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Itinerario della memoria: in bicicletta a Campospillo (Magliano in Toscana)

Subito dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943, gli antifascisti grossetani fondarono il Comitato militare provinciale, organismo deputato al coordinamento della prima attività partigiana in provincia e vero precursore del Comitato Provinciale di Liberazione Nazionale. Il Comitato fu smantellato dalla Guardia Nazionale Repubblicana nel rastrellamento del 26 novembre 1943 condotto presso la tenuta di Campospillo a Magliano, di proprietà della famiglia Mazzoncini.

A Campospillo furono catturati Tullio Mazzoncini e Giuseppe Scopetani. Affidati al Tribunale speciale, furono trasferiti, insieme ad Albo Bellucci – arrestato a Paganico – nelle carceri di Siena e poi in quelle di Parma. All’inizio del 1944 per i tre antifascisti si aprirono le porte del lager di Mauthausen. Solo Mazzoncini sopravvisse a quella terribile esperienza. Gli altri due morirono a Gusen.

In memoria dei compagni deportati Tullio Mazzoncini fece scolpire a Tolomeo Facendi un bassorilievo in gesso, che dal 2008, donato dalla famiglia, è esposto nell’atrio del Comune di Grosseto. Nella tenuta di Campospillo, oggi Azienda agricola e agriturismo, è conservato il calco in bronzo del bassorilievo.

Per le celebrazioni del 71° anniversario della Liberazione di Grosseto, l’Isgrec e la FIAB hanno elaborato un itinerario della memoria verso Campospillo, che sarà percorso per la prima volta il 14 giugno 2015. Siamo nel cuore della Maremma Toscana; l’itinerario si snoda tra strade consortili e a basso traffico attraversando vigneti e oliveti secolari attorno al Borgo medievale di Magliano in Toscana, fino a Campospillo.

 




Mostra sulla Resistenza a Massa M.ma e sulla strage di Niccioleta

C000022La sala consiliare del Comune di Massa Marittima, intitolata a Norma Parenti, ha sempre conservato alcuni ingrandimenti di foto tratte dall’archivio fotografico Banchi, che documentano la Resistenza massetana. Dal giugno 2006 lì è stata allestita una mostra permanente, che utilizza alcune delle immagini del fondo Banchi, ma contiene anche una ricostruzione storica degli eventi resistenziali e, separatamente, della strage nazifascista della Niccioleta.

Le schede storiche sono state elaborate utilizzando fonti archivistiche e testimonianze orali, accanto a più recenti contributi storiografici relativi alla strage dei minatori di Niccioleta.

La mostra si compone di 5 pannelli sulla Resistenza massetana e 5 pannelli sulla strage della Niccioleta. La cura della mostra e la ricerca storico-archivistica sono di Luciana Rocchi e Barbara Solari, che hanno utilizzato foto provenienti dall’archivio fotografico Corrado Banchi di Massa Marittima e immagini tratte da un Combat film del National Archives Washington, nonché documenti e manifesti conservati nell’Archivio di stato di Grosseto, nell’Archivio storico del Comune di Massa Marittima e nell’Archivio ISGREC. Il progetto grafico è stato curato da Francesco Canuti.

I 5 pannelli sulla Resistenza a Massa Marittima intendono disegnare un quadro d’insieme del contesto in cui maturò e si sviluppò la lotta partigiana in questo territorio, lotta che ebbe caratteristiche peculiari in termini di vivacità e coinvolgimento di tutte le componenti sociali. Il percorso delineato dai pannelli vuole innanzitutto rendere conto dello straordinario sostegno della Resistenza civile alla Resistenza armata: il cibo e la protezione offerti dai contadini, i collegamenti assicurati dalle staffette, la solidarietà dei minatori, la complicità del clero, la disobbedienza della magistratura.

La mostra non trascura di delineare il contesto storico in cui maturò e si sviluppò la scelta di molti di prendere parte alla lotta armata contro i nazifascisti fin dalla proclamazione della RSI e dalla pubblicazione di “avvisi agli sbandati”, circolari, telegrammi ai podestà dei comuni annunciavano “l’inesorabile” per i disobbedienti e severe punizioni alle famiglie. Trovano spazio in questo contesto sia il famoso bando firmato da Almirante nel maggio del 1944 (ritrovato peraltro proprio nell’archivio del Comune di Massa Marittima), che annunciava la condanna a morte per renitenti alla leva e disertori, sia le disposizioni del comando militare tedesco, tese ad annientare le bande, che impedivano il controllo del territorio.

Ampio spazio è dato poi al contributo delle azioni militari dei partigiani massetani, compreso l’episodio più tragico e controverso, la “battaglia del Frassine”, il 16 febbraio del 1944 (l’epilogo di un rastrellamento condotto con grande dispiegamento di forze, sollecitato da una spia fascista), che portò alla perdita di 5 vite umane – Silvano Benedici, Pio Fidanzi, Otello Gattoli, Salvatore Mancuso, Remo Meoni – ma anche ad aspre polemiche sulla conduzione delle azioni militari da parte del comandante Chirici.

caduti_massa_mmaSono ricordate, oltre alle cinque vittime del Frassine, altri caduti della resistenza militare e civile: il tenente Alfredo Gallistru ed Elvezio Cerboni (entrambi medaglia d’argento al v.m.); la staffetta partigiana Norma Parenti, trucidata il 22 giugno 1944; i due sacerdoti Don Angelo Biondi e Don Ugo Salti, che si schierarono apertamente contro i nazifascisti.

In un pannello che ricorda le molte azioni dei partigiani massetani sono state inserite anche immagini di un Combat film girato dagli operatori americani (conservato nell’archivio ISGREC), che documentano il cammino della banda del Chirici verso Massa Marittima.

Anche i 5 pannelli sulla vicenda di Niccioleta intendono mettere a fuoco il contesto e le peculiarità di questa strage di civili, una delle più feroci compiute dai nazifascisti lungo la linea della ritirata dell’esercito tedesco, tale da configurare uno degli esempi più lampanti della strategia del comando supremo tedesco, tesa a scoraggiare, mediante la violenza, l’appoggio della popolazione ai partigiani. Molti degli 83 minatori uccisi da forze fasciste e reparti germanici (Wehrmacht o SS)  figuravano negli elenchi dei turni di guardia, decisi dagli stessi minatori per difendere gli impianti dalla furia devastatrice dei nazifascisti.

Non è stata provata nessuna correlazione con uccisioni di soldati tedeschi da parte di partigiani, tale da configurare l’ipotesi di una rappresaglia.

donne_niccioletaGrande spazio viene dato nei pannelli sia alla ricostruzione storica degli avvenimenti, sia al radicamento nella memoria collettiva di questo episodio, dalle prime commemorazioni nel 1945, ai monumenti e lapidi sparse in tutto il territorio, dalle prime ricostruzioni di Zannerini nel 1945 a quelle di Bianciardi e Cassola, fino ad arrivare alla ricostruzione del Prof. Paolo Pezzino.

Indirizzo: Sala Consiliare “Norma Parenti”, via Perenti 69, Massa M.Ma

Orari: Apertura su prenotazione, solo per gruppi

Ingresso: gratuito

Contatti: Biblioteca di Massa M.ma, tel. 0566 902078 / 902089




Mostra sulle persecuzioni antiebraiche in provincia di Grosseto

Dal 1995, sulla sollecitazione di una grande mostra, che l’ISGREC espose a Grosseto nel 1995, opera di grande valore storico per la comprensione del razzismo fascista, ci si interrogò su quello che era accaduto nel territorio grossetano tra 1938 e 1944. Emersero subito alcuni dati, che dettero inizio al recupero di una memoria rimossa, quella delle persecuzioni antiebraiche, che ebbero il loro acme tra novembre 1943 e giugno 1944 e si conclusero con la deportazione ad Auschwitz di un gruppo di ebrei. Così accanto ai pannelli della “Menzogna della razza” furono esposti quelli di una piccola mostra, modesta nella forma espositiva, ma tale da suscitare il desiderio di andare ancora avanti e sommare a quelle prime informazioni dati più corposi e una ricostruzione più solida.  Le tappe del lungo percorso di ricerca sono testimoniate da una mostra e da una uscita dal locale, attraverso la partecipazione al gruppo di ricerca coordinato dallo storico Enzo Collotti, conclusosi con la pubblicazione dei due volumi, a sua cura, Ebrei in Toscana 1943-1945. Persecuzione, depredazione deportazione (Carocci, Roma 2007), in cui il saggio di Luciana Rocchi Ebrei nella Toscana meridionale delinea nei suoi tratti complessivi il carattere degli eventi che collocarono Grosseto tra le province in cui fu allestito un campo di concentramento per ebrei. Successivo, per la singolarità della fenomenologia del rapporto tra fascismo locale ed ebrei, un interesse di RAInews24 da cui nacque il documentario Roccatederighi campo di concentramento, con la regia di Vera Paggi e la consulenza storica di Luciana Rocchi. Nel frattempo, risale al 2002 l’allestimento di una mostra permanente, grazie al reperimento di nuovi documenti e al sostegno offerto dalla legge regionale toscana “Per salvare la memoria delle stragi nazifasciste in Toscana”. Da allora e fino al 2012 tutto il materiale, mostra e cataloghi, è stato esposto nella Stanza della memoria-biblioteca dell’ISGREC. Ora, per una scelta di valorizzazione di luoghi  della memoria, è stato trasferito a Roccatederighi, nella sede del Centro civico. Dieci pannelli descrivono le fasi della “persecuzione delle vite a Grosseto”, dalla Carta di Verona, all’ordine di polizia n. 5 al calvario che condusse  38 persone – questo è il numero che si è indicato, sulla base delle verifiche fatte – alla deportazione nei lager del III Reich. La mostra contiene documenti estratti da archivi grossetani – fondi Questura, Prefettura e Comune di Grosseto, depositati nell’Archivio di Stato, Archivio storico della Curia Vescovile –e dall’Archivio Centrale dello Stato. Un documento straordinario, di cui non abbiamo avuto l’originale, ma che abbiamo trovato riprodotto in una piccola, generica  pubblicazione locale, è il diario di un internato speciale, Azeglio Servi, facente funzione di rabbino a Pitigliano al momento degli arresti, che annota nel suo libro di preghiere i nomi e le date degli internati a Roccatederighi che partono, in due convogli, per Fossoli di Carpi e per Scipione di Salsomaggiore rispettivamente nei due convogli che condurranno quasi tutti i trasportati verso i lager. L’ultima pagina è una breve, toccante cronaca del momento della liberazione degli ultimi internati, nel giugno del crollo del fascismo repubblicano a Grosseto e dell’odissea della sua famiglia, che si ricompone, dopo il periodo delle peregrinazioni. Tra i suoi figli, alcuni erano nel campo con i genitori, altri si erano uniti alle bande partigiane della zona di Pitigliano, sottraendosi all’internamento e condividendo i rischi della fuga e dello schieramento antifascista, anche grazie all’aiuto di quanti, nelle campagne dei dintorni, hanno guadagnato con il coraggio di allora un posto tra i “Giusti delle nazioni”. Gli alberi che li ricordano nel giardino dello Yad Vashem, a Gerusalemme.,  sono stati piantati nel coro degli ultimi anni, anche grazie al recupero della memoria di quei fatti a Pitigliano, voluto con grande determinazione da Elena Servi, fondatrice dell’Associazione “La piccola Gerusalemme”, all’epoca bambina in fuga nella campagne insieme alla famiglia. Ma il lavoro di ricerca, la produzione culturale e la divulgazione didattica – visite guidate alla mostra, visite guidate a Roccatederighi, convegni e corsi di aggiornamenti per insegnanti – che è stato uno dei maggiori impegni dell’ISGREC nel corso di questi quasi venti anni, hanno contribuito a sottrarre all’oblio una pagina di storia che non deve essere dimenticata.




Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea (ISRT)


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Sede e contatti
Via Carducci 5/37, Firenze
Telefono: 055284296
E-mail: direzione direzione@istoresistenzatoscana.it segreteria isrt@istoresistenzatoscana.it
Per l’attività didattica scrivere a didattica@istoresistenzatoscana.it
Sito web: http://www.istoresistenzatoscana.it/
Visita anche: http://toscananovecento.it/
Orari di apertura:
nella nostra sede sono ospitati l’archivio e la biblioteca. Un’ampia sala studio è a disposizione degli studiosi e di chiunque sia interessato a consultare il patrimonio documentario dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 17.30. Per contattare la biblioteca biblioteca@istoresistenzatoscana.it per l’archivio (necessaria la prenotazione) archivio@istoresistenzatoscana.it

Organi direttivi (Consiliatura febbraio 2024 – gennagio 2027)
Presidente: Vannino Chiti
Vicepresidenti: Valeria Galimi, Andrea Morandi
Direttore: Matteo Mazzoni
Consiglio Direttivo: Consiglieri eletti: Franca Maria Alacevich, Pier Luigi Ballini, Leonardo Bianchi, Roberto Bianchi, Luca Brogioni, Camilla Brunelli, Pietro Causarano, Francesca Cavarocchi, Alice D’Ercole, Gianluca Coppola, Gianmario Leoni, Silvano Priori, Riccardo Saccenti, Annalisa Savino e Irene Stolzi. Del consiglio fanno parte anche Teresa Catinella, Chiara Nencioni e Catia Sonetti in rappresentanza della rete degli istituti provinciali toscani.
Presidente onorario: Mario Giuseppe Rossi, eletto dall’Assemblea dei soci del 20 aprile 2024.

Breve storia e finalità
L’Isrt è una aps iscritta al RUNTS ed è associato all’Istituto Ferruccio Parri – rete nazionale degli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea già Istituto nazionale del movimento di liberazione in Italia. Fu costituito nel 1953 su impulso di esponenti dei cinque partiti (Democrazia cristiana, Partito d’Azione, Partito Liberale, Partito socialista, Partito comunista) facenti parte del Comitato toscano di liberazione nazionale, e ebbe sede in Palazzo Medici Riccardi, dove si era insediato il CTLN nel giorno dell’insurrezione di Firenze, l’11 agosto 1944. Nel corso dei decenni l’Istituto ha unito alla funzione di custode delle memorie e dei documenti della lotta antifascista quella di centro di ricerca e di promozione culturale in una crescente sinergia con il territorio e le Istituzioni. Nel 2008 è avvenuto il trasferimento nell’attuale sede.

Le sue finalità sono la custodia e l’accrescimento del patrimonio documentario inerente alla storia dell’antifascismo, della Resistenza e del Novecento, la formazione e la didattica della storia, la divulgazione culturale, la promozione della ricerca e della conoscenza storica. A tal fine collabora con altri istituti, associazioni culturali, enti ed università, istituzioni di governo locale e nazionale. Persegue fini di utilità sociale e le sue attività sono finanziate dai soci e da enti pubblici e privati e in primo luogo dalla Regione Toscana, in base alla legge regionale 38/2002.

Il suo programma scientifico e culturale è imperniato sui processi di democratizzazione sviluppatisi nel corso del Novecento, le pratiche violente connesse alle mobilitazioni politiche e all’operato degli stati nazione novecenteschi, la costruzione delle memorie come modalità individuali e collettive di riproposizione del passato nel presente e la riflessione sul rapporto fra memoria e storia. Su tali ambiti propone progetti didattici per le scuole di ogni ordine e grado e una gamma di attività orientate a rivalutare il ruolo del docente nell’insegnamento della storia. Per divulgare presso il grande pubblico la conoscenza critica della storia contemporanea, l’Isrt promuove e organizza mostre, proiezioni di video-documentari, seminari di studio, presentazioni di ricerche e volumi, cicli di conferenze tematiche.

L’Isrt ha cambiato la propria denominazione originaria (Istituto storico della Resistenza in Toscana) nell’attuale in occasione dell’Assemblea straordinaria dei soci dell’8 aprile 2017.

Patrimonio
L’Archivio conserva circa 120 fondi documentari di associazioni e personalità, inerenti alla storia del fascismo e dell’antifascismo e della Resistenza, italiani e toscani, con particolare attenzione alla storia delle classi subalterne, del movimento operaio e contadino, dalla fine del secolo XIX fino agli anni Ottanta del Novecento. Comprende una collezione di oltre 2000 volantini e manifesti relativi alla storia della Toscana nel ‘900, una raccolta di circa 200 testimonianze orali e un patrimonio fotografico di circa 8000 unità.

La Biblioteca conserva oltre 50.000 volumi e opuscoli dedicati alla storia dell’Italia unita e del Novecento italiano ed europeo e più specialisticamente alla storia dell’antifascismo e della Resistenza, del nazismo, della deportazione e dello sterminio, nonché alla storia della Toscana e alla didattica della storia. L’emeroteca si compone di un’ampia raccolta di riviste storiche e di oltre 2000 periodici, anche rari e clandestini, attinenti la storia politica, sociale e culturale del Novecento. Infine la videoteca dispone di oltre 400 film e documentari relativi alla storia del Novecento.




Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea in provincia di Lucca (ISREC)

Sede e contatti
Piazza Napoleone 32/12, 55100 Lucca
Tel: 0583.55540
E-mail: isreclucca@gmail.com
Sito web: http://www.isreclucca.it
Orario d’apertura: Lunedì e mercoledì dalle 9 alle 16; giovedì dalle 9 alle 12:30
Nel periodo estivo, a partire dal 16 luglio,  l’Istituto seguirà il calendario ridotto:
16 luglio: ore 10-16
23 luglio: ore 10-16
1-26 agosto: periodo di chiusura estiva.

Organi direttivi
Presidente: Mario Regoli
Direttore: Emmanuel Pesi
Tesoriere: Carlo Giuntoli
Segretario:
Revisori dei Conti: Carlo Lazzarini, Alessandro Nieri, Elisabetta Viani
Consiglio Direttivo: Carla Andreozzi, Francesco Nicola Barbato, Stefano Bucciarelli, Enrico Cecchetti, Carlo Giuntoli, Maria Teresa Leone, Chiara Nencioni, Maurizio Perna, Emmanuel Pesi, Mario Regoli, Andrea Ventura.
Comitato scientifico: Luca Baldissara, Stefano Bucciarelli, Paolo Buchignani, Federico Creatini, Caterina Di Pasquale, Pietro Finelli, Gian Luca Fruci, Gianluca Fulvetti, Filippo Gattai Tacchi, Mariamargherita Scotti, Andrea Ventura (coordinatore)

Breve storia e finalità
Nel 1963 si costituisce a Lucca una Delegazione provinciale dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana, che confluisce poi nella sede fiorentina, fino al 31 ottobre 1977, quando si giunge alla creazione dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Lucca.

L’Istituto si propone la conservazione e la valorizzazione del patrimonio documentale e memorialistico della Resistenza, lo sviluppo della ricerca, dell’attività didattica, dell’iniziativa culturale e della riflessione pubblica sulle vicende e sui temi della lotta di Liberazione e su ambiti diversi della storia contemporanea, rivolgendo particolare attenzione a fatti, processi e problemi che hanno riguardato il territorio della provincia di Lucca.

L’Isrec promuove ricerche, studi, manifestazioni, convegni, iniziative scientifiche e divulgative, esposizioni e pubblicazioni anche periodiche. Inoltre l’Istituto segue la progettazione, la promozione e la gestione di luoghi di memoria, musei e spazi culturali in collaborazione con Enti ed Istituzioni del territorio e con le Amministrazioni Pubbliche nell’ambito delle diverse ricorrenze e celebrazioni di pertinenza storica.

Patrimonio
La biblioteca dell’Istituto, intitolata a Renzo Papini, consta di 6000 volumi, alcuni dei quali aggregati nei Fondi Pacini, Mancini, Mandoli, Vanni, Pietrandolfo. Attualmente è in corso la catalogazione del patrimonio librario, inventariato nella Rete delle biblioteche e degli archivi della provincia di Lucca. I volumi che progressivamente vengono schedati sono reperibili sul sito http://bibliolucca.it/SebinaOpacLUA/Opac.

L’archivio conserva carte relative alla Resistenza, all’antifascismo, al periodo bellico e a quello repubblicano. Si segnalano i fondi “Resistenza” e “XI Zona”, il fondo “Fascismo e Rsi”; il “Fondo Processi”, che contiene i fascicoli del Tribunale penale di Lucca dal 1919 al 1947, compresi quelli della Corte d’assise straordinaria di Lucca. Si conserva poi il “Fondo Carità” contenente documenti del processo della Corte d’assise di Firenze a Mario Carità e altri fascisti repubblicani. Recentemente sono inoltre state acquisite le carte del processo a Idreno Utimpergher e altri militi della brigata nera “Mussolini” e il “Fondo stragi naziste”, con documenti provenienti dal National Archives di Washington e Londra, dall’Archivio della United Nation War Crime Commission presso l’Onu, dagli archivi militari tedeschi, dal’Archivio centrale dello Stato di Roma, dagli archivi di Stato provinciali, e da quelli comunali, raccolti dal gruppo di lavoro dell’Università di Pisa nel corso del progetto di ricerca di interesse nazionale coordinato dal prof. Paolo Pezzino, a partire dal 1999.

Sul periodo repubblicano, l’archivio conserva il fondo “Pci – Federazione di Lucca”, e una parte delle carte personali di Arturo Pacini, ex-senatore e Sindaco di Lucca. L’archivio conserva poi una serie di testimonianze orali e periodici e riviste.

 

 



Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea nella Provincia di Livorno (ISTORECO)

logoIstorecoSede e contatti
Complesso della Gherardesca, via G. Galilei, 40, 57124 Livorno
Tel. e fax: +39.0586.809219
E-mail: istoreco.livorno@gmail.com
Sito web: http://istorecolivorno.it/
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 9-13 e pomeriggio su appuntamento.

Organi direttivi
Presidente:Claudio Massimo Seriacopi
Direttore: Catia Sonetti
Vicepresidente: Carla Roncaglia

Comitato Scientifico: Catia Sonetti, Gianluca della Maggiore, Daniele Menozzi
Consiglio direttivo: rappresentanti delle associazioni Anpi, Anppia e Anei e dei Comuni di Livorno, Rosignano Marittimo, Cecina, Piombino, Portoferraio, Suvereto e in rappresentanza dei soci individuali Anna Plantamura e Maurizio Strazzullo (Cgil Livorno)

Breve storia e finalità
L’Istoreco, costituitosi il 30 settembre 2008, si propone, come recita il suo Statuto, di favorire il reperimento e la salvaguardia delle fonti documentarie, nonché di promuovere la ricerca storica, l’attività didattica e quella culturale allo scopo di approfondire la conoscenza della società contemporanea, con particolare riguardo alle vicende legate all’opposizione al fascismo, alla lotta di Liberazione e all’età repubblicana con specifica attenzione alle vicende che si sono verificate nel territorio provinciale.

Per il raggiungimento di questi obiettivi l’Istituto indirizza la propria attività verso:
a) il reperimento, l’acquisizione e la classificazione di materiale documentario che interessa la storia della Resistenza e la storia Contemporanea;
b) la promozione e il coordinamento di ricerche, manifestazioni, convegni, iniziative editoriali, scientifiche e divulgative, esposizioni e pubblicazioni anche periodiche, nonché la collaborazione ad iniziative culturali di altri Enti e privati, quando ne sia accertata la rispondenza agli scopi dell’Istituto;
c) la progettazione e l’attuazione di programmi didattici e di aggiornamento tesi a diffondere nelle scuole la conoscenza degli avvenimenti relativi al movimento di Liberazione nazionale e della storia contemporanea;
d) la ricerca dei reperti e cimeli del periodo della lotta antifascista e della resistenza, conservandoli e provvedendo al censimento e alla promozione della tutela e del riordino dei monumenti, dei cippi e delle lapidi dedicati alla lotta antifascista, alla Resistenza e alle vicende che hanno avuto particolare rilievo socio-politico nella storia contemporanea.

Patrimonio
Archivio: Nel 2010 la confluenza nell’ISTORECO del patrimonio archivistico del PCI e della DC con la raccolta di documenti non solo della città di Livorno ma dell’intero territorio provinciale, ha dato il via alla creazione del suo Archivio Storico.
Il patrimonio documentario del PCI inerente alle carte della Federazione di Livorno è consultabile in rete (vedi il catalogo). Il fondo, che copre gli anni che vanno dal 1944 al 1991, è diviso in 10 sezioni ed è composto da 523 fascicoli (contenuti in 131 buste) e 39 filmati. Molto interessanti e analitiche sono le parti dei Congressi, del tesseramento e delle elezioni così come le relazioni di carattere economico e sociale che documentano lo sviluppo della vicenda livornese nel suo complesso, soprattutto quelle relative alle vicende della realtà industriale del porto e di realtà periferiche ma importanti anche in un’ottica nazionale, come quella siderurgica di Piombino e la chimica di Rosignano. È in fasi di analisi e di riordino anche il Fondo Bruno Bernini, esponente di spicco del comunismo italiano.

Biblioteca: Il patrimonio bibliotecario dell’Istoreco è composto da più fondi. Il più consistente è quello legato alla donazione arrivata con le carte dell’Ex federazione del Pci di Livorno, oltre 3.000 volumi ancora da ricatalogare; un fondo “Orefice” composto 557 volumi donati all’Istituto Storico dalla famiglia Orefice che costituivano la biblioteca professionale del giornalista Gastone Orefice e già consultabili sulla rete opac livornese; un altro fondo, con un centinaio di volumi è quello arrivato tramite la Biblioteca Labronica e riconducibile al fondo “Fiorentini”.
L’Istoreco ha poi fatto in questi anni una piccola ma significativa opera di acquisizioni librarie con scelte molto mirate e specialistiche sui temi della storia contemporanea, che viene regolarmente arricchita anche attraverso le donazioni che arrivano dagli istituti della rete dell’Istituto nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI).




Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Pistoia (ISRPT)

Sede e contatti
La sede legale dell’Istituto è collocata presso la Provincia di Pistoia mentre quella operativa, al cui interno si trovano l’archivio e la biblioteca, è offerta dal Comune di Pistoia.
Sede legale: Viale Petrocchi 159, 51100 Pistoia
Sede operativa: biblioteca e archivio, Viale Policarpo Petrocchi 159, 51100 Pistoia;
Telefono: 0573.359399
E-mail: ispresistenza@tiscali.it
Sito webhttp://istitutostoricoresistenza.it/
Orario di apertura: Lunedì 15.30-18.30; Martedì 10.00-12.00; Mercoledì chiuso; Giovedì 15.30-18.30; Venerdì 10.00-12.00. Sabato e domenica chiuso. L’archivio storico è consultabile solo su appuntamento.

Organi direttivi
Presidente: Giovanni Contini Bonaccossi
Vicepresidente: Filippo Mazzoni, Sonia Soldani
Presidente onorario: Roberto Barontini
Direttore: Matteo Grasso
Consiglio direttivo: Artioli Tommaso, Bartoli Aldo, Bartolini Stefano, Cappellini Luca, Contini Giovanni, Cutolo Francesco, Fanelli Antonio, Faralli Daniela, Giunti Marco, Innocenti Renzo, Landucci Sandro, Lombardi Edoardo, Martinelli Chiara, Mazzoni Filippo, Perugi Francesca, Santagati Domenico, Soldani Sonia, Vannucchi Alice.
Ufficio di presidenza: Stefano Bartolini, Giovanni Contini, Matteo Grasso, Chiara Martinelli, Filippo Mazzoni, Sonia Soldani, Alice Vannucchi.
Direttore responsabile Quaderni di Farestoria: Tommaso Artioli
Direttore Redazione Quaderni di Farestoria: Stefano Bartolini
Redazione Farestoria: Roberto Barontini, Stefano Bartolini, Francesco Cutolo, Daniela Faralli, Matteo Grasso, Maurizio Lazzari, Edoardo Lombardi, Chiara Martinelli,  Filippo Mazzoni, Francesca Perugi, Alice Vannucchi
Comitato scientifico: Antonio Fanelli, Roberto Barontini, Giovanni Contini, Matteo Grasso, Pier Luigi Guastini, Renzo Innocenti, Marco Palla, Camilla Poesio, Claudio Rosati, Sonia Soldani
Responsabile Archivio: 
Stefano Bartolini
Responsabile Biblioteca: Edoardo Lombardi
Responsabile Didattica: Alice Vannucchi

Breve storia e finalità
Ll’Istituto nasce nel 1974, dalla volontà dei singoli Comuni e dell’Amministrazione provinciale di Pistoia, come Deputazione dell’Istituto storico della Resistenza in Toscana di Firenze, e si associa all’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia (INSMLI) nel 1983, assumendo la denominazione di Istituto storico provinciale della Resistenza; nel 1998 è il primo istituto della Rete nazionale ad adeguare il proprio statuto secondo le nuove normative ed a trasformarsi in ONLUS. Nel 2002 il nome è stato modificato nella dizione attuale, abbreviata in ISRPt.

Nel 1981 l’Istituto comincia la pubblicazione della sua prima rivista, Farestoria, a cui seguono nel 1999 i Quaderni di Farestoria, una testata maggiormente attenta alle necessità di una corretta divulgazione storica sul territorio. Nel 2005 l’Istituto si dota di una propria casa editrice, l’ISRPt Editore, che oltre a portare avanti le pubblicazioni periodiche si dota anche di diverse collane: Studi e Ricerche, Per filo e per segno, Farestoria a scuola, Il dolore e la memoria. Le quattro collane corrispondono a un’articolazione delle attività per campi di interesse e livelli di approfondimento: scientifico, narrativo, didattico, memorialistico. L’ISRPt Editore pubblica anche audiolibri, necessari per garantire l’accesso alla storia locale anche ai non vedenti e ipovedenti.

L’Istituto porta avanti la ricerca storica in ambito sia locale che nazionale e internazionale; produce ed organizza mostre documentarie, momenti di approfondimento quali seminari, convegni, presentazioni di libri; partecipa attivamente all’offerta formativa e didattica; mette a disposizione il proprio archivio e la propria biblioteca per tutte le esigenze legate alla conoscenza storica; promuove la raccolta delle memorie orali; promuove e organizza itinerari di formazione e/o della memoria sul proprio territorio di riferimento ed allÕestero (ex Jugoslavia, Austria ecc…).

Patrimonio
Il patrimonio bibliotecario dell’Istituto  composto da oltre 7.000 volumi, pi decine di riviste storiche, nonché da numerose collezioni di periodici sia locali che nazionali. Il patrimonio archivistico composto da vari fondi, sia personali che di enti e/o organizzazioni, riconducibili all’antifascismo ed alle aeree di impegno democratico e civile. Sono inoltre presenti una filmoteca, una memoteca per le memorie orali, numerosi materiali iconografici (bandiere delle SMS, gagliardetti brigate partigiane, riconoscimenti guerra di Spagna ecc) e alcuni archivi fotografici cha spaziano dalla documentazione territoriale, come le foto aeree dei bombardamenti su Pistoia, a quella più generale, come i due fondi che contengono immagini relative alla guerre coloniali in Libia ed in Etiopia.

 




Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’Età Contemporanea (ISGREC)

Logo Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell'età contemporanea

Logo Istituto Storico Grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea

Sede e contatti
Via De’ Barberi 61, 58100 Grosseto
Tel e fax: 0564.415219
E-mail: segreteria@isgrec.it
Sito web: https://www.isgrec.it/
Orari di apertura: lunedì, mercoledì e venerdì 15-18; martedì e giovedì 9-13 e 15-18.

Organi direttivi
Presidente: Paolo Passaniti

Vice Presidenti: Lio Scheggi e Stefano Campagna

Direttrice: Ilaria Cansella

Consiglio direttivo:  Enrico Acciai, Flavio Agresti, Stefano Campagna, Roberto Costantini, Vinzia Fiorino, Marco Grilli, Giacomo Pacini, Paolo Passaniti, Lio Scheggi, Elena Vellati, Luigi Zannetti

Responsabile del Centro Documentazione Donna: Barbara Solari.

Responsabile della didattica: Elena Vellati, insegnante comandata dal MIUR.

Responsabile della Bibilioteca: Riccardo Lucetti.

Breve storia e finalità
L’Isgrec è nato nel 1993 con finalità di conservazione e valorizzazione scientifica di materiali archivistici e bibliotecari relativi alla storia contemporanea. Tra i suoi compiti principali, la ricerca e la divulgazione storica. Svolge attività didattica, in collaborazione con istituzioni scolastiche, in attuazione della Convenzione INSMLI-MIUR. Offre un servizio culturale di consultazione, consulenza, prestito bibliotecario e interbibliotecario attraverso apertura al pubblico di biblioteca, emeroteca e archivio per 40 ore settimanali.

Patrimonio

Biblioteca
La consistenza del patrimonio librario è di circa 20.000 volumi, suddivisi in 13 sezioni. Sono presenti fondi librari aggregati ad archivi. L’istituto fa parte della Rete Grossetana Biblioteche Archivi Centri di Documentazione (GROBAC); il catalogo è consultabile a questa pagina

L’ISGREC possiede esemplari di circa 260 periodici tra riviste specializzate di storia e studi sociali (25 in abbonamento corrente), riviste di aggiornamento bibliografico, periodici legati alla realtà locale, collezioni di vari periodici e quotidiani pubblicati tra la fine del sec. XIX e la metà del XX.
L’Istituto ha al proprio interno un Centro Documentazione Donna, biblioteca specializzata in studi di genere. Dell’emeroteca fanno parte alcune testate storiche in collezione completa, come Dwf, Memoria, Via Dogana e Lapis.

Archivio
L’archivio ha una consistenza di 110 m. lineari; i fondi conservati sono legati alla storia recente del territorio grossetano e rappresentano aspetti diversi della società e della cultura dagli anni Quaranta ad oggi. Si segnalano tra gli altri i seguenti fondi archivistici (i primi 5 con inventario digitale): Anpi di Grosseto, CPLN di Grosseto e del Cln di Manciano, Resistenza in Maremma, Federazione provinciale del PCI/PDS, Dipartimento di Salute Mentale della ASL di Grosseto, Enaoli, Aristeo Banchi, Angelo Rossi. Tra i fondi di persona, molto prestigiosi e ricchi sono quelli di Francesco Chioccon, Antonio Meocci, Carlo Ricchini e del costruttore edile Marino Egisti.

Risorse digitali
Dal 2006 il sito dell’istituto è: www.isgrec.it. Altri spazi internet per mostre virtuali e prodotti multimediali sono: