Sentieri partigiani sul Pratomagno

Daniel Centrone - Istituto storico toscano della Resistenza e dell'età contemporanea

Il crinale del Pratomagno
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Nel corso della seconda guerra mondiale numerose formazioni partigiane operarono sul Pratomagno, il celebre massiccio che divide il Casentino dal Valdarno Superiore abbracciando sia la provincia di Arezzo che quella di Firenze. Data l’estensione della dorsale furono diversi i gruppi resistenziali che durante il secondo conflitto mondiale vi svolsero attività d’opposizione all’occupazione nazifascista: nella parte centrosettentrionale agì prevalentemente la Brigata “Lanciotto”, coadiuvata talvolta dalla Brigata “Pio Borri”, mentre nella zona meridionale del massiccio era presente una situazione più eterogenea caratterizzata dalla presenza di piccole formazioni autonome come la “Mameli”, la “Teppa” o dalla presenza dei paracadutisti inglesi del “Long Range Desert Group”.

Durante la guerra lo scontro sulle pendici del Pratomagno assunse differenti modalità a seconda dei protagonisti coinvolti e della fase del conflitto nella quale avvennero i combattimenti. Prima dell’arrivo del fronte i contendenti si fronteggiarono per acquisire il possesso di piccole porzioni di territorio ed impadronirsi del controllo della rete viaria. I partigiani miravano ad indebolire la presenza tedesca utilizzando i metodi della guerriglia, mentre i nazisti adoperavano le punizioni ai danni dei civili con l’intento di rompere il legame che univa le popolazioni locali e le formazioni ribelli.

Nell’estate del 1944 sia sul versante valdarnese che su quello casentinese si registrò un inasprimento dello scontro dovuto all’avvicinamento del fronte e all’imminente liberazione di Arezzo. In questa fase i partigiani, forti del sostegno alleato, assunsero un atteggiamento più audace ed attaccarono in diverse occasioni i tedeschi; mentre i nazisti, consci dello svantaggio, mantennero le loro posizioni, iniziando verso fine estate una lenta ritirata verso nord.

A livello militare, a parte la battaglia di Cetica avvenuta nel giugno 1944, lungo le pendici del Pratomagno non si verificarono combattimenti degni di nota e gli scontri che opposero le due fazioni furono in prevalenza contrasti di lieve intensità. Durante la seconda guerra mondiale l’importanza del massiccio risiedette prevalentemente nella sua funzione aggregante e protettiva, garantendo alle formazioni partigiane un’ampia superfice sulla quale potersi nascondere ed organizzare azioni ai danni degli occupanti, grazie anche al supporto delle popolazioni locali.

 

Il cammino del partigiano

Percorso inaugurato nell’aprile 2024 grazie all’impegno del comune di Loro Ciuffenna, dell’ANPI Valdarno e dell’associazione culturale Pepe Mujica di Arezzo.

  • Percorso: Pratovalle – cippo Mario Zamponi – il castagneto “le Salvinesi”
  • Distanza: 2,5 km
  • Durata: 1 ora e 30 minuti
  • Difficoltà: facile
  • Dislivello: ±90 m

Dopo aver parcheggiato l’automobile nell’abitato di Pratovalle proseguiamo in direzione di Faeto e intraprendiamo dopo poche centinaia di metri la strada sterrata che porta al locale cimitero. Il sentiero ci porta ad una grande bacheca in legno sulla quale sono riportate le informazioni relative all’itinerario e il segnale indicante l’inizio del percorso. Dopo pochi passi troviamo il cippo in ricordo di Mario Zamponi, scomparso nel luglio 1944 in seguito ad uno scontro con i nazisti, nel quale il suo compagno Luigi Fini riuscì invece a salvarsi gettandosi nel vicino corso d’acqua. Continuiamo a seguire il sentiero che costeggia il torrente Agna addentrandoci nel castagneto “le Salvinesi”, dove possiamo osservare gli imponenti alberi, testimonianza dell’importanza fondamentale di questo frutto per i territori circostanti. Sfortunatamente dopo circa un chilometro il tracciato viene progressivamente inghiottito dalla vegetazione circostante e diviene estremamente difficoltoso intuirne la direzione.

Cippo in ricordo di Mario Zamponi

Invitiamo dunque gli escursionisti meno esperti a tornare sui loro passi e a fare ritorno a Pratovalle. Una volta in paese consigliamo di visitare la chiesa di Santa Lucia; dopo la prima guerra mondiale l’esterno dell’edificio è divenuto un piccolo parco della rimembranza adibito al ricordo delle vittime della Grande Guerra di Pratovalle e Roveraia (paese disabitato, abbandonato dai suoi abitanti nella seconda metà del Novecento). Lo spazio vede la presenza di una colonna a memoria dei caduti della zona e di cinque cipressi (un tempo erano sette) ciascuno dei quali era stato piantato in ricordo delle vittime. Nel 2022 lo spazio antistante la chiesa è stato intitolato a don Dante Ricci, parroco di Pratovalle e Faeto, ucciso nel luglio 1944 per aver fornito aiuto ai partigiani e non aver svelato i loro nomi. All’ingresso della parrocchia sono presenti una piccola cornice recante alcune informazioni essenziali riguardanti l’operato di don Dante Ricci e una poesia dedicata a quest’ultimo.

La chiesa di Santa Lucia in piazza don Dante Ricci

 

“Il fiore del partigiano”

Sentiero che dalla strada panoramica giunge sul crinale del Pratomagno, transitando dalla Croce e dai cippi dedicati a Hinkler e alle formazioni partigiane che combatterono sul massiccio.

  • Percorso: Pian dei Lelli – crinale – Croce del Pratomagno – cippo di Hinkler – “Fiore del partigiano” – Pian dei Lelli
  • Distanza: 7,4 km
  • Durata: 2 ore
  • Difficoltà: media
  • Dislivello: ±340 m

Il nostro sentiero ha inizio dall’area di sosta di Pian dei Lelli. Per raggiungere la partenza del percorso percorriamo la strada panoramica in direzione della croce fino al tratto che segna il passaggio dall’asfalto allo sterrato, a circa 3,5 chilometri di distanza dal traforo. A Pian dei Lelli parcheggiamo la nostra auto ed iniziamo il sentiero. Per i primi due chilometri il tracciato sale costantemente all’ombra dei faggi, per poi emergere improvvisamente dalla vegetazione in prossimità del crinale. Una volta giunti in cima al massiccio scorgiamo in lontananza la croce e ci avviciniamo a questa percorrendo il sentiero 00. Dopo meno di due chilometri giungiamo all’imponente struttura in metallo e ci fermiamo a godere della vista mozzafiato che ci permette di ammirare tutta l’area circostante. Dopo questa sosta compiamo una deviazione e continuiamo a procedere lungo il crinale avvicinandoci ad osservare due cippi in prossimità della croce. A mezzo chilometro di distanza troviamo il cippo in ricordo di Hinkler, l’aviatore l’australiano che nel 1933, nell’intento di stabilire un nuovo record dell’ora sulla tratta Inghilterra-Australia perse la vita cadendo con il suo piccolo aereo sul Pratomagno.

Cippo in onore di Herbert Hinkler

Continuando a procedere nella stessa direzione ci imbattiamo dopo alcune centinaia di metri nel “Fiore del partigiano”, il monumento creato dall’artista Venturino Venturi in onore dei partigiani che combatterono sul Pratomagno durante la seconda guerra mondiale. Il cippo è stato recentemente rinnovato a causa dei danneggiamenti dovuti alle intemperie che ha subito nel corso dell’inverno 2023-2024: la nuova struttura riproduce fedelmente il monumento precedente, con l’eccezione che quest’ultimo è stato prodotto in metallo, proprio per avere una maggiore resistenza al freddo e alle raffiche di vento dei mesi più rigidi. In particolare il cippo ricorda lo sforzo delle brigate “Pio Borri”, “Lanciotto”, “Mameli” e “Bande Esterne”.

Cippo il “fiore del partigiano”

Dopo questa deviazione torniamo sui nostri passi e ci dirigiamo nuovamente alla croce, da dove prendiamo il sentiero CAI 21 che ci porta nuovamente sulla strada panoramica dopo meno di un chilometro. Una volta sulla strada sterrata si procede per venti minuti in direzione est fino a tornare a Pian dei Lelli, il nostro punto di partenza.

 

Percorso della Memoria

Sentiero panoramico che si sviluppa sotto le pendici del Pratomagno. Inaugurato nel 2011 l’itinerario vuole omaggiare i caduti della Resistenza ripercorrendo i luoghi dove i giovani con il loro sacrifico ci indicarono la strada per la libertà.

  • Percorso: Pian di Scò – Casa di Biondo -Campiano – Pulicciano – Pian di Scò
  • Distanza: 13,6 km
  • Durata: 3 ore
  • Difficoltà: media
  • Dislivello: ±400 m

Il sentiero ha inizio dall’ampio parcheggio situato di fronte alla Pieve Di Santa Maria A Scò. Dopo un breve tratto di strada provinciale Setteponti continuiamo a procedere in direzione nord-est fino a quando in prossimità di una curva non compare una strada sterrata che iniziamo a percorrere. Attraversato l’abitato di Campiano, proseguiamo per La Cella e passiamo da Casa Biondo, dove ci fermiamo ad osservare il cippo posizionato in un piccolo giardino pubblico della frazione dedicato ad Aligi Barducci e la sua Brigata.

Cippo in memoria di Aligi Barducci

Conclusa questa breve visita prendiamo il sentiero CAI 19, lungo il quale dopo poco ci imbattiamo nel cippo in memoria di Giorgio Cuccoli, caduto il 22 giugno 1944. Da lì ritorniamo sui nostri passi per poche centinaia di metri e prendiamo un sentiero alla nostra sinistra, che ci farà attraversare nuovamente Campiano ed arrivare a Villa Belvedere dopo un tratto in salita. Poco dopo raggiungiamo Pulicciano, passando davanti al cippo che ricorda l’eccidio del parroco Don Bianco Cotoneschi e del suo sacrestano, uccisi con l’accusa di aver sostenuto e favorito l’opposizione all’occupazione nazifascista; da lì prenderemo il sentiero CAI 33 che ci riporterà a Piandiscò. Il sentiero è interamente segnalato con la bandiera nazionale a tre colori.

Il luogo dove Giorgio Cuccoli perse la vita

 

Cippo dedicato a don Bianco Cotoneschi

 

Percorso ad anello sul Pratomagno

Itinerario circolare che tocca numerosi punti panoramici del massiccio.

  • Percorso: Oratorio di Ponticelli – Monte Acuto – Poggio Castelluccio – Uomo di Sasso – Valico di Gastra – Oratorio di Ponticelli
  • Distanza: 15 km
  • Durata: 3 ore e 30 minuti
  • Difficoltà: media
  • Dislivello: ±850 m

Dall’oratorio di Ponticelli, distante tre chilometri da Reggello, imbocchiamo il sentiero CAI 17. Il percorso è inizialmente caratterizzato dalla presenza di una folta vegetazione che progressivamente degrada, facendo spazio ad un paesaggio brullo, fatto di sassi e piante a basso fusto. Giunti in cima al Monte Acuto (1.130 m) possiamo godere di una vista mozzafiato, con una visuale che spazia sui dintorni di Firenze ed Arezzo.  Proseguiamo per un brusco passaggio su alcune pietre e continuiamo per un arbusteto che ci porta a Poggio Castelluccio (1.381 m), dove sono presenti dei ruderi di una vecchia fortificazione. Da qui ci inoltriamo nella faggeta ed avanziamo fino a raggiungere ampi spazi prativi. Di fronte a noi troviamo il Poggio Uomo di Sasso (1.532 m), seconda cima del massiccio del Pratomagno e poco sotto scorgiamo la presenza di un piccolo ammasso di sassi accatastati uno sopra l’altro.

L’Uomo di sasso

Ora seguiamo il sentiero di crinale CAI 00 in direzione sud-est e dopo diversi saliscendi giungiamo al valico di Gastra (1.393 m). Sulla destra imbocchiamo il sentiero CAI 19 che con una ripida discesa ci conduce al monastero di Gastra. Arrivati al fabbricato svoltiamo a destra e proseguiamo a dritto lasciando il sentiero n 19. Superata casa La Pecoraccia la strada diventa un viottolo di bosco che ci conduce all’innesto con una stradella forestale proveniente dal Monte Acuto. Svoltiamo a sinistra e dopo poche curve troviamo davanti a noi il Poggio della Regina, monte che aggiriamo. Dopo poco giungiamo al punto di partenza dell’Oratorio di Ponticelli.

 

 

Questo articolo è stato realizzato grazie al contributo del Consiglio regionale della Toscana nell’ambito del progetto per l’80° anniversario della Resistenza promosso e realizzato dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’età contemporanea.

Articolo pubblicato nel novembre 2024.

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