Nov Gen
08-31
In trincea come all’inferno

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Una trincea interamente ricostruita in scala 1:1, esperienze sensoriali e multimediali. Per ricreare quella sensazione di terrore che i soldati della prima guerra mondiale, di cui quest’anno ricorre il centenario, hanno provato, in mezzo al fango, in mezzo alle rocce di quelle terribili e interminabili battaglia di inizio ‘900. E’ una mostra a suo modo unica nel suo genere In trincea come all’inferno inaugurata domenica 8 novembre alla Fondazione Lazzareschi di Porcari e che porta al Palazzo di Vetro, con il marchio ufficiale delle commemorazioni del centenario attribuito dalla presidenza del Consiglio dei ministri e con il patrocinio della Regione Toscana e della Provincia di Lucca, nel comune della Piana un percorso tutto da vivere e da scoprire.

La mostra resterà aperta fino al 31 gennaio.

Il visitatore inizierà il percorso espositivo entrando in una trincea a grandezza naturale, ricostruita al piano terra, dove si potranno provare le sensazioni, le paure e le emozioni dei nostri ragazzi al fronte, grazie all’ausilio di cimeli originali e di fantocci-soldati ma soprattutto – questa la vera novità della mostra – ad ambientazioni multimediali di grande effetto sonoro e visivo. Fragori, scoppi, lampi di luci e le narrazioni virtuali dell’attore fiorentino Bruno Santini, nelle video installazioni di Leonardo Scucchi, riprodurranno quanto più fedelmente possibile la vita in trincea: il momento del rancio e del bivacco dei militari, ma anche l’atto del combattimento mortale corpo a corpo con la baionetta, il posto di comando, la stazione telegrafica e l’infermeria.

Il percorso espositivo riprenderà, poi, al piano superiore dove verranno presi in esame gli aspetti scientifici e tecnologici dello sforzo bellico, grazie all’esposizione, tra gli altri, di cimeli dell’arma aeronautica e della Marina Militare. In mostra troveranno spazio oggetti, cimeli e documenti provenienti da vari archivi, biblioteche e musei, principalmente dal museo del Risorgimento, che ha fornito la maggior parte del materiale totalmente inedito, ma anche la biblioteca e l’archivio di stato di Lucca e l’archivio storico di Porcari e il museo della Liberazione, al fine di mostrare come una nazione appena agli albori della sua rivoluzione industriale fu in grado di sostenere quattro durissimi anni di guerra e di logoramento.

Il piano interrato sarà invece dedicato alle testimonianze legate al territorio, perché la grande guerra ebbe un impatto formidabile soprattutto nei piccoli paesi, dove la maggior parte degli uomini validi furono chiamati al fronte, e molti non tornarono, lasciando un vuoto che non fu facile colmare.

Cimeli, lettere, foto, cartoline, manifesti, riviste: tutto un susseguirsi di testimonianze per descrivere le ansie di chi era rimasto a casa in angosciante attesa del ritorno dei propri cari e di chi, invece, aveva dovuto abbandonare il focolare domestico per andare a compiere il proprio dovere.

Questa sezione vedrà soprattutto il coinvolgimento diretto della popolazione locale, che ha accolto con entusiasmo l’appello della Fondazione. Importante e significativo è stato dunque l’apporto dei cittadini che hanno prestato, per l’occasione, i propri ricordi di famiglia, al fine di far conoscere le vicissitudini dei singoli soldati e ufficiali che, tutte insieme, formano la grande storia collettiva di uno degli eventi epocali della storia contemporanea.

Ad arricchire il percorso espositivo tante immagini e video, fruibili anche attraverso un touch screen. Completano l’iniziativa il catalogo della mostra, il libretto di memorie locali Nessuno vince la Guerra con i racconti di Andrea Bartalesi gli incontri di approfondimento e la proiezione di film tematici. A richiesta, visite guidate per le scolaresche.

Per saperne di più visita il sito della Fondazione Lazzareschi.

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