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“Marmo in guerra” Mostra in occasione del 72° anniversario della Liberazione di Pietrasanta

Inaugurazione della mostra Lunedì 19 Settembre ore 09:45 in occasione della Ricorrenza del 72 Anniversario della Liberazione di Pietrasanta

Dopo la prima presentazione del progetto nel fondo di Palazzo Corsi a Carrara come evento dell’edizione 2014 della Marble Weeks, varie altre presentazioni, esposizioni e la prestigiosa selezione per l’Archivio Fondo Malerba per la Fotografia di Milano, la mostra fotografica di Paolo Maggiani arriva finalmente a Pietrasanta, da dove ha avuto inizio il progetto! Dal monumento civile in P.za Statuto. La Mostra allestita nell’atrio del Palazzo Comunale di Pietrasanta in Piazza Giacomo Matteotti sarà inaugurata in occasione della Ricorrenza del 72° Anniversario della Liberazione di Pietrasanta che avrà luogo il 19 settembre alle ore 09:45.
Quanto sono carichi di umani sentimenti questi presidi della memoria: iscrizioni, cippi, monumenti e gli stessi luoghi poiché esiste un vasto e stratificato paesaggio memoriale, che avvolge tutti noi, anche quando non riusciamo a vederlo. E da questi oggetti, con tutti i segni che il tempo e il caso gli cuciono addosso penso sia nato questo progetto fotografico (ed il libro che l’accompagna), che si fonda su un programma tanto semplice in apparenza, quanto foriero di risultati inattesi e importanti.

L’idea iniziale di Paolo Maggiani era appunto quella di rintracciare:

“Cannoneggiamenti, bombardamenti, mitragliamenti, scontri i cui colpi di schegge e proiettili hanno lasciato la loro impronta su monumenti di commemorazione ai caduti nella Prima Grande Guerra, ma anche su fontane e pievi in marmo. Ferite impresse che sono ancora oggi visibili sulle superfici di un marmo che si è trovato ad essere testimone di una Seconda cruenta Grande Guerra. Oggi rappresentano un monito, amplificano il messaggio e sottolineano il ricordo che questi monumenti rappresentano.”

Alla base di questa felice intuizione, c’è un’ammirabile curiosità da flâneur del Maggiani fotografo, Paolo, che ha saputo scorgere segni e spie tra i monumenti di Pietrasanta e Seravezza, che alla maggior parte di noi sarebbero sfuggiti.
Il Maggiani poeta, Roberto, è intervenuto presumibilmente soltanto dopo con la grazia di quei jazzisti che sanno reinterpretare l’arte altrui, con una congiunzione di intenti che ha uno speciale valore artistico. Con il sospetto che forse erano d’accordo da subito, anzi direi “da sempre”, con quell’intesa che solo alcuni fratelli sanno proficuamente esercitare. Sono convinto che questo connubio è servito anche a loro, per rimescolare le carte, i ruoli e le convinzioni, che fotografia e poesia non vivono vite così separate.
Non a caso Roberto parla di poesie «scattate»:

”Ho “scattato” queste poesie guardando attentamente, per due giorni di fila, le fotografie di Paolo, mio fratello, cogliendo in esse un messaggio al contempo ordinario, per quanto riguarda i soggetti, e straordinario, per quanto riguarda la bellezza delle inquadrature e dei dettagli.
Il nitore di questi scatti attualizza il messaggio che i soggetti fotografati rappresentano a partire da quei lontani giorni di inizio e metà Novecento, quando alcuni di essi, mi riferisco in particolare ai monumenti ai caduti, furono realizzati negli anni Venti, poi segnati dagli avvenimenti che videro molti soldati e partigiani a lottare per la libertà delle nostre terre.
Essenzialmente i soggetti fotografati sono di marmo, dunque dal fortissimo valore simbolico: il marmo, il suo biancore, è nascosto sotto la “pelle” della terra apuana proprio come il sangue è nascosto sotto la pelle dei nostri corpi.”

…e Paolo ha giocato d’anticipo, perché le sue sapienti inquadrature hanno saputo vedere con altri occhi ciò che ci circonda, sondare profondità inaspettate, laddove sembra vigere il quotidiano e l’ordinario, con quella felicità di esecuzione, che è poi l’unico vero segreto della Poesia. Allo stesso modo il versificare di Roberto ha riempito di immagini quelle fotografie, in una sorta di archeologia del sentimento umano ai tempi della guerra, studiando le tracce e le impronte del passato, cercando di capire le traiettorie delle vite non meno che quelle dei proiettili (come in Il proiettile: analisi del tiro). La vita non è del resto una questione di balistica? Senz’altro è stato così nel Secolo breve, per quelle generazioni che hanno visto straziate le carni dalla violenza della storia.
Alessio Giannanti (Archivi della Resistenza –
Circolo Edoardo Bassignani – Fosdinovo MS)

Nell’esposizione le immagini (in totale 17), realizzate su pregiata carta cotone con stampa in B/N ai pigmenti, sono incorniciate di bianco e si alternano alle poesie anch’esse stampate nello stesso formato ma incorniciate di nero a creare un suggestivo effetto visivo.

RICONOSCIMENTI:

Il progetto “Marmo in Guerra” è entrato a far parte dell’Archivio FMF – Fondo Malerba per la FOTOGRAFIA di Milano che raccoglie le tendenze fotografiche contemporanee, nella selezione 2015, ed ha una pagina online dedicata: www.fondomalerba.org/archivio/artisti/paolo-maggiani

PATROCINI:

A.N.P.I. – Massa-Carrara e Sezione “Gino Lombardi”Versilia, ARCHIVI DELLA RESISTENZA Circolo E.BASSIGNANI – Fosdinovo- MS
oltre ai COMUNI DI CARRARA (MS), PIETRASANTA (LU) e SERAVEZZA (LU)