’Università di Firenze ricorda con un video la figura e gli studi di Andrea Devoto

Andrea Devoto e i campi di sterminio
Con un proprio video, la Biblioteca di Scienze Sociali dell’Università di Firenze ricordare la figura e gli studi di Andrea Devoto. L’iniziativa vuole essere un forte invito a scoprire la sua raccolta di libri e il suo archivio conservati presso la Biblioteca.

Andrea Devoto (1927 – 1994), psichiatra e psicologo sociale, ha dedicato tanta parte delle sue ricerche alle dinamiche che sono alla base dei regimi totalitari, alla psicologia delle vittime e dei carnefici dei campi di sterminio, alla solitudine dei sopravvissuti, al valore della testimonianza.
Crediti
Citazioni dalle opere di Andrea Devoto Ricerca documentaria: Lucilla Conigliello, Eugenia Corbino, Maria Giovanna Le Divelec Devoto, Vincenzo Natile, Francesca Palareti Testi: Eugenia Corbino, Lucilla Conigliello Interpreti: Lapo Montelatici, studente; Eugenia Corbino, bibliotecaria Acting coach: Rosaria Giangrande Coordinamento, riprese e montaggio: Vincenzo Natile Wiegala (Lullaby) by Ilse Weber (1903-1944): Arr. The alt Default Dave Connor, Double Bass, Hannah Nicholas, Viola/Voice, Nathaniel Wolkstein, Guitar https://youtu.be/R7jlV4QOKrE




Pian d’Albero: nei luoghi dell’eccidio nasce il Sentiero della Memoria

Pian d’Albero è la nostra memoria fondativa, una memoria condivisa che non appartiene al passato, ma è un lasciapassare necessario per il futuro”: così la sindaca Giulia Mugnai ha ricordato i tragici fatti del giugno 1944 durante la doppia celebrazione per il 77° anniversario dell’eccidio di Pian d’Albero che si è tenuta domenica 20 giugno 2021, prima con una celebrazione istituzionale in forma ristretta davanti al casolare Cavicchi, teatro del massacro nazista, poi con la cerimonia pubblica al monumento alla memoria di Sant’Andrea di Campiglia.

Sabato 26 giugno, poi, è avvenuta l’inaugurazione del Sentiero della Memoria, un percorso escursionistico attraverso i luoghi simbolo della Resistenza sui Monti Scalari, tra i quali lo stesso casolare.

“Nell’eccidio del 20 giugno 1944 furono ammazzate 39 persone. Morirono giovani partigiani e contadini, morì il piccolo Aronne Cavicchi, poco più di 14 anni. Pian d’Albero è una ferita profonda che ci rammenta costantemente la ferocia del nazifascismo, ma ci racconta anche di come la comunità abbia saputo rinascere e ricostruirsi con la solidarietà, i diritti, la democrazia, anziché con la vendetta”, ha detto la sindaca.

Pian d’Albero è anche la tappa principale del Sentiero della Memoria, un percorso ad anello lungo circa 11 chilometri, con partenza e arrivo a Poggio alla Croce, attraversando i luoghi della Resistenza sui Monti Scalari: il casolare dei Cavicchi, teatro dell’eccidio, ma anche altri casali e rifugi di fortuna che vennero utilizzati dalla Brigata partigiana Sinigaglia, fino a raggiungere la linea Mädchen, ultimo avamposto difensivo delle forze nazifasciste, teatro di un durissimo scontro al termine del quale ebbe la meglio il reggimento scozzese dei Black Watch, che nel luglio 1944 riuscì a sfondare. Lungo il percorso, dei pannelli informativi raccontano le vicende di quei tragici giorni. Il tracciato escursionistico non presenta particolari difficoltà ed è adatto a chiunque abbia un minimo di confidenza con la camminata nel bosco.

Il Sentiero della Memoria è un progetto promosso da Comune di Figline e Incisa Valdarno, Comune di Greve in Chianti, Anpi Figline, Anpi Bagno a Ripoli, Anpi Firenze Sud (Gavinana), Anpi Ponte a Ema, Anpi Rignano Reggello, realizzato anche grazie alla collaborazione di omunCai Firenze, Gaib – Gruppo Avvistamento Incendi Boschivi, Gruppo San Michele Gev del Chianti, Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, Prociv Incisa, Vab Rignano sull’Arno – Antincendi Boschivi – Protezione Civile, Circolo Sms Poggio alla Croce, Matteo Barucci, Oliviero Buccianti, Fabio Modi, Francesco Modi e in fase finale Valdisieve Offroad Club 4×4.

Il videohttps://www.youtube.com/watch?v=IrKAaQFe0Bg&t=258s




Deposizione delle Pietre d’Inciampo per 24 persone catturate all’Ospizio ebraico di Firenze

Il 5 maggio p.v. alle ore 11,00 in viale Amendola 4 si svolgerà anche a Firenze la posa di 24 pietre d’inciampo in memoria delle persone che il 24/5/1944 furono deportati dall’Ospizio Israelitico di Firenze, fra i quali vi erano anche una mamma con i suoi due bambini.

La manifestazione organizzata con la collaborazione del Comune di Firenze si svolgerà nel rispetto delle misure anti-Covid,  con le persone presenti all’aperto, in numero ridotto e avranno l’obbligo di indossare le mascherine e di mantenere le debite distanze.

La data della posa è stata decisa in collaborazione con il Comune di Firenze, in prossimità e nell’ambito delle celebrazioni del 25 aprile e vedrà la partecipazione del Sindaco e di altre autorità locali. Sarà presente il direttore dell’ISRT Matteo Mazzoni. Interverrà Marta Baiardi, ricercatrice dell’ISRT, che ha compiuto la ricerca e terrà l’introduzione storica.

Elenco dei 24 deportati, a cura di Marta Bariardi: BAIARDI-DEPORTATI OSPIZIO




UNA PER TUTTI. Le donne di ieri, la comunità di oggi: si parte con tre grandi donne della Resistenza

Una per tutti è il progetto dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze nell’ambito di “Partecipazione culturale”, il Bando tematico che la Fondazione dedica al sostegno di programmazioni culturali finalizzate a potenziare la partecipazione attiva della comunità locale e l’inclusione sociale delle periferie.

Due cicli da tre incontri ciascuno a partire da una donna che ha contribuito attivamente alla costruzione della democrazia e della cultura del nostro Paese: Tosca Bucarelli, Teresa Mattei, Anna Maria Enriques Agnoletti, Daisy Lumini, Laura Orvieto e Margherita Hack.

Le racconteremo attraverso gli interventi di espert*, le performance artistiche della cantautrice Letizia Fuochi e attraverso le voci della memoria, cittadin* volontar* che si trasformeranno in Messaggeri di Memoria, consegnandoci le loro storie e tratteggiando – attraverso la loro partecipazione attiva – un momento storico e culturale di grande importanza.

Il primo ciclo, sulla Resistenza, comincia il 22 maggio: sono alcune delle figure più note della Resistenza fiorentina le protagoniste del primo ciclo di incontri di Una per tutti. I tre appuntamenti vedranno l’intreccio fra una conferenza e momenti affidati a quelle/quei cittadine/i (di qualunque fascia d’età) che hanno accolto il nostro appello a diventare Messaggeri di Memoria, consegnandoci le loro storie e tratteggiando – attraverso la loro partecipazione attiva – un momento storico e culturale di grande importanza. Saranno coordinate/i e guidate/i dalle performance artistiche della cantautrice Letizia Fuochi.

Di seguito il calendario degli incontri e la mail per iscriversi (prenotazione obbligatoria):

Una per tutti_calendario




Il Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza riapre al pubblico domenica 2 maggio

Il Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza riapre al pubblico domenica 2 maggio.

In conformità con le disposizioni del nuovo DPCM del 22/04/2021 il Museo riapre al pubblico – anche nel fine settimana ma solo su prenotazione – con il seguente orario ed ingresso gratuito:

durante la settimana: dal lunedì al venerdì ore 9.30-12.30 e lunedì e giovedì ore 15.00-18.00

il fine settimana: sabato ore 16.00-19.00 – domenica 9.30-12.30 e 16.00-19.00

L’ingresso durante il fine settimana è consentito solo su prenotazione telefonando al numero 0574 461655 ; dal lunedì al venerdì mattina ore 9-13, oppure scrivendo a info@museodelladeportazione.it.

Saranno prese in considerazione le richieste che arriveranno entro le ore 13 del venerdì.

 

In occasione della riapertura offriamo anche due visite guidate gratuite su prenotazione: giovedì 6 e giovedì 20 maggio alle ore 15.30.

Mercoledì 2 giugno  – FESTA DELLA REPUBBLICA – apertura straordinaria anche il pomeriggio (9.30-12.30 e 15.00-18.00) con visita guidata gratuita su prenotazione alle ore 15.30.