Il pensiero e l’azione. I fratelli Rosselli ad 80 anni dalla loro morte
Il pensiero e l’azione. I fratelli Rosselli ad 80 anni dalla loro morte si terrà a Palazzo Binelli di Carrara dal 5 al 23 giugno 2017 e vedrà esposta una serie di pannelli storiografici e didattici sulla vita dei due intellettuali antifascisti uccisi in Francia nel 1937.
Il progetto si presenta come un percorso didattico e culturale che offre non solo la possibilità di conoscere o ricordare il percorso intellettuale e l’impegno politico di Carlo e Nello Rosselli attraverso la visione di venti pannelli didattici, preparati dalla Fondazione Circolo Fratelli Rosselli di Firenze per le gradi celebrazioni dell’80° anniversario della loro morte, ma anche la possibilità di visitare presso la Sala Gestri della biblioteca civica di Carrara una rassegna di opere sui Fratelli Rosselli pubblicate negli anni e presenti nelle collezioni e nelle biblioteche della rete civica provinciale. All’interno della rassegna è prevista per il giorno 19 giugno, alle ore 17:30 presso la sala Gestri della Biblioteca di Carrara, la presentazione del libro dell’On. Valdo Spini, presidente della Fondazione Rosselli di Firenze, Carlo e Nello Rosselli – Testimoni di giustizia e libertà.
La rassegna è stata curata dal Dott. Stefano Radice, organizzata dalla Fondazione Circolo Fratelli Rosselli di Firenze e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, con il patrocinio del Comune di Carrara e il sostegno dell’ANPI Sez. Patrioti Apuani di Massa.
Il pensiero e l’azione. I fratelli Rosselli ad 80 anni dalla loro morte. Mostra storica e fotografica
Carrara, Palazzo Binelli, 5 – 23 giugno 2017
Dal Lunedi al Venerdì, 10:00-13:00 15:00-17:00
Ingresso gratuito
Sulle tracce dei fratelli Rosselli. Esposizione libri nelle collezioni e biblioteche della rete civica provinciale
Carrara, Sala Gestri, Biblioteca civica Lodovici 5 – 23 giugno 2017
Dal Lunedi al Sabato, 8:30-18:30
Ingresso gratuito
Comunicare la Resistenza: sfide e proposte

Una riflessione sulla complessa, contraddittoria immagine della Resistenza nel panorama politico italiano può agevolmente partire da un’immagine recente: il corteo per il 25 aprile organizzato a Milano dal centro-sinistra. Scevra di una preventiva discussione capace di giustificarne i presupposti e di evidenziarne i legami con decenni di celebrazioni resistenziali, la giallo-blu festa della libertà e dell’Unione Europea ha attutito la percezione della festa della Liberazione dal nazi-fascismo. Il problema non è l’infondatezza del collegamento, peraltro ragionevole e giustificabile: le dimensioni transnazionali ed europee della Resistenza e l’elaborazione, proprio in quel drammatico contesto e davanti alle atrocità della seconda guerra mondiale, di un’unione politica che scongiurasse simili eventi, danno ai due processi un sostrato comune. A lasciare dubbiosi sono le modalità con cui temi e problemi nuovi sono stati giustapposti all’esistente come una patina, senza alcun legame con la Resistenza e le sue ricorrenze celebrative; e tutto ciò rende evidente, a mio avviso, quanto ora più che mai sia urgente e necessaria una discussione sul tema.
Da diversi anni l’“oblio della Resistenza” ricorre con insistente puntualità in articoli, pubblicazioni e discorsi accademici. Non è certo un vezzo professorale. Per accorgersene, è sufficiente prestare un po’ d’attenzione e osservare tutte le “memorie di pietra” – dai cippi alle lapidi, dalle targhe ai monumenti – dedicate agli anni ’43-45 da enti locali e associazioni, chi ricordano e in quali anni sono state inaugurate. Non è la rarefazione delle nuove testimonianze a saltare all’occhio, quanto piuttosto un cambiamento dei temi e delle modalità espressive: a essere ricordate – con pietre a inciampo o targhe contenute, scarsamente osservabili dall’occhio distratto del cittadino o del visitatore occasionale – sono soprattutto le vittime del conflitto, che siano per i bombardamenti o per le retate naziste. I monumenti, più costosi e maggiormente suscettibili, con la loro stazza, di cambiare il paesaggio cittadino, sono poco presenti nelle nuove politiche della memoria; ugualmente rare sembrano anche le testimonianze a favore di chi attivamente contribuì alla guerra.
Questa consapevolezza apre la strada a ulteriori considerazioni su come guerra e resistenza siano differentemente commemorate e recepite. Non abbiamo guerre sul nostro suolo da più di settant’anni, è vero. Ma chi non sa cosa sia una guerra? Chi non ha letto o guardato un reportage sulle innumerevoli tragedie belliche che ancora si consumano nei più disparati angoli del pianeta? La guerra, nonostante tutto, fa ancora parte del nostro orizzonte mentale e culturale. E la Resistenza, invece? È questo, indubbiamente, un concetto molto più difficile da assumere e da collocare nei nostri schemi mentali, soprattutto da quando, come ha giustamente notato Ersilia Perona, l’89 e la fine del comunismo hanno rivoluzionato i nostre prospettive. Spesso, per incardinarla nella narrazione politica italiana, la Resistenza è stata accostata al Risorgimento fino a farne un “secondo Risorgimento”, come ricorda Aldo Agosti nel volume Resistenza e autobiografia di una nazione: un paragone che alla Resistenza, soprattutto in questi ultimi anni di contestazione e revisione del processo di costruzione nazionale, non ha certo portato fortuna.
È tuttavia indubbio che un’efficace divulgazione della Resistenza e dei suoi valori debba incardinarsi sulle tematiche dell’oggi. Deve sapersi indirizzare alle inquietudini e alle problematiche contemporanee coinvolgendo, e coinvolgendo emotivamente, visitatori e fruitori, fino a renderli parte viva e attiva del reperimento e della costituzione della mostra. È certamente un processo rischioso e denso di pericoli, come è stato giustamente notato nel corso della conferenza: ma, se diretto e controllato passo per passo da storici ed esperti, può garantire, a mio avviso, un apprendimento più radicato e duraturo. In questa prospettiva si sono mossi in questi anni gli Istituti della Resistenza e dell’età contemporanea in Toscani con progetti che, in particolare a partire dal 70° della Liberazione, hanno conseguito significativi risultati di divulgazione scientifica e partecipazione di pubblico: dall’esposizione “Firenze in guerra” curata dall’Istituto storico della Resistenza in Toscana al “La Storia in soffitta” dell’Istituto lucchese, dal progetto “Cantieri della memoria” realizzato dall’Istituto grossetano alla mostra diffusa “Cupe vampe” allestita dall’Istituto di Pistoia per ricordare il bombardamento dell’ottobre 1943 fino a quella sugli “Ebrei in Toscana” curata dall’Istoreco livornese.
Bisogna innanzitutto puntare al significato di scelta che per molti significò la partecipazione alla Resistenza – sia che vi avessero aderito in modo attivo combattendo nelle formazioni partigiane oppure che, con il sostegno dalle retrovie, avessero assicurato ai combattenti vitto, equipaggiamento e materiale. Non un mero tornaconto personale, ma un fine collettivo ne animò l’azione: quello di poter vivere in una società più giusta e democratica. È un significato che dobbiamo recuperare, perché sottende quella cura dell’altro e del bene pubblico che è alla base del moderno concetto di cittadinanza e che, oggi più che mai, latita. Quel che dobbiamo ricordare con le nostre esposizioni e le nostre mostre, e che ha valore tanto oggi quanto settant’anni fa, è che solo quando si ritiene il benessere della collettività la necessaria condizione per far avverare anche il proprio che si realizza una società giusta e democratica.
Chiara Martinelli ha conseguito il dottorato in storia contemporanea all’Università di Firenze nel 2015. Dal 2013 ricopre la carica di consigliere nel consiglio direttivo dell’Istituto storico della Resistenza di Pistoia, con cui collabora dal 2007. E’ autrice di diverse pubblicazioni sulla storia della scuola, tra cui: Schools for workers? Industrial and artistic industrial institutes in Italy (1861-1914); in E. Berner and P. Gonon (edd. by), History of Education and Training in Europe: Cases and concepts, Lang, 2016; Branding technical institutes in Italy (1861-1913), in A. Heikkinen and L. Lassnigg (edd. by), Myths and Brands in Vocational Education, Cambridge, 2015; Esigenze locali, suggestioni europee: le scuole industriali e d’arte applicata all’industria in Italia (1861-1886), “Passato e presente”, XXXII (2014); Lo sguardo ambivalente sulla tradizione nei quaderni di scuola durante il periodo fascista: Pistoia 1929, “Società e storia”, 137 (2012).
Articolo pubblicato nel giugno del 2017.
“La Sanità Militare e la Croce Rossa Italiana nella Grande Guerra”
Un evento per parlare di una delle pagine più cruente della storia dell’umanità. Si terrà dal 16 al 18 giugno all’Abbazia Vallombrosana di Reggello il convegno nazionale di storia dal titolo “La Sanità Militare e la Croce Rossa Italiana nella Grande Guerra”. L’iniziativa è organizzata da Comune di Reggello, Comitato per la ricostruzione e restauro della fontana posta al Saltino intitolata all’Onorevole Carlo Delcroix, Croce Rossa Italiana e Società Italiana Storia Medicina ed il patrocinio della Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, dell’Università degli Studi di Firenze e la sponsorizzazione di Metronotte Sicuritas.
Il convegno ha lo scopo di fare luce su un aspetto particolarmente trascurato di questo terribile evento bellico: l’impegno sanitario ed assistenziale che, ricordiamo riguardò oltre un milione di feriti, 2 milioni e mezzo di ammalati e poco meno di 500.000 mutilati, trattati con gli scarsi mezzi di allora.
L’evento prenderà il via venerdì 16 giugno: alle 11 è prevista la solenne apertura alla presenza delle autorità, alle 15 ci sarà l’inaugurazione della mostra storico-documentale nei locali della ex segheria. I lavori inizieranno alle 15,30, dopo la chiusura dei lavori alle 18,30 presso la Cucina Monumentale dell’abbazia ci sarà lo spettacolo teatrale a cura del Gruppo della Pieve.
Sabato 17 giugno i lavori ripartiranno alle 9,30 e termineranno alle 18,30 (con pausa pranzo) al termine ci sarà il concerto con musiche d’epoca a cura della Banda del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana Centro Mobilitazione Tosco Emiliano e del coro La Martinella, successivamente è prevista la cena di gala. Infine domenica 18 giugno i lavori si svolgeranno dalle 9,30 alle 17 (con pausa pranzo).
Durante il convegno sarà possibile visitare i Musei di Arte Sacra presenti in Abbazia e a Cascia e l’Alboreto Sperimentale di Vallombrosa, saranno anche organizzate visite guidate.
Per iscriversi al convegno è necessario scaricare dal sito del Comune di Reggello la scheda di adesione da restituire compilata via fax al numero 0558953843 o via e-mail all’indirizzo convegnonazionale@comune.reggello.fi.it.
In occasione dell’evento l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con il Circolo Filatelico numismatico Figlinese e la ditta SICREA, ha realizzato un giro filatelico a tiratura limitata di 150 pezzi, composto da 4 cartoline originali più un intero postale, obliterati con annullo filatelico speciale. Il 16 giugno alle ore 15 a Vallombrosa sarà presente l’ufficio filatelico postale distaccato munito dell’annullo speciale. Il materiale filatelico può essere prenotato inviando una mail all’indirizzo convegnonazionale@comune.reggello.fi.it.
A conclusione del Convegno, alle ore 18,00 di domenica 18 giugno vi sarà, presso il loggiato del Polivalente del Saltino, l’inaugurazione della Mostra storica ricostruttiva “Il Piave Mormorò” a cura della Pro-loco del Saltino Vallombrosa con il patrocinio del Comune di Reggello.
Angelita Benelli riconfermata Presidente dell’Associazione Museo della Paglia

Si sono svolte le elezioni per il rinnovo del consiglio dell’associazione Museo della Paglia e dell’Intreccio Domenico Sebastiano Michelacci con la conferma alla presidenza di Angelita Benelli che ha guidato il Museo negli ultimi anni.
Nel consiglio Annalisa Beghè, che ricoprirà la carica di vicepresidente, Eleonora Tozzi, segretario e tesoriere, Pietro Beghè, Alessandro Frasconi, Franco Magnolfi, Giacomo Tesi e Giovanni Papini.
Come sindaci revisori Luca Bagnini, Alessandro Del Taglia e Fabrizio Tozzi.
A questo Consiglio il compito di gestire il passaggio a museo comunale della struttura museale realizzata circa venti anni fa.
L’assessore alla Cultura Giampiero Fossi, che parteciperà al Consiglio in rappresentanza del Comune di Signa, ha ringraziato gli eletti e l’associazione per il grande impegno dimostrato nella promozione dei valori storici, artistici e di impresa sottolineando l’importanza di una forte sinergia in vista della necessaria progettazione delle future riorganizzazioni museali.
Grazie. Da Monticchiello alla Liberazione
Martedì 27 giugno alle ore 18 presso il Granaio del Castelluccio a La Foce (Montepulciano) si presenta il volume “‘Grazie’. Da Monticchiello alla Liberazione” di Roberto Pagliai. L’autore ne discute con Benedetta Origo e Silvia Calamandrei.
Roberto Pagliai tenacemente ricostruisce la memoria di una Resistenza nel territorio che vorrebbe riconciliata e perfetta per renderla patrimonio comune. Prosegue il lavoro avviato con il saggio del 2013 L’ultimo partigiano, arricchendolo ed approfondendolo, e tiene presente nuovi approcci come quello di Giovanni De Luna ne La resistenza perfetta. Non è uno storico di professione, ma un appassionato della memoria locale, che seguita ad indagare per trovare risposta ai propri quesiti.
Le interviste agli anziani protagonisti sono preziose testimonianze che si mettono a disposizione per tramandare una speranza che era nell’aria subito dopo la Liberazione e che poi forse è andata dispersa.
L’epicentro attorno a cui ruotano la ricerca e le testimonianze è la battaglia di Monticchiello, ormai assurta a rappresentazione iconica della forza partigiana contro la brutalità fascista e tedesca, tramandata dalle narrazioni del Teatro povero. Ma le domande di Pagliai allargano e scavano oltre quell’episodio, ricostruendo scelte consapevoli e casualità di percorsi, ed episodi drammatici come la strage di Civitella Val di Chiana, rappresaglia che ha lasciato una traccia lunga, difficile da rimarginare. A Monticchiello invece, la rappresaglia è stata evitata grazie alla presenza di una proprietaria tedesca che dialoga con l’ufficiale tedesco venuto ad indagare, rassicurandolo sul non coinvolgimento della popolazione.
La resistenza comunista e quella cattolica, che si esprimono nelle diverse bande partigiane, trovano echi nei protagonisti superstiti, memori comunque di un affratellamento che durerà a lungo, pur nei conflitti del dopoguerra. Molti hanno avuto una formazione comune giovanile nell’Azione cattolica, che influenza i loro percorsi anche se diventano esponenti del Partito comunista, Vittorio Meoni spiega bene questo intreccio, e il legame che lo ha unito a La Pira e al cardinal Della Costa durante il suo periodo di studi a Firenze.
Fonte: Biblioteca Comunale e Archivio Storico Piero Calamandrei
Resistere per l’arte. Guerra e patrimonio artistico in Toscana

L’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Pistoia e la Fondazione CDSE – Centro Documentazione Storico Etnografica Val di Bisenzio organizzano, con il contributo della Regione Toscana, una mostra (curata dal direttore dell’istituto Matteo Grasso e da Alessia Cecconi) sul salvataggio del patrimonio artistico toscano e pistoiese nella seconda guerra mondiale.
L’inaugurazione è prevista per l’8 settembre 2017 nel chiostro della chiesa di San Lorenzo. La mostra rimarrà visitabile fino al 20 settembre.
L’allestimento sarà composto da foto storiche, documenti inediti, pannelli esplicativi e filmati d’epoca che narreranno le peripezie del patrimonio artistico cittadino e regionale. Saranno numerose le tematiche toccate: dalle misure prese per la difesa delle opere d’arte alle foto inedite del trasporto di quadri e sculture; dai bombardamenti alleati del centro storico alle ville di campagna, in particolare la villa di Pian di Collina a Santomato, preziosi rifugi per le opere d’arte; dall’elenco delle opere d’arte consegnate alle ville circostanti alle razzie dei tedeschi in ritirata.
Guerra e lotta di Liberazione in terra di Siena: un nuovo database per conoscere la storia del territorio
L’Istituto storico della Resistenza senese e dell’età contemporanea comunica che è online Guerra e lotta di liberazione in terra di Siena il nuovo database curato da Alessandro Orlandini, direttore dell’Istituto, dedicato a tutti gli eventi bellici ed agli episodi della guerra di liberazione che interessarono il territorio di Siena durante l’ultimo conflitto.