Ott 2022
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IL SIGILLO DI BENVENUTO E ALTRI SCRITTI CELLINIANI di Piero Calamandrei

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Museo Novecento
presenta

IL SIGILLO DI BENVENUTO
E ALTRI SCRITTI CELLINIANI
di Piero Calamandrei
a cura di Silvia Calamandrei

Edizioni di Storia e Letteratura

Martedì 18 ottobre, ore 18:00
Museo Novecento
Piazza Santa Maria Novella, 10 – Firenze

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

UFFICIO STAMPA E COMUNICAZIONE
Costanza Savelloni
Museo Novecento Firenze
T: +39 055 291014 | pressmuseonovecento@musefirenze.it

In concomitanza con le mostre di due tra i più celebri scultori del XX e XXI secolo, Henry Moore e Tony Cragg, il Museo Novecento è lieto di dedicare un incontro a uno dei più grandi interpreti della scultura rinascimentale: Benvenuto Cellini.
A un anno dalle celebrazioni per il 450mo anniversario della sua scomparsa, viene presentato il volume Il Sigillo di Benvenuto e altri scritti celliniani, curato da Silvia Calamandrei e edito da Edizioni di Storia e Letteratura. L’incontro, che si terrà martedì 18 ottobre alle ore 18:00 presso la Sala Cinema del Museo Novecento, sarà volto a ripercorrere le vicende che legano due celebri fiorentini: Benvenuto Cellini e Piero Calamandrei.
Insieme alla curatrice del volume, saranno presenti Alessia Bettini, Vicesindaca e Assessora alla Cultura e Turismo, Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti e del Disegno, Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento e Sandra Bonsanti, giornalista, scrittrice e politica.
Appassionato studioso di Benvenuto Cellini, attento e curioso delle sue tumultuose vicende giudiziarie e biografiche e del suo percorso artistico, Piero Calamandrei aveva collazionato un vero e proprio corpus celliniano, con un ritrovamento d’eccezione nel campo antiquario, il disegno del sigillo e dei caratteri dell’Accademia del disegno (1563), di cui diede l’annuncio sul «Corriere della sera» il 9 agosto 1938. A colpirlo nel disegno fu soprattutto l’alfabeto ideografico inventato dall’artista, una sorta di “crittografia ieratica, intelligibile soltanto agli iniziati”.
La ricca collezione documentaria, in tempo di guerra, era stata nascosta in una villa di campagna, crollata sotto i bombardamenti. Per fortuna i documenti si ritrovarono tra i calcinacci, e il disegno riaffiorò miracolosamente da un astuccio di cartone in cui era custodito, tra le tegole sconvolte del tetto. In questo volume vengono ripercorse le peripezie del sigillo, come racconta la nipote Silvia Calamandrei: “Anni fa, mi giunse una telefonata dalla Sovraintendenza archivistica di Firenze. Era Emilio Capannelli, che mi chiedeva se tra le carte conservate in casa a Montepulciano ci fosse un disegno del Cellini, riprodotto nel volume Scritti e inediti celliniani di Piero Calamandrei. Tra gli scritti di mio nonno non avevo mai accordato troppa attenzione a quelli riguardanti il Cellini, che attribuivo alla sua versatilità e curiosità in molteplici direzioni. Fu l’occasione per esaminarli più attentamente e scoprire che Piero era stato un attento studioso del Cellini e collezionista di un abbondante documentazione relativa alle sue vicende giudiziarie e già nel 1930 aveva pubblicato a sua cura un contratto di edizione dell’artista e scrittore”.
Con una introduzione di Cristina Acidini, si ripropongono alcuni testi di Piero Calamandrei raccolti nel 1971 per la Nuova Italia da Carlo Cordié con il titolo Scritti e inediti celliniani.

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