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A Livorno due “Pietre d’Inciampo” dedicate a Dina Bona Attal e Dino Bueno

pietreIn occasione della Giornata della Memoria e del ricordo particolare degli ebrei livornesi, saranno poste a Livorno, venerdì 16 gennaio alle ore 9, in via della Coroncina, due “stolpersteine”, le famose pietre rivestite di ottone che ricordano i deportati nei campi di concentramento nazisti. Saranno impiantate dall’artista che le ha ideate, Gunther Denmig, e dedicate a Dina Bona Attal e Dino Bueno, madre e figlio, entrambi uccisi ad Auschwitz.

Chi sono le persone ricordate quest’anno.

Dina Bona Attal nasce a Livorno il 1 ottobre 1899. Con il marito Mario Bueno e i figli Dino, Luciano ed Edi, vive in centro, al numero 2 di via della Coroncina, nei pressi del mercato.Durante la guerra, con i bombardamenti del ’43, la famiglia sfolla a Marlia in provincia di Lucca. Qui, vengono arrestati su delazione insieme ad altri ebrei livornesi e deportati ad Auschwitz da Milano il 30 gennaio 1944. Dina viene uccisa all’arrivo, il 2 febbraio 1944, il figlio Dino in data ignota.

LE “STOLPERSTEINE”: Breve storia di un’idea

L’idea di Gunther Demnig risale al 1993 quando l’artista fu invitato a Colonia per una installazione sulla deportazione di cittadini rom e sinti. All’obiezione di un’anziana signora secondo la quale a Colonia non avrebbero mai abitato rom, l’artista decide di dedicare tutto il suo lavoro successivo alla ricerca e alla testimonianza dell’esistenza di cittadini scomparsi a seguito delle persecuzioni naziste. Escogita un’ idea: un semplice sampietrino, come i tanti che pavimentano le strade delle città europee, ma che reca incisi sulla superficie superiore, di ottone lucente, pochi dati identificativi: nome e cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione, data di morte in un campo di sterminio nazista. E’ collocato sul marciapiede prospiciente l’abitazione dei deportati, per ricordare che da lì furono prelevati, strappati agli affetti, per essere uccisi e seppelliti in fosse comuni. L’inciampo non è fisico ma visivo e mentale: costringe chi passa a interrogarsi e a ricordare quanto accaduto in quella casa o in quel quartiere, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità. Le prime “Stolpersteine” sono state installate a Colonia nel 1995; da allora a oggi ne sono state distribuite oltre 37.000, in diverse città tedesche ed europee. Grazie alla posa delle pietre di inciampo, Livorno è entrata a far parte di questo grande circuito internazionale della memoria.

LE PIETRE DI INCIAMPO A LIVORNO

Le stolpersteine sono parte del tessuto urbano di Livorno dal 2013, quando la Comunità di Sant’Egidio promosse per la prima volta una manifestazione cittadina in ricordo della deportazione dei livornesi ebrei e contattò Denmig, l’artista tedesco. L’intenzione era quello di restituire alla città la memoria, la storia e la presenza di concittadini altrimenti “sommersi” – secondo la famosa definizione di Primo Levi – e di considerare, a partire da questa memoria, la necessità di convivere pacificamente in un presente ancora pieno di violenza e intolleranza.

Le pietre possono ricordare persone scomparse così come persone sopravvissute alla Shoah; sono poste in corrispondenza delle case abitate prima della deportazione o almeno presso l’ultima residenza nota. In alcuni casi tali abitazioni non esistono più, perché abbattute dai bombardamenti del ’43 o demolite nell’immediato dopoguerra. Le pietre vengono allora poste nel luogo più vicino a quello precedente la guerra mondiale. La ricostruzione topografica e toponomastica è stata svolta grazie alla collaborazione con gli uffici del Comune di Livorno e su segnalazione di amici, conoscenti e parenti delle persone deportate.

Le stolpersteine installate fino ad ora sono 6: le prime quattro sono state dedicate in particolare ai bambini vittime della Shoah: Franca Baruch e Perla Beniacar, poi Enrico Menasci e suo padre Raffaello che tentò di salvarlo; altre due pietre sono state impiantate nel 2014 e dedicate a Isacco Bayona e Frida Misul, testimoni coraggiosi dell’orrore della Shoah.




Al Marino Marini un “Omaggio a Giovanni Michelucci”

É un “Omaggio a Giovanni Michelucci”, la mostra di Paolo Gubinelli che verrà inaugurata domani venerdì 16 gennaio alle 17.30 alla Fondazione Marino Marini. L’artista fiorentino presenta negli spazi espositivi di corso Fedi circa trenta quadri realizzati perlopiù negli anni Settanta e Ottanta, periodo in cui è nato un rapporto di amicizia profonda e collaborazione con l’architetto Giovanni Michelucci. Si tratta di opere elaborate con la carta, piegata o incisa, frutto di un attento studio sui binomi luce-colore e spazio-luce. A corredo della personale, il testo critico Tra luce-colore e spazio-luce scritto nel 1985 dalla studiosa d’arte contemporanea Lara Vinca Masini, in occasione di una mostra di Paolo Gubinelli allestita a Ferrara, al Palazzo dei Diamanti.
Nella sua attività artistica, Paolo Gubinelli ha maturato molto presto, dopo esperienze pittoriche su tela o con materiali e metodi di esecuzione non tradizionali, un vivo interesse per la “carta”, sentita come mezzo più congeniale di espressione artistica. In una prima fase ha infatti operato su cartoncino bianco, morbido al tatto, con una particolare ricettività alla luce. In un secondo momento il cartoncino bianco è stato sostituito da carta trasparente, sempre incisa e piegata. Nella più recente esperienza artistica, ancora su carta trasparente, il segno geometrico è stato abbandonato per una espressione più libera, arricchito dall’uso di pastelli colorati e incisioni appena avvertibili.

Paolo Gubinelli, nato a Matelica nel 1945, vive e lavora a Firenze. Si è diplomato all’Istituto d’arte di Macerata, sezione pittura, continuando poi gli studi a Milano, Roma e Firenze come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura. Giovanissimo scopre l’importanza del concetto spaziale di Lucio Fontana, che determina un orientamento costante nella sua ricerca. Conosce e stabilisce un’intesa di idee con numerosi artisti e architetti di fama internazionale e allestisce mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Le sue opere sono esposte in permanenza nei maggiori musei in Italia e all’estero. Ha eseguito opere su carta, libri d’artista, tela, ceramica, vetro con segni incisi e in rilievo. Nel 2011 è stato ospite alla 54^ Biennale di Venezia, padiglione Italia presso L’Arsenale, invitato da Vittorio Sgarbi e scelto da Tonino Guerra.

La mostra resterà aperta al pubblico fino a sabato 21 febbraio, dal lunedì al sabato dalle 10 alle 17. Chiuso la domenica.
Per maggiori informazioni contattare il numero 0573 30285.




A Pisa storici, giuristi e giornalisti discutono della trattativa Stato-mafia

73059_De Mauro0904 sovracc.qxdVenerdì 16 gennaio alle ore 15 presso l’aula magna della Scuola Superiore Sant’Anna (sede centrale di piazza Martiri della libertà 33, Pisa) l’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna e dall’Associazione Allievi della Scuola Superiore Sant’Anna promuovono un incontro per discutere della trattativa Stato-mafia.

Si confronteranno Giovanni Fiandaca, docente di Diritto penale all’Università di Palermo e Salvatore Lupo, che nella stessa università insegna Storia contemporanea, autori di “La Mafia non ha vinto” (Laterza, 2013), saggio che propone la teoria “contraria” rispetto alla tesi della trattativa. Con Fiandaca e Lupo dialogheranno Massimo Bordin, giornalista di Radio Radicale; Giovannangelo de Francesco, docente di Diritto penale dell’Università di Pisa; Tullio Padovani, docente di Diritto penale della Scuola Superiore Sant’Anna; Paolo Pezzino, docente di Storia contemporanea dell’Università di Pisa, Gaetana Morgante, docente di diritto penale della Scuola Superiore Sant’Anna, a cui sarà affidato anche il compito di moderare l’incontro.




A 70 anni dalla liberazione di Auschwitz. Il convegno dell’Istoreco

AuschwitzUn’intera giornata di approfondita riflessione storiografica, rivolta in primis al mondo della scuola: è quanto propone l’Istoreco in vista del Settantesimo anniversario della liberazione di Auschwitz, per giovedì 15 gennaio, a partire dalle 9.30, presso la Sala Gorgona della Camera di Commercio di Livorno, Piazza del Municipio 48.

Il convegno, che vedrà al tavolo dei relatori docenti e ricercatori delle Università toscane, si inserisce nel quadro delle tre giornate di formazione e aggiornamento che l’Istituto di via dell’Ambrogiana ha organizzato in occasione delle ricorrenze di grande rilevanza storica e culturale che cadranno nel 2015: oltre alla fine della Seconda guerra mondiale, il 27 gennaio ricorre infatti la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, mentre il 23 maggio il centenario dell’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra. Considerata l’importanza dell’anniversario di Auschwitz, la rilevanza e l’alta specializzazione dei relatori rispetto al tema trattato, l’Istoreco ha deciso di aprire questa Giornata a tutto il pubblico, ai cittadini, agli amanti della storia, agli antifascisti, ai democratici in senso lato.

La giornata avrà inizio alle 9.30 con i saluti delle autorità, cui seguiranno i saluti di Guido Servi della Comunità ebraica di Livorno e di Gabriele Cantù, presidente dell’Istoreco Livorno. La prima relazione sarà affidata a Ugo Caffaz, antropologo, su L’esperienza della Regione Toscana con il treno della Memoria, seguiranno gli interventi di Ilaria Pavan, Scuola Normale di Pisa su Storia e storiografia italiana di fronte alla persecuzione fascista, di Elena Mazzini dell’Università di Firenze su L’antisemitismo cattolico davanti alle leggi razziali del fascismo. Le eredità di una lunga tradizione, di Catia Sonetti, direttore Istoresco su Riflessioni attorno ad un epistolario inedito: la famiglia Levi-Castelli dall’Italia all’Etiopia.

Dopo la pausa buffet, il convegno riprenderà alle 15 con l’intervento del ricercatore Enrico Acciai, su Sfollati ebrei da Livorno. Traiettorie, conflitti, solidarietà, seguiranno poi le relazioni di Barbara Armani, C.I.S.E. Università di Pisa su Gli ebrei italiani fra identità e nazione dall’unità al fascismo e di Catia Sonetti, direttore Istoreco su Una proposta didattica nel merito. A seguire, il dibattito.

Per gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado è prevista l’autorizzazione alla partecipazione in orario di servizio e il rilascio di un attestato di partecipazione. La quota di iscrizione per i docenti è di 35 euro e comprende la cartellina con i materiali di approfondimento e il buffet. Per effettuare l’iscrizione è necessario compilare il modulo presente sul sito www.istorecolivorno.it




La Firenza del primo Novecento nell’opera di Guido Spadolini

Guido_SpadoliniAlle ore 17.00, all’Archivio storico del Comune di Firenze, inaugurazione della mostra “La Firenze del primo Novecento nell’opera di Guido Spadolini” ivi allestita fino al 12 marzo.

Orari di apertura:
lunedì e venerdì ore 10.00-14.00
martedì, mercoledì e giovedì ore 10.00-17.30




Sarajevo Rewind 2014>1914

Serata di promozione del progetto Sarajevo Rewind 2014>1914, “un’avventura” di Eric Gobetti e Simone Malavolti, con video, musica, racconti e tanto altro al Circolo Arci Isolotto di Firenze.

Due idee, due viaggi, due uomini contro.
Il 28 giugno 1914 a Sarajevo due colpi di pistola mettono fine alla Belle époque e inaugurano il Secolo breve, il secolo degli estremismi, delle guerre mondiali, dei regimi totalitari, delle grandi ideologie, delle grandi tragedie.
Il film, autoprodotto e autofinanziato, è stato girato nel giugno-luglio del 2014 tra Austria, Italia, Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina, ma deve essere montato e prodotto. Per questo è necessario il sostegno di tutti.

Al termine dolci assaggi austroungarici e giovani-bosniaci e musica di VJ ERK

INGRESSO AD OFFERTA LIBERA.

Con la collaborazione di Luk Berna, Margherita Zani, Camilla Poesio, Guido Zorn, Gianni Pantaleo, Antonio Coniglio, Mikica Pindzo e molti altri.

 

 




Fram(M)enti Livornesi. Un ciclo di conferenze sulla storia di Livorno

frammmentiI Granai di Villa Mimbelli tornano ad ospitare la seconda edizione di Fram(M)enti Livornesi, il ciclo di conferenze sulla storia di Livorno, o più precisamente su aspetti particolari, curiosi e accattivanti della storia della città, spesso sconosciuti.

Dal 15 gennaio fino al 2 aprile, con cadenza settimanale (ogni giovedì alle ore 17, al 1°piano dei Granai, via San Jacopo inAcquaviva) 12 relatori (in gran parte docenti universitari e tutti livornesi) offriranno gratuitamente il loro sapere alla città con 12 conferenze su temi diversi, in particolare attinenti i secoli XIX e XX. Da qui il titolo del ciclo “Fram(M)enti” che gioca sulle parole “frammenti” in quanto gli argomenti trattati rappresentano una sorta di tessere del grande mosaico della storia livornese, e “Menti”, quelle dei relatori appunto, appassionati ricercatori storici.

Lo scorso anno furono 1478 le persone che seguirono le conferenze con una media di 133 partecipanti a conferenza. Un vero successo attestato anche da un indice di gradimento di 4,25 su 5, secondo una indagine di Customer satisfaction consultabile nelle Rete Civica del Comune.

Quest’anno gli argomenti delle 12 conferenze in programma saranno altrettanto interessanti nel far conoscere fatti e vicende della storia passata cittadina.

Si parlerà dell’opposizione alla guerra nei canti popolari, con una carrellata canora dall’età napoleonica, e di quando Livorno divenne nel 1823 scenario di intrighi, spionaggio e congiure per la presenza in città di Agustin de Iturbide, ex imperatore del Messico esiliato dal proprio paese. Grande spazio sarà dedicato alle opere di architetti livornesi del ‘900, come Marcello Piacentini che nel 1938 disegnò il Nuovo centro livornese dentro il Pentagono del Buontalenti, ritenuto uno dei più importanti episodi urbanisti del secolo scorso. Così come di Ghino Venturi che lavorò molto in città negli anni’30 costruendo i “faronici” Spedali Riuniti, il Gazebo della Terrazza Mascagni ( distrutto nell’ultimo conflitto mondiale, poi ricostruito) e l’attuale sede del quotidiano Il Tirreno. Sempre in ambito artistico si parlerà di Enrico Pollastrini, del Premio Modigliani, del design presente nelle collezioni civiche livornesi, dell’arte introspettiva del livornese Gianfranco Ferroni, oggetto in questi anni di una riscoperta attenta tanto da venir celebrato nel marzo prossimo in una mostra agli Uffizi. Non mancheranno confenze su letterati livornesi, su personaggi eroici ingiustamente trascurati e sulle vicende della famiglia Modigliani.

Qui di seguito il programma completo del ciclo FramMenti Livornesi edizione 2015:• giovedì 15 gennaio, ore 17
Pardo Fornaciari
Cantastorie
“E anche al mi’ marito tocca andare”. L’opposizione alla guerra nel canto popolare

• giovedì 22 gennaio, ore 17
Antonella Gioli
Ricercatore Universitario presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa – Docente di Museologia e museografia
Storia di un quadro e del suo Museo: Gli Esuli di Siena di Enrico Pollastrini

• giovedì 29 gennaio, ore 17
Massimo Sanacore
Direttore dell’Archivio di Stato di Livorno
Marcello Piagentini architetto accademico a Livorno (1938-1941)

• giovedì 5 febbraio, ore 17
Mattia Patti
Ricercatore Universitario presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa – Docente di Storia dell’arte contemporanea
Attorno al Grande rettile: le ultime due edizioni del Premio Modigliani

• giovedì 12 febbraio, ore 17
Maurizio Vernassa
Professore Associato presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa – Docente di Storia e Istituzioni dei Paesi Afro-Asiatici
Agustin de Iturbide, ex imperatore del Messico a Livorno (1823-1824)

• giovedì 19 febbraio, ore 17
Antonella Capitanio
Ricercatore Universitario presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa – Docente di Storia delle arti decorative e industriali
Un ospite a sorpresa: il design nelle collezioni civiche livornesi

• giovedì 26 febbraio, ore 17
Fabio Bertini
Università di Firenze – Coordinatore dei comitati toscani del Risorgimento
Luigi Ghilardi, comandante a Livorno nel maggio del 1849: l’ideale della libertà tra Spagna, Italia e Messico

• giovedì 5 marzo, ore 17
Giancarlo Bertoncini
Professore Associato di Letteratura Italiana – Università di Pisa
Piero d’Orezza, il romanzo storico corso di Antonio Benci

• giovedì 12 marzo, ore 17
Andrea Addobbati
Ricercatore Universitario presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa – Docente di Istituzioni di Storia Moderna
I Modigliani. Dal ghetto di Roma a Livorno

• giovedì 19 marzo, ore 17
Denise Ulivieri
Ricercatore Universitario presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa – Docente di Istituzioni di Storia dell’architettura e dell’urbanistica
Ghino Venturi architetto (1884-1970). Un artista tra Roma e Livorno

• giovedì 26 marzo, ore 17
Catia Sonetti
Direttore dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella Provincia di Livorno
Le pietre parlano. Il caso del cimitero dei Lupi

• giovedì 2 aprile, ore 17
Vincenzo Farinella
Professore Associato presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa – Docente di Storia dell’arte moderna
Un pittore livornese agli Uffizi: Gianfranco Ferroni e gli Old Masters.

Il ciclo di conferenze “Frammenti Livornesi” è il primo appuntamento del progetto “Fattori Contemporaneo” che intende rilanciare il museo civico G.Fattori quale luogo, non solo contenitore e custode di opere d’arte, ma luogo vivo, di studio e di formazione. Luogo aperto ai cittadini, dove passato, presente e futuro convivono. “Fattori Contemporaneo” anche perché l’arte del grande Maestro della macchia è contemporanea e innovatrice.




Nuovo appuntamento con gli incontri di Storiografia all’ISRT

Continua anche per il presente anno scolastico il ciclo di seminari per insegnanti, volto a mettere a fuoco ed approfondire i risultati della più recente storiografia.
I seminari si svolgono nella sede dell’ISRT di Firenze e hanno cadenza mensile, da settembre a giugno. Il lavoro di questo gruppo, finalizzato alla formazione storiografica dei docenti, prosegue ormai da diversi anni e consiste nella lettura e nella approfondita discussione di testi recenti di storia contemporanea, particolarmente rilevanti dal punto di vista scientifico e didattico, incentrati su svariate tematiche. Talvolta, a seconda delle disponibilità, gli incontri del seminario ospitano anche gli autori dei libri in discussione. I docenti coinvolti appartengono ad ogni ordine e grado di scuola, dalle elementari alle superiori, e costituiscono un gruppo di una ventina di persone. Gli incontri sono aperti a tutti gli interessati.

Nell’anno in corso, le date, il tema e i volumi di ciascun incontro saranno definiti di volta in volta. Per informazioni rivolgersi all’Isrt (email: isrt@istoresistenzatoscana.it)

Prossimo appuntamento:

14 gennaio 2015: discussione sul volume di Santo Peli, Storie di GAP. Terrorismo urbano e Resistenza, Einaudi, 2014.