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La crisi dell’Italia repubblicana. In prospettiva storica.

L’Istituto Storico della Resistenza in Toscana e l’Associazione Vie Nuove presentano un corso di formazione per la cittadinanza dedicato all’analisi delle trasformazioni che hanno investito l’Italia negli ultimi decenni, per fornire gli strumenti di conoscenza per leggere il tempo presenteed interrogarsi sul futuro del nostro paese. Proponendo un dialogo fra storici e scienziati sociali, gli incontri intrecciano la prospettiva di medio periodo, utule a comparare le diverse stagioni della storia dell’Italia repubblicana, con il presente.

Il corso è composto di 5 incontri tenuti il lunedì dalle 17.00 alle 19.00 presso la sede dell’Associazione Vie Nuove in Viale Giannotti 13, Firenze.
Iscrizione per la copertura delle spese di segreteria: 10 euro. Gratuito per studenti ed insegnanti.

Per info:  Associazione Vie Nuove 055683388; ISRT 055284296 – isrt@istoresistenzatoscana.it

Coordinamento scientifico: prof. Simone Neri Serneri, Presidente ISRT – Università di Siena, prof. carlo Spagnolo, Università di Bari.

Programma del Corso

19 ottobre
La crisi dei partiti di massa in un sistema politico in trasformazione
con Alberto De bernardi (Università di Bologna) e Luca Verzichelli (Università di Siena)

26 ottobre
Quale lavoro per quali lavoratori? vecchie e nuove figure sociali tra produzione e consumo
con Pietro Causarano (Università di Firenze) e Alessandra pescarolo (Irpet)

2 novembre
Dal miracolo economico alla globalizzazione: sopravviverà la vocazione manifatturiera?
con Massimo D’Angelillo (economista, Genesis Ravenna), Luciano Segreto (Università di Firenze)

9 novembre
In cerca della società civile, tra movimenti collettivi, populismi mediatici e controllo criminale del territorio
con Marica Tolomei (Università di Bologna) e Carlo trigilia (Università di Firenze)

16 novembre
L’Italia in Europa: anomalia o modello di integrazione?
con Maurizio Cotta (Università di Siena) e Federico Romero (Istituto Universitario Europeo)

 




Cucire… per tessere solidarietà. 25 anni di esperienza della Sartoria di Vaiano

Alle ore 16.00, presso la Sala Polivalente L. Baldini a Vaiano, presentazione del volume “Cucire… per tessere solidarietà. 25 anni di esperienza della Sartoria di Vaiano” il libro che celebra i 25 anni di attività e solidarietà dell’associazione AUSER Centro Anziani la Sartoria ONLUS, a cura di Luisa Ciardi – Fondazione CDSE

Alla presentazione sarà presente la curatrice,
intervistata da Irene Collini, giornalista di Bisenzio Sette
a seguire piccolo rinfresco offerto dalla Sartoria

 




“Radici di futuro”, la mostra sull’innovazione didattica attraverso i 90 anni dell’Istituto di Ricerca Indire

Un percorso storico sulla Scuola italiana, che racconta la nascita e lo sviluppo nel corso dei decenni di modelli didattici innovativi, attraverso le immagini e i documenti conservati nell’Archivio Indire. Questo il fil rouge della mostra “Radici di futuro. L’innovazione a scuola attraverso i 90 anni dell’Indire”, che sarà aperta a Firenze, Palazzo Medici Riccardi, dal 2 (ore 11) al 22 ottobre.

Una storia “ricostruita” attraverso scatti fotografici dell’epoca (appositamente restaurati), che ritraggono alcuni momenti di apprendimento degli studenti, di attività laboratoriali, a partire dagli anni ’20, passando dal Fascismo al dopoguerra, fino ai giorni nostri. Le foto testimoniano attività didattiche basate sul concetto di “imparare facendo”: un approccio alternativo ai modelli tradizionali di tipo trasmissivo, che caratterizza vari momenti e passaggi della Scuola italiana.

La mostra nasce per celebrare i 90 anni di storia dell’Indire, nato nel 1925 a Firenze in occasione dell’inaugurazione della Mostra Didattica Nazionale, promossa dai pedagogisti Giuseppe Lombardo Radice e Giovanni Calò, con lo scopo di porre l’attenzione sui metodi didattici innovativi dell’epoca.

Nell’ambito della mostra, sarà presentato un approfondimento su due significative figure della Scuola italiana.

Un video inedito racconterà l’esperienza didattica di Bruno Ciari, punto di riferimento nel sistema dell’istruzione italiano, in particolare per la gestione sociale della scuola dell’infanzia e per la qualificazione del tempo pieno.

Dal 5 al 25 ottobre sarà possibile visitare anche la mostra “La scuola di Mario Lodi” (Sala Spazi ex Circolo, via de’ Ginori, 14). Promossa dall’Indire, l’esposizione è organizzata dalla Fondazione casa delle arti e del gioco – Mario Lodi (Drizzona, Cremona) ed è composta da una serie di pannelli fotografici che testimoniano i luoghi, i volti e l’ambiente di una realtà scolastica che ha contribuito in modo significativo al rinnovamento della pedagogia italiana e internazionale, aprendo nuovi orizzonti alle pratiche di insegnamento.

Durante il periodo della mostra, è stato organizzato un ricco programma di eventi e iniziative che ha come comune denominatore la storia dell’educazione, l’analisi delle innovazioni tecnologiche a fini didattici, lo studio della realtà scolastica odierna. Di seguito, il dettaglio degli appuntamenti:

· 5 ottobre (dalle 10,30 alle 17) “L’apprendimento alternato per gli studenti del Nuovo Millennio. A lezione con Lizanne Foster”; nella Sala Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti;

· 6 ottobre(alle 16,30) nella Sala Fabiani di Palazzo Medici Riccardi, presentazione del libro “Datemi una penna. Scritture a mano dopo l’invenzione della stampa” a cura di Roberto Piumini, Adriana Paolinie Monica Zani. Il libro chiude una trilogia (“L’invenzione di Kuta” e “Che rivoluzione”), dedicata alla storia della comunicazione scritta e rivolta ai bambini e adulti interessati al tema.

· 9 ottobre (dalle 15 alle 19) nella Sala Fabiani in Palazzo Medici Riccardi, giornata di studi dal titolo “Istantanee di vita scolastica. La fotografia come fonte per la storia dell’educazione: bilancio e prospettive d’una nuova tendenza storiografica”. Negli ultimi anni la storiografia educativa internazionale ha iniziato a utilizzare la fotografia come fonte per una storia visuale della scuola, in grado di ricostruire le reali pratiche educative, svolte all’interno delle classi, al di là delle prescrizioni pedagogiche.

· 13 ottobre (alle 10) nella Sala Pistelli in Palazzo Medici Riccardi, conferenza sull’uso del diario oggi, dal titolo “What’s app? Che fine ha fatto il diario scolastico?”. I soggetti principali dell’incontro saranno gli studenti delle scuole fiorentine, chiamati a intervenire, attraverso le proprie esperienze, su come viene usato ancora oggi il diario cartaceo e quali sono i nuovi strumenti digitali più usati.

· 15 ottobre (alle 17) nella Sala Fabiani di Palazzo Medici Riccardi, presentazione del libro “Mario Lodi maestro” di Carla Ida Salviati con dibattito sullafigura e l’esperienza educativa dell’illustre pedagogista e dei suoi ragazzi.

· 16 ottobre (dalle 9 alle 17) nella Sala degli Specchi di Palazzo Medici Riccardi, conferenza “La scuola nel Virtuale. 1° meeting nazionale sulla didattica immersiva”. Si parlerà di mondi virtuali, videogiochi didattici, serious games. Docenti italiani e stranieri si confronteranno sulle prospettive future e insieme valuteranno le possibilità di adottare la didattica “immersiva” nelle scuole.

· 20 ottobre (alle 17) nella Sala Fabiani di Palazzo Medici Riccardi si terrà “L’educazione informale nei FabLab e i casi di contaminazione con la scuola”. Si tratta di un incontro con i rappresentanti di quattro FabLab (Toscana, Firenze, Roma e Varese), su tematiche che hanno come comune denominatore le interazioni delle nuove tecnologie digitali con gli alunni, a partire dalle scuole primarie fino alle superiori.




Calzaturiero Valdinievole. La contrattazione territoriale 1977-1998

Nella sala consiliare del Comune di Monsummano Terme presentazione del libro di Luca Berretti sulla contrattazione territoriale nel distretto calzaturiero della Valdinievole. La parabola economica, gli accordi per la mensa, l’integrazione contrattuale delle lavoranti a domicilio, le tariffe del cottimo, i ritmi di lavoro e i cicli della produzione vengono ripercorsi attraverso gli accordi locali tra le parti sindacali e imprenditoriali nell’ultimo quarto del ‘900.
Saluti di:
Sergio Frosini, Presidente Fondazione Valore Lavoro
Roberto Barontini, Presidente ISRPt
Rinaldo Vanni, Sindaco di Monsummano
Intervengono:
Daniele Quiriconi, Segreteria regionale CGIL Toscana
Fabio Giovagnoli, Direttore IRES Toscana
coordina Daniele Gioffredi, Presidente Fondo Integrazione Lavoratori Artigianato

Promuovono Fondazione Valore Lavoro e CGIL Pistoia
Con il contributo di IRES Toscana e FILA

Dalla presentazione dell’Autore:

“La ricerca presentata in questo libro ha come obiettivo quello di ricostruire gli “anni d’oro” della contrattazione territoriale nell’area della Valdinievole, nella provincia di Pistoia. Il distretto calzaturiero presente in quest’area è uno dei pochi in Italia a essere interessato ancora oggi dalla contrattazione territoriale che è resa possibile dalla presenza di una precisa tradizione contrattuale sviluppatasi negli anni passati. Il lavoro descrive pertanto la nascita di questo peculiare livello di contrattazione e il suo sviluppo negli anni, fino ai primi del 2000. La ricostruzione storica proposta permette di offrire di volta in volta uno spaccato economico e sociale del distretto calzaturiero della Valdinievole attraverso la descrizione delle principali vertenze sindacali per il rinnovo del contratto. La descrizione delle vicende vertenziali è affiancata di volta in volta al resoconto dei contenuti maggiormente innovativi presenti negli accordi territoriali firmati. Il riferimento a questi contenuti arricchisce la comprensione del significato e dell’importanza avuta dalla contrattazione territoriale nel calzaturiero della Valdinievole e permette di offrire alcune riflessioni sul ruolo strategico giocato dal sindacato nell’area e sul clima generale di relazioni industriali creatosi negli anni.”




A Bolgheri si parla e si proietta il film “In nome del popolo italiano” di Dino Risi

innimeProsegue il ciclo di incontri Un ospite fantastico: corso per restare umani, la serie di incontri che Bolgheri Art presenta per tutto il mese di agosto nel giardino del Centro Civico di Bolgheri (Livorno). Omaggio per i 40 anni dalla scomparsa di Pier Paolo Pasolini, gli incontri hanno per ogni serata un tema e un personaggio che, in maniera trasversale, dovrà continuare il discorso pasoliniano, senza nessuna forma di barriera o censura.  Il settimo e penultimo incontro è in programma martedì 25 agosto alle 21.30 (con ingresso libero) e sarà dedicato alla sceneggiatura edita da Erasmo In nome del popolo italiano. Ospite: Massimo Ghirlanda, tema: “Come giudicare noi stessi”. Seguirà la proiezione del film.




Al Museo Ugo Guidi la mostra “Le madri di Jorio Vivarelli”

Il Museo Ugo Guidi e la Fondazione Jorio Vivarelli di Pistoia hanno sviluppato attraverso un rapporto di collaborazione due eventi espositivi con un reciproco scambio di opere dei due maestri del ‘900 in Toscana, Ugo Guidi e Jorio Vivarelli, ai quali le istituzioni fanno riferimento. Dopo al mostra di sculture e disegni di Ugo Guidi alla Fondazione Vivarelli di Pistoia del giugno-luglio scorso, il Museo Ugo Guidi ospita la mostra “Le madri di Jorio Vivarelli” presentata dalla Fondazione Vivarelli di Pistoia.

La mostra delle sculture e disegni del maestro Jorio Vivarelli realizzata nel “Museo Ugo Guidi” – MUG – di Forte dei Marmi, via Civitali 33 e al Logos Hotel – Via Mazzini 153 Forte dei Marmi – sarà inaugurata martedì 18 agosto 2015 alle ore 18 al Museo alla presenza dei dirigenti delle due istituzioni e della curatrice ad ingresso libero.

L’esposizione sarà visitabile successivamente fino al 2 settembre 2015 al Museo Ugo Guidi tutti i giorni con orario 18 – 20 o su appuntamento al 348020538  o  museougoguidi@gmail.com, lunedì chiuso . Al Logos tutto i giorni 10 -23. Il MUG è sponsorizzato da Maria Rosaria Lenzi Private Banker di Banca Fideuram.

 “Il tema dell’amore materno e della dedizione filiale assieme a quello della bellezza della natura, del dolore e della morte, intesa come sacrificio e riscatto dell’uomo, è stato continuo oggetto di studio nell’arte di Jorio Vivarelli in quanto il valore della vita è un valore principe per chi, come lui, ha vissuto le vicende della seconda guerra mondiale.

L’onestà intellettuale, la capacità di autocritica, la costante attenzione alle trasformazioni politiche e sociali, la sofferta partecipazione alle vicende del nostro tempo hanno fatto sì che egli ricercasse ogni volta un messaggio autentico e dinamico rispetto alla realtà che via via andava cambiando. Questo ha significato dover sottoporre ad una continua revisione i traguardi man mano conseguiti, benché essi fossero sempre di alto livello stilistico e di profondo sentimento umano. E ciò in quanto Jorio Vivarelli si è sentito continuamente spinto dal desiderio, concettuale e creativo insieme, di approfondire, fuori da correnti o schieramenti di parte, le vere finalità, il ruolo e la funzione dell’opera d’arte nell’epoca contemporanea.

Questa mostra tematica offre la possibilità di ripercorrere i vari periodi creativi  dell’artista e di comprendere, quindi, più a fondo le caratteristiche umane della sua scultura. Per capire il percorso dello scultore pistoiese basta leggere i passaggi che da “Le Madri” (1959) conducono a” L’uovo filosofale, contenitore di vita” (1978-’79) appartenente all’ultimo periodo creativo, le “Pietre dei Saggi”.

“Le Madri”, del 1959, è un’opera cruciale nella quale si avverte la tragedia di una donna segnata da un dolore incontenibile. L’impianto formale nel suo complesso si ispira ad una rappresentazione sacra, in particolare quella del pulpito pistoiese di Giovanni Pisano per la distribuzione dei pieni e dei vuoti, per la disposizione dei gesti e per la posa straziante della madre che sviene mentre pie donne alle sue spalle, con gli occhi gonfi di pianto, cercano di sorreggerla e di alleviarne il dolore.  La similitudine tra questa madre e la Madonna del Pisano rientra nel tema delle “Pietà”, iconografia che per secoli ha impegnato scultori e pittori, basti ricordare tra tutti Michelangelo Buonarroti.  Ne “Le Madri” del ’59 Vivarelli rende protagonista il dolore, conosciuto nelle sue cause ed effetti. Se le figure, infatti, hanno un atteggiamento composto secondo una tradizione consolidata, i volti sono maschere tragiche e deformate, i corpi nascono da segni induriti. Lo stesso stile della scultura da gotico diventa espressionista per il modo in cui l’impeto creativo di Vivarelli indaga sugli effetti deformanti della commovente scultura. “Solchi, rilievi, golfi d’ombra, sbattimenti di luce intrecciano un colloquio concitato, spezzato, sommesso eppur gravido d’urla non emesse che fa esattamente corrispondere lo stile al contenuto dell’opera” . La bambina che in primo piano nasconde il volto e abbraccia la madre è il messaggio che, nell’accostamento del pianto dell’innocente con lo strazio della madre, sottolinea ancora di più il tragico destino della donna, procreatrice di vita, nel momento in cui deve assistere alla perdita del proprio figlio.  Una dimensione tutta femminile, questa, dove l’unica, vera eredità delle madri è la consapevolezza del dolore della vita che, passando dalla natura all’uomo, sembra rivelare il comune destino  che unisce la nostra condizione esistenziale a quello degli altri esseri viventi nel mondo che ci circonda.

 Anche nel piccolo bronzo, Giorni di gioia (1965), Vivarelli coglie il sentimento profondo di un amore filiale al punto che l’affetto sembra sia stato fuso nel bronzo per il modo in cui la vita fluisce assieme all’articolarsi delle figure di madri che sorreggono in braccio i figli i quali, a loro volta, ricambiano questo amore cingendo le braccia attorno al collo delle loro genitrici. La dolcezza del sorriso mostra il forte legame, la cura e la sintonizzazione degli stati affettivi, il rispecchiamento dell’uno nell’altro, ovvero quell’empatia biologica che permetterà al figlio di crescere così sensibile e forte da saper affrontare il mondo che lo circonda.

Con “Figura” e “Vita”, entrambe del 1966, Vivarelli affronta altri temi iconograficamente più rari, ma altrettanto intensi, a partire da quello di un’ansia incombente sulla sofferenza della donna progenitrice prima del momento in cui il grembo materno si schiude per offrire al mondo una nuova vita.  “I volumi plastici si riscaldano di luci e di ombre in morbido colloquio a tratti concitato da solchi che son come l’innesto d’un grido sulla dolcezza del naturale rito che perpetua la specie e consegna a un altro la fiaccola perenne della vita” .

In “Una sola forma una sola carne” del 1973 la madre appoggia dolcemente la guancia sulla testa del figlio ma in quest’opera le due figure appaiono sempre più unite, quasi fuse insieme in un unico blocco, così stretto e chiuso che rievoca la Pietà Rondanini di Michelangelo dove le figure sono un tutt’uno. L’opera esprime il sentimento intenso,  dell’amore che vince la morte e la trasfigura.  La maternità non è più intesa come dolore e vita destinata sempre e comunque alla morte, ma come  salvezza. Nelle opere della maturità Vivarelli coglie nella nascita il senso della serenità, la consapevolezza del divenire, del fluire della vita che non si ferma mai riuscendo così a raggiungere un livello espressivo più elevato, che ha come tema la vita intesa come speranza. Questo metamorfismo, nel corso della terza età dell’artista, caratterizzerà a pieno le opere dette del periodo delle “gemmazioni” con lavori che evidenziano un continuo processo di sperimentazione stilistica e formale e d’innovazione immaginativa. Nel suo punto più alto l’arte di Vivarelli diventa mediatrice tra la natura primigenia e la scultura antropomorfica e in questo dialogo ritrova una radice comune a tutti gli esseri viventi. Lo stesso artista ha lasciato detto che «La radice è indizio, o se vogliamo metafora ricchissima della condizione umana, condizione intesa come parabola, cioè una corrispondenza profonda tra uomo e natura. Dentro di noi c’è un universo. Il microcosmo ripete il macrocosmo» . Archetipi e simboli primordiali che  indicano quanto l’uomo appartenga alla natura e tornano a postularne, nella fase creativa delle gemmazioni, la futura rinascita nelle vesti de “L’Uomo nuovo”.

“L’uovo filosofale, contenitore di vita” (1978-’79) appartenente all’ultimo periodo creativo, le “Pietre dei Saggi” assieme al bellissimo marmo rosa “Athanor, il ventre della madre, terra, sole, luna”. Con questo ultimo ciclo Vivarelli ha voluto rappresentare la speranza in un futuro che non permetta più la fame, la guerra, la discriminazione e la povertà, ma generi un uomo integro, senza dualità né conflitti interiori: un uomo, cioè, che come Cristo, sia il nuovo Adamo prima del peccato originale. Questa rassegna antologica sulle madri di Jorio Vivarelli esprime un messaggio universale, quello del dolore e del sacrificio di tante madri perite nei lager e nella guerra assieme ai loro figli, ma ci porta anche a immaginare come, trovata la libertà, la vita che esse portano nuovamente in grembo sia l’auspicio di pace e di solidarietà per le generazioni a venire.”

 Veronica Ferretti

Dove: Museo Ugo Guidi – MUG  via Civitali 33 – Forte dei Marmi e Logos Hotel

Quando: 18 agosto 2015 – 2 settembre 2015

Inaugurazione: 18 agosto ore 18

Orario: Museo – 18 – 20  o su appuntamento museougoguidi@gmail.com Lunedì chiuso. Ingresso libero.  Logos 10 – 23 tutti i gorni




A Pietro Grasso il premio “Giovanni Spadolini”

Sabato 18 luglio alle 17:30 alla Limonaia di Castello Pasquini a Castiglioncello, si svolgerà la decima edizione del Premio di cultura politica Giovanni Spadolini, che, in occasione del novantesimo anniversario della nascita del Professore, verrà conferito al Presidente del Senato Pietro Grasso per il libro Lezioni di Mafia ed il costante impegno della vita per la legalità e la giustizia.

 




In un luogo senza tempo – Un percorso nell’arte degli anni ’70 e ’80

A Palazzuolo sul Senio sabato 18 luglio alle ore 17 all’Oratorio Sant’Agostino si inaugura la Mostra d’arte: “In un luogo senza tempo – Un percorso nell’arte degli anni ’70 e ’80”. La mostra vede riunite opere di diciotto artisti che attorno a Roberto Barni hanno vissuto in quegli anni nelle campagne di Palazzuolo intense stagioni di creatività.

La mostra è uno spaccato dell’arte degli anni ’70 e ’80 configurato dalle opere di artisti che ne furono protagonisti e che sono qui riuniti non in virtù di una omogeneità di intenti e di modalità espressive bensì della singolarità di un luogo e di una situazione. Si immagini situata sull’Appennino Tosco-Romagnolo una vasta e articolata costruzione in pietra e lastre cresciuta nel tempo e intatta da secoli, il Fornello, senza luce elettrica né acqua corrente, posata su prati con alberi di melo e intorno un piccolo fiume in cui bagnarsi.

Gli artisti Aurelio Amendola, Roberto Barni, Lorenzo Bonechi, Umberto Buscioni, Mario Ciampi, Stephen Cox, Carlo Cremaschi, Giuliano Della Casa, Donatella Giuntoli, Franco Guerzoni, Rita Lintz, Carlo Maria Mariani, Fernando Melani, Adolfo Natalini, Jurgen Paatz, Angelica Paatz, Renato Ranaldi e Gianni Ruffi, hanno aderito alla proposta di Barni di riunire alcune opere significative di quegli anni nella cornice dell’Oratorio di Sant’Antonio.
L’Oratorio sovrasta la Fontana in Piazza Ettore Alpi, opera di Adolfo Natalini con formelle in bronzo di Roberto Barni, che è testimonianza del passaggio di quella stagione artistica a Palazzuolo.

In occasione di questo evento verrà pubblicato un catalogo della mostra con immagini delle opere e testi degli artisti curato da Silvestra Bietoletti.
All’inaugurazione saranno presenti alcuni degli artisti.