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75° anniversario della Liberazione di Pitigliano

Venerdì 7 e domenica 9 giugno l’Anpi, sezione “Pietro Casciani” di Pitigliano, con la collaborazione del Comune, organizza due giornate di commemorazione per celebrare i 75 anni (1944- 2019) dal bombardamento e dalle liberazione di Pitigliano.

Venerdì 7 giugno, alle 11, si terrà la santa messa in cattedrale e alle 12 la deposizione della corona alle Macerie. Seguirà l’intervento del professor Franco Dominici e la lettura di testimonianze da parte dei ragazzi dell’Istituto “Zuccarelli”.

Domenica 9 giugno, alle 10, “Il Fiore del partigiano”: al Parco delle Rimembranze omaggio ai caduti del bombardamento e ai partigiani che liberarono Pitigliano.

Nell’occasione sarà distribuito gratuitamente dall’Anpi lo speciale che il “Corriere del Tufo” ha dedicato a questo anniversario.




6 giugno 2019: doppia presentazione di libri sulle ragazze del ’68

invito«Conflitto con la famiglia e insieme uscita dalla famiglia, tuffo nel grande mondo intero, orizzonti culturali spalancati, scoperta ingenua e inebriante della libertà personale, fuori dai dogmi e dalle imposizioni:         questo in sintesi il mio ‘68…». Che eredità hanno lasciato quelle ragazze entusiaste alle generazioni di donne venute dopo di loro? Ce lo fanno capire, in tutto l’intricato intreccio di politica e di vita vissuta, due libri “esperenziali”, entrambi raccolta di più testimonianze, usciti nell’anno del cinquantenario. Sono Ragazze nel ’68, edito da Enciclopedia delle donne e dalla Fondazione Badaracco e La ragazza che ero, la riconosco, edito da Iacobelli. Il primo, quasi in presa diretta con il passato, racconta le manifestazioni e le occupazioni delle università, la Statale e la Cattolica di Milano, ma anche Trento e Roma, la formazione dei gruppi politici. Senza dimenticare i vestiti, i libri, le canzoni, gli amori. Il secondo, segue il ritrovarsi di un gruppo genovese di autocoscienza quarant’anni dopo, per ricostruire il “come eravamo”. Due tagli diversi, uno più di cronaca e l’altro più narrativo, ma che spesso si mescolano, per raccontare alle più giovani le origini del femminismo italiano, che proprio prese le mosse dall’esplosione del movimento studentesco, quell’essere insieme ai compagni maschi in maniera apparentemente paritaria ed esaltante, e scoprire man mano le differenze, la differenza. E su questa scoperta costruire un pensiero e una pratica nuovi. Entrambi sono schegge di autobiografismo femminile, che coinvolgono e commuovono, perché sono vita vera, emozioni, sentimenti. E, affondando nella memoria personale di ognuna e nelle reciproche relazioni, illuminano una stagione di grande trasformazione ancora poco analizzata.

 Per far emergere la ricchezza delle testimonianze, per mettere in relazione punti di contatto e diversità, due autrici presenteranno a vicenda il libro dell’altra: la giornalista Donatella Borghesi parla di La ragazza che ero, la riconosco, la storica Marta Baiardi di Ragazze nel ’68 giovedì 6 giugno alle ore 17.30 nella nuova sede della Libreria delle ragazze in via Fanti 11/b.

 L’iniziativa è promossa da Isgrec – Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea – , dal Centro documentazione Donna e dall’Associazione Raccontincontri-Libreria delle ragazze.




Lo sguardo sul mondo di Marguerite Duras

box_sito_durasSabato 25 maggio, alle ore 18, nella Biblioteca dell’Isgrec alla Cittadella dello studente si terrà il sesto e ultimo incontro del ciclo “Sguardi sul mondo”.

Il percorso umano e quello artistico di una delle più importanti scrittrici francesi del Novecento saranno tratteggiati da Alberto Signori della Société Internationale Marguerite Duras.

Marguerite Duras è morta nel 1996 a Parigi all’età di ottantuno anni; una vita difficile e costellata di dolori difficilmente raccontabili ma di cui si trova traccia in molti dei 34 romanzi, dall’esordio nel 1942 con Gli impudenti a Una diga sul Pacifico del 1950 – il più bel romanzo francese del dopoguerra secondo Elio Vittorini – fino a L’amante, la sua opera più conosciuta, vincitrice del premio Goncourt nel 1984, che la consacrò internazionalmente anche grazie al film del 1992 diretto da Jean-Jacques Annaud, trasposizione scenica che lei odierà ferocemente. Nel 1985 Marguerite Duras ha pubblicato Il dolore, romanzo autobiografico costruito sui suoi diari scritti al tempo del governo collaborazionista di Vichy e della deportazione del primo marito, Robert Antelme, nei campi di sterminio tedeschi. Il dolore è stato recentemente trasposto in film dal regista Emmanuel Finkiel e scelto per rappresentare la Francia agli Oscar 2019.

Una scrittura particolarissima d evocativa quella di Duras, piena di frammenti e silenzi, volti alla completa distruzione della trama e alla rivelazione dell’anima dei personaggi attraverso un lavoro di scavo e di costruzione di sonorità tutte interiori; caratteristica che si ritrova anche nei molti film da lei diretti o sceneggiati, tra i quali spiccano India Song e Hiroshima mon amour.

Alberto Signori, grossetano, ha studiato Storia all’Université Paris I Panthéon – Sorbonne. Nel 2002 ha vinto il finanziamento del Ministero della Cultura francese per l’adattamento teatrale di  Emily L di Duras; tra 2002 e 2004, lo spettacolo con Eric Genovese della Comedie Française, è stato rappresentato a Chaville, Duras e Trouville (in tutti e tre i festival durassiani che ogni anno si svolgono in Francia) e a Napoli. Alberto Signori è membro della Société Internationale Marguerite Duras, con la quale nel 2014 ha pubblicato un saggio nel volume Orient(s) de Marguerite Duras, dopo il colloquio di Sendai (Giappone) cui ha partecipato come relatore.

La partecipazione all’incontro è aperta a tutti ed è gratuita. Agli insegnanti che parteciperanno saranno certificate le ore di presenza.

Info: Isgrec, 0564415219, segreteria@isgrec.it, www.isgrec.it

 




Lo sguardo sul mondo di Anna Rossi Doria

anna rossi doria2Venerdì 17 maggio, alle ore 18, nella Biblioteca dell’Isgrec alla Cittadella dello studente si terrà il quinto incontro del ciclo “Sguardi sul mondo”. Il percorso umano e quello scientifico di una delle storiche italiane più importanti e autorevoli, Anna Rossi Doria, saranno tratteggiati dalla Prof.ssa Vinzia Fiorino dell’Università di Pisa, curatrice insieme a Paola Stelliferi dell’ultimo numero di Genesis (rivista della Società italiana delle storiche), dedicato appunto al lavoro di ricerca della storica scomparsa nel 2017.

Anna Rossi Doria ha insegnato Storia delle donne e Storia contemporanea nelle Università della Calabria, di Bologna e di Roma Tor Vergata ed ha fatto parte delle redazioni di importanti riviste di storia contemporanea, da «Movimento operaio e socialista» a «Passato e Presente», fino a «Memoria», la prima rivista italiana di storia delle donne. Ha prestato inoltre il suo impegno per molti anni negli Istituti nazionale e romano della Resistenza e nella Società italiana delle storiche, di cui è stata una delle socie fondatrici nel 1989.

I suoi studi sono stati contrassegnati dalla grande attenzione a quegli attori della storia troppo spesso senza voce – contadini, donne, deportati nei campi di concentramento –, e dall’assunzione della prospettiva di genere nella ricerca, passaggio che l’ha portata, insieme ad altre ricercatrici e studiose, a rompere gli schemi epistemologici della pratica storiografica.

Nei suoi primi studi, quelli sul mondo contadino del Sud Italia nel secondo dopoguerra, ha messo in relazione i movimenti di lotta per la terra, i partiti politici e i sindacati, facendo interagire storia politica e storia sociale. Nelle successive ricerche sui movimenti suffragisti ha invece individuato e messo in luce traiettorie e punti di intersezione tra la rivendicazione del diritto di voto e l’esigenza di riconoscimento della specificità di genere. Inoltre, sentendo come un dovere morale raccontare la storia di cui si è stati protagonisti e superando la tradizionale contrapposizione tra storia e memoria, Anna Rossi Doria ci ha lasciato illuminanti contributi sul femminismo degli anni Settanta. Non meno importanti i contributi scientifici sull’antisemitismo e la Shoah.

La partecipazione all’incontro di venerdì è aperta a tutti ed è gratuita. Agli insegnanti che parteciperanno saranno certificate le ore di presenza. L’Isgrec è infatti associato all’istituto nazionale “Ferruccio Parri” di Milano, agenzia di formazione accreditata dal MIUR.

Info: Isgrec, 0564415219, segreteria@isgrec.it, www.isgrec.it




Presentazione di “TANTE BRACCIA PER IL REICH!” a Grosseto

Il 14 maggio 2019, alle ore 17.30, nella sala conferenze del Museo di storia naturale della Maremma di Grosseto (P.za Pacciardi, ex P.za della Palma) saranno presentati i due tomi “TANTE BRACCIA PER IL REICH! Il reclutamento di manodopera nell’Italia occupata 1943-1945 per l’economia di guerra della Germania nazionalsocialista”, edito da Mursia a cura di Brunello Mantelli.

La presentazione è organizzata dall’Isgrec e dalla CGIL di Grosseto; dopo i saluti di  Loriano Valentini (Direttore Isgrec) e Anna Maria Giurelli (FLC CGIL), Luciana Rocchi (Coordinatrice Comitato scientifico Isgrec) introduce la discussione con Brunello Mantelli (curatore dei due tomi) e Francesca Cavarocchi (autrice del saggio sulla Toscana) sul tema al centro della ricerca. Per il Terzo Reich l’impiego di manodopera straniera fu uno strumento cruciale per sostenere l’economia bellica. Milioni di lavoratori, provenienti in gran parte dai Paesi occupati, furono impiegati in molteplici mansioni, in primis nella produzione d’interesse militare. Centinaia di migliaia di lavoratori italiani, uomini e donne, erano già stati inviati in Germania per diventare «braccia per il Reich» fin dal 1938 ma il reclutamento divenne forzato nei venti mesi di occupazione tedesca del nostro Paese (settembre 1943-aprile 1945). I volumi che saranno presentati sono il risultato del primo studio organico su dinamiche e modalità del prelievo coatto di lavoratori dall’Italia e del loro utilizzo oltre Brennero nel periodo della Repubblica sociale italiana, a cui gli apparati del fascismo di Salò diedero un notevole contributo. Nei due tomi viene analizzato il modus operandi degli occupanti tedeschi e dei loro collaboratori repubblichini: precettazioni, arresti, retate urbane, rastrellamenti nelle zone di campagna, prelievi indiscriminati negli istituti di pena. Una ricerca monumentale che colma una lacuna sulla storia dell’Italia nella Seconda guerra mondiale.

Info: ISGREC | via de’ Barberi, 61 – 58100 Grosseto | tel/fax 0564415219 | segreteria@isgrec.it | www.isgrec.it | www.facebook.com/isgrec.istitutostoricogr




Lo sguardo di Virginia Woolf sul mondo

Programma "Sguardi sul mondo"

Prosegue il ciclo di incontri “Sguardi sul mondo”, organizzati dal Centro documentazione donna dell’Isgrec per approfondire, a partire dalla loro vita, l’opera di intellettuali, politiche, scienziate, artiste, scrittrici, storiche.

La protagonista del quarto incontro, previsto per l’8 maggio alle ore 18 nella Biblioteca “F. Chioccon” dell’Isgrec (www.isgrec.it/istituto/dove-siamo/), sarà Virginia Woolf, che incontreremo attraverso le parole di Liliana Rampello dell’Italian Virginia Woolf Society, grande conoscitrice dell’opera della scrittrice britannica e autrice di importanti, fondamentali monografie quali “Il canto del mondo realeVirginia Woolf. La vita nella scrittura”, edito da Il Saggiatore nel 2011.

La partecipazione agli incontri, è aperta a tutti ed è gratuita. Agli insegnanti che parteciperanno saranno certificate le ore di presenza. L’Isgrec è infatti associato all’istituto nazionale “Ferruccio Parri” di Milano, agenzia di formazione accreditata dal MIUR.

Info: Isgrec, 0564415219, segreteria@isgrec.it, www.isgrec.it




L’Isgrec per la maturità: 4 incontri per gli studenti

box_maturitàLa formulazione del nuovo esame di maturità ha suggerito l’opportunità di mettere a disposizione delle scuole il vasto patrimonio di esperienze e materiali di storia contemporanea e “Cittadinanza e Costituzione” dell’Isgrec, programmando una serie di quattro incontri pomeridiani destinati ai maturandi finalizzati a sviluppare alcune particolari tematiche.

L’approssimarsi dell’esame di maturità, con soluzioni inedite nelle prove, ha provocato un dibattito nella sezione didattica dell’Isgrec su alcuni specifici temi e sulla possibilità di offrire a studenti e insegnanti risorse aggiuntive, rispetto a quelle fornite da singole discipline, all’interno della programmazione ordinaria di classe. Uno degli argomenti che ha fatto discutere storici e insegnanti è stata l’abolizione della traccia di storia fra le prove scritte dell’esame di maturità. C’è poi il misterioso ambito dell’educazione alla cittadinanza, non materia ma macro-area, i cui contenuti diversi dovrebbero convergere verso un fine unico: far sì che i nostri ragazzi conquistino la capacità di interpretare il presente e comprendere di diritti e doveri del vivere civile.

Da qui l’idea, già in corso di realizzazione, di coinvolgere gli insegnanti in attività varie – corsi, laboratori, offerta di materiale da usare nella didattica, proiettate verso la seconda metà del Novecento, gli ultimi decenni in particolare: i corsi sul terrorismo nell’Italia repubblicana, su figure eminenti di donne contemporanee, sulle storie del “confine orientale”, per citare gli ultimi. Diverso è quello che può offrire agli studenti un istituto esterno alla scuola, anche se frequenta continuamente le aule, dalla scuola primaria a tutti gli indirizzi di scuola superiore, insieme agli insegnanti. L’Isgrec si occupa di storia, produce ricerca e si misura con la divulgazione; al suo interno ci sono anche risorse utili a tenere insieme la storia ed altri territori disciplinari (politologia e diritto, filosofia e genere, diritto ed economia, comunicazione e media). Non è lontano un progetto di sperimentazione di economia e storia realizzato in una classe del Polo Bianciardi, mentre da anni diverse classi lavorano sugli stereotipi di genere. Da qui la proposta di un programma “L’Isgrec per la maturità”, nel mese di maggio, con una sfida: tenere insieme le discipline e gli argomenti dei rispettivi programmi, per superare la separazione fra le rispettive aree. Quattro incontri, quattro temi, con l’occhio alle prove scritte (tracce B e C) e al colloquio, che prevede argomenti di “educazione civica”.

Il programma:

Martedì 30 aprile ore 15.30-18, Biblioteca “F. Chioccon” dell’Isgrec
La pace come valore costituzionale e il Novecento delle guerre

Lunedì 6 maggio ore 15.30-18, Biblioteca “F. Chioccon” dell’Isgrec
Confini/frontiere: un tema europeo

Lunedì 13 maggio ore 15.39-18, Biblioteca “F. Chioccon” dell’Isgrec
L’emigrazione: una costante della storia italiana del Novecento

Lunedì 20 maggio ore 15.30-18, Biblioteca “F. Chioccon” dell’Isgrec
La scienza e il potere, il potere e la scienza




24 aprile: Inaugurazione della mostra “Gli anni migliori” di Stefano Casini

Casette del Cinquecento, Cassero di Grosseto | 24-27 aprile 2019

Mostra delle tavole originali del graphic novel

Gli anni migliori

di Stefano Casini

Inaugurazione con l’autore mercoledì 24 aprile | ore 18

La mostra rimarrà aperta fino a sabato 27 aprile con orario 18-22.

 

 

Anni Settanta. Saverio e Max sono due ragazzi come voi, o come anche noi siamo stati un tempo. Cercano in ogni modo il bandolo della matassa che la vita, ingrata, sembra voglia nascondergli, e incerti percorrono un sentiero caotico e difficile come solo il presente sa essere. Un presente pieno di scelte da compiere, difficoltà e insidie ma fatto anche di bellissime scoperte e magnifiche passioni che, nonostante tutto e a dispetto delle loro paure, li trasformeranno in uomini.

«Non sempre una copertina nasce e assolve al ruolo che naturalmente rappresenta, a volte l’estetica s’impone a prescindere da tutto, forte della prepotenza che a volte le immagini possiedono a prescindere dalla ricerca di reconditi significati.

Ma questa no, questa rappresenta effettivamente “la filosofia del calcio in culo”, così lo chiamavamo noi nella provincia livornese, il carosello, quella giostra per grandi che, almeno una cinquantina di anni fa, era un’attrazione tra le più gettonate delle fiere di paese. Sì, perché in certi momenti del giorno, a secondo di chi saliva sulla giostra, la filosofia più spicciola, ma anche quella spietata e implacabile della vita, si svelava nell’impossibilità di raggiungere quel piccolo premio, e cioè prendere il “pennacchio” che garantiva il giro gratis, e perciò non rimaneva che fare da spettatori ed osservare gli altri divertirsi. Perché solo alcuni privilegiati, per bravura, tecnica e forza, riuscivano a lanciare i compari (spesso LE compari) fino a prendere l’agognato pegno, e in quel microcosmo fatto di spettatori, protagonisti e premi, la vita sintetizzava tutti i suoi principi base, esponeva con sfrontata chiarezza e volgare sicumera le linee guida da seguire per affrontare le asperità che il destino ci avrebbe messo davanti.

Così, in quella sorta di questionario a quiz che la vita ti presenta intorno ai sedici anni, quei momenti trascorsi a vedere volteggiare potenti giovanotti che spingevano entusiaste pulzelle, diventava il vademecum di come funzionava quel pezzo di mondo, fatto di tappe da superare, irte di inutili complicazioni come l’inadeguatezza, l’inesperienza, le paure e le timidezze che sembrano nascondersi perfettamente dietro a tutte le puerili spiegazioni che a quell’età riusciamo a darci.

Ma per fortuna passa, e quella mano ancora aperta nell’atto di prendere il pennacchio, alla fine, magari con fatica e qualche sacrificio, ce la fa, e tutto allora si trasforma in un bel ricordo, e il David Bowie di Rebel Rebel diventa la colonna sonora di quel momento»

Stefano Casini