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Quaderni di Farestoria. 2014, n. 1

Indice del numero:

Prefazione di Roberto Barontini, p. 5.
Associazione Novecento (a cura di), Severino Ferrari – L’ombra dietro il sole, la lezione di Severino Ferrari, p. 9
Severino Ferrari – Il dramma interiore di un paziente illustre delle Ville Sbertoli, p. 13
Sergio Beragnoli – Discorso tenuto in Sala Maggiore agli studenti il 24 gennaio 2014, p. 21
Giorgio Ducceschi – Prunetta. In questo paese il Reno è bambino, p. 23
Matteo Grasso – Occupazione e Resistenza in Danimarca, 1940-1945, p. 25
Maurizio Lazzari – Il brusio delle città. Leggere a Pistoia il saggio di Giandomenico Amendola, p. 33
Marcello Lucarelli – 1944. Ricordi di un’estate di guerra, p. 37
Filippo Mazzoni – La memoria della deportazione nello studio e nell’opera di Andrea Devoto, p. 51
Paolo Nesti – Conservare la Memoria, p. 57
Marco Palla – Ricordo di Ivan Tognarini, p. 61




Volontari antifascisti toscani nella guerra civile spagnola

Frutto di una lunga stagione di ricerche, il volume, curato da Ilaria Cansella e Francesco Cecchetti, vede la luce grazie al sostegno accordato dal Ministerio de la Presidentia della Spagna ai progetti dell’Istituto storico grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea. Il volume si compone di saggi, che esplorano il lungo periodo dell’impegno dei volontari toscani, tra la militanza antifascista in patria o nell’emigrazione, partecipazione alla guerra e vicende successive, tra campi di concentramento della Francia del Sud, Resistenze, ritorni. Sono allegate al testo, in formato digitale, le schede biografiche dei volontari antifascisti toscani. Allo stato attuale della ricerca, sono state ricostruite 408 storie di vita (contenute integralmente nel cd allegato al volume), ma questo lungo lavoro ha l’umiltà di dichiarare la necessità di lasciare aperta la porta a ulteriori approfondimenti.




Trekking urbano. Le vie della memoria nel Novecento senese tra storia e letteratura’

“Accanto ad una Siena storica fondata sulle tracce di uno straordinario passato medievale, e per questo conosciuta e apprezzata da tutti, ne è cresciuta un’altra moderna, certamente meno significativa e tenuta in minore considerazione, ancorché non priva di interesse, che trova i suoi riferimenti e le sue tracce nella storia della città tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del XX° secolo”. Inizia così l’ultima produzione dell’Istituto Storico della Resistenza Senese e dell’Età Contemporanea, dal titolo ‘Trekking urbano. Le vie della memoria nel Novecento senese tra storia e letteratura’, che è stata di recente presentata alla Sala delle Lupe del Palazzo Comunale di Siena.

Si tratta di un lavoro che propone due diversi itinerari cittadini, uno storico ed uno letterario, che toccano i luoghi più significativi della storia senese della prima metà del Novecento e quelli che lo scrittore Federigo Tozzi descrisse in alcune delle sue opere più significative. Periodo connotato da laceranti conflitti quello preso in considerazione, oggi leggibile grazie ai segni che emergono dagli edifici costruiti in quegli anni, alle grandi opere di urbanizzazione che rivoluzionarono il volto della città, alle tracce che il regime, la guerra fascista e la Resistenza ci hanno lasciato.

Non è casuale che l’ISRSEC abbia deciso di proporre questo lavoro agli inizi del 2014, anno in cui ricorre il centesimo anniversario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale e il settantesimo della liberazione di Siena. Due date, 1914 e 1944, che, seppure lontane tra loro e ancor più dai nostri giorni, impongono a tutti una riflessione sul significato drammatico della guerra e sull’importanza della straordinaria partecipazione del popolo italiano nella riconquista della libertà e della democrazia.

Il lavoro si articola in una produzione cartacea e in una informatica, sotto forma di un DVD. Due materiali di un unico prodotto che possono essere utilizzati in modo complementare nella convinzione che una più attenta e profonda conoscenza del territorio in cui uno vive faciliti la lettura del passato e permetta una più convinta partecipazione alle scelte del presente.

Chi fosse interessato, può contattare l’ISRSEC via telefono 0577 271510 (tutte le mattine dalle 10 alle 12) o via mail al seguente indirizzo: istituto.siena@virgilio.it




Qualcuno era comunista. “Documenti e studi”, n. 35.

Cosa è stato il Pci? Si è trattato solo, come scrive Emanuele Macaluso, di “un corpo estraneo alla nostra società, di una agenzia sovietica al soldo del Kgb, nel migliore dei casi di una Chiesa con i suoi sacerdoti e i suoi riti da studiare come fa un archeologo dopo uno scavo”? Oppure i suoi settant’anni di storia, percorsa da lotte, difficoltà, successi e insuccessi, hanno inciso profondamente nella vicenda italiana del secolo scorso e hanno fatto di questo partito, soprattutto dopo il secondo conflitto mondiale, uno dei principali protagonisti sia del rinnovamento del Paese, sia di nuovi rapporti internazionali? Quale, dunque, il suo ruolo nella storia del secondo Novecento, ancora poco indagato dalla storiografia al contrario degli anni dell’opposizione al fascismo e della Resistenza?

“Documenti e studi” dedica il numero 35 a una riflessione dell’esperienza politica del Partito comunista italiano, riservandovi la sezione principale, intitolata, con le parole del celebre monologo poetico-politico di Giorgio Gaber, “Qualcuno era comunista”.

Il saggio di Lorenzo Orsi, Comunisti e rispettabilità. Identità sessuali e moralità dei comunisti italiani 1946 -1956 prende in esame le modalità e le motivazioni della costruzione dell’identità e della rappresentazione dell’uomo e della donna comunisti, nei primi dieci anni di storia repubblicana del nostro Paese.

Con Sandrino Petri: un sindaco comunista nella provincia bianca, Stefano Bucciarelli offre ai lettori un dettagliato e argomentato lavoro sulla personalità di Alessandro Petri (1893 – 1983), viareggino, socialista antimilitarista nella Grande guerra, antifascista negli anni del regime, primo sindaco “provvisorio” della sua città e poi eletto negli anni dell’immediato dopoguerra. Nel contributo di Emmanuel Pesi, La nascita e i limiti organizzativi del partito nuovo in Lucchesia 1943-1948, è presa in esame, calandola nella realtà locale, la tematica della elaborazione della prospettiva politica della “democrazia progressiva” e della costruzione del necessario strumento per realizzarla: non più un partito di quadri, ma un “partito nuovo”, nazionale e di massa. In La questione di Trieste a Lucca (e una conferenza di Vittorio Vidali a Lucca, 1 ottobre 1953), Armando Sestani espone la tormentata vicenda del confine orientale italiano negli anni del dopoguerra e come questa sia stata rielaborata dalle forze politiche lucchesi. Francesca Gori nel suo Il fondo della federazione provinciale di Lucca del Partito comunista italiano 1969 – 1989 dà conto del lavoro di analisi, inventariazione e riordino del materiale custodito presso l’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Provincia di Lucca, contestualizzandolo e indicando i criteri adoperati per la sua sistemazione. La sezione si chiude con il ricordo di due figure di militanti, Fernando Cecchi, detto “il Bebi” e Milziade Caprili a cura di Lucia del Chiaro e Stefano Bucciarelli.

Seguono poi la sezione Risorgimenti dove sono pubblicati il saggio di Roberto Pizzi su Collodi, personaggio del Risorgimento, e quello sulle memorie epigrafiche e monumentali di Tito Strocchi in provincia di Lucca di Elena Profeti, e alcune recensioni di recenti volumi.




Il passaggio del fronte tra Val di Pesa e Val d’Elsa

Primo frutto di una ricerca triennale promossa dai Comuni di Barberino Val d’Elsa, San Casciano Val di Pesa e Tavarnelle Val di Pesa, condotta da un gruppo di storici dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, il volume indaga l’impatto del secondo conflitto mondiale – e in particolare del passaggio del fronte – tra la Val d’Elsa e la Val di Pesa, inserendo gli eventi locali entro il quadro delle dinamiche politiche e militari nazionali, e offrendo un affresco ampio e articolato delle vicende delle comunità sconvolte da una guerra che, nell’estate del 1944, ne lacera il tessuto umano e materiale.
Un momento traumatico che i saggi contenuti nel libro ricostruiscono nei suoi diversi aspetti: l’andamento delle dinamiche militari, l’impatto della guerra e, quindi, dell’occupazione nazista e dei combattimenti sulla popolazione, le violenze sui civili, le divisioni che marcano le comunità nell’arco lungo del Ventennio e che, acuitesi nel corso del conflitto, fra adesioni alla Repubblica sociale e alle molteplici espressioni della Resistenza, permangono nei mesi successivi alla Liberazione, incidendo sul difficile avvio del processo di ricostruzione. Aspetti diversi che restituiscono nella sua complessità e peculiarità il vissuto di un territorio e di una generazione gravati dalle esperienze della dittatura e della “guerra totale”.

Indice del volume
Presentazioni istituzionali
Simone Neri Serneri, Le ragioni di una ricerca
Francesca Cavarocchi, La guerra in Toscana e le operazioni militari
Matteo Mazzoni, Una valle in guerra
Vivere nell’emergenza
La cavalcata della morte
Identità in conflitto: fascisti e antifascisti
Fascisti e antifascisti dopo il passaggio del fronte

Matteo Mazzoni è Dottore di ricerca in Studi storici dell’età moderna e contemporanea, responsabile del Coordinamento di redazione di ToscananOvecento, collaboratore dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana, vicepresidente dell’Istituto Gramsci Toscano, vincitore del Premio ANCI-Sissco 2010 con il volume Livorno all’ombra del fascio (Olschki, 2009).
Francesca Cavarocchi è Dottore di ricerca in Storia contemporanea e collaboratrice dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana.




Catologo della mostra Rosso creativo. Oriano Niccolai 50 anni di manifesti

Il catalogo, curato da Margherita Paoletti, ed edito da Debatte Editore nel 2013, raccoglie le informazioni ed una parte del materiale della mostra “Rosso Creativo. Oriano Niccolai: 50 anni di manifesti” organizzata dall’Istoreco nel novembre 2013. La mostra è un tour nell’universo creativo di Niccolai e nella storia per immagini del Partito comunista italiano. Si scoprono le varie facce del grafico rosso: dai pionieristici approcci, nei primi anni Cinquanta, nel mitico “Nido delle aquile” della federazione del Pci livornese fino alle campagne elettorali ideate a partire dagli anni Sessanta per la federazione nazionale e le varie federazioni regionali. E poi una selezione per grandi tematiche (il lavoro, la pace, le donne, i giovani) e i focus sulle Feste dell’Unità e sull’evoluzione delle tecniche nella grafica.

Il catalogo ha le prefazioni del presidente Istoreco Laura Bandini e del presidente della Fondazione Livorno Luciano Barsotti, contiene poi i ricordi di Bruno Magno, Sergio Staino e Daniele Tabellini di Fupete/Studio Nasonero (autore del manifesto della mostra) e l’introduzione del direttore Istoreco Catia Sonetti. La biografia di Niccolai e i testi di presentazione delle varie sezioni sono curati da Margherita Paoletti.




Cupe vampe: la guerra aerea a Pistoia e la memoria dei bombardamenti.

Il 24 ottobre 2013 l’istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia ha ricordato con una mostra il bombardamento angloamericano della città nella notte fra il 23 e il 24 ottobre del 1943. Il contesto storico, gli eventi, le testimonianze, le dolorose conseguenze, gli oggetti dell’epoca, sono stati ricostruiti e messi in mostra presso uno dei rifugi adibiti dalla protezione antiaerea nel periodo bellico. A latere, come espansione della mostra, i ricercatori hanno curato il numero monografico della rivista dell’Istituto dal titolo Cupe Vampe: la guerra aerea a Pistoia e la memoria dei bombardamenti. Un percorso dalla ricerca d’archivio alla mostra nel 70° anniversario del bombardamento di Pistoia, un lavoro collettaneo che attraverso la ricerca d’archivio ha portato alla luce nuovi elementi e ha coinvolto la città suscitando memorie apparentemente sopite.




Gastone Orefice. Un giornalista livornese nel mondo

Gastone Orefice (1922-2006), ebreo livornese e giornalista di vasta esperienza internazionale, si presenta nelle pagine di questo volume come un vero e proprio “testimone del suo tempo”. Al centro del libro c’è la lunga intervista che Orefice concesse nel 1994 a Catia Sonetti. Intorno a questo dialogo sono poi accostati ricordi e riflessioni di importanti giornalisti che lo hanno conosciuto come maestro e come amico (Furio Colombo, Vincenzo Pascale, Alessandra Farkas, Mila Crespi Gaudio, Gianna Pontecorboli, Duccio Faggella). Il libro, corredato anche da un ricco repertorio iconografico, è arricchito poi dalla premessa a cura del sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, dalla presentazione dello storico Michele Luzzati e dalla bella scheda anagrafica curata da Lidia Orefice. In appendice anche l’elenco commentato dei libri del Fondo Orefice che il giornalista decise di donare alla biblioteca dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea di Livorno.

Attraverso tutti questi segmenti si delinea la storia privata e pubblica di Gastone Orefice, giornalista livornese ed ebreo negli anni della tempesta. Si comprendono i punti salienti della formazione della sua personalità e della sua professionalità. Lo si contestualizza in una famiglia borghese di Livorno degli anni Trenta e Quaranta, si possono inquadrare i suoi continui spostamenti per mettere in salvo la pelle nel periodo delle leggi razziali, lo si segue nel suo lavoro di giornalista che con il passare degli anni, lo assorbirà completamente e lo porterà ai vertici dell’organizzazione nazionale ed estera della stampa.