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La videoarte italiana dagli anni ’70 agli anni ’90

L’11 gennaio alle 17.30 a Firenze al Museo del Novecento Silvia Grandi, Gianni Melotti e Maurizio Marco Tozzi presenteranno La videoarte italiana dagli anni ’70 agli anni ‘90 ripercorrendo i momenti più significativi dei primi decenni dell’arte in formato audiovisivo.
Il racconto prenderà avvio dagli avvenimenti che portarono l’Italia ad essere uno dei centri internazionali di produzione e diffusione della videoarte: dalla mostra Gennaio ’70 alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna, alle performance della Galleria L’Attico di Roma, alle prime opere realizzate alla Galleria del Cavallino di Venezia, ad art/tapes/22 di Firenze e al Centro Videoarte Palazzo dei Diamanti di Ferrara. Seguirà il racconto di alcune delle vicende più significative degli anni Ottanta e Novanta.
Fonte: Museo del Novecento




Arte, artigianato e contemporaneità dopo l’alluvione

Al Museo Novecento, Mercoledì 14 dicembre, ore 17.30, Proiezione di scene inedite del documentario Firenze ’66 – Dopo l’alluvione di Enrico Pacciani
Rodolfo Ceccotti dialoga con Simone Guaita
In collaborazione con Fondazione Il Bisonte
La proposta di Ragghianti di creare, all’indomani dell’alluvione, un innovativo museo di arti contemporanee, aperto anche al design, non rimase un caso isolato. Come lui molti artisti e artigiani italiani e stranieri hanno cercato di aprire nuove vie contemporanee alla tradizione artistica fiorentina. La stamperia d’arte grafica Il Bisonte nacque nel 1959 in via Ricasoli, a Firenze. La fondatrice, Maria Luigia Guaita, proveniente da esperienze di editoria e di giornalismo, aveva imparato a conoscere e apprezzare la tecnica della litografia in Scozia, nello studio di un’amica pittrice. Fu affiancata in quest’impresa da un gruppo di intellettuali fra i quali Giorgio Luti (storico della letteratura italiana), Carlo Ludovico Ragghianti (storico dell’arte), Enrico Vallecchi (editore), Odoardo Strigelli.
Maria Luigia Guaita desiderava diffondere la conoscenza delle opere originali d’arte grafica in opposizione alla dilagante affermazione di riproduzioni prive
di qualsiasi valore.
I primi artisti invitati a Il Bisonte furono gli Informali – Carmassi, Moreni, Scanavino, Giò Pomodoro – seguiti a breve distanza dai maggiori rappresentanti della cosiddetta “generazione del Dieci”: Soffici, Severini, Carrà, Magnelli. La stamperia, per lunghi anni, sarà luogo di incontri, intreccio di presenze ed esperienze più diverse, sempre di grande valore. Fra gli artisti che vi collaborarono a più riprese: Boschi, Capocchini, Caruso, Clerici, Cremonini, Maccari, Mattioli.
L’alluvione che travolse Firenze nel novembre del 1966 sommerse anche la nuova sede della Stamperia, appena inaugurata in San Niccolò; ma la sciagura, che sul momento sembrò irreparabile, suscitò nuovo vigore. La ripresa dell’attività, in un momento in cui l’attenzione del mondo era focalizzata sulla città disastrata, per Il Bisonte coincise con l’apertura di orizzonti internazionali. È in quel frangente che Henry Moore iniziò una collaborazione destinata a durare nel tempo, seguito da altri come Chadwick, Calder, Sutherland, Matta, Lipchitz, Tamayo, Arroyo.
L’incontro sarà l’occasione per ripercorrere il sodalizio intellettuale tra Maria Luigia Guaita e Ragghianti e accennare alla presenza di artisti internazionali a Firenze.
L’ingresso non prevede l’accesso al percorso museale.




Visita alla Casa Museo Sigfrido Bartolini

Mercoledì 14 Dicembre alle ore 15.30 , presso la Casa Museo Sigfrido Bartolini, Via di Bigiano, 5 Pistoia si terrà l’incontro dal titolo “Quando un Archivio diventa Storia”. Presentazione a cura del Prof. Fabrizio Bagatti, interverranno le archiviste Elena Gonnelli e Sara Landini. A seguire visita guidata della Casa Museo a cura di Pina Bartolini.

Ingresso libero e gratuito; gradita la prenotazione.




La mostra “Catalogna Bombardata”

mostra-catalognaIn occasione dell’80° Anniversario della Guerra Civile Spagnola,  il Comune di Massa, l’Anpi sezione Patrioti Apuani e il Rifugio Antiaereo della Martana invitano alla Mostra “Catalogna Bombardata”, che sarà inaugurata presso il Rifugio Antiaereo della Martana (RAM) a Massa, sabato 10 dicembre alle ore 16.

 




L’alluvione e il Novecento di Carlo Ludovico Ragghianti

Mercoledì 7 dicembre, ore 17.30 al Museo Novecento, L’alluvione e il Novecento di Carlo Ludovico Ragghianti, Conferenza con Emanuele Pellegrini
In collaborazione con Fondazione Centro Studi Sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti
Dopo essere stato a capo del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale e aver partecipato alla liberazione di Firenze nell’agosto del 1944, Carlo Ludovico Ragghianti (1910-1987) fu tra coloro che dovettero affrontare l’alluvione che di nuovo mise in pericolo il patrimonio artistico della città. Questo tragico evento si verificò nel momento in cui Ragghianti stava promuovendo una mostra dedicata all’arte italiana degli anni Venti e Trenta che avrebbe dovuto servire da volano per l’apertura di un museo dedicato al Novecento a Firenze. La conferenza si concentrerà sul ruolo di Ragghianti, nella più generale analisi della sua posizione quale storico dell’arte rispetto all’arte del ventesimo secolo.
Biografia:
Emanuele Pellegrini è professore di storia dell’arte presso IMT Scuola di Alti Studi, Lucca. Le sue pubblicazioni si concentrano sulla letteratura artistica e sulla storia del collezionismo tra diciottesimo e ventesimo secolo. Membro del comitato scientifico della Fondazione Ragghianti di Lucca, è direttore della rivista “Predella”, fondatore e membro della redazione del sito www.patrimonisos.it.
L’ingresso non prevede l’accesso al percorso museale.




La 5° edizione del Teatro della memoria a Siena

logo_istitutoSienaDal 2 al 24 dicembre si terrà a Siena la 5° edizione del Teatro della memoria con la direzione artistica di Francesco Burroni. L’iniziativa è organizzata da Aresteatro, Isrsec Siena, Stanze della memoria e Unicoop Firenze, sezione soci Siena. Questo il programma completo:

2 dicembre, 21,15

La storia del soldato James

di e con Roberto Bechi

presso Stanze della memoria, via Malavolti 9 Siena

14 dicembre, ore  21,15

La rana gracida, una storia partigiana

di e con Francesco Burroni

presso Sala La Ginestra, via Trento 80 Poggibonsi

16 dicembre, ore  21,15

Il primo palio (2 luglio 1945)

di e con Chiara Savoi,

presso Stanze della memoria, via Malavolti 9 Siena

24 dicembre, ore  21,15

Altre storie di natale

con Silvia Folchi, Francesco Burroni

e  gli attori di aresteatro

presso Stanze della memoria, via Malavolti 9 Siena

≈ ingresso a offerta libera ≈




Antonio Sant’Elia e l’architettura del suo tempo

Venerdì 2 dicembre dalle h9.00.alle h18.30 e Sabato 3 dicembre dalle h9.30 alle h17.30
Firenze, ex Palazzina Reale della Stazione di Santa Maria Novella
I due centenari ravvicinati del lancio del manifesto L’Architettura futurista (1914) e della morte di Antonio Sant’Elia (1916) hanno riportato l’attenzione sulla figura più significativa e discussa dell’architettura italiana del primo Novecento. A Firenze, dove il manifesto dell’architettura futurista diffuso in forma di volantino fu subito pubblicato dalla rivista “Lacerba”, si terrà il 2 e 3 dicembre il convegno internazionale Antonio Sant’Elia e l’architettura del suo tempo, organizzato dal Dipartimento di architettura dell’Università, dalla Fondazione e dall’Ordine degli architetti e dal Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut , che lo hanno promosso d’intesa con altre istituzioni e musei (Accademia Nazionale di San Luca, Roma; Comune di Como; Fondazione Michelucci, Fiesole; Fondazione Primo Conti, Fiesole; Gabinetto scientifico-letterario G.P.Vieusseux, Firenze; Museo Novecento, Firenze; Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza Brianza, Pavia, Sondrio, Varese). Il convegno che si avvarrà dei contributi di studiosi del futurismo, delle avanguardie e dell’architettura italiana del primo Novecento provenienti da dodici università italiane e straniere e da altri prestigiosi istituti culturali, intende discostarsi dall’immagine di un Sant’Elia profeta solitario della nuova architettura e della città del futuro, forgiata e divulgata dagli anni 1930 dall’entusiastica promozione di Filippo Tommaso Marinetti.




Il romanzo nell’epoca fascista e l’incredibile caso di Guido da Verona

Mercoledì 30 novembre alle ore 17.30 al Museo Novecento, presentazione a cura di Andrea Pellegrini.
Negli anni della Belle Époque e del Fascismo, il più conosciuto e il più venduto degli scrittori italiani, con ventiquattro romanzi all’attivo e superando i due milioni di copie, fu Guido da Verona. Ebreo e fascista sui generis, questo scrittore nato a Saliceto sul Panaro nel 1881 sarebbe stato presto ostracizzato dalla critica letteraria e dopo tante stroncature dimenticato al punto da scomparire. Lo scenario culturale, presto adombrato dal regime di Mussolini, privilegiava la prosa d’arte, fra le egemonie dei calligrafismi rondisti, rispetto al romanzo, considerato un genere corrivo e di mere finzioni. Oltre a quello d’autore, più raro e poco remunerativo, quel tempo vide fiorire il romanzo di consumo. Fra i numerosi scrittori di questo nuovo genere, Guido da Verona.
fu certamente il più conosciuto, in gara con la letteratura elitaria e così, presto, bersaglio della critica ufficiale che mai smise anche per questo di screditarlo. Visionario e in anticipo sui tempi, amò il cinematografo e fu anticlericale, antiborghese, antitradizionalista, contro la pena di morte, contro il matrimonio e per il divorzio in tempi di Concordato. Fu fascista, malgrado tanti antifascismi di sottofondo, ed ebbe cani di ogni razza, cavalli da corsa e modi più che eleganti esibiti su tutte le pagine dei rotocalchi italiani come un divo hollywoodiano. Una parodia sui Promessi sposi, da lui scritta e pubblicata nel 1929, corrispose con la sua fine. Morto in circostanze poco chiare nel 1939, Guido da Verona è scomparso poi definitivamente dalle cronache e da ogni nostra memoria.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti. L’ingresso non prevede l’accesso al percorso museale.