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Dopo i testimoni. Memorie, storiografie e narrazioni della deportazione razziale

La riflessione sul tramonto di un’era, l’era del testimone della Shoah, ha conosciuto un notevole e per certi versi inatteso sviluppo, che ha posto fine ad una stagione durata circa mezzo secolo.
Il volume nasce dall’esigenza di ridefinire i limiti delle narrazioni della deportazione e persecuzione razziale in un quadro comparativo europeo, con uno sguardo sui modi della rappresentazione oltreoceano e in Israele. Abbiamo tentato di aprire qualche finestra sui modi attraverso i quali la narrazione della Shoah è cambiata o sta cambiando, mossi dal desiderio di procedere per comparazioni fra diverse metodologie, ma anche fra diversi contesti nazionali. [dalla quarta di copertina]

Indice:
Marta Baiardi e Alberto Cavaglion, Introduzione

Storiografie
Robert S.C. Gordon, Reti trasnazionali nella ricezione della Shoah. Meneghello, Varnai, Reitlinger; Marcello Flores, La storiografia dei genocidi e la Shoah;  Wolfang Benz, Soccorso e salvataggio degli ebrei; Georges Bensoussan, Usi e abusi della memoria della Shoah in occidente; Michele Sarfatti, Hanno fatto tutto i tedeschi? La Shoah italiana nella storiografia internazionale, 1946-1986.

Memorie nazionali
Anna Foa, Memoria, rimozione, diniego. Spunti per una riflessione; Enzo Collotti, Sopravvivere allo sterminio: da Varsavia a Praga; Maria Ferretti, La memoria negata. La Shoah in Unione Sovietica; Emiliano Perra, La memoria della Shoah in Gran Bretagna tra storiografia accademica e cultura di massa; Christoph U. Schminck-Gustavus, Salvati dai «Giusti tra le Nazioni». Per la storia della comunità ebraica di Zante.

Produzioni di memorie
Guri Schwarz, Crisi del discorso antifascista e memoria della persecuzione razziale nell’Italia degli anni Ottanta; Valentina Pisanty, Banalizzare e sacralizzare; Ernesto De Cristofaro, Testimoni e vittime. Il racconto giudiziario;  Marta Baiardi, «Israele ramingo». Considerazioni sui salvataggi degli ebrei perseguitati.

Racconti
Ida Zatelli, La trasmissione della memoria alla luce dei testi biblici; Massimo Giuliani, Testimonianza come resistenza al male; Alberto Cavaglion, Il grembo della Shoah. Il 16 ottobre 1943 di Umberto Saba, Giacomo Debenedetti, Elsa Morante; Asher Salah, La Shoah nel cinema israeliano; Aldo Zargani, La mia storia della mia memoria della Shoah

Ricostruire la memoria
Elena Mazzini, Monumenti e memoriali delle deportazioni italiane; Gianluca Gabrielli, Per una prospettiva genealogica nella didattica della Shoah; Alessandra Minerbi, La Shoah nei manuali delle scuole superiori; Laura Fontana, Verso una memoria europea della Shoah? L’esperienza del Mémorial de la Shoah di Parigi; Elisabetta Ruffini, «Morti, morti, ancora morti»: l’universo concentrazionario, la fotografia e l’immaginario collettivo italiano.

 




Un conflitto che non passa: storia, memoria e rimozioni della guerra civile spagnola

Il volume raccoglie i contributi della generazione più giovane dell’ispanismo contemporaneo e offre delle riflessioni che partono dal dibattito più attuale sulla memoria della guerra civile spagnola. In Spagna, l’attuale situazione per la quale la memoria dei vinti in tutte le sue sfaccettature sta combattendo per essere assimilata alla memoria nazionale è indice di buona salute democratica; tuttavia, il vero intento – e questo è lo scopo ultimo del lavoro – è ricordare come per il processo di recupero di un’identità nazionale, minata da una lunga dittatura, non servano solo azioni giudiziali e normative ma soprattutto misure di giustizia sociale. La storiografia rappresenta proprio una di queste misure e uno strumento di sincerità intellettuale per uscire da lunghi periodi di violenze perpetrate ai danni di una parte della società.




Costruire insieme. La bilateralità nelle costruzioni a Livorno: storia dell’Ente Livornese Cassa Edile, 1962-2012

L’edilizia è un settore dove da sempre vige il lavoro precario: i cantieri si aprono e si chiudono in continuazione, gli operai vengono assunti fino alla fine dei lavori, poi devono cercare un altro impiego. Ben prima di diventare familiare all’intero mondo del lavoro in Italia, la precarietà fa parte del patrimonio genetico di un settore fondamentale dell’economia.
Ma al contrario di quanto viene solitamente pensato, quella edile non è affatto una categoria arretrata: proprio il confronto precoce con i problemi dell’insicurezza del lavoro ha spinto i soggetti organizzati (imprenditori e sindacati) a trovare delle formule originali e innovative per dare risposte all’instabilità lavorativa e ricomporre, al di fuori delle imprese, la frammentazione in cui versa il mondo delle costruzioni. Dalla fine degli anni ’50 sono nate così le Casse Edili, enti bilaterali dove i rappresentanti dell’impresa e dei lavoratori collaborano per fornire agli operai un livello adeguato di sicurezza sociale. Attraverso la storia dell’Ente Livornese Cassa Edile, ricostruita in questo volume in occasione del suo 50º anno di vita, si getta così uno sguardo su un’istituzione poco conosciuta della storia del lavoro del nostro paese. Ripercorrendo le tappe di questa vicenda, il volume ricostruisce i cambiamenti avvenuti in campo economico e sociale, le trasformazioni radicali del settore delle costruzioni nel corso di questi cinquanta anni, le dinamiche alterne nei rapporti tra le parti sociali, il mutamento di significato del lavoro in edilizia per i suoi protagonisti, per i lavoratori, i loro rappresentanti e gli imprenditori: tutti elementi che formano la lunga storia della Cassa edile livornese, avviata nel dicembre del 1961 nella sede dell’Associazione industriali di Livorno, a pochi passi dalla seicentesca Villa Attias.

 




La nostra storia e la storia degli altri

Se le frontiere sono sempre e ovunque luoghi di elezione di guerre tra stati, destinate spesso a mantenere anche dopo le paci durevoli frontiere culturali e mentali, quella con il mondo slavo balcanico è stata la più tormentata tra quelle italiane. Percorrere i luoghi della memoria del Confine orientale significa compiere un viaggio nello spazio e nel tempo, attraverso i segni degli spostamenti del cosiddetto “confine mobile”, in un territorio che è stato definito “laboratorio della storia del Novecento”.

L’esperienza narrata dal documentario è il viaggio di studio di un gruppo di insegnanti, che l’ISGREC e la Regione Toscana hanno coinvolto in un lavoro di formazione Attraverso immagini di luoghi, interviste a protagonisti e storici emergono le tracce di storie individuali e della complessa vicenda del confine orientale.




Sesto Fiorentino nella lotta contro il nazismo e il fascismo

Un libro per offrire un primo quadro dei protagonisti e delle forze che animarono la Resistenza sestese, per indagare il peso e le forme di coinvolgimento della popolazione nella lotta di liberazione ed approfondire il ruolo dell’antifascismo militante.
Per la prima volta sono pubblicati gli elenchi integrali dei sestesi schedati nel Casellario politico centrale del Ministero degli Interni, la lista dei deportati antifranchisti in Spagna e quella dei deportati nei campi di concentramento nazisti. Il volume presenta una ricca sezione di apparati bibliografici, una cronologia ragionata, l’elenco dei componenti dei Cln e giunte comunali dal 1943 al 1946, un’appendice fotografica.




Pistoia e i suoi mercati. I vitelli, il loro commercio, la loro macellazione

L’opera, finanziata dall’Istituto Storico della Resistenza Pistoiese, raccoglie, insieme ai contenuti, anche una serie di immagini inedite e foto d’epoca, appartenenti a collezioni private, che rimandano a quella che per molto tempo fu una delle più fiorenti attività economiche di Pistoia: l’allevamento e il commercio del bestiame da latte e da macello.
Viene rievocata la particolare atmosfera di quel microcosmo pullulante di socialità che erano l’Arca e la via IV Novembre in particolare, un unicum della società pistoiese, un campionario di vita, dove le stalle dei vitelli e i caratteristici negozi e negozianti erano lo specchio di un modo di vivere ormai ineluttabilmente estinto ma ancora vivo nella memoria dei tanti concittadini che allora erano ragazzi.
Tra le diverse figure analizzate, colpisce ancora oggi ed evoca fantasiose immagini quella del sensale, ormai divenuta pura leggenda, la cui capacità si manifestava nel mediare tra  acquirente e venditore con gesti, linguaggio  e atti degni di un palcoscenico, sino a giungere ad un accordo sancito da un’energica stretta di mano, un rito secolare, ripetuto con gli stessi gesti e le stesse parole da chissà quanto tempo.
Sono altresì ripercorse, nei dettagli, le vicende urbanistiche e sociali della realizzazione del primo mattatoio pubblico, tra via di Porta San Marco e via Argonauti sottolineando come nelle Cortine, ovvero i quattro comuni rurali corrispondenti alle quattro porte ed unificati col centro storico solo alla fine dell’Ottocento, si continuasse a macellare senza controlli e vigilanza sanitaria ancora per un bel po’.
Viene ancora  ricordata la sistemazione del campo Boario per l’ottimizzazione del mercato delle bestie – oggi ospita il campo di calcio, già con funzione sportiva dagli anni Cinquanta – e l’opposizione dei vitellai a trasferire gli animali e le vendite in un altro luogo al di fuori della propria stalla.
In definitiva il libro, oltre a documentare puntualmente, dalla prospettiva zootecnica, le vicende materiali e relazionali dei nostri antenati vicini e lontani, suggerisce anche più d’una riflessione lanciando curiose e provocatorie proposte sull’attuale modello di produzione e consumo che, fondandosi sull’ignoranza alimentare e in nome di non si sa quale illusione positivista, ha drammaticamente esaurito la sua potenzialità di creazione del benessere e di autodeterminazione delle comunità.

 




Tutte le speranze di un’epoca

Tutte le speranze di un’epoca” è un doppio dvd:

1) “Tutte le speranze di un’epoca. Antifascisti toscani tra guerra di Spagna, internamenti, Resistenza”: documentario (regia di Luigi Zannetti, consulenza storica di Luciana Rocchi e Ilaria Cansella) frutto di una ricerca pluriennale dell’ISGREC dedicata ai volontari antifascisti toscani nella guerra civile spagnola, partita nel 2007 grazie a finanziamenti del governo spagnolo. In 4 sezioni il documentario narra i percorsi degli antifascisti tra emigrazione, guerra civile spagnola, Retirada, internamento nei campi francesi e partecipazione alle Resistenze. Il video contiene materiale audio e video originale e interviste, raccordati dagli interventi da Ilaria Cansella, Francesco Cecchetti, Luciana Rocchi, che hanno condotto le ricerche.

2) “Pueblo que canta no morirà”: registrazione live del concerto dei Vincanto, dedicato ai canti antifranchisti e registrato a Grosseto, al Teatro degli Industri, il 18 gennaio 2011.